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Autore: Meramadia94    05/11/2016    1 recensioni
Riguardando gli episodi riguardo al caso dell'uomo che fischiettava mi è venuta un'improvvisa ispirazione e non ho resistito.
E se quella notte le cose fossero andate in maniera leggermente diversa?
Riusciranno Sato e Takagi a dirsi ciò che provano l'uno per l'altra prima che sia troppo tardi?
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Detective Boys, Miwako Sato, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Wataru Takagi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non fu difficile avere accesso ai dati personali di Eiki Nabei, quando l'ispettore Megure mostrò al preside il mandato firmato dal sovrintendente Matsumoto che richiedeva di visionare tutti i lavori scolastici di Eiki Nabei.
Il preside era un'uomo sui sessant'anni, con gli occhiali, tarchiato, molto ben vestito, ed aveva dato piena disponibilità quando gli venne riferito l'accaduto.
'' Povero ragazzo...''- sospirò il signor Daisuke -'' e dire che era un ragazzino così calmo e tranquillo...''
'' Ha mai dato problemi?''- chiese l'agente Sato.
L'uomo dissentì.
'' Ma figuriamoci... lo dicevano tutti i suoi insegnati, che era troppo calmo e tranquillo per la classe in cui era stato inserito: andava bene in tutte le materie ed aveva un sacco di amici... fu dopo che suo padre venne ucciso e sua madre ricoverata per un esaurimento nervoso che cambiò... era come in trance. Evitò la bocciatura per un soffio, ma da allora si isolò da tutto e da tutti.''
'' E' comprensibile, dato quello che gli è successo...''- fece Shiratori, salvo poi essere interrotto dalla sorella di Takagi.
'' Signore, lei che lo ha conosciuto, ritiene che potrebbe avere in animo di fare del male alla persona che ha preso in ostaggio?''
Sato sbiancò di fronte a quella domanda e si chiese se per caso Sakura non avesse la facoltà di leggere nel pensiero. Una volta saputo che quell'uomo era stato il preside di Eiki Nabei, anche lei era stata tentata di porgli quella domanda, per sapere quanto Takagi potesse essere al sicuro... ma poi si era resa conto che forse, non era poi così certa di voler sapere la riposta a quella domanda per timore di dover prendere in considerazione l'ipotesi di doversi preparare a dire addio all'uomo che amava.
Fu Conan a rispondere alla sua domanda per tranquillizare la giovane.
'' Non credo che ci sia da preoccuparsi, almeno per il momento.''- fece il bambino -'' Nabei ha ucciso perchè voleva vendicare la morte del padre. Non credo che commetterà un altro delitto, verso una persona che ha a malapena incrociato un paio di volte: gli serve che Takagi stia con lui solo come garanzia.''
Sì, era assai improbabile che l'agente Takagi rischiasse la vita, almeno nell'immediato. Il problema vero, sarebbe sorto quando e se i poliziotti avrebbero individuato il posto in cui si era nascosto... se per caso si fosse sentito braccato, avrebbe anche potuto reagire male, a discapito di Takagi.
Ma per ora questo era meglio non dirlo.

'' Non sei obbligata a fare questo lavoro...''- fece l'ispettore Megure rivolto alla sorella minore del suo subalterno scomparsi, mentre questa leggeva l'ennesimo tema scolastico del rapitore.
Erano quasi due ore che erano intenti a fare ricerche, e per il momento non era salto all'occhio niente di rilevante, o per lo meno niente che potesse insospettire.
Nemmeno il piccolo Conan aveva notato niente.
A ben vedere, nemmeno lui avrebeb dovuto essere lì, anzi, a quell'ora avrebbe dovuto essere sepolto sotto le coperte, immerso nel mondo dei sogni già da un bel pezzo... ma il piccolo detective se ne era uscito fuori che essendo un bambino aveva la capacità di vedere anche cose che agli occhi di un adulto erano insignificanti e così aveva convinto l'ispettore a farlo rimanere.
E poi, dire di no a quel ragazzino che sarebbe servito?
'' Sì invece....''- fece la ragazza -'' è mio fratello. E adesso ha bisogno di me, quindi...''- poi cercò di smorzare la tensione -'' del resto, se mi riesce, vorrei fare la giornalista: quindi meglio abituarsi fin da subito a sfogliare carte e cercare di cogliere notizie principali.''
'' Però...''- fece l'ispettore -'' il poliziotto e la giornalista... detta così potreste tranquillamente essere la coppia risolutrice di crimini di un romanzo giallo...''
