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Autore: Little candy    04/11/2016    1 recensioni
I sogni sono solo sogni, la realtà non si cela all'interno di essi. Quante volte nella vita abbiamo fatto un incubo, e l'abbiamo ignorato? Quante volte ci siamo svegliati in preda all'ansia, per un sogno che ci sembrava fin troppo reale? Quante volte, allo stesso modo, ci siamo ripetuti: "era solo un sogno..." ?
Non per tutti è così.
Lei conosce il futuro. Lo sa, e non fa niente. Lei l'ha visto. Lei può cambiare tutto. Ma anche lei si comporta come tutti noi: sono solo sogni. Coincidenze.
Eppure sono troppe, le coincidenze...
Nella vita di un ninja non c'è spazio per queste cose. Non c'è spazio per la paura.
Ma non può negare tutto questo. Forse agli altri, ma non a se stessa. Nessuno oltre a lei può fare qualcosa.
Nessuno può aiutarla.
Perché questa abilità innata non esiste.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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--- Punto di Vista di Sayuri ---
Fuoco. Tanto fuoco. La mia casa andava a fuoco. Tutto andava a fuoco. Il fumo mi riempiva i polmoni, rendendo molto difficile respirare.
- SAYURI !!! Scappa !! Vai via di qui! Scappa! - Urla una voce. E 'familiare ... mi giro ... I mie genitori tra le fiamme.
No ... no ... Non posso ... senza di Loro io ... no ... 
- N-no! Senza di voi ... Come faccio?! C-come faccio senza di voi!? - Urlai inconsciamente.
- Tesoro, mettiti in salvo! I Tuoi fratelli l'hanno già fatto! Puoi farcela anche tu! So che sei forte! Corri al villaggio più Vicino! Sii forte tesoro, scappa !! VAI !! - Li guardavo terrorizzata, mentre le fiamme aumentavano Intorno a Loro. No, questo non può succedere no, no ... 
non riuscivo a fare nulla. Non potevo salvarli. Ero completamente impotente nella situazione in cui mi trovavo. Ero completamente inutile. Inutile ... inutile ... INUTILE.
Quella parola echeggiava nella mia mente. Si, era quello che ero. Piccola, fragile ... INUTILE.
COMPLETAMENTE INUTILE.

Mi svegliai di soprassalto.
Era un sogno ...      solo un sogno?
Si, ma era di nuovo lo stesso maledetto incubo. Tutto sempre Uguale. Da due mesi, questo sogno ricorrente invadeva la mia mente. Tutte le notti vedevo i miei genitori morire in un maledetto incendio. 

Era sempre tutto così ... REALE, Così dettagliato ...
sapevo per certo che non erano sogni normali. Ma come facevo ...? COME FACEVO A LIBERARMENE?
Non ne potevo più. La sensazione era orribile. Non volevo essere inutile ... non volevo essere un problema, un peso morto ... dovevo fare qualcosa. 
Qualcosa... ma cosa? Cosa poteva fare una fragile bambina di sei anni per essere utile a qualcuno? I miei non mi avrebbero mai lasciato allenarmi. Non volevo dir loro dei sogni ... avrebbero cercato di aiutarmi ma ... la cosa avrebbe richiesto troppi problemi, e non avevo voglia di affrontarli. Avrebbero solo preso del tempo prezioso da quello che mi rimaneva in quel villaggio.
Ma che sto dicendo?! Solo perché ho sognato che il villaggio andava a fuoco ... non voleva dire per forza che ... sarebbe accaduto, giusto? No, Certo che no. Ma non potevo semplicemente lasciare che le mie paure prendessero il sopravvento... dovevo fare qualcosa.

Guardai l'orologio. Erano le 5:30 del mattino ...

