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Autore: icydarcystormy26    02/11/2016    3 recensioni
Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore per la nipote, rancore che durerà a lungo.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Trix
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Menlok camminava avanti e indietro per il nervosismo. 
“Come diavolo hai fatto a farti scappare un particolare del genere?!” chiese Menlok, visibilmente irato, indicando la spalla nuda del clone. 
“Io ho preso le sue sembianze e mi sono trasformato in base a ciò che vedevo, non potevo immaginare che avesse una voglia!” disse il clone per difendersi. 
“Questo non ti giustifica!” disse Menlok. “E inoltre sono anni che combatti con me, capisco che questo tempo passato in modo inattivo possa averti indebolito, ma quella era una ragazzina! Come diamine hai fatto a farti battere da lei?!”. 
“Non mi ha battuto! Mi sono dovuto ritirare perché tu mi avevi detto di farlo per impedirle di notare la mia spalla, altrimenti l'avrei sconfitta senza problemi” disse l'alleato di Menlok. 
“Quelle due ragazzine ci sono sempre più d'intralcio, dobbiamo eliminarle” disse Menlok. 
“E come facciamo? Dopo ciò che è successo Darcy e Stormy non le perderanno di vista un istante!”. 
“Ci basterà renderle inoffensive per un po', giusto il tempo di far fuori le ragazzine” disse Menlok. 
“Ma a questo punto non potremmo eliminare anche le Trix?” chiese il clone. 
“No, non possiamo. Il mio piano è molto semplice: di notte le Trix hanno fatto piazzare delle guardie, due davanti le loro camere e tre davanti le camere delle ragazze. Io farò un incantesimo che farà addormentare le guardie, di un sonno molto molto profondo, posso fare in modo che il castello sia isolato dalla magia. E qui viene il problema: le Trix sono troppo potenti, non riuscirei a togliere loro i poteri, se non per uno o due secondi, e per lo stesso motivo non posso far prendere loro un sonno profondo come quello delle guardie,  dunque renderò insonorizzate le loro camere e le sigillerò. Con tutti questi incantesimi da fare e da mantenere non posso andare certo io ad occuparmi delle due pargole. Ci penserai tu” disse Menlok per poi indicare il suo alleato. “Vedi di non deludermi questa volta”. 
“Sarà una notte spassosa” rispose il clone divertito. 
***
Era quasi sera su Obsidia. Celeste era in volo, appena fuori dal castello. Il cielo aveva iniziato a scurirsi, la luna era ormai ben visibile e alcune stelle erano già visibili.  
Zeus era appoggiato sulla testa della ragazza e cercava di mantenere l'equilibrio, ma continuava a barcollare. 
Celeste aveva in mano un foglio. Su di esso erano raffigurate dieci lune; ognuna di essa rappresentava uno stadio diverso di un'eclissi lunare. La ragazza alzò il foglio e lo mise in corrispondenza della luna. Sembrava essere al primo stadio. A causa dello spostamento, Zeus perse l'equilibrio, ma riuscì ad aggrapparsi ad una ciocca di capelli della sua padrona. Zeus perse la presa, ma Celeste lo afferrò appena in tempo. 
“Meglio risparmiare le tue vite” disse Celeste facendogli dei grattini sotto il muso. 
“Abbiamo finito qui, possiamo andare” disse Celeste per poi posarsi sul terreno ed entrare nel castello. 
***
“Fatto Celeste?” chiese Stormy. 
“Si, è entrata completamente nel primo stadio” disse Celeste. 
“Bene” disse Stormy prendendo il foglio e leggendo alcuni dati scritti da Celeste al di sotto delle immagini delle lune. “Secondo i miei calcoli l'eclissi dovrebbe essere completa verso la fine di settembre, ma è troppo presto per stabilirlo con esattezza”. 
“C'è qualcos'altro che posso fare?” chiese Celeste. 
“Al momento no” disse Stormy. 
“Quindi posso…”. 
“No, qualunque cosa tu voglia fare non puoi. Visto che hai questo tempo libero puoi approfittarne per studiare un po' le lingue” disse Stormy facendo apparire due libri e porgendoli a Celeste. I libri non erano affatto piccoli, tutt’altro, per questo motivo Celeste li guardò impaurita all'idea di dover studiare su di essi. 
“Tra un'ora sarai libera di fare quello che vuoi” disse Stormy. 
