Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: HalfBloodBerry    04/11/2016    3 recensioni
" Mi mancava.. mi mancava terribilmente. Ma ero arrabbiata, triste, delusa. Continuava a mandare messaggi di scuse e chiamava senza sosta. Mandò persino due dozzine di rose rosse a casa piene di bigliettini di scuse. "
La mia (più o meno) storia d'amore. Spero vi piaccia.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ero in classe, immersa nei miei pensieri, stanca di sentir parlare la professoressa. Volevo tornare a casa, continuavo a guardare il telefono, mancavano pochi secondi per sentire finalmente la campanella suonare. Mi alzai di scatto per correre fuori e riuscii a prendere l'autobus per un soffio. Appena arrivata a casa accesi subito il computer

 

-Maledizione! Quanto sei lento dannato coso!

 

Aprii subito la pagina di internet ed eccolo la.. un piccolo numerino sulla casella della chat

 

" Ehi piccolina. Come stai? La scuola è andata bene? Mi sei mancata da morire! "

 

Risposi subito, senza aspettare

 

" Ciao tesoro tutto bene. Tu mi sei mancato come mai.. Come stai? "

 

Parlammo per ore, come facevamo ogni giorno da settimane. Avevo voglia di incontrarlo, ma lui era lontano e io ero solo una ragazzina di 18 anni.. Tommy25. Non era molto più grande di me, ci separavano solo 6 anni, ma era già sistemato, benestante, con un ottimo lavoro, gentile, affettuoso e con uno spirito da cavaliere...

So che potrebbe sembrare una presa in giro la sua, ma io sono brava a capire le persone, e mi sbaglio di rado.

Comunque, decidemmo di scambiarci i numeri di telefono, iniziammo a sentirci tutto il giorno, a scambiarci più foto, quanto era bello. Era molto alto, si capiva dalle foto, i capelli castani, gli occhi verdi, belli da mozzare il fiato, labbra stupende, sorriso perfetto e la sua voce... calda, rassicurante. Mi prendeva sempre in giro per lo spazietto fra gli incisivi (che in realtà adorava), ammirava i miei capelli rossi, anche se diceva sempre di preferire il mio colore naturale, scuro come i miei occhi.
Lo conoscevo da poco, eppure sembrava che ci conoscessimo da una vita. Stavamo bene l'uno con l'altra, ma forse per il destino non era così. Nonostante volessimo incontrarci più di ogni altra cosa, non ci riuscivamo mai. Per colpa del suo lavoro, o degli esami che dovevo preparare. Ma comunque non perdevamo le speranze. Diventammo sempre più uniti. Scoprivamo sempre cose nuove l'uno dell'altra. Finchè non iniziammo a diventare più intimi e in sintonia, aprendo il nostro cuore, esprimendo i nostri sentimenti. Imparando a conoscerci sempre di più come una coppia vera e propria, in ogni sfumatura della relazione. Ormai ero cotta. E anche lui. Ci cercavamo di continuo. Superati gli esami, iniziai ad avere molto più tempo per lui. Scambiavamo tante foto e con l'avvicinarsi delle alte temperature naturalmente si cominciava a scoprirsi un pò di più. Non smetteva di farmi complimenti, alcuni anche abbastanza sfacciati, vista la confidenza. Ci scherzavamo molto su da tempo sulla questione "sesso". E devo ammettere che non perdevamo l'occasione di stuzzicarci sotto questo aspetto, anche se lui sapeva benissimo che io non avevo alcun tipo di esperienza a differenza sua.

