Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: FairyCleo    02/11/2016    4 recensioni
“Vedo che la signora ha buon gusto…” – aveva detto il commerciante, avvicinandosi maggiormente a lei.
“Come?” – Bulma era trasalita, persa com’era nei suoi pensieri – “Ah, sì… Certo”.
Sollevando il capo, aveva avuto modo di osservare meglio l’uomo che aveva davanti. Era uno strano figuro, alto, dinoccolato ed estremamente magro, con la pelle color dell’ebano, la testa pelata e un singolare pizzetto azzurro che terminava in un ricciolo accuratamente acconciato che gli dava un’aria del tutto singolare. Persino la voce di quell'uomo era bizzarra, così come i suoi occhi gialli con le iridi allungate simili a quelle dei gatti. La cosa veramente strana, però, era che lei non lo avesse notato sin dall’inizio. Era come se fosse sbucato dal nulla, ma non era il caso di fare tanto la sospettosa e di farsi tutti quei problemi per un semplice mercante, no?
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14

Una mossa azzardata

 
“Non è vero… Non è possibile… Lui non può essere rimasto in quella torre… Perché lo hai lasciato in quella maledetta torre, Goku? Perché?”.
Bulma era scoppiata in lacrime. Dopo un primo istante di felicità dato dalla constatazione della liberazione dei suoi amici, aveva appreso la terribile notizia riguardante la triste sorte di suo marito, e una serie incontrollabile di emozioni l’aveva stravolta. Prima, aveva rifiutato di crederci, convinta che il suo migliore amico e suo figlio la stessero prendendo un po’ in giro. Poi, li aveva aggrediti, sia verbalmente che fisicamente, cominciando a tirare pugni sul vigoroso petto del saiyan con cui aveva vissuto centinaia di avventure. Il suo pianto disperato risuonava all’interno della grotta, e sembrava quasi che i suoi singhiozzi e il suo dolore potessero arrivare sino al cuore del pianeta. Ma forse, neanche l’abbraccio di Madre Natura sarebbe stato capace di consolarla. L’unico abbraccio che avrebbe potuto fare qualcosa per lei sarebbe stato quello della persona per la quale stava soffrendo così intensamente.
“Bulma…” – Goku non sapeva cosa dire. Troppo grande era il suo senso di colpa, e troppo grande era la vergogna che aveva assalito il suo cuore. Non aveva mai lasciato nessuno indietro. Mai. Eppure, adesso lo aveva fatto con Vegeta. Aveva fatto una scelta. Aveva scelto di non tornare indietro. E, a onor del vero, non sapeva neppure il perché – “Mi dispiace… Torneremo subito indietro… Non avrei dovuto lasciarlo lì… Mi dispiace…”.
“N-no” – la sua voce tremava. Gli occhi erano diventati rossi come il fuoco – “Non avresti dovuto lasciarlo indietro. Non avresti dovuto abbandonarlo! Non dopo quello che ci ha raccontato!”.
Era evidente che si riferisse alla storia narrata da Vegeta, così come era evidente che Bulma condividesse le stesse preoccupazioni di Gohan. Dovevano tornare indietro. Dovevano assolutamente tornare indietro e liberare il loro amico. E dovevano farlo subito.
In barba a qualsiasi scenata di gelosia o qualsiasi altra eventuale reazione di sua moglie, Goku aveva stretto la sua migliore amica tra le braccia, affondando il viso tra i suoi capelli turchini. Bulma era come una sorella per lui. A volte, era stata anche un po’ una mamma e, adesso, quella persona così preziosa, quella persona così importante, stava soffrendo terribilmente per colpa di una sua decisione scellerata. Certo, così facendo, aveva messo al sicuro Crilin e gli altri, ma questo poteva aver comportato una catastrofe di dimensioni ben maggiori. Se Vegeta era la chiave di tutto, se Vegeta era il principe da sacrificare, cosa comportava la sua permanenza tra le mani di Vickas?
Sconvolta da quel gesto inaspettato, Bulma aveva improvvisamente cessato di piangere, vergognandosi davanti a Chichi per quella dimostrazione sin troppo eccessiva di affetto. Forse, era stata troppo dura con Goku. Non era veramente colpa sua se Vegeta si era perso, così come non era colpa di Gohan, o di Crilin o di tutti gli altri. Quei poverini avevano patito le pene dell’inferno, non era giusto ritenerli responsabili dell’accaduto. Così come non era giusto credere che Vegeta, il suo Vegeta, potesse arrendersi con tanta facilità a un mostro come Vickas. Suo marito era forte, anzi, era il più forte di tutti. Doveva solo aspettare e sperare in meglio. Sarebbe tornato da lei in un modo o nell’altro.
“Perdonami” – aveva detto, staccandosi da lui e asciugandosi le lacrime con i resti del suo vestito sgualcito e sporco. Aveva guardato Chichi di soppiatto, vergognandosi ancora per quello slancio di eccessivo affetto dimostratogli da Goku. Se Vegeta avesse fatto una cosa simile con Chichi, non avrebbe reagito così bene come aveva fatto la sposa di Goku. Era pur vero che la mora e suo marito non avevano lo stesso rapporto che lei aveva con Goku, ma ciò non toglieva che le reazioni di una donna gelosa potevano essere le più disparate e le più violente, a volte. Quei pensieri l’avevano fatta sorridere, sebbene il suo fosse un sorriso amaro. Come poteva formulare simili immagini in un momento come quello? Come poteva pensare alla gelosia sapendo che Vegeta, il suo Vegeta, era molto probabilmente prigioniero di un mostro che chiamavano l’uccisore degli dei?
“Ti prego… Vi prego. Non lasciatelo con Vickas troppo a lungo… Vi prego”.
“Papà, Bulma ha ragione… Dobbiamo tornare indietro”.
“Sì…” – era stata la voce di Yamcha a interrompere i loro ragionamenti. Era stanco, sfinito, ma i suoi occhi bruciavano di una determinazione mai vista prima – “Dovete andare, e subito. Penseremo a tutto io e Crilin”.
“Ma, le ragazze hanno dimostrato di non essere del tutto lucide. Se dovessero attaccarvi come farete a difendervi?” – Goku non poteva fare a meno di pensarci. Era stato vittima di quella specie di stregoneria, non voleva che lo stesso accadesse a Chichi, Bulma e i bambini. Se non fossero stati in grado di fermarle, cosa sarebbe accaduto? No, non poteva lasciarli soli.
“Ce la faremo” – aveva detto Crilin, dopo aver adagiato la sua bambina accanto alla madre – “Dobbiamo farcela. Loro non si sveglieranno immediatamente. Hanno bisogno di tempo per recuperare i danni dati dall’esposizione al sole. Non sono più abituate… Nessuno di noi lo è, ma possiamo tenerle sotto controllo se mangeremo qualcosa e ci riposeremo a turno. A costo di legarle, se dovesse essere necessario, non permetteremo che facciano del male a Chichi, Bulma e i bambini. Vegeta ci ucciderebbe se accadesse qualcosa sua moglie o a suo figlio, e non voglio che...”.
“Ehi” – la voce di Chichi aveva interrotto il ragionamento di Crilin – “Ma dove… Dove sono i bambini?”.
“Cosa?” – Bulma era rimasta di ghiaccio.
“Non-non ci sono. Goten! Trunks! Dove siete?”.
Impossibile. L’accesso alla grotta era uno e uno soltanto. I bambini non potevano essere usciti senza che loro li vedessero passare.
“Ma dove… Dove… Trunks! TRUNKS!” – Bulma era corsa fuori dalla grotta, urlando disperatamente il nome del figlio. Conosceva sin troppo bene la creatura frutto del suo ventre e temeva di sapere perché la sua chiamata non avesse ricevuto alcuna risposta – “Ti prego, non dirmi che… No, no, NO!”.
Era bastato che guardasse in cielo per scorgere una scia ormai sbiadita e due puntini lontani dirigersi verso il covo del nemico. E gli era bastato questo per far sì che capisse che rischiava di perdere molto più di quanto aveva temuto.