“Grazie” disse Celeste sedendosi accanto alla zia per poi iniziare a sfogliare i libri annoiatamente. 
“A questo punto sono curiosa, cosa avevi intenzione di fare?” chiese Stormy. 
Celeste arrossì un po' ed abbassò lo sguardo. 
“Volevi andare dal tuo principe azzurro?” chiese Stormy. 
“In effetti…” disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa. 
“Mi spiace, ma dovrai farlo aspettare ancora un'oretta” disse Stormy. “Ti permetto di andare, ma cerca di non fare tardi questa volta”. 
“Grazie, ti prometto che sarò puntualissima” disse Celeste. 
“Giusto per togliermi una curiosità, da quanto tempo conosci Liam?” chiese Stormy. 
“Da una decina di anni” disse Celeste. 
“Deve essere stata un'amicizia molto forte se è resistita tutti questi anni” disse Stormy. 
“Fino a non molto tempo fa era l'unica persona su cui potessi far affidamento, è sempre stato bravissimo a tirarmi su di morale” disse Celeste. 
“Ne sono felice, e sicuramente se è rimasto al tuo fianco per dieci anni ed è così comprensivo sono sicura che saprà aspettare un'altra ora” disse Stormy. “Studia ora”. 
Celeste abbassò lo sguardo e cominciò a fare ciò che le aveva detto la zia. 
***
“Liam!” disse Celeste uscendo dal castello. 
“Cely, sapevo che le ragazze si fanno sempre un po' attendere, ma non immaginavo un'ora” disse Liam. 
“Lo so, scusa, ma sono stata costretta a rimanere con mia zia un'altra ora “ disse Celeste. 
“Non preoccuparti, capisco” disse Liam sorridendo. “Ora però è troppo buio per andare nella foresta, iniziano a girare animali pericolosi a quest'ora” disse Liam. 
“Beh, allora rimaniamo un po' qui a parlare” disse Celeste per poi andarsi a sedere insieme a Liam sotto un albero presente nel cortile del castello. 
“Quanti ricordi sotto quest'albero” disse Liam. 
“Era il mio albero preferito” disse Celeste. 
“Da piccola venivi sempre qui, quando eri triste, quando cercavi un po' di compagnia o quando ti nascondevi dalle tue zie” disse Liam. “Quando venivo al castello e non ti trovavo sapevo che ti avrei trovata a qui”. 
“Sai Liam, credo che ormai tu sia diventato l'unico punto fisso per me” disse Celeste. 
“Si, lo so” disse Liam. Celeste si girò verso di lui e lo guardò stupita. 
“Avresti dovuto dire qualcosa di carino tipo ci sarò sempre o potrai sempre contare su di me” disse Celeste. 
“Sono stato sincero” disse Liam mettendosi le mani davanti. 
“E anche modesto direi” disse Celeste. 
“Sai, temevo che il nostro rapporto si rovinasse e che avremmo smesso di beccarci a vicenda, come sai è la cosa che preferisco fare. Sono felice che non sia successo” disse Liam. 
Celeste appoggiò la testa sulla spalla di Liam. 
“Quanto tempo puoi rimanere?” chiese Liam. 
“Un'oretta, poi devo rientrare. Ho già fatto ritardo la scorsa volta, non posso farlo di nuovo” disse Celeste. 
“È un po' poco però” disse Liam mettendosi una mano sul mento. Dopo qualche istante fece un sorriso furbo, poi si avvicinò a Celeste e le disse qualcosa all'orecchio. 
***
Era ormai notte su Obsidia. Abigail però era ancora sveglia. Adorava rimanere sdraiata nel letto a contemplare l'oscurità della notte. Quando era piccola lo faceva per cercare di assomigliare alla sua mamma, ma col tempo ci aveva preso gusto. A volte ci parlava, l'oscurità non poteva risponderle, ma sapeva ascoltare, e infondo era quella la cosa che Abigail cercava nell'oscurità: un rifugio, un modo per nascondersi dalle varie pressioni a cui era esposta. La sua poteva sembrare una vita facile ma l'apparenza e il suo ironizzare su tutto traevano in inganno. Darcy faceva pressioni sulla figlia, sin da quando era piccola: doveva essere la migliore, doveva essere perfetta, sempre, ovviamente, rispettando i canoni imposti da sua madre. Doveva essere come lei, esattamente come lei. Quest'ultima era la cosa che portava Abigail ad arrabbiarsi spesso con sua madre, per qualunque cosa. Quando litigava con sua madre era spesso un po' acida senza neanche, a volte, rendersene conto. Nonostante amasse sua madre con tutta la sua anima, aveva sempre conservato un po' di rancore nei suoi confronti. In fondo, non si può amare una persona senza odiarla almeno un po'. Immersa in questi pensieri e cullata dalla sua dolce oscurità stava quasi per addormentarsi, ma un improvviso rumore la riportò alla realtà. 