'' Magari...''- fece la ragazza -'' se questo fosse un romanzo e qualcuno di noi avesse la penna o la tastiera in mano, alla fine l'esito sarebbe come da manuale: il cattivo viene arrestato e messo in prigione, e il bene vince sul male... ma abbiamo imparato a nostre spese che le cose non vanno sempre come uno vorrebbe.''
'' Scusa...''- fece il piccolo detective -'' ti riferisci al fatto che tu e tuo fratello avete perso i vostri genitori?''
Sakura s'irrigidì a quelle parole.
Era proprio vero.
'' Scusa...''- fece l'ispettore Megure preso dalla curiosità. Ora che ci pensava... lui sapeva poco o niente del suo assistente. Sì, era riuscito a capire durante alcune indagini che gli piacevano le arti marziali e che era appassionato di wrestling, e che gli piaceva più seguire certi sport che praticarli ( mai avrebbe creduto che sarebbe stato capace di picchiare qualcuno, pur essendo pienamente giustificato)... ma a parte questo non sapeva quasi nulla di lui... ad esempio da dove veniva, se aveva parenti, il motivo per cui aveva scelto la strada della polizia...
Però c'era una cosa che sapeva su di lui e per la quale poteva mettere la mano sul fuoco: era riuscito dove molti avevano fallito. Ossia, prendersi cura delle ferite di Miwako e riuscire a farle tornare il sorriso.
Perchè l'aveva capito, era Miwako la ragazza per cui Takagi aveva perso la testa... così come sapeva che quella poliziotta tenace e coraggiosa che conosceva sin da quando aveva l'età di Conan e i suoi amici, nutriva un sentimento molto profondo nei confronti di quel ragazzo un po' sbadato e maldestro, ma che aveva un buon intuito investigatico ed un senso della giustizia cristallino.
Era stata proprio lei a dirglielo, quando una sera per festeggiare la risoluzione di un caso di rapina in banca in cui sua moglie era rimasta coinvolta, erano usciti a bere qualcosa. Sato aveva esagerato un po' con il sake e alla fine oltre a confidargli che c'era qualcuno che le piaceva tantissimo e gli aveva pure fatto il nome.
'' Era il loro ventesimo anniversario di nozze... Wataru aveva sedici anni, io solo otto.'' - iniziò la ragazza -'' Quell'anno, avevano deciso di festeggiare con un fine settimana a Kyoto. Io e mio fratello restammo a casa. Per pranzo e per cena siamo stati ospitati da una vicina di casa, per il resto... Wataru era abbastanza grande per badare a me e abbastanza sveglio da non combinare sciocchezze... la mattina del giorno previsto per il ritorno però al loro posto, arrivarono degli agenti della polizia di Kyoto con una brutta notizia...''
'' I vostri genitori erano rimasti uccisi...?''- fece Conan.
Sakura annuì -'' Tutta colpa della pioggia. Stavano tornando al loro albergo per cenare e rimettere tutto in valigia per poter partire nel pomeriggio del giorno dopo, dopo aver passato la giornata a fare un'escursione.... sulla via di ritorno scoppiò un violento temporale. Mio padre era sempre molto prudente al volante ma questo non gli impedì di prendere male una curva a causa della scarsa visibilità...''
E nella città giapponese in cui il tempo pareva essersi fermato ai tempi del Giappone feudale, anche le vite di Toshiro Takagi e di sua moglie Setsuna, s'interruppero senza possibilità di appello.
'' Santo Cielo...''- borbottò l'ispettore Megure. Non si aspettava una cosa del genere.... Takagi, per quanti difetti potesse avere, aveva il pregio di essere una persona sempre allegra e sorridente, malgrado tutto quello che il suo lavoro lo costringeva a vedere ogni giorno, non si sarebbe mai aspettato che dentro si portasse un simile dolore -'' non avrei mai pensato che...''
'' La spiegazione è molto semplice.''- fece Sakura sorridendo tristemente, asciugandosi una lacrima -'' I nostri genitori erano gli unici parenti che avevamo... subito dopo l'incidente venimmo affidati alle cure di una casa famiglia, in cui abbiamo vissuto fino a che Wataru non ha compiuto vent'anni.... ed in tutto quel tempo non ha fatto altro che sforzarsi di sorridere e mostrarsi forte per tranquillizzare me. Lui è stato sempre troppo in tutto. Ha pensato sempre e solo a come far stare bene me dalla tragedia che ci ha colpito... a sè stesso non ha mai pensato più di quel tanto.''