*

Luglio si avvicinava e anche il suo compleanno, e proprio in quella data avevamo deciso di incontrarci per la prima volta. Entrambi eravamo notevolmente emozionati e, sinceramente, io ero anche molto eccitata per la cosa. Lui mi faceva impazzire, bastava la sua voce per farmi andare fuori di testa. Arrivò il giorno del suo compleanno e allo scoccare della mezzanotte volevo essere io la prima a fargli sapere che lo pensavo, come sempre. Ma lui non rispose. Neanche la mattina. Erano le quattro del pomeriggio e lo aspettavo nel posto dove avevamo deciso di incontrarci. E lui non venne. Continuavo a chiamarlo e non ricevetti nessuna risposta. Ero preoccupata che gli fosse successo qualcosa e arrabbiata perchè era sparito e mi sentivo presa in giro. Stavo male. Per due settimane non ho avuto sue notizie. Poi una mattina trovai un messaggio sul telefono

" Ciao piccolina. Scusami se sono stato assente ma ho avuto un contrattempo. Spero tu stia bene, un bacio. "

 

-Bene un corno, stronzo!

 

Risposi al messaggio con rabbia senza pensarci

 

" Che cavolo di fine hai fatto?? Sono morta di paura! Non ti sei presentato all'appuntamento, pensavo ti fosse successo qualcosa! "

 

Lui rispose immediatamente

 

" Mi dispiace. Sto venendo a casa tua per chiarire. ti va di prendere un caffè insieme? "

 

Potete immaginare la risposta.

Feci il possibile per mostrarmi arrabbiata davanti a lui, ma appena lo vidi mi si sciolse il cuore. Era ancora più bello di quanto potessi immaginare e con piacere, unito a un pizzico di imbarazzo, notai che anche lui era felice nel vedermi. Ci salutammo da buoni amici e andammo al bar tranquillamente. Chiacchierammo un po' delle sensazioni che avevamo provato nel vederci, di ciò che pesavamo dell'altro.

" Un bel primo appuntamento ", pensai. Poi però il suo volto si fece cupo, abbassò lo sguardo e sussurrò

 

-Mi dispiace per lo scorso appuntamento...

 

Lo guardai con tutto l'affetto del mondo.

 

-Tesoro.. - gli posai una mano sulla spalla - Non devi preoccuparti se non ce l'hai fatta a venire, qualsiasi sia stato il motivo. Purchè tu stia bene. Mi hai dimostrato che comunque tieni a me e sei...

 

-No.. non è questo..

 

Lo guardai perplessa, lui non osava alzare lo sguardo. Bisbigliò a tal punto che dovetti avvicinarmi quasi fino a sfiorarlo col mio viso per poterlo sentire, lui ebbe un fremito

-La mattina del nostro appuntamento la mia ex è venuta a trovarmi e.. mi ha provocato... mi dispiace...

 

Non ci fu bisogno di ascoltare altro. Lo guardai, era sinceramente dispiaciuto. Ma non potei fare altro che andarmene.

*

Mi mancava.. mi mancava terribilmente. Ma ero arrabbiata, triste, delusa. Continuava a mandare messaggi di scuse e chiamava senza sosta. Mando persino due dozzine di rose rosse a casa piene di bigliettini di scuse.

 

" Infondo non stiamo insieme, non ha sbagliato più di tanto. E poi ho così voglia di rivederlo. "

Lo chiamai e gli chiesi di venire a prendermi per ora di cena per chiarirci. Salii nella sua macchina, in silenzio. Non so per quanto tempo restammo così, immobili nella semi-oscurità.

 

-Andiamo a cena. - dissi.

 

Scegliemmo un ristorante tranquillo, cenammo con calma. Parlando di cose noiose, quasi come se fossimo estranei. Tornammo in macchina e di nuovo fu silenzio per qualche minuto.

-Perchè? Perchè non me lo hai detto subito? Sono state due settimane d'inferno.

 

-Mi vergognavo. Io ci tengo veramente a te. E dopo ciò che ho fatto credevo di non essere più degno di stare con te.

 

Lo guardai veramente per la prima volta dopo settimane. Tratteneva a stento le lacrime, anche così era meraviglioso. Gli accarezzai il viso e lui si voltò, gli sorrisi. Non ebbi la forza di trattenermi, nè il tempo di poter pensare di farlo che le nostre labbra già si sfioravano teneramente. Lo abbracciai stretto, quanto lo avevo desiderato, quanto avevo desiderato respirare ancora quel profumo e ora lo sentivo davvero mio, tutto per me.