Si alzò dal letto e si diresse verso la porta per capire cosa fosse successo. Aprì la porta. Si aspettava di trovare delle guardie, ma stranamente non le vide. Decisa ad indagare, uscì dalla stanza ma, appena oltrepassata la porta, inciampò in qualcosa e cadde. Si rialzò e, giratasi indietro, vide che per terra c'era il corpo di una guardia. Si guardò intorno; anche le altre due guardie erano stese per terra. La ragazza si chinò ed iniziò a scuotere la guardia. Niente. Però non sembrava morto, sembrava piuttosto addormentato, per questo motivo Abigail provò più volte a svegliare la guardia, senza però riuscirci. Si avvicinò alle altre due guardie, anche loro sembravano essere nelle stesse condizioni dell'altra. Era sicuramente successo qualcosa e lei doveva capire cosa. Si diresse verso le scale. Era buio, ma gli occhi di Abigail, a furia di passare notti sveglia, si abituavano velocemente al buio. Scese al piano di sotto, dov'era ubicata la camera di Celeste. Una volta arrivata, vide che anche le guardie di quel piano erano stese sul pavimento. Si diresse subito verso la camera di Celeste ed entrò. All'interno della camera erano presenti Celeste e Liam, seduti sul letto a parlare. Appena Abigail entrò sia Celeste che Liam si girarono verso di lei. 
“Ma che state facendo, pervertiti?!” chiese Abigail dopo un attimo di smarrimento. 
“Nulla di quel che credi, stavamo solo parlando” disse Celeste mettendosi le mani davanti. “E poi ti sembra questo il modo di entrare? Avresti potuto anche bussare”. 
Celeste si avvicinò a Liam e gli sussurrò all'orecchio:
“Forse è meglio se vai”. 
“Già forse hai ragione” disse Liam per poi alzarsi in volo ed uscire dalla finestra. 
“Celeste sta succedendo qualcosa” disse Abigail. “Le guardie sembrano essere tutte svenute o qualcosa del genere, non è normale”. Celeste si alzò e uscì dalla camere insieme ad Abigail. Vide che effettivamente le guardie erano tutte stese per terra. 
“Forse è meglio se chiediamo aiuto alla zia e a tua madre” disse Celeste. 
“Si, ma vai tu da mia madre” disse Abigail incrociando le braccia.
“Che bambina che sei” disse Celeste scuotendo la testa. “Andrò io da tua madre, contenta?”. 
“Si, ora si” disse Abigail. “Sbrighiamoci ora”. 
Le due ragazze si diressero verso le camere delle due Trix, Celeste verso quella di Darcy mentre Abigail verso quella di Stormy. 
Celeste arrivò davanti la camera di Darcy. Come immaginava, anche lì le guardie erano svenute. La faccenda si faceva sempre più inquietante. Dopo aver sorpassato i carpi delle guardie, bussò alla camera della zia. Aspettò qualche istante, ma nessuno andò ad aprirle. Provò più volte, ma niente. Provò anche a bussare con più forza ed a chiamare la zia ma niente. Iniziava davvero ad essere spaventata. Decise di raggiungere Abigail, forse lei aveva avuto fortuna. Si diresse a passo spedito verso le scale e iniziò a scenderle. Ad un certo punto, però, iniziò a sentire dei passi provenire dal piano da cui stava scendendo. Pensò che fosse sua Darcy, così si girò e risalì le scale. Quando fu arrivata all'ultimo gradino, però, vide una figura maschile. Non poteva essere sua zia Darcy. Guardò in basso, non poteva essere neanche una guardia, infatti entrambe erano ancora stese sul pavimento. L'uomo sembrò accorgersi di una presenza, infatti iniziò a guardarsi intorno. Celeste scese silenziosamente qualche gradino, in modo da essere ancora in grado di vederlo, e si nascose nella penombra. La figura iniziò a fissare il punto in cui si trovava Celeste. La ragazza sudò freddo. Avrebbe voluto scappare ma in quel momento era paralizzata. Trattenne anche il respiro per non fare il minimo rumore. La figura si girò e si allontanò dal verso opposto. Appena fu abbastanza lontano, Celeste iniziò a correre verso il piano inferiore, doveva trovare Abigail. Appena fu scesa vide Abigail che le correva incontro. 
