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Autore: Larathia    04/11/2016    0 recensioni
La storia di come uno dei GF è diventato ciò che è.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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DARK MESSENGER
scritta da Larathia, tradotta da Alessia Heartilly
IV. Educazione

Carolin li vide prima che loro vedessero lei, ovviamente. Li sentì un po' prima; l'amico di Jian aveva un'arma piuttosto rumorosa, con quella catena che sbatteva mentre camminava. Stemma interessante; un serpente verde all'attacco la cui lunghezza formava un nodo intricato lungo il bordo dello scudo, su fondo nero. Desiderò sapere se significasse qualcosa.

Guardò il nuovo arrivato con attenzione; quando fu ovvio che non percepiva il suo potere più di quanto lo facesse Jian, si diresse al fiume. Doveva sembrare innocua, dopo tutto. Quando arrivarono, con le loro pile di cesti da bucato, lei stava prendendo il sole sulla roccia su cui si trovava quando l'aveva vista Jian la prima volta.

L'espressione del viso del nuovo arrivato fu gratificante; era compiaciuto di vederla e invidioso di Jian. Benissimo; forse avrebbe rivelato più cose di Jian, o avrebbe spinto Jian ad essere più aperto con lei.

"Buongiorno Jian" disse amichevole. "Chi è il tuo amico?"

Ma Jian non ebbe modo di rispondere; il suo amico posò le ceste e fece un inchino basso e cortese - comico, lì in mezzo ai boschi - e disse: "Quenlin del Cobra, sotto Leonhart, al suo servizio, milady".

Ah. Quindi il serpente è un cobra. "Carolin, al tuo servizio" rise lei. "Siete tutti così formali voi Scudieri, allora?"

"Certo, Lady Carolin" disse Quenlin mentre Jian raccoglieva la radice che usava come sapone, per iniziare. "Soprattutto quando parliamo con donne bellissime."

Carolin divenne l'immagine della disinvoltura, rotolando sullo stomaco e piegando le gambe. "Quindi è qualcosa che siete addestrati a fare?" chiese. "O qualcosa che volete fare?"

"Un po' tutte e due le cose, davvero" rispose Quenlin, sorridendo a Jian. "Il miscuglio esatto è individuale."

Che strane persone sono gli Scudieri, pensò Carolin. Uno qualsiasi dei ragazzi di paese avrebbe già fatto un suggerimento spudorato. Quenlin è in piedi sulla riva nel mezzo di una giungla con il suo vestito nero e verde, e si comporta come se fossimo un signore e una signora di una qualche corte, e Jian... è dentro al fiume fino al ginocchio e lava lenzuola con addosso un abito cremisi e oro, e nessuno dei due ci vede qualcosa di strano...

"Allora in che tipo di mondo vivete?" domandò, curiosa. "Avete mai... tempo libero? Giorni di vacanza?"

"La risposta a entrambe le cose" disse distrattamente Jian "sarebbe no. Sta' un po' indietro, puoi, Quen?" e lanciò all'amico un'occhiata leggermente scocciata. Carolin ne prese attentamente nota; Quenlin trovò immediatamente dove sedersi e sorrise mestamente, come se fosse stato colto a fare qualcosa che non doveva.

"Che intendi dire?" chiese, per molte ragione.

"Voglio dire... si è Scudieri finché si viene scelti, o liberati, o si molla" disse Jian, ancora un po' distratto mentre si concentrava a togliere una macchia da lenzuola nere cercando di non pensare a cosa potesse essere. "E se queste cose non succedono, non si ha 'tempo libero'. E fin quando si è Scudieri, si deve rispettare il ruolo. Sta scritto nelle regole, da qualche parte."

"Già" disse Quenlin, con l'aspetto di un nobile in vacanza mentre si appoggiava a un albero. "Da qualche parte all'inizio, credo. Non le ho mai memorizzate tutte; dovrò chiederlo a Lan, quando torniamo."

"Scelti, liberati o si molla..." rifletté Carolin. "Potete essere licenziati? Potete lasciar perdere?"

Entrambi i ragazzi risero del suo tono confuso. "Mamma mia, tu proprio non lo sai, vero?" disse Quenlin. "Dobbiamo chiedere al Leone se mandano insegnanti fin quaggiù. Tutti dovrebbero sapere queste cose."

Carolin arrossì. "Uhm, vivo molto lontano" ammise "e i miei genitori scelsero di istruirmi a casa."

