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Autore: The_Lock    06/11/2016    0 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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  1. 1 part II

 

“Ti va di ballare?” domandò Lydia, avvicinandosi a Skylar. I due erano gli ultimi ragazzi rimasti al tavolo: Sydney e Kyle si erano dileguati, Banquo era andato a corteggiare qualche ragazza, mentre Lilian e Tyler erano intenti a smacchiare la camicia del rosso nel bagno al terzo piano.

“Non sono in forma.” sbuffò il ragazzo, giocando con una cannuccia.

“Allora riformulo la domanda: ti va di ballare con me?” domandò, sapendo bene che un ballo insieme avrebbe potuto far sentire meglio il ragazzo. Skylar sorrise e Lydia lo interpretò come un sì, quindi lo prese per mano ed insieme si diressero al centro della pista- la rossa non avrebbe ballato da nessun'altra parte -e si abbracciarono, visto che il dj aveva sapientemente deciso di inserire dei lenti.

Skylar appoggiò le mani sui fianchi di Lydia e subito si sentì leggermente meglio. Non seppe dire se per l'atmosfera o l'emozione di ballare con la sua cotta secolare, ma il bruno si sentì così bene che abbozzò un sorriso spontaneo e sincero.

“Sei bellissima.” disse.

“Grazie. Anche tu.” rispose, spostandogli il ciuffo dalla fronte. “Come stai?”

“Adesso bene.” spiegò, e Lydia sorrise, annuendo e poggiando la testa sul petto largo del ragazzo.

 

“Come stai?” domandò Kyle. Dopo aver fatto sedere Sydney sugli spalti e dopo aver mandato Stefano a cercare un po' d'acqua per il ragazzo, il moro si era preso cura del biondo e adesso gli aveva addirittura prestato la giacca per evitare che sentisse troppo freddo.

“Hai bevuto il pounch?” domandò il biondo ed il moro annuì, aggrottando la fronte. “Di che cosa sapeva?” domandò.

“Ehm... di pounch!?” rispose Kyle, e Sydney sospirò, poggiando il volto sui palmi delle mani. “Non capisco...” ammise il moro, aggrottando la fronte.

“Quello che ho bevuto io non era pounch... era sangue!”

 

“Ti piacerebbe vincere di nuovo il titolo di re della festa?” domandò Lydia, ricordando di quando, al ballo di natale di ben due anni fa, i due amici erano stati eletti re e reginetta.

“Non mi dispiacerebbe.” ammise, sorridendo. La serata aveva preso una bella piega: i due ragazzi ballavano e sembravano la coppia perfetta: la bellezza di Lydia faceva oscurare ogni altra ragazza nella palestra e si irradiava investendo anche Skylar. I due ragazzi si guardarono negli occhi a lungo: era uno di quei momenti che trasporta la coscienza altrove, uno di quei momenti in cui uno si perdere negli occhi dell'altra sentendo di non poter appartenere altrove, quando il corpo di Skylar si irrigidì di colpo e i suoi occhi si velarono di lacrime.

“Lo senti?” domandò, prendendo a tremare.

“Cosa?” chiese.

“No, non può essere vero.” sbottò, piantando Lydia in palestra e prendendo a correre verso l'interno della scuola. Preoccupata, la rossa prese a correre dietro il ragazzo.

“SKY! RALLENTA, HO I TACCHI.” si lamentò Lydia, vedendo il bruno scattare e prendere le scale. Infatti Skylar era così terrorizzato da quello che stava sentendo che solo la conferma avrebbe potuto peggiorare la situazione, eppure non riusciva a trattenersi dall'investigare. Corse a perdifiato non curante delle preghiere di Lydia, salì fino al terzo piano e ancora spostò con un getto d'aria i mobili che ostruivano il passaggio al tetto della scuola.

Con un secondo getto d'aria Skylar aprì la porta e la persona che si trovò davanti fu la risposta a tutte le sue paure.
“No! NO! NO!” urlò, reggendosi la testa tra le mani e cadendo in ginocchio. Difronte a lui, accucciata sul cornicione, una donna dai capelli lunghi e argentati piangeva in continuazione.

“No, ti prego!” pianse, reggendosi il petto, scosso da forti fremiti, ed ecco che lei smise di piangere per poi scomparire e ricomparire alla sua destra, spalancare la bocca e urlare, squarciando la notte con il suo grido maledetto.

