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Autore: Midnight Sunflower    02/11/2016    5 recensioni
[Storia vincitrice del Telefilm Contest - Buon Natale (solo ff) a cura di Serial Masters e Down Hanna's Ally]
[Ipotetico incontro The Avengers/Guardians of the Galaxy ambientato durante Infinity War]
Rocket Raccoon è sempre stato un appassionato di arti bionici e il braccio di Bucky non passa di certo inosservato.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Peter Quill/Star-Lord, Rocket Racoon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Please, give me your arm!


Quill gliel’aveva ripetuto almeno un centinaio di volte da quando gli Avengers avevano messo piede sulla Milano: no, non gli avrebbe permesso di amputare l’arto bionico di James Barnes, neanche se, in un futuro molto prossimo, si fosse rivelato indispensabile per costruire l’arma definitiva per sconfiggere Thanos.
Quel braccio non si toccava, fine della discussione.
Ma per Rocket quelle parole valevano meno di niente; anzi, sicuramente erano frutto della compressione che il casco della tuta da Star-Lord faceva sulla testa dell’amico, con conseguente collisione dei neuroni in essa contenuti.
Quel braccio era così… così bello con quel suo luccichio metallico. L’avrebbe ottenuto in un modo o nell’altro, al diavolo Quill e le sue paranoie!
Così aveva iniziato a seguire Bucky in giro per la nave, palesando la sua presenza anche in quei momenti di vita quotidiana che dovrebbero rimanere quantomeno privati ("Steve! Perché il procione parlante è nascosto dentro il condotto d’areazione del bagno?").

Ad ogni ora del giorno e della notte, James poteva percepire su di sé gli occhietti di Rocket, che lo spiavano da tutti gli angoli della Milano ("Buc, stai diventando paranoico…") e che lo facevano sentire di nuovo sotto controllo come ai tempi della prigionia dell’H.Y.D.R.A. Fortunatamente, Rocket Raccoon non era un folle scienziato nazista, ma solo un procione alieno impiccione.

Rocket aveva studiato i movimenti del Soldato d’Inverno per giorni, sapeva tutto di lui: quando si svegliava, cosa mangiava, quando e con chi si allenava, ma soprattutto… quando e dove sarebbe stato in giro da solo.

Il corridoio vicino all’armeria era deserto e malamente illuminato dalla luce a intermittenza dei neon. James camminava tranquillo, fischiettando un motivetto che gli ricordava la sua giovinezza nell’America degli anni ’30 e ’40. Rocket gli si parò davanti di colpo, bloccandogli il passaggio.
I due si gelarono sul posto, occhi negli occhi. Sembrava una scena da film: l’unica cosa che mancava era la musica del celebre duello di Mezzogiorno di Fuoco. James squadrava Rocket, il procione rispondeva allo sguardo. All’improvviso saettò verso di lui, saltando sopra il suo braccio.
James rimase interdetto per qualche secondo, non sapendo, accidenti, cosa avrebbe dovuto fare: non aveva mai avuto un incontro ravvicinato con un procione e per di più non c’erano mai stati procioni parlanti a Brooklyn!

«Finalmente soli, ragazzo: io, tu e il tuo bellissimo braccio» esclamò Rocket con sguardo estasiato, avvicinandosi pericolosamente alle giunture della protesi.

«Giù le zampe dal Soldato d’Inverno! Ho in mano un deodorante per ambienti e non ho paura d’usarlo!» Peter Quill sbucò di corsa nel corridoio, sventolando in aria una bomboletta trovata nel ripostiglio.

Rocket lo guardò allibito: quanto era idiota quel terrestre?
«Dico sul serio, Quill! Mi serve il braccio di questo ragazzo!» berciò, alzando una zampa in aria e scuotendola energicamente per indicare l’oggetto dei suoi desideri.

James osservava lo scambio di battute in silenzio, sollevando esasperato gli occhi al cielo. Perché non era rimasto chiuso nella culla criogenica in Wakanda? Stava così bene nel Palazzo di T’Challa…

«Rocket, no!» Peter continuava a tenere sotto tiro il procione, che spazientito balzò a terra.

«Terrestre guastafeste» borbottò Rocket, asciugandosi il naso bagnato sulla zampa pelosa, iniziando ad allontanarsi. «E per la cronaca, questa protesi fa schifo! Persino il fucile che ho buttato via la scorsa settimana era più moderno di questo ammasso di ferraglia!» urlò con sdegno, prima di svoltare l’angolo.

James e Peter risero divertiti: era la tipica storia della volpe e dell’uva, solo che quella volta i protagonisti erano un procione parlante e un braccio bionico.


L'angolino della scribacchina
Qualche giorno fa ho trovato su Instagram una fanart, che raffigurava Rocket mentre era arrampicato sul braccio di James, ed è nata questa storiella.
Questo missing moment si colloca durante il film "Avengers: Infinity War", che ogni giorno è al centro di nuove speculazioni per quanto riguarda trama e personaggi coinvolti, quindi considerate quanto letto un enorme "what if?".

Ringrazio chi ha dedicato due minuti del suo tempo alla lettura di questa ff.

Un abbraccio,

Alessia
   
 
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