*

Passammo momenti felici insieme, non c'era giorno in cui non ci incontravamo, non potevo sperare di avere una storia d'amore più bella. Cinema, cene romantiche, avevamo anche conosciuto i rispettivi genitori anche se non formalmente. Un giorno mi portò a casa sua, per passare un giornata insieme in campagna. Il giorno dopo sarebbero stati 3 mesi che stavamo insieme. Eravamo sul divano, tranquilli a guardare un film. Abbracciati, con la copertina che gli avevo regalato quando sono stata a casa sua per la prima volta. Stavo bene. Stavamo bene. Gli accarezzavo il petto dolcemente mentre lui teneva la mano tra i miei capelli. Mi guardava, fissai i suoi occhi verdi e mi venne spontaneo baciarlo dolcemente, sentivo le sue mani forti accarezzarmi la schiena, avevo i brividi. Lo baciai piano, baciai la sua barbetta, lo mordicchiavo sul mento, sul collo. Sentivo le sue mani scendere giù. Non capivo più niente. Sentivo solo crescere dentro di me la voglia di lui e sentivo crescere la sua voglia per me.

" Ci siamo " pensai dentro di me. Ma lui si fermò. Lo guardavo, stupita.

-Non così. Voglio che per te sia speciale piccolina mia.

 

Lasciai che mi accarezzasse il viso, gli baciai la mano. Lo baciai di nuovo e gli dissi

 

-Sai che non mi piacciono i cliché romantici.

 

-Ma tu meriti tutto il romanticismo di questo mondo.

 

Lo abbracciai, forse per una volta potevo concedermi un altro po di sentimentalismi.

 

*

Arrivò il giorno del mio compleanno. Mi svegliai subito, con lui accanto. Spesso dormivamo insieme perchè non abitavamo vicinissimi e non volevo farlo guidare a notte fonda. Lo guardavo dormire " Il più bel compleanno del mondo. " Mi strinsi a lui, felice. Sentii che mi accarezzava i capelli,

 

-Buongiorno vita mia, e buon compleanno!»

 

-Buongiorno a te tesoro. Grazie!

 

ci scambiammo un tenero bacio.

 

-Aspetta!

 

si fiondò fuori dalla stanza lasciandomi a letto, completamente spiazzata.

 

-Che succede?? Tommy stai bene??

 

Tornò dopo qualche minuto con una piccola torta, una rosa e un palloncino.

 

-Ooh! Ma che hai fatto? non dovevi!

Ero così felice, non potei fare altro che baciarlo e ringraziarlo per questo tenero gesto.

 

-Anche io ho una cosa per te.

 

Mi guardò sorpreso. Tirai fuori da sotto il letto un pacco

 

-Questo è per te. Il tuo compleanno non è stato.. bhè... lo sai.. Però io ti avevo preso un regalo, ma non te l'ho mai dato

 

Era un semplice panda peluche, ma ne fu felice. Trascorremmo tutta la giornata insieme. Mentre passeggiavamo nel pomeriggio mi disse che voleva presentarmi ai suoi genitori ufficialmente l'indomani. Era tutto perfetto, ogni giorno sempre più bello.

 

-Sai... volevo darti una cosa. - mi disse mentre eravamo insieme davanti al fuoco - È​ tutta la settimana che me lo porto dietro.

 

Tirò fuori dalla tasca una scatolina, con dentro un anello. Era piccolo, semplice e non era certo "l'anello di diamanti". Era solo un piccolo simbolo, che voleva dimostrare al mondo che io ero sua e di nessun altro.

 

-Ti amo...

 

Me lo mise al dito e mi accarezzò dolcemente. Quella notte sono diventata sua.