 

Le onde sonore dell'urlo viaggiarono attraverso l'atmosfera, ma molte si diressero in un punto specifico. Sydney era ormai in piedi, difronte a Kyle e i due discorrevano su varie teorie ed ipotesi che riguardavano l'esperienza del biondo.

“Non capisco.” si arrese Kyle, sbuffando. “Andiamo a trovare Tyler e diciamoli di andare a Kandrakar.”

“Aspetta,- intervenne il biondo -fors...” ma ecco che si bloccò ancora. Un dolore lancinante al petto lo trapassò come la punta di una spada, e Sydney credette di trovarsela davvero, la lama della spada in corpo che gli spaccava il cuore. Tanto fu il dolore e così improvviso che il biondo inclinò la schiena all'indietro, come lo stessero davvero infilzando in quel momento, e il fiato gli morì in gola, per poi spalancare la bocca ed esplodere un grido talmente forte che persino Kyle dovette tapparsi le orecchie.

 

“Ma ti ha sputato con moto di disprezzo?” domandò Lilian, aiutando Tyler a smacchiare la camicia. Alla domanda, il rosso alzò i suoi occhi castani, incredulo alla domanda della ragazza.

“No. Diceva che il suo punch era strano.” spiegò “Perché pensi che Sydney potrebbe sputarmi per disprezzo?” domandò Tyler, sorridendo.

“Bé, siete tutti e cinque un po' strani...” ammise Lilian, facendo spallucce.

“Ah sì? Anche io?” domandò il rosso, divertito e assumendo una facciata offesa.

“Sì! Il più strano di tutti, ma il mio preferito.” spiegò, afferrandolo per la cravatta sottile e avvicinandolo a sé, per poi baciarlo più e più volte. I due ragazzi trascorsero molto tempo a stuzzicarsi: si baciavano mordendosi le labbra e il collo, si concedevano lunghe carezze e le loro lingue sembravano instancabili. Presi dalla libido, Tyler condusse Lilian nello sgabuzzino delle scope che erano soliti usare, e i due iniziarono, quasi senza accorgersene, a spogliarsi lentamente.

Lei gli tolse la cravatta e sbottonò qualche bottone della camicia, lui le abbassò una bretella del vestito e le slacciò il reggiseno: erano due pieni adolescenti in crisi ormonale quando un forte fascio di luce si sprigionò dal petto di Tyler e il cuore comparve sul suo palmo.

“Oh... fantastico.” mormorò lui.

“È un avvertimento? Vi vogliono casti?” domandò lei, riallacciandosi il reggiseno.

“No... non è Kandrakar che mi chiama... è solo il cuore che...” mormorò Tyler, confuso.

 

“Sky! Sky guardami! Che succede?” domandò Lydia, cercando un modo di calmare il bruno, ma Skylar era nel pieno di una crisi di panico e gli era impossibile articolare una singola frase. L'aria sembrava liquida e non riusciva ad entrare nei suoi polmoni, i reni rilasciavano l'adrenalina e il cuore continuava a pompare come stesse affrontando un grande pericolo, e nel mentre il mondo intorno a Skylar sembrava vorticare e allontanarsi da lui.

“Ba...n...sh...ee”

“Sky! Trattieni il respiro con me! Conta con me...”

“Non... ci... ries...co...” ansimò, sgranando gli occhi. Preoccupata e disperata, non sapendo cosa fare per calmarlo, Lydia afferrò il volto del bruno con entrambe le mani e lo portò vicino a sé, baciandolo.

Immediatamente Skylar si calmò, i battiti decelerarono ed il mondo smise di girare mentre il bruno si perdeva nella sensazione delle morbide labbra della rossa, così dolci e carnose che si chiese come aveva potuto vivere senza di esse per tutto questo tempo.

“Perché mi hai baciato?” domandò, quando i due si allontanarono all'unisono.

“Ho letto che per fermare un attacco di panico bisogna trattenere il respiro. Ed io sapevo che, se t'avessi baciato io, avresti smesso di respirare per un secondo.” sorrise la rossa, aggiustandogli il ciuffo.

 

“Syd? Syd che diamine ti succede?” domandò Kyle, reggendo il biondo che si aggrappò al moro, inondandogli la camicia di lacrime. Preoccupato che Stefano potesse tornare e vederli in quella condizione, Kyle prese Sydney in braccio ed insieme si spostarono, avvicinandosi di più al campo da football, dove il moro fece sedere il biondo che, ancora impaurito, non si staccò da lui come un gattino.

