You’re My Best
Friend
John non riusciva a dormire, lo attendeva una notte in bianco.
Si accese l’ennesima sigaretta, fissando il letto vuoto. O meglio, la metà del
letto… Dov’era Paul? Maledetto, non faceva altro che flirtare dalla mattina
alla sera con fans e collaboratori. E dopo tanti anni insieme John era stufo di
sopportare, era stufo di passarci sopra ogni volta o di far finta di passarci.
Alla sua età era un uomo maturo e responsabile? Per niente. Si sentiva uno
schifo, provava le stesse paure e le stesse insicurezze che provava da bambino.
Solo una persona era riuscita ad entrare nella sua armatura e
a conoscerlo davvero. Una persona che per lui contava più degli altri Beatles,
della sua famiglia, del successo, della fama, dei soldi, dei fans: il suo
migliore amico Paul. La loro intesa era il cuore della band. Senza Paul, John
si sentiva inutile, incompleto. Ma invece di ringraziarlo o di dimostrargli i
suoi sentimenti, per colpa della sua testa dura e del suo caratteraccio, lo
stava trattando malissimo. Paul era abituato ai suoi continui sbalzi d’umore,
sapeva trattare il sempre lunatico Lennon. Il suo immenso affetto e la sua
infinita comprensione verso il suo migliore amico da ormai dieci anni non erano
mai diminuiti, ma anche il ‘perfetto’ McCartney aveva i suoi limiti. E
l’eccessiva e, alcune volte, immotivata gelosia di John avevano fatto saltare i
nervi al suo Macca.
“Che male c’è John ad
essere carini e gentili con tutti?” Sbottò Paul davanti alla faccia cupa del
più grande alla fine delle prove, che erano appena terminate.
“Smettila di fare l’innocente! Non sei solo gentile, tu vuoi
scoparti tutte quelle che ti passano davanti.”
Seguirono altre parole e dopo le continue accuse di John, Paul
lasciò Abbey Road e non tornò a Cavendish. Lennon,
dopo aver provato inutilmente a far sbollire la sua rabbia, aspettò davanti
casa senza risultati. Così ritornò in studio, prese il suo mazzo di chiavi ed
entrò.
***
Dopo un tempo che sembrò interminabile, John prese la
decisione che fosse inutile stare lì a fissare il vuoto e continuare con i suoi
soliti film mentali. Lui amava Paul e Paul lo amava; la loro storia doveva
restare segreta e questa condizione non sarebbe cambiata in futuro. Per questo
erano costretti ad avere una doppia vita, cosa che non faceva altro che
aumentare la gelosia e la sofferenza.
John si chiese se valesse la pena soffrire per amore. E subito
si rispose che certo, il vero amore si trovava una sola volta nella vita ed era
da stupidi lasciarselo scappare. Quindi pregando che Paul rientrasse il prima
possibile, cercò nella stanza una penna e un quaderno per poter esprimere su
carta i suoi pensieri. La cosa più giusta da fare era scrivere quello che non
riusciva a confessare a voce.
Ooh you make me live
Whenever this world is cruel to me
I got you to help me forgive
Ooh you make me live now honey
Ooh you make me live
***
Era mezzanotte passata quando Paul rientrò e trovò John
addormentato sul letto con la testa sul suo cuscino e un quaderno tra le mani. Salì
sul letto e si avvicinò in ginocchio, lo fissò per un lungo momento: era così
bello quando dormiva, con le sue lunghe ciglia e il suo naso che Paul trovava
adorabile. Abbassandosi, gli sfiorò con la bocca, prima il naso e poi le labbra
mormorando a bassa voce: “Hey, dormiglione…” John si
svegliò e tirò Paul su di sé abbracciandolo: “Piccolo…” E Paul lo strinse
forte.
“Lennon, mi farai morire!”
“Macca non voglio litigare ancora, sono stanco…”
“Aspetta, fai parlare prima me.”
“Ma Paul-“
“Johnny, sai che io ho sempre ragione! – Dai non fare quella
faccia! – Sono il perfetto McCartney e mi piace essere ammirato e ricevere
tanti complimenti. Sono fatto così… ma a volte non capisco le tue scenate.
Io non voglio perderti. Tengo troppo a te. E cerco sempre di
dimostrartelo, non mi basta dirlo.
E soprattutto non sono così idiota da rischiare il nostro
rapporto per l’avventura di una notte. E ancora non voglio portarmi a letto
tutte quelle che ci provano con me. Abbiamo già Jane e Cynthia
che ci ‘complicano’ la vita.”
“Macca, per una volta cerchiamo di parlare senza urlare. Hai
ragione: alcune volte esagero; ma questo non significa che la colpa sia solo
mia. Tu vuoi piacere a tutte perché dici di essere fatto così, ma io credo che
tu lo faccia per attirare la mia attenzione.”