 

*

Si lo so. È​ "il solito clichè romantico" che dicevo sempre di non volere, forse per paura che potesse crollare tutto. Ma si sa che queste cose per noi donne sono sempre emozionanti e io non riuscivo a credere che questo fosse capitato a me. Un amore da favola, con l'uomo che per me era il migliore del mondo. La felicità si leggeva nei miei occhi e nei suoi. In primavera andammo a vivere insieme a casa sua. Eravamo sereni e innamorati sempre di più. La mattina andava a lavoro e io lavoravo con lui una mattina si e una no. Suonò il campanello una mattina mentre ero a casa. Appena aprii la porta restai di ghiaccio. Lei. La ex. Alta, fisico perfetto e capelli scuri fino alla vita. La guardai con disprezzo puro e un po di invidia, visto che lei sembrava una modella e io avevo il pigiamone addosso, le babbucce ai piedi e il tuppo in testa. Mi guardò indifferente

 

-Buongiorno. Tommaso è in casa? Avevamo un appuntamento.

 

-E, scusami, tu sei?

 

-Sono Paola. Sicuramente Tommy ti avrà parlato di me.

 

Sembrava sorridesse con cattiveria.

 

-Si me ne ha parlato. - La odiavo definitivamente. - Mi spiace non è qui. Buona giornata.

 

Chiusi la porta quasi sbattendola.

 

*

Stavo preparando la cena per il nostro primo anniversario. Avevo organizzato la serata esattamente come piaceva a lui: coccole, cena e doppie coccole. Lo aspettai con un vestito carino, ma accattivante, ben truccata e con i capelli a posto (una volta tanto). Mi feci trovare alla porta per aiutarlo a svestirsi e mettersi comodo per entrare in casa, salutandolo con un abbraccio e un bacio dolce e provocante. Amavo sentirmi stringere da lui dopo una giornata passata insieme. Lo accompagnai sul divano e lo riempii di baci e carezze, più o meno intime. Stasera dovrà sentirsi un re. Iniziai a baciarlo, toccarlo mentre piano piano scivolavo in ginocchio. Ma lui mi fermò

 

-Tesoro. Vieni qui. Siediti accanto a me.

 

Non mi piaceva quello sguardo. Non aveva quello sguardo da un anno.

 

-Oggi è venuta Paola a lavoro..»

 

" Ecco lo sapevo, quell'arpia ci è riuscita di nuovo ", pensai.

 

-Non è successo niente. Stai tranquilla - disse subito cogliendo i miei pensieri - Ma mi ha dato una notizia e io non so cosa fare. Mi dispiace dirtelo oggi amore mio. Ma non volevo aspettare per peggiorare la situazione.

 

Ero sempre più confusa.

 

-Amore dimmi cosa c'è. Non farmi preoccupare di più.

 

-Ha avuto un figlio. Ha quasi quattro mesi... e dice che è mio

 

-Oh mio Dio...

 

Eccolo lì. Quel magnifico castello crollava sopra di me e mi schiacciava senza pietà. Restai lì, zitta, guardandolo senza vederlo. Mi alzai per andare a letto, non lo sentii salire. Rimasi sveglia a riflettere tutta la notte.

 

 

La mattina lo trovai sul divano che dormiva. Mi inginocchiai a terra davanti a lui accarezzandolo per svegliarlo.

 

-Amore devi andare a lavoro.

Mi tirò a se e mi baciò senza pensarci troppo.

 

-Non vado a lavoro oggi, voglio parlare con te - annuii silenziosa, incitandolo a continuare -Non è mio, ne sono sicuro. Stanotte ho provato a ricordare e ripensare mentalmente a come avevo controllato. Ricordo benissimo. Non possono esserci stati rischi da parte mia.

 

Lo guardai un po' più sollevata

 

-Ma devo comunque esserne sicuro, prima che mi metta in trappola o prima di fare un grosso errore.

 

"Subdola troia!" - Amore facciamo tutte le prove necessarie allora.

 

Mi guardò evidentemente spaventato.

 

-E se fosse davvero mio?

 

Lo abbracciai.

 

-Io ti amo. Se è davvero figlio, tuo troveremo una soluzione che possa farci soffrire tutti il meno possibile - continuai, con un mezzo sorriso di conforto - Amore, buon anniversario.