“Syd, se non parli ti do uno schiaffo.” lo minacciò, riuscendo solo a risultare tenero e preoccupato.

“Q-qualcuno... qualcuno morirà...” pianse e Kyle corrugò la fronte.

“Chi? Sai chi?” chiese, cercando di fare contatto visivo col ragazzo, ma il buio era tale che a stento riusciva a percepirne i lineamenti.

“No.” disse, “Ma... c'era una spada...” spiegò.

“Vieni, andiamo a cercare gli altri.” disse, tirandolo su e- dopo un attimo di esitazione -prendendolo ancora in braccio. Kyle non fece due passi che le luci dello stadio si accesero una dietro l'altra, accecandolo. Quando i suoi occhi furono abituati alla luce intensa, vide dall'altra parte del palco una donna con un lungo vestito nero, con capelli ed occhi castani.

Kyle fece scendere Sydney, e chiese alla donna chi fosse.

“La vostra salvezza.” rispose lei, con voce calda eppure spietata. La donna si tolse dalle dita cinque anelli e li gettò per terra. All'impatto col suolo, gli anelli rilasciarono una grande quantità di fumo nero, rivelando infine cinque figure mascherate e con delle pesanti armature addosso.

Kyle afferrò Sydney per il colletto della camicia e lo strattonò fino a farlo rimanere dietro di sé, per poi allentare il nodo della cravatta e tirare su le maniche della camicia, pronto al combattimento.

“Non opporre resistenza, guardiano.”

“Altrimenti?”
“Altrimenti perderai.” e così dicendo le cinque creature estrassero dai loro corpi cinque spade affilate. Sydney sussultò e afferrò il braccio di Kyle, pregandogli improvvisamente di andare via.

“Syd, che ti prende?”
“Quelle spade! Sono quelle, le ho viste! Uccideranno!”

 

Tyler corse in palestra ed estrasse il cuore di Kandrakar, investendo Sydney e Kyle dei poteri dell'elemento rispettivo.

“Non capite? Sono qui per aiutarvi!” disse la donna.

“Minacciandoci?” domandò Tyler. Il rosso osservò le cinque maschere dei cinque combattenti che aveva davanti e notò che erano una differente rispetto all'altra: c'era la maschera di una volpe, di un corvo, di un camaleonte, di una scimmia e di una lepre.

“Dove sono gli altri?” domandò Kyle a denti stretti.
“Non lo so, ma il raggio del cuore dovrebbe averli raggiunti. Temporeggiamo fino a quando non arrivano, ok?” sussurrò, e Kyle annuì.

“Io prendo la scimmia e il camaleonte.” disse Kyle.

“Io la volpe e il corvo. Syd, riesci a trattenere la lepre?” domandò Tyler, ed il biondo annuì, scambiandosi un'occhiata veloce con Kyle.

“Bene, diamo il via alle danze!”

 

Lydia fu investita dall'energia del cuore e si ritrovò addosso le vesti dei guardiani, mentre Skylar fu schivato dal raggio. Interpretando il fatto come la troppa spossatezza del ragazzo per scendere in campo, Lydia gli raccomandò di rimanere sul tetto fino a quando non si sarebbe sentito pronto.

“Voglio aiutarvi...” mormorò

“No, pensa a rimetterti!” lo rimproverò.

“Ma...” e non riuscì a finire la frase che Lydia gli scoccò una delle sue occhiate furenti alle quali Skylar si arrese, volgendo gli occhi al cielo. “Fa' attenzione.”

“Come sempre.” disse la rossa, facendogli l'occhiolino e saltando giù dal tetto.

 

A loro discapito, i ragazzi si erano accorti che le maschere erano diverse non solo per scelta stilistica, ma conferivano particolari poteri a chi le indossava. La volpe era particolarmente furba e agile, il corvo poteva volare, il camaleonte diventava invisibile, la scimmia era paurosamente forte e la lepre spiccava dei salti impressionanti.

Presto i ragazzi furono messi con le spalle al muro da tanta forza. Tyler rimbalzava tra le grinfie della volpe e gli artigli del corvo, Kyle soccombeva sotto i forti pugni della scimmia e sotto i tranelli del camaleonte, mentre Sydney non riusciva neanche a sfiorare la lepre con i suoi attacchi.

Presto- prima di quanto avessero mai pensato -i ragazzi furono spinti al centro del campo e i tre si chiusero in un cerchio, dandosi ognuno le spalle con gli altri.