Jian a questa frase alzò per un momento lo sguardo. Era la prima volta che Carolin parlava di famiglia, e ne aveva parlato al passato. Ma tornò velocemente al suo lavoro. "Scelti - se si viene scelti da una Strega, non si è più uno Scudiero, si è un Cavaliere. Liberati - si completa l'addestramento dello Scudiero ma non si viene scelti. Succede spesso. Si molla - si smette di addestrarsi di propria volontà prima di finire. Anche questo succede spesso."

Tasso di fallimento piuttosto alto, notò Carolin. Ma questi ragazzi non sembrano nulla di speciale... "Perché dovrebbero mollare?"

"Alcuni decidono che non è la vita che fa per loro" disse Jian "alcuni si accorgono di non avere assolutamente talento" e qui i due condivisero un'occhiata, come se pensassero a qualcuno in particolare; poi Quenlin terminò: "e altri vedono il lato negativo e decidono che non vogliono affrontarlo".

Il momento di giocare la mia carta. "Come... vedere il tuo Cavaliere fare un pasticcio e uccidere persone?" chiese con fare innocente.

Entrambi smisero di sorridere e la fissarono come se avesse appena detto che l'Imperatrice era una tiranna. Si tirò su a sedere velocemente, sistemandosi per potersi alzare e correre se ce ne fosse stato bisogno. "Chi te l'ha detto, Carolin?" disse in tono piatto Jian.

"Si diceva in tutta la città ieri, quando è uscito" disse, cercando di non sembrare sulla difensiva. "Che è stato esiliato qui perché ha ucciso delle persone e non potevano metterlo a morte perché è un Cavaliere." Non le piaceva lo sguardo di Jian, come se si fosse appena trasformata in un verme che aveva trovato in una mela. Desiderò brevemente di non aver detto nulla.

"Non credere a tutto quello che senti" disse Quenlin, e si voltò verso Jian. "Torno indietro" disse. "Il Leone deve sapere cosa si dice di lui. Tornerò verso il tramonto per aiutarti a portare indietro la roba." E senza guardare Carolin partì immediatamente, con la mazza che gli ruotava in mano.

Jian lo guardò allontanarsi e si voltò verso Carolin. "Ti avevo avvisata" disse. "Non ci piace sentir parlare così. Penso che tu gli piacessi prima di dire questa cosa."

"Ho solo ripetuto quello che ho sentito dire dai paesani" disse lei preoccupata. "L'avrebbe sentito, prima o poi."

Jian annuì. "Ma quella da cui l'ha sentito sei tu." Tornò al suo lavoro, ma la ferocia aggiuntiva con cui grattava mostrava la sua rabbia. "Giusto perché tu lo sappia - e non lo chieda di nuovo - sì, ha ucciso delle persone. Il giorno in cui è morta la vecchia Imperatrice. Non sapeva cosa stava facendo. Non siamo esiliati qui. Siamo venuti qui per scelta."

Carolin considerò attentamente che parole usare. Jian era arrabbiato con lei tanto quanto Quenlin, ma non poteva andarsene perché aveva del lavoro da fare. Questo non impediva che sfoderasse la spada e la attaccasse, però... e per qualche ragione, pensava che lui le piacesse. "Come... sai che lui non sapeva cosa stava facendo?" chiese lentamente.

"La tua ignoranza inizia a darmi sui nervi" disse Jian a denti stretti. "Te l'ho detto. La vecchia Imperatrice è morta. Non sai niente dei Cavalieri?" Colse la sua espressione confusa e grugnì. "Immagino di no. Senti - non è un incarico politico, va bene? Nessuno tranne una Strega rende qualcuno un Cavaliere. Mai. Per nessuna ragione. Non si eredita, non si trasferisce, non si guadagna. Questo non ti dice niente? Lei sceglie i suoi Cavalieri perché li ama. I Cavalieri accettano perché loro amano lei."

L'intensità nello sguardo castano di Jian era ipnotizzante, inquietante. Ma sua madre non aveva detto nulla di questo, e lei aveva bisogno di sapere. "Ma... la gente perde chi ama ogni giorno, non vanno ad ammazzare la gente quando succede..."

