- Buongiorno...
Rotolai verso di lui scoprendomi nel suo letto e decisamente inconsapevole di esserci arrivata.
- Mi hai portata tu qui?
Donodolò un po' la testa.
- Diciamo che ad un certo punto volevo più spazio di un tavolino...
Lisciò le lenzuola sul mio corpo.
- E poi, non sarebbe stato carino sprecare questo bellissimo lettone, non credi?
Scossi la testa, sorridendo ricordando flash della notte precedente: sentirlo dentro di me, vederlo perdersi nel piacere, un bacio tra i suoi sospiri che sapeva di desiderio...
Lo guardai con gli occhi accesi di voglia.
- Oh Bill...
Mi misi a cavalcioni su di lui ancora avvolta tra le sue coperte; il mio moro si appoggiò ai gomiti sollevandosi e mordendosi il labbro.
- Non hai idea di quanto sei bella così...
Lo guardai incerta.
- Così come?
Si distese di nuovo, mentre le sue mani si infilavano tra le coperte che mi nascondevano accarezzandomi le gambe; lasciò che una venisse a prendere il mio braccio e mi tirasse piano contro il suo corpo, abbassandomi fino a potermi sussurrare all'orecchio.
- Mia...
Prorpio in quel momento qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
- Bill, sei sveglio?
Lo vidi fare una smorfia sconsolata.
- Si, che ti serve?
- A parte il fatto che non vedo perchè dovevi inchiavare la porta...non lo fai mai se dormiamo divisi! Metti che ero preso da qualche crisi esistenziale ed avevo bisogno di parlarti?
Rise.
- Tomi, non credo che ti vengano le crisi esistenziali in compagnia di Liz! Ricordo che ti funzionava tutto bene....
Lo sentimmo strattonare la maniglia.
- Ehi! Non provare a mettere in dubbio le mie doti, sai? Sono molto più bravo di te...
Scosse la testa alzandosi ed andandogli ad aprire, lo guardo divertito.
- Strano, ricordo una certa Lara che non la pensava proprio così...
Il rasta incrociò le braccia sul petto con aria di sfida.
- Eravamo ancora molto piccoli, Bill!
Dall'altra stanza si sentì una voce urlare.
- Bill, dai sennò mi diventa insicuro!
Il moro rise, poi tornò al fratello.
- Allora, che vuoi?
Sbirciò dentro la stanza cercandomi.
- Andy, dobbiamo andare a prendere il treno!
Lo gurdai sconsolata.
- Di già?
Annuì con la testa non sembrava molto felice nemmeno lui.
- Hai promesso a mamma di andare con lei a fare shopping, devi comprare le scarpe...
Sbruffai.
- Mi ero dimenticata...
Lui si strinse nelle spalle.
- Dai, vestiti, ti aspetto di là!
Poi puntò l'indice contro il gemello.
- E tu non infastidirla!
Rise poi chiuse la porta senza inchiavare e tornò da me, lo fissai con il broncio.
- Non voglio tornare a casa...
Mi accarezzò i capelli.
- Tornerai presto a trovarmi, no?
Annuii sospirando, abbassando gli occhi; lui mi prese il viso e me lo sollevò di nuovo.
- Guarda che per me puoi anche restare, è casa tua! Ma te la senti?
Si, me la sentivo. Adoravo Bill e non mi piaceva per niente stare senza di lui; era quella la vita che volevo: una casa per due, non una famiglia. Ma come potevo lasciare mio padre?
- Vorrei, ma...
- Puoi pensarci ed aspettare quanto vuoi, io non scappo!
Sorrisi e lo baciai.
- Ora vestiti però!