“Celeste!” disse Abigail. “Ho bussato più volte ma la zia non risponde! Ho provato anche ad entrare e ad urlare ma la porta era sigillata e…e…”. 
“Calmati Abigail!” disse Celeste posando con decisione le mani sulle spalle della cugina. 
“Dov'è mia madre ora?” chiese Abigail. 
“Non lo so” disse Celeste. “Ascolta Abigail, c'era qualcuno di sopra e di sicuro non era né tua madre né una guardia. Sta succedendo qualcosa qui”. 
Abigail stava per dire qualcosa, ma si iniziarono a sentire dei passi provenienti dalla rampa di scale. 
Abigail e Celeste si guardarono per qualche istante. I passi si facevano sempre più vicini, probabilmente era di nuovo l'uomo che aveva visto Celeste. 
“Dobbiamo andare via” sussurrò Celeste dopo i primi secondi di stupore. 
“Andiamo di là” disse Abigail indicando un corridoio. La ragazze corsero verso il corridoio indicato da Abigail. Corsero fino ad arrivare davanti ad un vicolo cieco. 
“Cosa facciamo ora?” chiese Celeste. 
“C'è un passaggio segreto” disse Abigail. Fece qualche passo indietro, poi prese la rincorsa ed oltrepassò il muro. “Vieni, non sbatterai contro il muro”. 
Celeste esitò un po' ma, sentendo i passi farsi più vicini, prese coraggio ed oltrepassò la parete. 
“Non sapevo dell'esistenza di questi condotti” disse Celeste. 
“Quando ero piccola e giocavo con la zia a nascondino venivo sempre qui a nascondermi” disse Abigail. 
“Non giocavi mai con tua madre?” chiese Celeste. 
“Si, ma non molto spesso. Ha sempre ricoperto il suo ruolo di regina con grande zelo e non aveva molto tempo da passere con me” disse Abigail. “Però devo dire che era una grande giocatrice di dama. Ora però non è il momento di pensare a questo. Hai idea di chi possa essere quel tipo?”. 
“Tiro a indovinare?” chiese retoricamente Celeste. 
“Credi che sia Menlok?” chiese Abigail. 
“Non lo so” disse Celeste. “Ma sarebbe più che plausibile”. 
Le due ragazze arrivarono davanti ad una porta. Essa era molto imponente, alta quasi il doppio deple ragazze. Sembrava essere abbastanza vecchia, il legno, color mogano scuro, era infatti rovinato. Sulla porta era presente un'enorme maniglia, che si trovava all'altezza della testa delle ragazze. 
“Ci basterà usare un po' di magia e si aprirà” disse Abigail. Allungò la mano verso la maniglia, ma non successe nulla. La ragazza provò ancora ma ebbe lo stesso esito. 
“Cosa succede?” chiese Celeste. 
“Non riesco ad usare i poteri” disse Abigail. 
“Ci provo io” disse Celeste avvicinandosi alla porta. Fece la stessa cosa di Abigail, ma anche lei ebbe un esito negativo. “Qui la faccenda si sta facendo sempre più strana”. 
“Non ci rimane che aprirla manualmente” disse Abigail sospirando. 
Celeste afferrò la maniglia della porta e iniziò a tirare, ma essa non sembrava muoversi. Abigail si mise dietro Celeste ed iniziò a tirarla verso di se, mentre Celeste cercava di tirare la maniglia con più forza. 
“Se era possibile aprirla manualmente, perché hai cercato di farlo con la magia?” chiese Celeste con una voce un po' diversa a causa dello sforzo che stava facendo. 
“Perché, come avrai notato, la porta è un tantino pesante da aprire” disse Abigail, mentre la porta iniziava pian piano ad aprirsi. Quando fu abbastanza aperta da far passere una persona, le ragazze si fermarono ed entrarono una alla volta. Al di là della porta, c'era un intreccio di corridoi, che servivano probabilmente per arrivare nelle stanze principali del castello. 
“E ora? Stiamo qui finché il nostro amico non decide di andarsene?” chiese Abigail. 
