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Autore: UKissMe Italy    03/11/2016    0 recensioni
Questa One Shot è nata da Dongshi per dare un gran benvenuto a Jun nel cuore di noi KISSme. In realtà ho scelto proprio lui per il fansign di presentazione, dove appunto “mimava” la stupenda ballad.
Quindi spero vivamente che vi piaccia ^^
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hoon, Nuovo personaggio, Soohyun
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.



Chiusi gli occhi, finalmente ero lì, ci ero riuscito, e dopo tante fatiche non avrei permesso a niente e nessuno di portarmelo via. “Jun, vieni ci riuniamo prima di salire” disse Hoon, con un fare quasi materno, mi accompagnò sotto al palco dove il resto del gruppo si era già riunito. “Bene, ci siamo tutti!” esclamò Soohyun che continuò dicendo: “Siamo qui con un nuovo membro, un nuovo concept, una nuova rinascita. Come al solito dobbiamo fare del nostro meglio, per tutte le fan lì fuori che ci sostengono con tutta la loro passione e cuore. Perché noi siamo gli U-KISS! 1,2,3..” – FIGHTING!!! – gridammo tutti in coro.
“Ragazzi tre minuti” esclamò un membro dello Staff…in quei pochi istanti tutti quegli anni di fatica sembravano scorrermi in un attimo, quasi a volermi spronare a dare il meglio di me. Ovviamente la paura e l’emozione furono talmente forti che a stento riuscii a trascinarmi sul palco. L’unica cosa che non mi fece fuggire via urlando all’impazzata fu il coro dei fan che, nonostante fossi nuovo, un “sostituto” come mi avevano definito giorni prima, il loro cuore era così grande che sembrava mi avessero già accettato. La gratitudine prese il sopravvento sopra tutto, e con qualche incertezza riuscii a concludere la performance discretamente.
“Bene ragazzi, per oggi abbiamo finito. Siamo andati tutti abbastanza bene, tranne tu Jun” esclamò Soohyun, che continuò: “Ma non te ne faccio una colpa, è il primo comeback per te, e non hai tutta la nostra esperienza. Pensa solamente a concludere al meglio queste due settimane di comeback e preparati al tour giapponese estivo”; mi limitai ad annuire. E aveva ragione, io non avevo neanche la metà della loro resistenza, e la maggior parte delle volte l’ansia aleggiava in me come un avvoltoio pronto a sbranarmi.
Nei mesi successivi riuscii a farmi notare tra i fan, comportandomi come il maknae, che ci si aspettava, nonostante le incertezze; ma la cosa che davvero mi spaventava, che mi faceva fremere la notte e spezzare i miei sogni, era l’imminente tour giapponese. Ben 36 tappe in un paese che non avevo mai visitato, con milioni di fans che non vedevano l’ora di conoscermi, di conoscere il nuovo membro che a stento riusciva a dire “Aishiteru- vi amo” e “Konnichiwa – ciao”.
Accadde proprio in uno dei primi concerti, sdraiato sul palco durante una prova, che lo sentii forte come mai prima. Il cuore batteva così intensamente, che mi chiesi se non fosse pronto ad esplodermi in corpo. Una rabbia improvvisa mi fece scattare per interrompere ciò che aveva provocato tutta quella nube, che ora tentava di confondermi e trascinarmi nella via sbagliata. Con uno scatto, separai Soohyun da Hoon, pronto a dibattere “non dovreste scherzare in questo modo, non c’è né bisogno visto che al momento non sono presenti fan!”, semplicemente urlai. “Ya, ragazzaccio!” urlò Soohyun proprio mentre voltandomi riprendevo il controllo del mio corpo e della mente pensando a quanto fossi stato stupido.. “Ya non ti fermi? Tu..Davvero..” non riuscì neanche a finire la frase che, ormai in lontananza, sentii Hoon dire di lasciarmi in pace.
Acqua fredda, ecco cosa mi ci vuole, della semplice acqua fredda – “Hey Jun…riprenditi. Che diavolo ti succede?” gridai all’immagine riflessa sullo specchio, che mi sembrò davvero strana, con quelle mani tremanti; da quando avevano iniziato a tremare?; ma la cosa più fastidiosa, la cosa che forse mi faceva arrabbiare di più, era quel palpito, che non voleva accennare a frenarsi, e che, dalla prima volta che si era manifestato, era cresciuto parecchio, gettandomi nello sconforto.
“Hey Jun-nya!” gridò Hoon entrando in bagno, “tutto bene?”. Ancora confuso, e terribilmente imbarazzato, mi limitai a evitare il suo sguardo e ad annuire. “Senti, so che stai passando un momento difficile. Ma non puoi capire Soohyun?” fece una pausa; perché, pensai, perché questa rabbia stava di nuovo aumentando? Di nuovo, “Di nuovo.. ”, hai di nuovo in mente lui finii in mente; “cosa hai detto? Senti non so che hai, ma calmati, e poi torna per concludere il tutto. Siamo stanchi anche noi….quindi regolati!” concluse, urlandomi contro.
“Perché?” sussurrai, “Perché devi per forza nominarlo?” mi ripetei svariate volte.
Le prove finirono talmente velocemente, che per una volta ne fui davvero rallegrato. Così come il dover dormire, il dover staccare il cervello per poter non pensare all’assurda ‘tempesta’ che sembrava ormai essersi impossessata del mio cuore.
Tu,tu,tu,tuu- scattò la porta - “Sorpresa!” gridò Soohyun fiondandosi dentro senza neanche aspettare una risposta. “Che ci fai qui Soohyun….san?” chiesi mentre asciugavo i capelli ormai umidi. “Oh ma che bravo il nostro cucciolo” disse avvicinandosi quel tanto da abbattere ogni mia barriera. Rapidamente portò il volto al mio collo, si soffermò a pochi centimetri dal toccarmi, “mmm mi piace il tuo odore…ma, ora dovremmo dormire”; ancora con gli occhi chiusi risposi “Non dovresti lavarti…sunbae?” cosa del tutto inutile visto che intento a spogliarsi, era già sdraiato sul letto. “Oh, non riuscirò a dormire” mi feci sfuggire, “Eh perché?” mi sorprese, “Solamente…che penso che la tua puzza mi terrà sveglio per parecchie ore!” gridai, ormai stanco di trovare scuse inutili. “Bene, allora dormi nel divano! Anzi perché non vai nel bagno? Sono sicuro che lì starai ‘comodamente’ profumato!”.
Lasciai semplicemente cadere la conversazione e, come avevo previsto, non riuscii a chiudere occhio neanche per un minuto.