In quel momento guardò l'orologio.
Iniziava a farsi tardi, ma ormai aveva deciso di passare la notte e tutto il tempo che la separava dal momento in cui avrebbe potuto riabbracciare il suo amatissimo fratello alla centrale di polizia, a cercare qualsiasi cosa potesse aiutarla a ritrovarlo e riabbracciarlo... ma lo studentato in cui aveva trovato una sistemazione, aveva la regola che bisognava avvertire se si intendeva passare una o più notti fuori e di dare tale informazione prima dell'ora del coprifuoco, pena lo sfratto automatico.
'' Ispettore, devo assentarmi per avvertire che non tornerò questa notte...''
'' Non occorre che tu stia qui per tutto il tempo, se succede qualcosa ti farò avvertire seduta stante...''
'' L'ispettore ha ragione.''- cercò di convicerla il piccolo Conan.
La giovane dissentì il capo.
'' Ispettore, con tutto il rispetto, preferisco stare qui... sono più tranquilla. Se proprio sento di crollare, di non farcela più andrò a casa di Taru a dormire un paio d'ore, mi ha dato una chiave di scorta.''
Megure sospirò. Inutile... quella ragazza era cocciuta come un mulo, quindi tanto valeva che la lasciasse fare.
'' Va bene... almeno fammi un favore, ok?''
'' Sì, mi dica pure.''
'' Vai a prenderti un caffè, quando hai telefonato ok?''- disse con il tono più paterno che aveva -'' hai un faccino così pallido...''
Sakura sorrise annuendo e poi uscì dalla stanza. Dopo aver inviato il messaggio che informava le persone con cui viveva  che probabilmente per un paio di notti non sarebbe tornata al campo base, si chiuse in bagno, scoppiando a piangere, stringendo tra le mani il ciondolo che portava al collo.
Un piccolo rombo argentato con al centro incastonata un'ametista. Quel ciondolo glielo aveva regalato suo fratello quando era andata a vivere per conto suo, per festeggiare l'inizio della sua indipendenza e per ricordarle, in maniera costante, che per lei ci sarebbe sempre stato in qualunque momento.
'' Ma non era vero... ti prego, non andartene anche tu...''- supplicò stringendo il ciondolo contro il petto come se fosse suo fratello in persona. Non poteva perdere anche lui... se perdeva Taru cosa le rimaneva per cui valeva la pena continuare a combattere?
Pianse ancora un po', poi si asciugò le lacrime e tirò su con il naso con forza.
Non avrebbe certo ritrovato suo fratello se avesse passato le ore seduta su una tavoletta del bagno della questura centrale a piangersi addosso.
'' Coraggio... adesso ti prendi un caffè nero forte.... e ti rimetti al lavoro... forza.''- disse a sè stessa.
Uscì dal bagno e si diresse vero la break room...
Fu allora che li vide.  L'ispettore Shiratori e la ragazza di cui il fratello le aveva mostrato più volte delle fotografie, per mostrarle il viso della ragazza che gli aveva rubato il cuore e che in molte occasioni gli aveva dato motivi di sperare... e lui la stava abbracciando.
Lei, malgrado lo lasciasse fare, aveva gli occhi spenti e vacui e velati di lacrime... malgrado fosse lì fisicamente, si vedeva che la sua mente ed il suo cuore erano altrove. Lui invece aveva qualcosa di strano negli occhi... una punta di preoccupazione, forse, ma allo stesso tempo speranza.
Aveva letto tanti libri su storie del genere... lei innamorata del suo grande amore, questi muore in modo tragico ed improvviso, e nel momento della maggiore disperazione veniva consolata da qualcuno.... che con il tempo era destinato a diventare molto più di un amico.
In quel preciso istante, si sentì invadere il cuore da una rabbia senza confini.
'' Agente Sato.''- fece ad alta voce.
L'interpellata si affrettò a staccarsi da quell'abbraccio, con grande dispiacere di Shiratori.
'' Sakura... avete scoperto qualcosa?''
'' No.''- fu la secca risposta -'' per ora nulla, o per lo meno nulla che possa indicare una pista... ma forse c'è qualcosa di più chiaro nei disegni....''
'' Giusto hai ragione...''- fece Sato -'' mio padre era un vero appassionato di fotografie e disegno, mi ripeteva sempre che nulla eguagliava la bellezza di un posto come poterlo immortalare... e nel disegnarlo oltre alla riproduzione in sè anche le emozioni che suscitava.... vado a controllarli.''