“Assolutamente no” rispose Celeste. “Quell'uomo potrebbe aver fatto del male a tua madre e alla zia Stormy, e poi potrebbe anche trovarci, dobbiamo elaborare un piano”. 
“Ci serve qualcosa con cui difenderci ora che non possiamo usare i poteri” disse Abigail. 
.”Ci servirebbe un'arma” disse Celeste mettendosi una mano sul mento. “Potremmo arrivare al ripostiglio delle guardie, lì troveremo sicuramente qualcosa”. 
“Si, ma nessuno di questi passaggi porta lì. Dobbiamo pensare a qualcos'altro” disse Abigail. 
Le due ragazze rifletterono per qualche istante, quando Abigail sgranò gli occhi. 
“Ma certo!” urlò la ragazza. “La Folgore! L'arma della zia Stormy”. 
“La zia Stormy ha un'arma?” chiese Celeste.
“Si, la creò anni fa con una parte del suo potere. Però serve solo in caso di emergenza” disse Abigail. 
“E tu questa come la chiami?!” chiese Celeste. 
“Emergenza. Era solo per specificare” disse Abigail mettendosi una mano dietro la testa. 
“Beh, allora andiamo” disse Celeste. 
Abigail si alzò e si incamminò per uno dei passaggi, seguita da Celeste. Dopo aver camminato per qualche minuto in perfetto silenzio, si fermarono davanti ad una porta, una delle tante porte a cui conduceva quel passaggio. 
“È questa” disse Abigail. “Questa è molto più facile da aprire”. La ragazza si avvicinò alla porta e la aprì con facilità. Al di fuori della porta, era presente un muro. 
“Dobbiamo attraversarlo come l'altro, vero?” chiese Celeste. 
“Esatto” rispose Abigail. Poi, insieme a Celeste, attraversò il muro. Le ragazze si guardarono intorno. Non c'era nessuno. Davanti a loro c'era un'altra porta. 
“In quella stanza è custodita la Folgore” disse Abigail indicando la porta. La ragazza aprì la porta. La stanza era molto grande. La distanza tra l'entrata e la parete opposta era di una quindicina di metri e la larghezza della stanza era di tre metri. In fondo alla stanza era presente un teca di vetro contenente la Folgore. Essa aveva la forma di un fulmine, era lunga mezzo metro ed era color magenta. Ogni tanto si vedevano delle piccole scosse di elettricità fuoriuscire da essa. Non era difficile capire che cosa facesse l'arma. 
“Ci sono ancora tante stanze del castello che devo vedere e cose su di voi che devo scoprire” constatò Celeste. 
“È plausibile che tu non conosca la Folgore, la zia la usava molto raramente, anche se veniva qui ogni giorno per controllarla. Ora però preferisce non entrare, se non in caso di emergenza” disse Abigail. 
“Perché?” chiese Celeste. 
Abigail corse dentro la stanza. Delle frecce iniziarono a partire dalle pareti, Abigail le evitò tutte. Ad un certo punto le frecce finirono, ma improvvisamente si formarono due fasce di fuoco davanti la ragazza. Abigail, prontamente, saltò e passò tra le due fasce. Quando era quasi arrivata davanti la teca, quattro lance, lanciate ad altezze diverse, vennero lanciate dalle pareti. Abigail saltò e si abbassò in base all'altezza di ogni lancia. A quel punto si trovò davanti la teca di vetro. 
“Ti basta come risposta?” chiese Abigail girandosi verso Celeste. Poi si girò verso la Folgore. Accanto alla teca c'era un bauletto. Abigail lo aprì; al suo interno c'erano dei guanti blu ricoperti da dei filamenti color verde elettrico. Ne prese due e li mise, poi aprì la teca e prese in mano la Folgore. Tornò indietro, i congegni erano in grado di capire quando una persona entrava o usciva, e nel secondo caso non si azionavano. 
“Metti questi guanti” disse Abigail dando a Celeste due guanti identici ai suoi. Celeste li mise. 
“Servono per tenere in mano la Folgore?” chiese Celeste. 
“Esatto” rispose Abigail. “Altrimenti rimarresti folgorata, da qui appunto il nome folgore”. 
“Ora dobbiamo andare a cercarlo” disse Celeste. 
“Non dovremmo prima cercare di entrare nelle camere di mia madre e della zia? Con la Folgore potremmo provare a sfondare la porta con un fulmine” disse Abigail. 