2.



“Esci!” – la testa mi girava come non mai, privo di forze lottavo per rientrare, per calcare ancora una volta quel palco a cui tenevo tanto. Provai a rientrare, ma ero privo di forze, e l’ultima cosa che sentii fu la mano di Soohyun stretta al mio braccio, insieme a delle lacrime che mi inondavano il viso.
Mi risvegliai in una camera, con la flebo attaccata al braccio.
Due occhi rossi di furia mista a stanchezza mi fissavano intensamente.
“Cosa..” biascicai, come risvegliandolo da degli imponenti pensieri “Hoon-san”..
“Ti avevo detto di stare attento, di non strafare. Ecco a cosa ti hanno portato ignorare quelle parole” disse con un tono molto squillante, ma non lo ascoltavo, non importava, lui era lì per me, il resto non contava più.
Finalmente mi fu tutto chiaro, come un cane assopito in un soleggiato pomeriggio risvegliarsi al suono del miagolio di un gatto, catapultandomi su di lui lo strinsi più forte che potei, riempiendo il mio cuore, il mio corpo del suo odore. Era lui che aveva la chiave che faceva risvegliare il mio cuore che variava ritmo a ogni suo gesto. D’un fiato dissi una semplice parola, che ne celava altre mille non dette, “grazie”.
Quello che ricevetti in risposta sembrò assomigliare all’ultimo desiderio che ponderi a lungo, il più prezioso, quello impresso profondamente nel subconscio; ricambiò il mio abbraccio e sentii delle calde lacrime ticchettare nelle mie spalle.
Finalmente eravamo un uno, non due, bensì un uno.

Fine
   
 
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