"È perché le persone normali non sono legate" disse Jian in tono piatto. "L'amore di una Strega non ha paragoni al mondo. Non tutti gli Scudieri lo vogliono. Ti cambia. Per sempre. E se lei muore..." Scrollò le spalle, incapace di spiegare quel poco che sapeva. "Senti, non ho l'amore di una Strega, quindi non lo so. Tutto quello che so è che Leonhart ha reagito alla morte dell'Imperatrice come si reagirebbe scoprendo che la propria famiglia e la propria casa sono state bruciate da dei banditi. Ed è impazzito per qualche ora, e qualcuno è stato preso nel mezzo. So che alcuni Cavalieri si sono uccisi quando la loro Strega è morta - ci viene detto il primo giorno dell'addestramento da Scudiero." Si chinò sul suo lavoro, e persino con l'udito della Strega Carolin quasi non sentì le ultime parole:

"E so che persino adesso, il Leone non farebbe a cambio con nessuno."

Jian passò le ore successive a strofinare in silenzio, mentre Carolin ci rifletteva sopra, stesa sulla schiena sulla sua roccia scaldata dal sole, e fissando il cielo. L'amore di una Strega? Non sembrava affatto quello che le aveva descritto sua madre. Sua madre aveva detto che doveva scegliere molti Cavalieri così che nessuno potesse controllarla... ma se la amavano, non era più probabile che loro facessero quello che voleva lei piuttosto che il contrario? Si voltò sul fianco, guardando i lineamenti furiosi di Jian mentre strofinava l'ennesimo lenzuolo. Amava il suo padrone, lo sapeva, proprio come lo amava Quenlin. Non pensava che ci fosse nulla di perverso - si comportavano come se lui fosse il loro padre, o il loro re. Quel tipo di lealtà non si poteva comprarla, andava guadagnata.

Era sorpresa di accorgersi che una parte di lei voleva la lealtà di Jian per se stessa. Voleva che lui guardasse lei con l'espressione che aveva quando descriveva le virtù del suo padrone.

E tutta la lealtà andava guadagnata, quindi iniziò con: "mi dispiace, Jian. Non intendevo insultare il tuo Cavaliere. Vengo da questa piccola città antiquata, ricordi? Non lo sapevo".

E fu premiata dal suo sorriso.

*~*~*~*~*

Quenlin fu piuttosto dettagliato facendo rapporto, e Leonhart annuì con serietà. Ovvio che non ci si poteva aspettare che la gente di Timber conoscesse tutta la storia, o la capissero, conoscendola. Timber era la città più lontana dalla capitale e comunque all'interno dell'Impero. C'era solo una scuola, e l'insegnamento probabilmente andava a rotazione, e non erano mai stati visti né Scudieri né Cavalieri.

...E quello che dicevano era in parte corretto. Non ricordava di aver ucciso quella gente, non ricordava davvero nulla di quel giorno a parte il dolore lacerante e la perdita del legame che si spezzava, e la consapevolezza travolgente di dover andare alla torre di comunicazione per scoprire cosa era successo. Era stato solo più tardi, quando aveva davvero compreso il rapporto, che aveva scoperto di aver ucciso delle persone per arrivarci... persone che stavano solo facendo il loro lavoro nel chiedergli come si chiamava, o che semplicemente non si erano tolti di mezzo abbastanza in fretta. Sì, se gli abitanti di Timber lo condannavano per questo, avevano un motivo.

Quenlin era anche più che disposto a parlare della ragazza che aveva incontrato Jian. Sembrava essere bella abbastanza da essere una Strega... ma Jian non era pronto per quel tipo di potere. Non era pronto ad essere scelto. Ringraziò Quenlin per la sua prontezza e lo congedò, sapendo che il vistoso pettegolo avrebbe ora ripetuto la storia a tutti gli Scudieri - che sarebbero stati più che capaci di difendere il suo onore dai paesani non bene informati.

Jian non era pronto. Era un tipo piacevole, molto aperto e onesto, e questo probabilmente avrebbe colto l'attenzione di questa Carolin. Ma se lei era la Strega, il suo riguardo avrebbe potuto sopraffarlo. Di tutti gli Scudieri, l'unico che Leonhart si fidava a lasciare in presenza della Strega era Lan. Gli altri erano spazzati troppo facilmente; non sarebbero stati in grado di proteggere lo spirito della Strega, perché sarebbero stati troppo occupati a realizzare ogni suo desiderio. Proprio come quel Cavaliere idiota che aveva fatto uccidere la sua Marie. Era considerato accettabile che uno o due Cavalieri fossero così, perché le Streghe solitamente sceglievano anche almeno qualche uomo di volontà abbastanza ferma da compiere i doveri di base della loro funzione primaria; proteggere il suo spirito dalla corruzione del potere. Ma lì fuori... il primo Cavaliere che questa nuova Strega avrebbe scelto doveva essere di volontà ferma. Lei aveva vissuto lì abbastanza a lungo da diventare forte, senza insegnamenti o guida. Non ci sarebbe voluto molto prima che cominciasse a cadere; anche con le migliori intenzioni, il potere alla fine l'avrebbe corrotta.