“Potrebbe aver fatto loro del male e il rumore che faremmo sfondando la porta lo farebbe subito venire verso di noi” disse Celeste. 
“E allora cosa facciamo?” chiese Abigail. 
“Una di noi due deve provare ad entrare nelle camere di tua madre e della zia cercando di fare meno rumore possibile, l'altra invece girerà per il castello facendo rumore in modo da attirare il nostro ospite” disse Celeste. 
“Mi sembra troppo pericoloso” disse Abigail incrociando le braccia. 
“Ok, allora illustrami il tuo piano geniale e privo di ogni rischio” disse Celeste. 
“Dico solo che è pericoloso” disse Abigail. 
“Ma non abbiamo altra scelta, io lo distraggo, tu va a sfondare qualche porta” disse Celeste. 
“Ma…” Abigail si girò, Celeste stava correndo dal verso opposto. “I film e i libri horror insegnano che non bisogna mai separarsi!”. 
“Non siamo in un film!” urlò Celeste anche se ormai era sparita dalla visuale di Abigail. La ragazza non poté far altro che fare come le aveva detto Celeste. Si girò e si diresse verso la camera della madre. 
Si guardava intorno sospettosa, si bloccava ad ogni minimo rumore e aspettava qualche istante prima di ricominciare a camminare. Andò avanti così finché non arrivò davanti la camere di sua madre. Puntò la Folgore contro la porta. Appoggiò una mano alla maniglia e lanciò un fulmine sulla porta. La porte si mosse un po', ma non cadde. 
“Mamma” disse Abigail sperando la madre stesse dormendo all'interno della stanza e che il colpo l'avesse fatta svegliare. Non successe nulla. Allora lanciò un nuovo fulmine. La porta si aprì e, fortunatamente, non si staccò dai cardini. Abigail vide sua madre nel letto che dormiva. 
“Mamma!” disse subito la ragazza provando ad entrare. Però non ci riuscì, infatti c'era una specie di barriera che le impediva di oltrepassare la porta. “Mamma!” provò ancora. Ma Darcy non sembrava sentirla. La ragazza decise allora di provare con sua zia Stormy. Prima di andare, però, chiuse la porta, per evitare che lui potesse vederla.  
***
Celeste camminava per il castello. Ad un certo punto sentì un rumore di passi. Non poteva essere Abigail, le camere delle sue zie erano da tutt'altra parte. Si allontanò rapidamente, poi fece un urlo. Sentì il rumore dei passi cessare per un istante. Poi lo sentì ricominciare, questa volta i passi erano più veloci e si stavano avvicinando. Allora Celeste riprese a correre e svoltò per un corridoio. Si fermò un attimo, anche il suo inseguitore si era fermato. Si allontanò un altro po', poi fece qualche altro urlo e ricominciò a correre. Se non fosse stata avvolta dall'ansia si sarebbe divertita. 
***
Abigail arrivò davanti la camera di Stormy. Lanciò due fulmini sulla porta, che si aprì. Guardò all'interno e vide con suo stupore che Stormy non era lì. Richiuse subito la porta. Doveva avvisare Celeste. 
***
Celeste stava passando davanti la porta della cantina… urlando. Improvvisamente qualcuno la aprì di scatto. 
“Celeste!” disse Stormy. 
“Zia!” disse Celeste, che per poco non cadde. “Mi hai fatto prendere un colpo!”. 
“Diciamo che se nel pieno delle notte una persona passa urlando il cuore non ne rimane proprio illeso!” disse Stormy. 
“Sono felice di averti trovata zia!” disse Celeste. “Abigail ti stava cercando. Ha sfondato la porta della tua camera con la Folg…”. 
“HA SFONDATO LA PORTA DELLA MIA CAMERA?!” urlò Stormy. 
“Non urlare” disse Celeste. “Si, ma lo ha fatto perché avevamo bisogno di te”. 
“Perché avevate bisogno di me? E poi perché ha sfondato la porta? Aprirla era troppo normale?” chiese Stormy. 
In quel momento la ragazza si ricordò dell'uomo che la stava inseguendo. Si iniziarono di nuovo a sentire dei passi. 
“Sta arrivando” sussurrò Celeste. 
“Chi è là?” chiese Stormy facendosi avanti. 
Appena Stormy parlò, il rumore di passi cessò. 
