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Autore: NWriter    03/11/2016    0 recensioni
- Le cose non possono e non devono cambiare Anur, questo è e deve essere il corso degli eventi.-
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore del freddo metallo sbattuto contro scudi e armature non era che una piccola voce all'interno del tanto maestoso coro della battaglia.
Il canto però, trasmetteva una sensazione di tristezza e solitudine.
Solo la voce dei soldati imperiali, ammordata di rabbia e dolore, scuoteva l'aria.

Gli Erranti avanzavano inarrestabili, nessuna lama, per quanto agitata con abilità poteva ferirli; nessuna freccia, per quanto preciso fosse stato il colpo poteva ucciderli.

Fu in quel momento, in cui tutto sembrava perduto, che Whillem, ferito a morte ma vincitore del suo scontro si eresse sulla cima Cratere di Cristallo.

Osservò cìò che rimaneva della divina fiamma violacea che giaceva nella cavità, nulla più di un ammasso informe di ceneri purpuree.

    - Cosa vuoi ottenere? -

Una voce stanca ruppe quel momento di celata follia, ma non ricevette risposta.

    - Rispondimi! -

    - Lo sai, voi Eterni dovreste tornare a quell'oscuro luogo dalla quale provenite, a quell'inferno di pena e dolore a cui siete stati condannati, non può esserci scampo, è così dall'inizio dei tempi, dovrete soffrire per l'eternità, così da comprendere l'errore commesso dai vostri padri.-

    - Non mentire ancora, questa è solo una menzogna, nessuno vi ha incaricato di farlo, nessuno vi ha ordinato segregarci nell'oscurità del Tartaro, fu una vostra scelta, temevate il futuro incombente e additaste come mostri coloro che si decidevano ad abbracciarlo, chiedeste aiuto ai vostri Dei creati da chissà quale gruppo di uomini e ricorreste all'uso della Tecnomaturgia per creare quello che sarebbe stato il nostro inferno, così da prendervi beffa di noi e scongiurare il vostro fallimento. -
    - Abbandonaste la via a causa delle vostre divinità di ragione e logica, ripudiando i nostri padri e le nostre madri, rifugiandovi nel vostro mondo di numeri e macchine giocando a prendervi un ruolo che non può appartenervi e mai potrà, loro non possono spiegarsi tramite numeri, l'unico modo per sentirli è avere fede e la loro voce mi ha guidato fino a qua, io sono il loro prescelto Anur, qua e ora io sacrificherò me stesso per riaccendere quella fiamma che a lungo ci ha tenuto divisi e che lo farà fino alla fine dei tempi, questo per proteggere il mio popolo. -
    - O forse lo fai solo per ascendere al salone dei perfetti? Di coloro che non sono ne vita, ne morte; che non provano ne gioa, ne dolore; ne astio e ne pietà?-

La domanda fece da anfitrione ad un silenzio interminabile.

Il Re dei re giaceva a terra; davanti a lui un uomo dalle fattezze simili usurpava il suo trono e la sua volontà, pronto per riaccendere quella fiamma che avrebbe segregato lui e il suo popolo per altri cinque secoli.

    - Le cose non possono e non devono cambiare Anur, questo è e deve essere il corso degli eventi.-
    - Non continuare a proferire menzogne, avete provato a uccidermi, mi avete ripudiato e alla fine di tutto su loro ordine hai usurpato il mio trono, ma con quale scopo? Quello di una possibile ascensione? Mi chiedo quanto lontano può spingersi questa tua stupidità, cosa ti hanno promesso? La gloria eterna? -

    -Non siamo pronti..-

La secca risposta dell'uomo dai capelli ingrigiti dal tempo aprì più interrogativi di quanti potesse risolverne.

    - Pronti per cosa? - chiese l'usurpato Re, utilizzando ciò che rimaneva del suo braccio corazzato per rialzarsi.
    - Per quello che tu definisci "Futuro", le divinità non vorrebbero tutto questo, quanti morti ci sono stati dall'inizio di tutto? I vostri congegni hanno trucidato migliaia e migliaia di innocenti, per cosa poi? Essere Liberi? Non vi meritate la libertà dopo tutto ciò che avete fatto, e con il mio sacrificio scriverò la storia.-

L'oscurità della notte venne illuminata dalle scintille provocate dallo scontro delle armi dei due, che danzarono armonicamente come se fossero lucciole, fin quando Anur, ferito da un fendente che gli squarciò il torace, cadde a terra, inerme.

Whillem osservò il cielo stellato mentre si trascinava lentamente verso la cima del cratere.

Fu in quel momento che davanti a lui atterrò un enorme drago dalle scaglie violacee con delle magnifiche ali di cristallo.

    - L'hai ucciso finalmente? - 
L'uomo sentì la profonda voce del drago vibrare dentro di se, e rispose con cenno della testa.

    - Bene, allora il tuo momento, accendi ancora una volta la fiamma, salva il tuo popolo e ascendi al tuo destino. -

Ma Whillem non ascoltò il drago, continuò a osservare il cielo, con una domanda che nella sua testa risuonava più forte del clamore di qualsiasi battaglia:

" Stò facendo la scelta giusta? "

Dopo qualche secondo l'anziano uomo si alzò, per poi precipitare nell'eterna oscurità del cratere.
   
 
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