“John, cosa stai dicendo?”
“Non negarlo, ti conosco troppo bene dopo tutti questi anni…
Hai sempre avuto bisogno di ricevere la mia approvazione da quando ci siamo
conosciuti.”
Paul abbassò la testa, non riusciva a guardare John negli
occhi. Perché doveva sempre essere così facile leggerlo come un libro aperto?
Al contrario, lui faceva fatica a comprendere i sentimenti dell’altro perché
era così bravo a tenerli nascosti. E di conseguenza cercava di tirarli fuori,
ma molte volte agiva nel modo sbagliato.
Notò il quaderno e provò a prenderlo, ma John fu più veloce.
“Macca, Macca, sei sempre così curioso. Non sai che serve la
parolina magica?”
“Johnny, per favore, posso vedere?”
“Così va meglio… in realtà stavo scrivendo una cosa per te.”
Gli occhi e la bocca del più piccolo si spalancarono: “Bè, non
me l’aspettavo.”
“Ascolta, invece di parlare. Comunque manca la parte musicale,
anche se ho già la melodia in testa… posso leggere ora?”
Paul annuì:
“Certo.”
Ooh you’re the best friend that I ever had
I’ve been with you such a long time
You’re my sunshine and I want you to know
That my feelings are true
I really love you
Ooh you’re my best friend
You’re the first one
When things turn out bad
You know I’ll never be lonely
You’re my only one
And I love the things
I really love the things that you do
Ooh you’re my best friend
Ooh you make me live
John lesse le parole con la sua voce dolce e roca e quando
finì alzò gli occhi e vide che Paul stava piangendo.
“Principessa, non fare così.”
“Shhh non rovinare tutto con le tue
solite stupide battute!”
Paul lo abbracciò sussurrandogli nell’orecchio: “Ti amo.”
“Allora, ti è piaciuta?”
“Ma certo, idiota.”
E iniziò a baciarlo lungo la mascella e la linea del collo per
poggiarsi infine sulle sue labbra sottili.
“Paul, questi baffetti mi pizzicano: devi tagliarli.”
“Ma Johnny, dobbiamo iniziare le riprese di Magical Mystery Tour e tutti e quattro abbiamo scelto il
look baffuto…”
“Chi è il leader della band? Io e io ti chiedo di tagliare,
anzi te lo ordino!”
“Sei il solito coglione, Lennon!”
“Certo, per questo mi ami così tanto.”
E fu il suo turno di baciargli il collo facendogli il
solletico con i suoi baffi. Paul scoppiò a ridere e, agitandosi sul letto,
cercò di fermarlo.
“Amore, non sopporto il solletico e lo sai… smettila!”
John, incurante delle sue deboli proteste, lo fece distendere
e salì sopra di lui per sentire meglio il calore del suo corpo.
Si guardarono a lungo negli occhi in silenzio, poi Paul iniziò
a sbottonargli la camicia:
“Ti prometto che li taglierò, ma ad una condizione: dovrai
farlo anche tu.”
“Affare fatto, Macca, come posso dirti di no? Ora sta’ zitto e
baciami.”
NOTE dell’AUTRICE:
Happy 4th Birthday ‘Two of Us’ <3 <3 <3 <3
Hello!! Dopo diverse traduzioni di storie
scritte da fantastiche autrici, ho provato a scrivere una storia sui Dolcini...
So di essere pessima, ma l’ho fatto con il cuore e l’ho fatto perché ci tengo
tanto a festeggiare il 4* BDay della pagina di Kia e Anya ‘Two of Us’ che ormai seguo da più di un anno. Grazie Carissime
perché siamo come una famiglia e perché ho conosciuto persone con la mia stessa
passione (o meglio ossessione).
La mia pessima os è
ispirata alla meravigliosa song dei Queen ‘You’re my best friend’… scritta
da John Deacon. Quindi l’ha scritta sempre un
John! *_* Qui il video ufficiale:
https://www.youtube.com/watch?v=HaZpZQG2z10
Passiamo ai ringraziamenti: ringrazio
infinitamente Ale, la mia Beta che mi ha aiutato e incoraggiato e dato tanti
consigli. Ale senza di te non credo che ce l’avrei fatta; grazie perché sei
così dolce e paziente e grazie per le nostre chiacchierate sui Dolcini. Non ci
stanchiamo mai di parlarne; anzi.
E grazie per il banner!
E ringrazio ancora Kia
perché mi ha suggerito di provare: Darling spero tu apprezzi il mio impegno, al
di là del risultato.
Di nuovo Buon Compleanno splendida pagina!
A presto,
Paola