... una cosa era certa: non potevo rimettermi a dormire ... proprio non era il caso.
Scesi dal letto. I miei piedi nudi toccarono il freddo, ruvido pavimento di legno scuro. Mi avviai verso il mio armadio, lo apri con estrema attenzione, per non svegliare mio fratello Arashi e mia sorella Hana, che dormivano beatamente nella stanza accanto. Chissà cosa stessero sognando ... spero niente di brutto. O almeno, se fosse stato qualcosa di brutto, spero che fossero riusciti veramente a scappare ...
... Ma che dico? Avevo ancora questa brutta sensazione ... speravo che almeno la passeggiata mi avrebbe schiarito le idee.
Dopo essermi vestita sgattaiolai fuori dalla mia camera, e con passi cauti raggiunsi la porta di casa. La aprì lentamente e uscendo la richiusi.

L'aria era fresca, le stelle e la luna illuminavano le foglie degli alberi d'argento, rendendo la notte non troppo scura.
Camminavo lentamente, in modo da godermi il paesaggio: i ciottoli delle strade erano illuminati dalla luce della luna, come gli edifici ed i tetti. La lieve differenza di temperatura era piacevole, l'ideale per scrollarsi di dosso la sensazione del fumo nei polmoni. Sentivo il canto dei grilli e i cinguettii dei primi uccellini che cominciavano a svegliarsi. Un fresco odore di erba e fiori saliva al mio naso man mano che mi avvicinavo al campo di allenamento. 
In quel periodo di primavera, gli alberi e i campi fiorivano, emanando un fresco profumo.
Sentì i miei sandali neri toccare l'erba morbida, e mentre camminavo verso il centro del prato delicati fili d'erba sfioravano le mie dita dei piedi. Era una sensazione piacevole, come una carezza.

Mi sedetti e rivolsi lo sguardo verso l'alto. Il cielo notturno era uno spettacolo. La luna era grande e luminosa. La gente nel villaggio si affidava molto alla luna, la venerava. Non per altro questo era il villaggio della luna..
Grazie alla mia passione per l'astronomia, riuscivo a riconoscere tutte le costellazioni che vedevo. La mia preferita, però, era il Lupo. Non so perché, ma i lupi mi avevano sempre affascinato. 

In un attimo il sogno riapparve nella mia mente.
Dovevo trovare un modo per smettere di rifarlo... devo fare qualcosa... devo reagire!
Mi alzai di scatto e mi diressi verso il parco nei pressi di casa mia.

Dopo pochi minuti, ero arrivata. Cercai un po' con lo sguardo e lo riconobbi subito: un'albero grande, imponente, era ancora più grande di come me lo ricordavo! Un'enorme quercia era situata proprio all'entrata del parco. I suoi rami erano alti e robusti erano l'ideale per pensare o schiacciare pisolini nel tempo libero. Ci andavo quasi tutti i giorni prima di iniziare a sognare l'incendio.

Camminai lentamente sul dorso dell'albero, con una naturalezza quasi impressionante. 

Adoravo arrampicarmi sugli alberi da quando i miei genitori mi avevano insegnato a controllare il chakra. Una delle poche cose che mi hanno insegnato... tra queste ovviamente anche i jutsu base come la tecnica della moltiplicazione, che sapevo fare alla perfezione: i mie cloni erano perfetti, sembravano quasi veri, delle illusioni senza alcun difetto; sapevo crearne anche in gran numero, e fare diversi altri jutsu semplici, ma non sapevo combattere. Era quello il mio più grande problema.

Arrivai al primo ramo... troppo piccolo.
...
Il secondo... troppo corto.
...
Il terzo... troppo lontano.
...
Il quarto... pieno di insetti...

Cominciai ad innervosirmi, e a camminare più in fretta...

no... questo no... quest'altro no...

Senza rendermene conto avevo iniziato a correre...

Troppo secco...

troppo brutto...

troppo scomodo...

troppo contorto...

troppo liscio...

- Niente male! - urlò una voce.

L'urlo mi fece sobbalzare. 