Beh... c'era una possibilità, anche se non sapeva come poterlo fare. Si poteva intrappolare il potere di una Strega in un oggetto, se si sapeva come. Si doveva farle fare qualcosa con il suo potere, e poi romperci sopra una pietra del mago. Avrebbe trattenuto il suo potere fino a quando fosse durato il potere della pietra, e sperava che quando fosse finito la Strega fosse già morta. Ma se non l'avesse uccisa... forse sarebbe durato abbastanza da spaventarla, convincerla a entrare nell'edificio per l'addestramento.

Una leggera confusione in cortile lo distolse dalle sue riflessioni. Jian e Quenlin stavano tornando, e mentre Quenlin sembrava ancora un po' scocciato, Jian aveva un sorriso enorme. Il cuore del Vecchio Leone perse un battito. Avrebbe dovuto scoprire se Carolin fosse la Strega molto in fretta, prima che Jian andasse troppo oltre. Nel frattempo, non poteva permettersi di correre il rischio che non lo fosse - avrebbe dovuto spingere forte su Jian, fare del suo meglio per riempire le lacune nella conoscenza del ragazzo. Guardò per un po' l'attività in cortile, fino a quando fu sicuro che Jian avesse avuto tempo di terminare i suoi compiti, poi mandò Elric a prendere Jian e portarglielo.

Jian arrivò in uno stato meno che perfetto, con le gambe ancora bagnate del fiume e i polpacci pieni di fango dell'argine. Era perfettamente consapevole di questo, stando all'espressione del suo viso, quindi il Leone decise di ignorarlo. "Jian" iniziò. "Quenlin dice che sei diventato amico di una ragazza del posto."

Le sopracciglia nere di Jian si incontrarono in un'espressione confusa. "Sì signore?" disse. Perché interessa al Leone?

Leonhart si sedette sulla sua vecchia sedia. "Siediti, Jian, e parlami di lei." I lineamenti erano severi; non era una conversazione, era fare rapporto. Jian si sedette immediatamente a terra, a gambe incrociate, e non prestò attenzione al fango se non per assicurarsi che non macchiasse il pavimento.

"Ha circa la mia età, credo, signore, con capelli rossi e occhi verdi. Ha detto che i suoi genitori l'hanno istruita a casa e che è cresciuta da queste parti. Penso che i suoi genitori siano morti."

Lo sguardo pallido era incredibilmente snervante quando il Leone voleva che lo fosse, e ora era così. Jian si sentì come se punte di frecce di diamante fossero al livello della sua gola. "Tu pensi che siano morti, Jian? Ti ho insegnato qualcosa di meglio. Che cosa sai di lei?"

Iniziando ad andare nel panico sotto lo sguardo implacabile del suo padrone, Jian non ebbe altra difesa che l'onestà. "Uhm, è tutto quello che posso dire per certo, signore" disse. Si sentì confuso - sapeva che avevano parlato per ore ogni volta; come aveva fatto ad allontanarsi sapendo così poco?

Ma il Leone annuì lentamente, gli occhi che non lasciavano mai quelli di Jian - come se lui avesse la risposta a una domanda. "Dimmi, Jian" disse piano. "Questa ragazza... diresti che è bella?"

"Oh, , signore" disse immediatamente Jian. "Decisamente sì."

Il Leone si mosse improvvisamente, portando un pugno pesante a sbattere sulla scrivania mentre i lineamenti arrivarono a mostrare rabbia. "Ascoltati, ragazzo!" sbottò. "Non riesci a vedere i segni, dopo anni di servizio?"

Jian fu stupefatto - il Leone non mostrava mai rabbia. Il fatto che lo stesse facendo adesso era terrificante, al punto in cui quello che diceva gli sfuggiva completamente. Sbatté rapidamente le palpebre, pensando più veloce di quanto avesse mai fatto nella sua vita. Bella, sì era bellissima... le conversazioni non riusciva a ricordarle molto... il fatto che sapeva così poco di lei... oh. Deglutì; non lo meravigliava che il suo padrone fosse arrabbiato con lui. "Lei... lei è una Strega, signore?" chiese.

