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Autore: naisia    05/11/2016    3 recensioni
Modificate le caratteristiche il 19/11/16, in seguito ad (im)provvista/prevista botta d'ispirazione: i capitoli saranno quattro e non tre. Grazie per l'attenzione ^.^
Questa mi è uscita fuori più o meno una settimana fa, quando le mie manine da goblin hanno ghermito in fumetteria il manga di Sherlock, appena uscito in Italia nella sua versione cartacea. Così mi sono chiesta: come reagirebbe Sherlock nella realtà alle tre cose che hanno contribuito a renderlo famoso: ovvero il blog di John, la serie tv e (adesso) il fumetto ispirato alla serie?
Magari ficcandoci dentro un po' di slash e di fluff che non guastano mai.
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Il blog




Sherlock non aveva mai compreso completamente cosa spingesse John a farlo.

Dopotutto un dottore, ovvero un uomo di scienza che aveva votato la sua intera vita ad uno studio razionale della malattia e, quand'era possibile, alla cura di essa.

E se questo non fosse stato un segnale sufficiente per contraddistinguere un individuo dal temperamento pragmatico, bastava pensare che John era stato anche un soldato e aveva visto abbastanza cose in guerra da inaridire anche il più poetico degli animi.

Eppure, purtroppo, così non era.

Sherlock imputava quasi tutta la colpa a quella incompetente di Ella, la terapista del suo coinquilino, che aveva dato il via a quel disastro con una delle sue stupide terapie.

Se non avesse odiato Mycroft più di quanto odiava quella donna probabilmente lo avrebbe implorato di farla radiare da ogni albo di psicologi del pianeta, così forse avrebbe cessato di seminare morte e distruzione tra i (già scarsi) neuroni dei suoi pazienti.
Però non si poteva dire effettivamente che la causa di quel problema fosse esclusivamente della psicologa ma anche del dottore, che non si era semplicemene lasciato trascinare da quella follia.

Oh, no.

John Watson ci si era letteramente tuffato a pesce con un triplo salto carpiato avvitato olimpionico e ora ci sguazzava allegramente dentro.

Assolutamente ridicolo!

E non aveva neppure la decenza di mostrarsi imbarazzato per quel deplorevole passatempo, tuttaltro!
Passava il tempo a pavoneggiarsi gonfiando il petto come un gallo cedrone, e quando lui cortesemente tentava di fargli notare che così si rendeva ridicolo John lo guardava con aria di soddisfatta superiorità e se ne usciva con la seguente frase.

"Ammettilo che sei solo invidioso perchè il mio blog ha molte più visualizzazioni del tuo"

Ed era in quei momenti che a Sherlock veniva una gran voglia di correggere il caffè mattutino del suo amico con una generosa dose di stricnina.
Tuttavia si limitava a fissarlo in cagnesco e a ringhiare un "Non è un mio problema se il 99,999% della razza umana è composto da idioti sentimentali" per poi raggomitolarsi sulla sua poltrona con il laptop poggiato sulle chilometriche gambe per spulciare tra le mail dei clienti.

Inaudito! come poteva anche solo concepire John che lui potesse essere invidioso di quell'accozzaglia di resoconti dei loro casi che lo ritraevanco come una specie di supereroe dei fumetti?
E poi ciò che il medico non sembrava in grado di intendere era che il sito in sè non lo infastidiva poi molto, dopotutto per quanto imprecisi e iperbolici i racconti del biondo dottore compiacevano spesso il suo smisurato ego.

No, ad irritarlo erano le reazioni che suscitava nei lettori.

Sempre più spesso gli capitava di essere fermato per strada (soprattutto quando era in compagnia di John, a quanto pareva insieme erano più riconoscibili) e di sentirsi chiedere un autografo da qualche decerebrato che si definiva suo fan.
Un paio di volte era addirittura accaduto che degli imbecilli li avessero riconosciuti durante un appostamento, facendo saltare la loro copertura e rischiando seriamente di trasformare il consulente investigativo in una furia omicida.
La loro vita dipendeva esclusivamente dalle abilità di placcaggio e di trascinamento di John, che ogni volta, grazie al suo passato di ex soldato, era riuscito ad evitare una strage.

Ma c'era una categoria di lettori del blog del uo coinquilino che davvero Sherlock non poteva reggere.

Le loro conoscenze.

Da quando mezza New Scotland Yard aveva iniziato a seguire il sito di John ogni volta che entrava in centrale per una deposizione con la sua solita aria da "dio sceso in terra" c'era qualche battutina sulle sue lacune in alcuni campi del sapere umano che reputava completamente inutili.
Nei momenti in cui era di buon umore semplicemente rispondeva con qualche battutina velenosa. Come quella volta in cui aveva apostrofato Gregson ricordandogli che solo perchè a differenza di lui era al corrente del fatto che attualmente il regnante fosse una donna la nuova leva trentenne della narcotici non avrebbe acconsentito ad una sveltina sulla sua scrivania.

E poi c'era stata quella volta in cui uno dei ragazzi della scientifica che aveva avuto la balzana idea di schernirlo mentre si trovavano in centrale dopo un bagno fuori programma nel tamigi, seguito infelice di un inseguimento finito male.
Nonostante a sua discolpa ci fosse da dire che era stato insultato da Sherlock frequentemente e in modi piuttosto creativi lo stesso John era stato costretto ad ammettere che se la fosse andata a cercare.
Burnt, gli pareva che il tizio si chiamasse così, si era presentato con una arancia e qualche altro frutto che aveva disposto a terra, sotto lo sguardo irritato del detective.
Dopodichè si era messo a parlare come se davanti a lui ci fosse un bambino non troppo intelligente e non un Holmes, iniziando una spiegazione su come fosse costituito il sistema solare.

Per tutta risposta Sherlock si era lanciato in un lungo e mortificante elenco della vita sessuale dell'uomo, ottenendo come risultato un lungo silenzio teso, che alla fine era stato rotto solo da una recluta che era scappata dalla stanza in lacrime. Evidentemente la ragazza di Burnt, quella che secondo le deduzioni del moro era stata tradita più o meno sei volte negli ultimi due mesi e mezzo.
Lestrade li aveva banditi da New Scotland Yard per due settimane, costringendo il consulente investigativo a quattordici giorni di pura e sfibrante noia.

Per questo, e per una lunga altra serie di motivi Sherlock odiava il blog di John. Okay forse non lo odiava proprio....ma non gli piaceva affatto, chiaro?
Insomma era grato al medico per la pubblicità gratuita che gli garantiva, da quando erano diventati famosi i casi erano aumentati, e con essi la possibiltà di imbattersi in qualche omicidio interessante.

E magari anche di evitare che tutte le spese gravassero su John.

E forse, da qualche parte nel suo mind palace poteva addirittura arrivare ad ammettere che gli piaceva come John lo osservasse a lungo, cercando gli aggettivi migliori per descriverlo nel suo blog, cercando aggettivi diversi dai soliti "fantastico e brillante".

Ed era possibile che sotto sotto dopotutto quei complimenti non compiacessero il suo ego e basta, ma gli lasciassero una sensazione di calore nel petto ogni volta che leggeva attraverso la fredda schermata del suo computer i racconti del dottore.

Forse dopotutto quel sito non era poi così male.




Non so da dove sia venuta fuori, so solo che probabilmente me ne pentirò prima o poi (speriamo più poi che prima).

Dona l'otto per mille del tuo tempo a recensire questa cavolata: fai felice un'autrice indegna.
Grazie....(musichetta ad effetto in dissolvenzaaaaaaaaaaa....)
   
 
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