Saltai velocemente su un ramo qualsiasi e guardai in direzione della voce: un bambino da una folta chioma nera penzolava dal ramo di fronte a me. I suoi occhi verdi mi fissavano, eccitati: 
- Come hai fatto ad imparare così bene a controllare il chakra?! - disse con un sorriso.
Non risposi subito, ero un po' a disagio. Un bambino di circa la mia età, che penzolava da un ramo, e mi fissava, in un momento in cui avevo creduto di essere da sola.
- Emm... e-eh b-bè... - riuscii a balbettare. Continuava a fissarmi, e la sua espressione non variava.
- Non importa. Io sono Ryuu. E tu sei...? - Mi calmai, resi la mia faccia impassibile, come sempre, e poi risposi:
- Sayuri. - il suo sorriso sembrò aumentare un po'.
- Bel nome, ti sta bene! Comunque, puoi insegnarmelo?! - Disse con un broncio le ultime due parole, unendo le mani come in segno di preghiera.
Lo guardai mantenendo un'espressione neutra:
- Cosa...? - dissi con un pizzico di confusione nella voce. Lui sorrise e saltò sul mio ramo.
- Quella cosa... quella cosa fichissima! - non lo diedi a vedere, ma ero divertita dal suo comportamento. In confronto al mio, molto più maturo, il suo era esattamente quello di un bambino. Non ero abituata a parlare con persone della mia età, per questo ero comunque un po' a disagio.
- Mi sembra che tu sappia già come controllare il chakra - dissi sorridendo un po'.
Lui piegò le labbra in un broncio: - Siii ma... ogni volta che provo a correre cado, o faccio i buchi nell'albero.-
Guardai istintivamente in basso, per vedere delle piccole orme incise nell'albero. Ridacchiai.
- Sai, io non sono esattamente un insegnante perciò non saprei esattamente com...-
- PER FAVORE! - mi interruppe. Sospirai: - Va bene... ma non urlare, sveglierai tutto il vicinato. -
- PROMESSO! - - Shhhht!- .
Saltai da un ramo all'altro, prima di atterrare morbidamente sull'erba. Solo allora mi accorsi che il cielo stava cominciando a schiarirsi Dovevo rientrare a casa, e subito!
Sentì un rumore dietro di me, come di qualcuno che scivola:
- Auch. - gemette Ryuu con la faccia a terra. Sospirai e lo aiutai ad alzarsi.
- Ascolta Ryuu, è l'alba, devo andare a casa...- Lui mi guardò con un broncio; - Devi proprio...? - Mi dispiaceva lasciarlo così, ma dovevo andare a casa. - Si..., ma, se vuoi... ci incontriamo dopo che faccio colazione, che ne dici? - dissi con un piccolo sorriso.
Il suo viso sembrò illuminarsi: - SI!!! AVRO' UN SENSEI!!! SII!!! - e saltò per abbracciarmi.
- Ryuu! Non urlare! E' ancora presto! - lui si staccò da me, e, portandosi velocemente una mano alla fronte, come "sull'attenti", esclamò:
- Sì capitano! - Scossi la testa sorridendo un po'.
- Ci incontriamo qui sotto questo albero tra mezzora, ok? Oh... almeno... per te... va bene, no? - Dissi un po' nervosa. Di solito non pianificavo questo tipo di cose. Io non avevo amici...
INUTILE.
No, non ci devo pensare. Ora ho un amico.

Una sorta di amico.

Un "amico" che avevo incontrato da 5 minuti, circa.

Chissà, forse dopo aver scoperto che ero figlia dello Tsukikage sarebbe andato via anche lui. Tutti scappavano perché non volevano avere problemi con me. Nemmeno i bulli osavano avvicinarsi a me. Non avevano paura di me. Avevano paura di mio padre. E questa cosa mi faceva sentire ancora più insignificante.
- Certo! Ci vediamo allora, sensei! - disse. Ridacchiai mentre mi dirigevo verso casa.
L'alba era semplicemente magnifica. Bastarono pochi minuti perché il sole illuminasse completamente il viale.