 
*

Dovevano fare presto. Dovevano volare più veloci che mai e raggiungere il suo papà per liberarlo dalla prigionia di quel mostro. Ancora non riusciva a credere che Goku e Gohan lo avessero lasciato indietro. Ancora non riusciva a credere che si fossero dimenticati di lui.
“Più in fretta Goten. Più in fretta!”.
Poteva fidarsi solo del suo migliore amico. I grandi erano traditori e falsi. I grandi pensavano solo a loro stessi e a quello che gli faceva più comodo. I grandi avevano lasciato suo papà indietro a morire. Ma lui non lo avrebbe permesso. Lui non avrebbe consentito a Vickas di fargli del male.
“Sì, Trunks!” – Goten non lo avrebbe mai abbandonato, così come non avrebbe perdonato tanto presto suo padre e suo fratello per aver lasciato indietro Vegeta. Dopo tutto quello che aveva fatto per loro, dopo che li aveva accolti tutti nella sua casa, come avevano potuto compiere un gesto così vile? Vegeta era un amico, e gli amici non si abbandonano mai. Era stato Gohan a dirglielo. Perché non aveva tenuto fede a quell’insegnamento? – “Aspettaci Vegeta… Tieni duro”.
Lo sguardo di Trunks era diventato ancora più determinato. Certo che avrebbe tenuto duro. Suo padre era il principe dei saiyan, era il più forte di tutti!
“Aspettami papà… Sto arrivando”.
Quella volta, sarebbe stato lui a salvarlo. Quella volta, sarebbe stato lui a ricoprire il ruolo del coraggioso e letale principe dei saiyan.

Continua…
______________________________________________________________________________________________________________________
Ragazze, scusatemi.
Il mese di ottobre è stato una specie di ecatombe. Non solo il mal di testa e la sinusite mi hanno perseguitata, ora si c’è messa pure la renella in compagnia delle coliche renali. Oggi sto meno peggio dei giorni scorsi e ho avuto la forza di mettermi a scrivere. So che il capitolo è breve e di passaggio, ma abbiate un po’ di pazienza.
Spero che vi sia ugualmente piaciuto.
A presto
Bacini
Cleo
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: FairyCleo