Stormy si avviò verso il punto dal quale provenivano i passi, ma si fermò tenendosi la testa. 
“Tutto bene zia?” chiese Celeste appoggiandole le mani sugli avanbracci. Stormy le bloccò un polso. 
“Questi guanti…” disse Stormy. “Non avrete per caso preso la Folgore?”. 
“Beh, si…” disse Celeste mettendosi la mano libera dietro la testa. “Ma dovevamo trovare un modo per difenderci, non riuscivamo a svegliarvi… o meglio a svegliare la zia Darcy e neanche ad entrare nelle vostre camere, abbiamo trovato tutte le guardie svenute e poi c'è questo tizio che gira per il castello e non riusciamo ad usare i nostri poteri”. 
“Dov'è Abigail?” chiese Stormy. 
“Mi ha contattata telepaticamente poco tempo fa, non è riuscita ad entrare nella camera della madre poiché sembrava esserci una barriera, e non ti ha trovata nella camera. Ora è andata a cercarti… temo che possa incontrare il nostro ospite. Insomma, ha la Folgore, però…” disse Celeste. 
“Dobbiamo trovarla subito” disse Stormy. 
***
Abigail stava camminando, insicura, per i corridoi del castello, sperando di trovare sua zia Stormy. Improvvisamente si sentì di nuovo un rumore di passi. Abigail si girò e decise di andare dalla parte opposta; non aveva la minima intenzione di far conoscenza del suo amico. 
“Ehi, bambolina, dove vai?” chiese qualcuno alle sue spalle. 
La ragazza si girò. Era il clone di Derek. 
“Cosa vuoi ancora?” chiese Abigail esasperata. 
“Voglio te” disse il clone sorridendo malignamente per poi lanciarle un attacco. 
La ragazza riuscì a schivarlo e a contrattaccare grazie alla Folgore. Il clone riuscì a schivare il colpo con facilità e contrattaccò subito. Abigail non riuscì a schivarlo e venne colpita. Cadendo perse la presa della Folgore, che cadde a terra. Il clone la afferrò con velocità, ma, sentendo l'elettricità attraversargli il braccio, la lasciò subito. Si fece un incantesimo; il suo corpo venne avvolto da un'aurea verde. Poi si abbassò e prese in mano la Folgore. Questa volta non successe nulla. 
“Sei spacciata” disse puntando l'arma contro la ragazza. 
“Folgore!”. 
L'arma si staccò dalla mano dell'uomo ed andò verso il lato opposto. L'uomo si girò. 
“La prossima ci penserai due volte prima di introdurti nel mio castello” disse Stormy. 
Il clone, appena vista Stormy, sparì. 
“Stai bene Abi?” chiese Stormy. 
“Si, credo” disse Abigail alzandosi a fatica. 
“Come mai ti trovavi in cantina?” chiese Celeste. 
“Mi sono ricordata che lì c'era un libro che puó esserci molto utile nel trovare Menlok” disse Stormy. 
“E l'hai trovato?” chiese Abigail. 
“Si, ma ve ne parlerò domani, ho passato tutta la notte sveglia e ora sono stanca” disse Stormy. 
“In effetti anche io” disse Abigail. 
“E tu perché hai preso la mia Folgore? Ti avevo esplicitamente proibito di prenderla dato che è tanto tempo che n la controllo” disse Stormy.
“Scusa zia, ma era necessario…” disse Abigail. 
“E va bene” disse Stormy sospirando. “Ora andiamo a dormire”. 
“Ehm, temo la porta della tua camera si sia un pochino danneggiata…” disse Abigail sorridendo timidamente. Stormy alzò un sopracciglio per il nervosismo. 
“Si, lo so” disse poi con tono calmo per poi avviarsi verso la sua camera. 




Avete presente quel momento in cui programmate di aggiornare in una data specifica, con tanto di capitolo a tema, ma poi con internet in coma farmacologico e una madre che manda te in coma farmacologico vi trovate ad aggiornare ben due giorni dopo? Io si. Ogni riferimento a persone o fatto accaduti nella realtà è puramente casuale. Questo capitolo era un po' ispirato ad Halloween (per la paura che provano Abigail e Celeste, ma poi, passato Halloween, il tema è andato scemandosi). Bene, vi do un caloroso abbraccio (non so quanto caloroso dato che sto morendo di freddo). A presto. 
Icydarcystormy
 
   
 
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