Vidi da lontano la mia casa e guardai il sole... avrebbero dovuto essere... circa le sette. Avevo poco tempo.

Come arrivai alla porta la aprì, per trovarmi faccia a faccia con una donna dai capelli e occhi bianchi, esattamente come i miei. Appena mi vide il suo sguardo cambiò da preoccupato ad infuriato:
- Dove diavolo sei stata?!? - ringhiò. Cavolo, avevo dimenticato che oggi mia madre sarebbe dovuta partire per una missione proprio a quest'ora... - Allora?! I tuoi fratelli stanno già facendo colazione. Ti conviene sbrigarti. -
Mi prese per un braccio e mi tirò dentro: - Lavati le mani e corri a fare colazione! - disse severamente. - E al mio ritorno mi spiegherai dove sei stata, signorina! - esclamò poi, prima di sbattere la porta.
Sospirai e mi diressi verso il bagno. Mi lavai le mani e la faccia.
Dopo essermi seduta a tavola cominciai ad essere tempestata di domande divertite da mio fratello:
- Ehi, ma dove sei stata!? Cavolo dovevi vedere la mamma, era incavolata nera! Te lo dicevo io che dovevi smettere di uscire di casa in piena notte ma tu mica mi ascolti eh? Ahahah, questa volta la ramanzina non te la toglie nessuno! Voglio proprio vedere cosa farà la mamma una volta tornata a casa! Questa non me la perdo! - Disse quasi ingozzandosi con il riso.
- Io non credo che questo sia d'aiuto, Arashi... - disse pigramente Hana. Il carattere di mia sorella era facilmente riassumibile in tre parole: Pigra, indifferente e timida. Questo era tutto.
- Aiuto?! Aiutarla?! Cavolo, Hana, faresti meglio invece a passare il tuo tempo in modo più costruttivo invece di fare l'altruista verso i perdenti.- Ridacchiò.
- Be', almeno lei è gentile con me, a differenza di te che non fai altro che ridere e scherzare con i tuoi amichetti.- Rispose con un tono irritato.
dal suo linguaggio nessuno avrebbe mai capito che aveva solo 4 anni. Era un vero genio, una bimba prodigio. Poi c'era Arashi... il fratello maggiore, che era esattamente il suo contrario: arrogante, irascibile, idiota, impertinente... e avrei potuto continuare. E infine... io. Un mix tra i due.
Ero più grande di Hana, ma meno talentuosa di lei. Tranquilla, matura... questo si, ma... non un genio.
Non avevo alcuna caratteristica particolare.
- Uff... ma quanto sei fastidiosa... non sai fare altro che la maestrina? - Disse incrociando i piedi sul tavolo e inclinando leggermente la sedia.
- Preferisco essere una... "maestrina" piuttosto che un idiota.- ribatté lei, con la sua solita vocina acuta e tagliente.
E... lo sguardo non era da meno.
Anche quello di Arashi si trasformò in uno di sfida. Si fissarono per un po' senza dire una parola, fin quando lui non si stufò:
- Basta, non ho più tempo da perdere con voi femminucce. - Disse alzandosi dalla sedia e correndo per uscire di casa.
Non appena sentii sbattere la porta, Hana disse:
- Quanto è fastidioso, vedi di non ripulirgli tu la ciotola come sempre, Sayuri.- disse fissando con disgusto la ciotola abbandonata. - E' uno sbruffone, non se lo merita.- Aggiunse prima di riprendere a mangiare.
Finii in fretta il mio riso, ripulii la mia ciotola e quella di Hana e dopo essermi lavata i denti uscì in fretta con mia sorella. L'avrei accompagnata in biblioteca, dopodiché sarei subito andata sotto la vecchia quercia per incontrare Ryuu.
Camminammo tranquillamente per le strade del villaggio, poi raggiungemmo la biblioteca. Stavo per uscire quando vidi... Ryuu...?
- EHI CIAO! - urlo correndo verso di me.
- Ciao - risposi quando smise di correre.
- Shhht! - sibilò la bibliotecaria. La guardammo per qualche secondo.
- Che ci fai qui tu? - chiesi a bassa voce.
- Raccolgo libri per allenarmi - rispose anche lui a bassa voce - i miei genitori non vogliono allenarmi, perciò faccio da solo! Eheheh! - ridacchiò strofinandosi una mano dietro la nuca come segno di imbarazzo. Sorrisi. Nemmeno i miei genitori lo facevano...
Poi mi prese per un braccio e mi trascinò fino ad un tavolo dove doveva aver accumulato almeno una trentina di libri.
- M-ma non penserai mica di prenderli tutti...?! - dissi stupita.
- Certo che si! - rispose lui convinto, cominciando a raccogliere i libri. Sospirai...
- Non sarebbe meglio prendere solo lo stretto necessario? Insomma, non riusciremo mica a...-
- Lo stretto necessario NON BASTA in battaglia! - Puntualizzò facendomi un sorriso enorme.
Sbattei le palpebre, visibilmente stupita...
Lui continuò a raggruppare i libri per portarli via.
Lo guardai...