Quando Sato se ne fu andata, Sakura riservò all'ispettore un'occhiata infuocata. Shiratori ne dedusse che la giovane fosse al corrente che lui e suo fratello, concorrevano tra loro per il cuore della bella vice ispettrice, e che aveva assisito all'abbraccio.
'' Sono certo che tuo fratello tornerà presto....''- disse per tentare di soffocare quella furia silenziosa, anche se non con troppa convinzione.
La risposta di Sakura infatti fu piena di rabbia -'' Ed anche se non dovesse tornare mai più? A te quanto importerebbe da uno a dieci? Ti dovresti solo vergognare.... un tuo collega è sparito, nelle mani di un assassino, e tutto quello che sai fare è pensare già di provarci con la sua donna.''
'' Sotto questo punto di vista tuo fratello ha lavorato un po' troppo di fantasia.... lui e Sato non sono fidanzati.''
'' Non è fidanzata nemmeno con te, a quanto mi risulta.''
Shiratori sorrise leggermente -'' E' solo questione di tempo, fidati... lei è la donna del mio destino, tuo fratello si è solo intromesso ma...''
'' INTROMESSO?!? TRA COSA? TRA TE E COSA? UN CAPRICCIO?''- fu la goccia che fece traboccare il vaso -'' Quei due non possono stare assieme, perchè lei è la donna del mio destino... ma chi ti credi essere Ninzaburo Shiratori, un' Entità Superiore per disporre e decidere della vita degli altri? Scendi dal trespolo, perchè sei esattamente come gli altri, ne meno ne più!!!''
'' Adesso ti consiglio di calmarti un po'...''- fece Shiratori con il tono di chi non ammetteva di essere giudicato da una ragazzina che andava ancora a scuola.
Ma Sakura non gli diede peso.
'' Ricorda solo questo... non puoi comandare ad un cuore di amare, così come non puoi comandare ad un cuore di smettere di amare. Non funziona così e se lo credi sei solo un povero illuso!!!''
L'ispettore fece per reagire, ma Sakura non gliene diede il tempo, correndo fuori dalla stanza con i segni della rabbia ancora in volto.
'' Accidenti...''- fece il piccolo Conan sbucando dalla porta -'' ha un bel caratterino, eh?''
Shiratori non potè che convenire... Takagi non si sarebbe mai sognato di reagire e di rispondergli con parole così dure, era stato sempre un uomo molto remissivo, il tipo al quale se veniva pestato un piede era il primo a chiedere perdono... e quando aveva riconosciuto in quella ragazzina i tratti del viso del suo giovane collega aveva pensato che fosse la versione femminile di Takagi... e poi aveva tirato fuori gli artigli e lo aveva aggredito a male parole.
'' Già... non si direbbe che quei due sono parenti...''
'' Sei sicuro che Takagi sia davvero così remissivo ed accomodante?''- fece il piccolo detective -'' Le persone non sono sempre quello che sembrano. E a volte non mostrano tutto quello che sono.''
'' Che vuoi dire?''- chiese l'ispettore.
'' Che Takagi non ha mai reagito, ne a parole ne con i fatti, non perchè non ne è capace, ma perchè non si è mai sentito tanto offeso fino al punto di sentirsi scoppiare di rabbia... ma se ce ne fosse bisogno, anche lui reagirebbe così. E poi, prova a metterti nei suoi panni... i loro genitori non ci sono più, sono soli al mondo, e le hai dato la sensazione che la sua assenza ti sia indifferente... è normale che si sia arrabbiata.''
Shiratori sospirò. Come al solito, il marmocchio aveva centrato in pieno il bersaglio. Ok, Takagi a volte non lo sopportava per il fatto che erano innamorati della stessa donna... e doveva ammettere che Sakura aveva ragione, anche se i due colleghi non si erano mai dichiarati l'uno all'altra, ormai lo avevano capito tutti in centrale che tra quei due c'era un legame speciale che andava ben oltre il semplice rapporto di lavoro e l'amicizia... e proprio perchè non digeriva la cosa molte volte gli rendeva la vita sul posto di lavoro un po' complicata, ma sarebbe stato troppo ingiusto e parziale se avesse detto che non lo reputava un buon poliziotto ed una brava persona.
Quindi al di là di quello che poteva pensare di lui...
'' Dove stai andando adesso?''- fece Conan.
'' A supplicare Sakura di perdonarmi.''- fece il poliziotto prendendo la stessa direzione presa dalla ragazza dopo che aveva finito di sbranarlo.

  
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