Film > La strada per El Dorado
Ricorda la storia  |      
Autore: ___Ace    06/11/2016    3 recensioni
Sa a cosa sta pensando, lo intuisce dallo sguardo trasognante che rivolge alla città sotto di loro e capisce che non può lasciare che si innamori di qualcosa, o qualcuno, che potrebbe facilmente portarglielo via.
Per carità, anche Tullio cova con gli occhi tutto quell'oro, ma non ha dimenticato che casa sua, la loro dimora, è in Spagna. Dovranno ripartire, prima o poi, e deve avere la certezza che Miguel sarà con lui.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Miguel, Tullio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
What if we were…
 
 
Miguel sta guardando il tramonto oltre le pareti dorate di El Dorado, al di là delle verdi colline di quella terra così lontana e diversa dalla sua madre patria Spagna. Gli piace quella città, più precisamente l'oro, la ricchezza, forse anche l'idea di essere così importante, addirittura idolatrato, da quella gente che lo crede una divinità, e se fosse per lui ci rimarrebbe per sempre.
Continua a fissare il punto dove il sole sta lentamente scomparendo, accompagnato da un cielo sempre più rosa, azzurro e blu, con le stelle che fremono per illuminare la notte dove ogni sera splende una luna impossibile da quanto è bella.
Accanto a lui, Tullio fa lo stesso, ma ad occhi chiusi, semplicemente rilassato, sdraiato su un tappeto intrecciato di tessuti pregiati e con le braccia piegate sotto la testa per stare più comodo. Ogni tanto apre un occhio, ma non per lo spettacolare panorama, no, quello ormai lo ha visto fin troppe volte ed è sempre lo stesso che c'è a Barcellona o a Madrid, controlla invece che Miguel sia lì, vicino a lui, con lui, come è giusto che sia e come deve sempre essere.
Osserva la sua schiena incurvata in avanti, la maglia rossa e larga che gli ricopre le spalle e lascia scoperto il collo abbronzato, i capelli biondi che risplendono e gli danno un'aria quasi regale, come se fosse nato per essere adorato. Lo guarda e si tranquillizza nel saperlo in sua compagnia, a vivere quell'avventura fuori da qualsiasi immaginazione. 
Sa a cosa sta pensando, lo intuisce dallo sguardo trasognante che rivolge alla città sotto di loro e capisce che non può lasciare che si innamori di qualcosa, o qualcuno, che potrebbe facilmente portarglielo via. 
Per carità, anche Tullio cova con gli occhi tutto quell'oro, ma non ha dimenticato che casa sua, la loro dimora, è in Spagna. Dovranno ripartire, prima o poi, e deve avere la certezza che Miguel sarà con lui.
«Chi l'avrebbe mai detto che ci saremo ritrovati qui.» mormora, rilassandosi e intercettando lo sguardo del biondo, il quale si volta non appena Tullio apre bocca per ascoltarlo. Fa spesso così, lo tiene sempre in considerazione, ha rispetto di quello che dice, anche se poi sviluppa idee e pensieri diversi e fa comunque quel cazzo che vuole. Tullio lo apprezza per quello.
«Già, ancora non ci credo.» concorda Miguel, sdraiandosi accanto a lui e mettendosi ora a contemplare il cielo sopra di loro, aspettando che l'altro continui.
«Secondo me significa che possiamo essere qualsiasi cosa, se lo vogliamo.» riflette Tullio, assumendo quell'espressione pensierosa che lo caratterizza, inarcando un sopracciglio e arricciando le labbra sottili, accarezzandosi nel frattempo il pizzetto scuro sul mento.
Miguel annuisce con più convinzione. «Potremmo essere dei conquistatori.»
«O dei politici.»
«O dei leoni.»
«O dei re.»
«O Dei.» sogghigna Miguel, dandogli una gomitata complice e facendolo sghignazzare. 
Tullio apprezza quei contatti, apprezza qualsiasi cosa che riguarda il suo biondo amico, tutto pur di saperlo vicino, di sentirlo parte di sé. Miguel è tutto quello che ha al mondo, è più importante della Spagna, dell'oro, delle donne, di qualsiasi stupido piacere effimero. 
«Però saremmo sempre in due, non è vero? Dei, re, non importa, purché siamo tu ed io.» se ne esce a quel punto il biondo, troncando i suoi pensieri e strappandogli via il respiro con quel modo tanto genuino e sincero. 
Tullio lo guarda per alcuni istanti che gli sembrano infiniti, mentre Miguel sorride, convinto di quello che afferma e sicuro di ottenere una risposta affermativa che, infatti, alla fine arriva.
«S-si.» mormora il moro ancora sconvolto, il quale spera che l’altro non si sia accorto della sua voce traditrice e tremula, con il cuore che batte tanto forte da fargli quasi male. «Ovvio che sarebbe così, razza di idiota.» dice, sbuffando fintamente scocciato e chiudendo gli occhi per celare quell'emozione che rischia di farlo capitolare.
Il biondo ridacchia ancora un po', respirando poi profondamente e rilassandosi, le braccia lungo il corpo e la mano che sfiora quella di Tullio.
Miguel adora El Dorado, ma Tullio viene prima di qualsiasi città d'oro.
Tullio ama la Spagna, ma, sopra ogni cosa, ama Miguel. 
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > La strada per El Dorado / Vai alla pagina dell'autore: ___Ace