...devo dire che non mi aspettavo che proprio lui mi facesse riflettere su qualcosa.


Alla fine riuscii a convincerlo a prendere un po' meno libri, ma uscimmo comunque dalla biblioteca con almeno dieci libri a testa.
Raggiungemmo la quercia, posammo i libri a terra e, stanchi, ci sedemmo sotto la sua ombra.
Tra un sospiro e l'altro disse: - Vedi...! Abbiamo già fatto un po'... di esercizio... in più...! - sorrise. Annuii, restituendogli il sorriso.
Dopo solo pochi secondi sembrò essersi ricaricato completamente d'energia.
- Ora non ci resta che iniziare! - Disse alzandosi di scatto.
Cominciò a frugare fra i libri finche non sembrò trovare quello che cercava. Si mise a sfogliarlo. - Allora... - sussurrò tra sé. La copertina diceva "Controllo del Chakra".
- AH! - esclamo all'improvviso - Trovato! Questo capitolo parla proprio delle diverse superfici su cui si può camminare! -
Lesse con attenzione: - Muri, soffitti, alberi... acqua! Wow! - aspettai pazientemente che finisse di leggere.
- "...ogni superficie necessita di una diversa quantità di chakra... se se ne mette troppo la superficie rischia di rovinarsi e la camminata può risultare scomoda... perciò prima di usarlo in battaglia bisogna essere sicuri di controllarlo perfettamente... emm... quindi io... in pratica... che devo fare...? - concluse grattandosi il cranio.
Con un sospiro dissi: - Devi provare con diverse quantità di chakra, finché non troverai quella giusta. Non appena l'avrai trovata per l'albero anche il resto ti verrà naturale, vedrai. -
Lui annuì. - Bene, proviamo! - disse con determinazione, voltandosi verso l'albero. Prese un po' di rincorsa e corse sul tronco. Dopo solo un paio di metri però, sembro perdere l'equilibrio... e cadde.
- Troppo poco! - dissi leggendo un libro sui vari jutsu che si basano sul controllo del chakra. Sembrava proprio che Ryuu ne avesse svuotato un intero scaffale, di libri sul chakra. Lo vidi cadere di nuovo, ma questa volta dopo tre o quattro metri.
- E' ancora poco! - continuai a leggere. Ci riprovo una quarta, una quinta, una sesta volta... niente, faceva solo minuscoli progressi. Quella era la decima volta che falliva. Pensavo si sarebbe arreso, ma ogni volta guardava l'albero con ancora più determinazione. Mi chiedevo come facesse...
Ad un certo punto salì. Ok, questo non era un problema. Il problema era che... non lo vidi più scendere.
   
 
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