Il Vecchio Leone si calmò immediatamente, il felino che ritirava gli artigli mentre tornava a sedersi, con il viso ancora una volta impassibile. Annuì. "Molto bene, Jian" disse. "C'è una Strega a Timber. Lo so per certo. Sembra che abbia trovato te." Non ne sembrava felice, e Jian, inspiegabilmente, se ne vergognò.

"Non... non sono degno, signore?" chiese.

Leonhart si accigliò. "Chiedilo a te stesso, Jian. Quanto pensi che ci sarebbe voluto prima che tu capissi la sua natura, se non ti avessi costretto a considerarla?"

Jian abbassò la testa. Era del tutto possibile che non l'avrebbe mai notato; gli era stato insegnato del fascino naturale emanato dalle Streghe, che rendeva quelle buone leader naturali, e quelle cattive potenti tiranne. Avrebbe dovuto notarlo subito, che non riusciva a ricordare molto di lei, o di quello che faceva se c'era lei, a parte quanto fosse bella. Sapeva che se non lo si capiva subito, si poteva rimanere invischiati... e non si metteva mai in discussione quello che lei diceva o faceva...

Ma lui l'aveva fatto, no? Quando aveva detto che il Leone era impazzito? Osò alzare la testa. "Signore... non sono ancora il suo schiavo" disse, con tutto il coraggio che riusciva a raccogliere. "L'ho condannata, oggi."

"Per quanto tempo?" giunse la risposta calma.

"Fino a quando si è scusata, signore" disse, e venne finalmente premiato da un leggero allentarsi della tensione nella stanza, mentre l'intensità dello sguardo del leone si addolciva in una ricerca. Il suo padrone cercava qualcosa in lui; Jian poteva solo sperare che ci fosse.

Alla fine il Leone annuì, lentamente. "Bene" disse. "C'è speranza per te. Ricorda che non è mai compito tuo governarla. Dovrai sempre fare tutto il possibile per governare te stesso - ma nel governare te stesso, proteggi lei. È una buona cosa che tu sia riuscito a resisterle. Ora, ho qualcosa di più difficile per te da fare."

"Più difficile, signore?" chiese Jian. Non era stato troppo difficile resistere alla tentazione di parlare con Carolin quel pomeriggio; era stato troppo arrabbiato per le sue accuse ingiuste per volerle parlare. Ma il Leone annuì.

"La convincerai a usare il suo potere per creare un oggetto, Jian" disse. "Come Griever" e sollevò la mano in cui indossava l'anello di platino del leone. "Fa' tutto quello che devi fare per convincerla a crearti qualcosa. Poi riporta l'oggetto da me. Domani manderò Lan con te - non saprà di questo compito, ma ti tirerà fuori da là se sembrerà che tu stia diventando un suo schiavo."

Jian deglutì. Se era Lan quello che sarebbe andato con lui - togliendo i due migliori Scudieri dall'edificio - il Leone doveva sentire che fosse un compito pericoloso. "Sì, signore" disse, sperando di mantenere la voce ferma.

"Puoi andare" lo salutò Leonhart, e Jian non perse tempo a saltare in piedi e andarsene da lì. Quando Elric infilò la testa bionda nella stanza, curioso, Leonhart gli disse di portargli Lan.

Passò alcuni minuti bloccato sul posto, concentrandosi così assolutamente che chiunque fosse entrato avrebbe potuto scambiarlo per una statua viva. Almeno per il mezzo secondo che gli servì per notare il movimento. Lan entrò leggermente nella stanza, con movimenti allenati e controllati.

Tutto in Lan era controllato. Dietro la calma del Leone si aggirava una passione più calda della fiamma, una passione che poteva essere rovesciata in amore o in guerra... solo guerra, adesso... una passione così grande che doveva essere contenuta o consumare tutto ciò che la circondava, come aveva fatto in quel giorno vergognoso...