“Questa tattica non va bene.” disse Tyler, asciugandosi un rivolo di sangue che sgorgava dal labbro.

“Siamo aperti a nuove idee.” commentò Kyle, affannato. I ragazzi ripresero le loro posizioni di combattimento, ma non appena il corvo piegò le ali per scendere in picchiata verso i ragazzi, un muro di pietra comparve all'improvviso. Il corvo andò a sbattere a tale velocità che frantumò il muro e atterrò in malo modo, ma ecco che poco dopo si rialzò come nulla fosse accaduto.

“Ragazzi! Io mi prendo il corvo!” disse Lydia, entrando nel campo da gioco. “Come li fermiamo?” domandò.

“Non potete!” rise la donna.

 

I combattimenti durarono per circa un'ora e, mentre i guardiani risentirono tutti della stanchezza, i cinque esseri continuavano imperterriti a stracciarli e a batterli. I ragazzi avevano capito che un gioco di squadra era fondamentale e, non appena era possibile, ognuno prendeva a coprire le spalle dell'altro, attaccando l'animale che si era scelto. Nonostante questa tecnica, presto i guardiani furono talmente stremati che per loro fu anche impossibile contrattaccare, decidendo di concentrare tutte le energie sulla difesa. Tyler parò dei colpi della volpe, ma si accorse troppo tardi che era quello che la creatura voleva, ed infatti la volpe lo bloccò per i polsi e gli incastrò il collo nell'incavo del suo gomito.

Sydney provò a far scivolare la lepre su un letto di ghiaccio, ma l'avversario prese velocità e controllò la flessione delle gambe per saltare contro Sydney, afferrarlo con una stretta di ferro, impedendogli ogni movimento.

Lydia provò ad imprigionare il corvo in una rete di liane ma l'animale afferrò la ragazza per le spalle e la sollevò da terra, sapendo che in aria la guardiana della Terra era più debole.

Kyle ricevette un pugno in pieno stomaco da parte della scimmia e volò tra le braccia del camaleonte che lo trattenne in una presa assai scomoda. Il moro provò a dimenarsi aumentando anche la propria temperatura corporea, ma il camaleonte sembrava impassibile. La scimmia si avvicinò a Kyle con la spada puntata al suo petto, e Sydney sentì subito tremare le ginocchia.

“No! No! Kyle, scappa!” urlò Sydney, con le lacrime agli occhi, ma la presa del camaleonte era saldissima e quasi non gli permetteva di respirare. La scimmia puntò la punta della spada sul collo di Kyle, e poi, sorprendendo tutti, la immerse nuovamente nel proprio addome, facendola sparire così come l'aveva fatta comparire.

La scimmia allungò la mano e la poggiò sulla fronte del moro, e subito Kyle divenne rigido come la pietra. I ragazzi non avrebbero saputo dire quanto tempo stava passando, ma non appena la scimmia ebbe finito, il camaleonte lasciò la presa e Kyle cadde a terra, pallido e in preda a degli scossoni.

“Passa agli altri.” disse la donna.

“Non ci... provare!” ringhiò Tyler e sovraccaricando l'aria di elettricità, fece partire cinque fulmini che colpirono i cinque combattenti, facendoli volare oltre il campo da football.

“Ritardare ciò che è vostro destino non servirà a niente.” disse la donna, richiamando i mostri a sé e trasformandoli nuovamente in anelli che indossò con cura.

“Chi sei?” domandò Tyler, facendo crepitare un fulmine sul palmo della mano.

“Ophelia.” disse, e sparì.

 

“Kyle! Kyle!” lo chiamò Sydney, dandogli piccoli schiaffi sulla guancia, ma il moro tremava a causa di forti tremori ed era freddo come il ghiaccio.

“Dobbiamo portarlo a Kandrakar!” disse Lydia, rivolgendosi a Tyler e poggiando le mani sul petto del moro.

“L-Lydia...” mormorò Sydney, guardando con stupore un fenomeno strano. Dai palmi di Lydia, usciva una luce tiepida e color dello smeraldo che si andava diffondendo su tutto il corpo di Kyle, per poi ritirarsi, affievolendo pian piano. Kyle si mise a sedere di scatto, afferrando Sydney e Lydia e prendendo un respiro come fosse stato in apnea tutto questo tempo.

“Kyle, come stai? Che ti hanno fatto?” domandò Tyler, correndo a raggiungere l'amico.

“Mi... mi hanno perquisito l'anima.” spiegò.

 

  
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