 

 

 

Era fuori discussione parlare di matrimonio prima che i risultati dei test arrivassero. Cercavo di farlo stare tranquillo il più possibile. Ma senza riuscirci davvero.

 

Una mattina mi chiamò

 

-NON È MIOOO!!

 

Non so se avevo capito bene per quanto urlava ma dalla sua gioia capii che finalmente era tutto finito e che lei era uscita dalla nostra vita per sempre.

 

*

 

Annunciammo il nostro matrimonio alle nostre famiglie durante una cena a casa nostra. Ero emozionata nell'organizzare tutti i preparativi insieme a Tommaso. Sceglievamo qualsiasi cosa insieme. Mi accompagnò perfino a scegliere l'abito da sposa anche se non volle vederlo. Era quasi tutto pronto, mancavano pochi giorni e io riguardavo tutte le mie liste cercando di cogliere il minimo particolare che fosse sfuggito.

 

-Amore vieni a letto. È​ tutto perfetto. Sei stata bravissima ad organizzare tutto.

 

Mi rilassai all'istante mentre mi sfiorava con le sue labbra. Mi lasciai accarezzare dolcemente. Mi sentivo bene mentre le sue mani scorrevano lungo i miei fianchi. Sapevano esattamente dove andare. Mi accarezzava con le dita risalendo lungo la colonna vertebrale provocandomi un brivido. Mi baciava il collo e il seno con maestria mentre affondavo le dita nei suoi capelli. Sentivo la sua lingua accarezzarmi il petto e il collo fino ad arrivare alla mia bocca. Mi strinse a se, portandomi a sedere sulla scrivania, facendomi avvertire tutto il suo desiderio. Mi lasciai andare completamente sotto i suoi colpi possenti ma delicati.

 

*

 

La mattina del matrimonio ero agitatissima. Mi sentivo con la testa fra le nuvole, volevo solo correre da lui e dirgli "sì". Mia madre mi aiutò a mettere il velo semi trasparente e mi accompagnò nel giardino insieme a mio padre. Sentivo il cuore che quasi scoppiava nel petto, ma appena lo vidi, con la sua solita calma davanti l'altarino mi sentii tranquilla, leggera e felice. Avanzavo verso di lui e trattenevo le lacrime. Non riuscì a trattenere oltre le sue emozioni

 

-Sei meravigliosa.

 

Mi baciò la fronte. Stringevo la sua mano forte con la fede al dito e sorridevo piena di gioia. Passammo tutto il ricevimento a coccolarci al nostro tavolo alzandoci solo per salutare gli ospiti o ballare stretti stretti qualche canzone romantica. Era tutto perfetto! Salimmo in camera per la nostra prima notte da marito e moglie. Fu una notte meravigliosa.

 

Passammo tutta la settimana a casa per conto nostro, fra le coccole più dolci. Dopo alcuni giorni mi venne un dubbio, andai a controllare sul calendario

 

-Non può essere!

 

Aspettai qualche altro giorno. Poi mi decisi a verificare i miei dubbi.

 

-Amore mio...

 

mi rispose distrattamente mentre sbrigava delle pratiche per il lavoro.

 

-Dimmi tesoro.

 

-Ti ricordi quando scherzavamo sul fatto che sarebbe stato bello se mi fossi sposata incinta?

 

Alzò lo sguardo.

 

-Non starai dicendo quello che penso...?!

Il mio sguardo fu più che esauriente. Mi abbracciò e fu gioia pura.
 

 

 

Lo so. È una storia quasi irreale al giorno d'oggi (soprattutto se vi dico che abbiamo avuto due gemellini, e un'altra bambina meravigliosa in questi 5 anni insieme) e non nego che ci sono stati molti altri intoppi o problemi più seri. Ma questa mia storia vuole essere una piccola speranza per tutti coloro che sono convinti che l'amore, quello vero, ormai non esiste più. Che sposarsi e formare una famiglia non ha più senso. Io sono la prova vivente che anche una piccola ragazzetta sfigata ce la può fare se non smette di crederci. Non smettete di credere nell'amore, mai.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: HalfBloodBerry