Dietro il controllo di Lan c'era... il niente. Non c'era nulla nel suo atteggiamento; nessuna curiosità, nessuna intensità, nessuna passione, nessun affetto. Era affidabile, ed era abile, ma non piaceva né era amato. Dare affetto a quella calma era buttarlo via, in un buco nero da cui non sarebbe mai più tornato. Di tutti gli Scudieri, solo Lan aveva scelto uno scudo senza simbolo come suo emblema. Un semplice campo grigio, come grigi erano i suoi vestiti, come grigi erano i suoi capelli. Il nome ufficiale dato al suo emblema era Ombra - perché i Cavalieri non potevano immaginare una completa mancanza di simboli come emblema. Leonhart aveva da tempo rinunciato a strappare a Lan i dettagli del suo passato. Sapeva quando l'indifferenza era usata come una maschera, e quando era genuina. Quella di Lan era genuina; non c'era spirito in lui.

Il che lo rendeva perfetto per quel compito. Ciò che non aveva anima non poteva essere ridotto in schiavitù.

Indicò allo Scudiero di sedersi, e lui lo fece con velocità ed efficienza, con l'asta a doppia lama che riposava sulle sue ginocchia. Lui non disse niente.

"Lan, c'è una Strega a Timber" disse Leonhart. "Sembra che abbia scelto Jian."

Una scintilla di... sollievo?

"Jian non è pronto ad essere scelto" continuò. "Ti mando con lui domani, quando eseguirà i suoi compiti. Sarai dispensato dai tuoi soliti doveri per occuparti di questo. Non hai bisogno di assisterlo; assicurati solo che non venga schiavizzato."

"Sì signore" disse con calma Lan.

"Osservali. Impara tutto quello che puoi su questa ragazza con cui parla, e fammi rapporto."

"Sì signore" ripeté Lan, e si alzò mentre Leonhart faceva un gesto di congedo, uscendo senza dire parole.

Leonhart si appoggiò al muro, lanciando una breve occhiata desiderosa alle armi lì appese. Un giorno avrebbe potuto dover uccidere Lan. Una tale mancanza d'anima non poteva essere legata alle Streghe. A ogni modo, se quel guizzo troppo breve di emozione era qualcosa di cui fidarsi, sembrava che Lan stesso condividesse quel sentimento. Era bello sapere che qualcosa poteva strappargli una risposta.

*~*~*~*~*

Il giorno successivo, i due ragazzi si diressero al torrente. Con quello di cui si era già occupato, Jian aveva solo due cesti di abiti da lavare, quindi era possibile che potesse terminare i suoi compiti quel giorno con un po' di tempo libero. Sempre che, ovviamente, potesse convincere Carolin a fargli qualcosa - e che fosse la Strega di cui il suo padrone era a conoscenza. Lan camminò con facilità al suo fianco, la lancia pronta alla battaglia e usata di tanto in tanto contro la giungla per allargare o semplificare il cammino. Non parlò né guardò il suo compagno - da tutto quello che chiunque avrebbe potuto capire guardando Lan, stava viaggiando da solo.

Jian, da tempo abituato ai modi del suo compagno d'addestramento, non si preoccupò di cercare di coinvolgerlo in una conversazione. Passò il tempo a cercare di decidere cosa chiedere a Carolin di creare. Non era scocciato del fatto che fosse una Strega; aveva sempre voluto incontrarne una. Ecco perché era diventato uno Scudiero - per incontrare queste donne che erano la fonte di magia nel mondo. Che una Strega parlasse davvero con lui era una fortuna che andava oltre i suoi sogni più selvaggi.

Sperò che gli avrebbe parlato ancora dopo averle rivelato di sapere chi era. Le Streghe potevano essere strane fino a quel punto.

*~*~*~*~*

Carolin attese al solito posto l'arrivo di Jian, e notò ancora una volta che c'era qualcuno con lui. Non Quenlin, però. Questo era così vuoto da essere spaventoso. Vestiti grigi, capelli grigi, occhi chiari - niente scudo, cosa mai vista prima. Ma quell'espressione impassibile di determinazione le fece accapponare la pelle. Quando la videro Jian le fece un cenno amichevole - almeno, amichevole quanto poteva con le ceste in mano - e il grigio fece un inchino rigido.

"Lan dell'Ombra, sotto Leonhart" disse in tono piatto. Non le offrì i suoi servizi, notò lei. Il che andava bene, perché di certo lei non gli avrebbe offerto i suoi. Non mise piede sulla riva; si mise invece rigidamente sull'attenti con la sua eccentrica lancia a doppia lama tenuta inclinata davanti a sé. La guardò attentamente.

"Carolin" disse lei con un breve cenno del capo. "Jian, tutti i tuoi amici faranno la loro comparsa?"

"Lan è qui solo per guardarmi le spalle" disse Jian, un po' a disagio. "Avresti potuto dirmelo, sai."

Un brivido corse lungo la schiena di Carolin. "Dirti cosa?" disse cauta.

"Carolin" rispose lui "sono uno Scudiero. Lan è uno Scudiero. Serviamo un Cavaliere - facciamo rapporto a lui delle nostre attività, obbediamo ai suoi desideri meglio che possiamo. Sono quasi stato picchiato quando gli ho detto di averti incontrato."

Carolin cercò di calmare il suo respiro, prendendo nota di non fare movimenti bruschi con quello Scudiero grigio che la fissava. Lo sapeva. Lo sapevano entrambi. Non era sicuro rimanere lì, ma non era sicura che quello Scudiero grigio non le avrebbe lanciato l'asta se avesse cercato di scappare. Sembrava anche troppo capace. Lei deglutì. "Pe-perché?" fremette, vergognandosi del nervosismo nella sua voce.

Jian sorrise rassicurante. "Sai perché, milady" disse. "Va tutto bene, sai. Non siamo qui per farti del male."

"Tu forse no" ribatté lei, e poi si rese conto di aver detto più di quanto volesse. Lan socchiuse gli occhi spenti, e la presa sull'arma si rafforzò.

Jian guardò il suo compagno. "Nemmeno lui ti farà del male" disse. "Finché tu non fai del male a uno di noi due. Avresti dovuto dirci subito chi eri" disse tristemente. "Sarebbe andata meglio."

"Meglio per chi?" domandò lei, all'improvviso arrabbiata di una rabbia nata dal panico. "Meglio per te? Così il tuo padrone poteva costringermi a scegliere un marito - o due o tre? Mi piace la mia libertà, Jian, e intendo tenermela. Ho pensato per un minuto che potevo essermi fatta un amico, ma vedo che non è quello che ti interessa. Di' al tuo padrone di andare all'inferno, Jian - e se si avvicina a me ci sarà un Cavaliere in meno al mondo!"

Lan si mosse incredibilmente in fretta, e nel panico Carolin fece l'unica cosa a cui poteva pensare - usò Morfeo sui due prima che potessero raggiungerla. Il potere arrivò al suo richiamo, più forte di quanto lo ricordasse, e i due ragazzi crollarono dov'erano, cadendo nel fiume.

Salva, almeno per il momento, Carolin si diede un contegno. I ragazzi sarebbero annegati se li avesse lasciati lì, e se fossero morti sarebbe stata guerra con il Cavaliere e gli altri Scudieri. Velocemente li sollevò entrambi dall'acqua e li mise sulla riva, a faccia in su. Lasciò l'arma di Lan nell'acqua - non aveva alcun desiderio di rivedersela arrivare addosso, e sperava che il fiume la portasse via. Assicuratasi che sarebbero sopravvissuti, si arrampicò su un albero e usò la 'strada degli scoiattoli' per affrettarsi lontana dal fiume, grata che non sapessero ancora dove viveva. Avrebbe avuto il tempo di togliere i suoi oggetti preferiti dalla casa dei suoi genitori prima che il Cavaliere arrivasse a farle visita.

*~*~*~*~*

Quando i due ragazzi si svegliarono, l'angolo del sole disse loro che erano passate svariate ore. I vestiti erano ancora lì, non era stato preso nulla. Era un miracolo che non fossero stati attaccati dai mostri.

"Perché diavolo l'hai attaccata, Lan?" domandò Jian. "Aveva solo paura."

"È una Strega, Jian" disse con calma Lan. "Quando una Strega ha paura, la gente si fa male. E lei non aveva solo paura. Ho fatto quello che mi è stato ordinato."

"Ti è stato ordinato di attaccarla?" chiese incredulo Jian. "Perché?"

"Non mi è stato ordinato di attaccarla, mi è stato ordinato di proteggerti. Hai una qualche idea di quanto sia pericoloso avere contro la rabbia di una Strega? L'ho fatta concentrare su di me, invece. Adesso sbrigati. Fa' il bucato. Dovrò scoprire cos'ha fatto della mia arma."

Jian ubbidì, e nascose un sorriso quando Lan non riuscì a trovare la sua arma preferita. Gli stava bene per aver fatto qualcosa di così stupido.

Non gli piaceva dover dire al Leone quello che era successo quando fossero tornati, però. Questo era un ordine in cui era riuscito a fallire completamente.

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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