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Autore: Ashbear    06/11/2016    0 recensioni
I loro castelli non fluttuano più nell'aria, ma sono ancorati nella sabbia. Dodici anni fa, il destino ha dato loro un'altra occasione; dieci anni fa, si sono sposati; sei anni fa, hanno avuto una figlia. Il tempo cambia, ma non cambia tutto. Sequel ufficiale di "Castles in the sky".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart, Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Nota dell'autrice: quasi dodici anni fa, ho scritto la mia prima fanfiction, Castles in the sky. Questo è un suo sequel; il riassunto è che Rinoa lascia il Garden per un fraintendimento, ha un incidente automobilistico, perde la vista e comincia a ballare per mantenere una promessa a sua madre. Alla fine lei e Squall tornano insieme. Capirete meglio man mano che avanza - inoltre, la domanda che mi viene fatta più spesso è 'Rinoa riavrà mai la vista'? La risposta per me non è mai cambiata, ma questa storia tocca questo argomento senza svelare troppo. Sandcastles si colloca dodici anni dopo Castles (quindici dopo gli eventi del gioco).

Premessa della traduttrice: questa storia è stata particolarmente pesante da tradurre, non tanto per i contenuti, ma per il continuo ricorso al flashback dell'autrice. Flashback che, però, viene inserito come pensiero di Rinoa mentre è in spiaggia, con il chiaro scopo di dire al lettore cosa è successo prima... e con l'effetto di appesantimento che in italiano è dovuto al continuo ricorso al trapassato (non so voi, ma per me un blocco di testo al trapassato è un macigno). Non ho trovato un modo per risolvere meglio, né per alleggerire. Spero di non aver fatto troppi danni - ho cercato di sistemare sia durante la traduzione che dopo, leggendo per le correzioni. Se mi fosse sfuggito qualche tempo sbagliato, è dovuto al fatto che ci sono stati punti in cui non capivo più una mazza. Nel caso troviate queste incogruenze, abbiate pietà, scusatemi e segnalatele che sistemo. Grazie.

Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà Square-Enix, e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro: nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

SANDCASTLES
scritta da Ashbear, tradotta da Alessia Heartilly
Atto I

Ascoltava.

Il mondo non aveva un suono; ne aveva molti.

Sapeva che pochissimi sentivano davvero, proprio come pochissimi vedevano davvero. La gente era condizionata ad accettare solo quello che percepiva la mente, ma se si andava oltre il possibile, i limiti potevano essere infranti, e l'impossibile ridefinito.

Ci vuole solo quella singola volontà, o essere spinti solo da un bisogno, ma una volta che ci si apre al mondo al di là dei propri occhi, il cuore non solo riesce a vedere tutto, ma anche a sentirlo.

Vista, udito, tatto, gusto, olfatto... Cinque sensi distinti che Rinoa Heartilly aveva dato per scontati nei primi venti anni della sua vita. Fino a quando un incidente, dodici anni prima, aveva cambiato tutto. Erano state le sirene del pronto soccorso, e il sapore pungente del sangue. Era stato l'odore della gomma bruciata e del gas, e le mani nel buio che la pungolavano e punzecchiavano. Era stato tutto quello che aveva provato in quei momenti fino a quando era quasi morta, ma erano stati anche quei momenti in cui aveva cominciato a vivere.

Per molti, la lezione avrebbe avuto un prezzo troppo caro, ma per Rinoa non si trattava delle cicatrici permanenti, o della serie di lividi, non si trattava nemmeno della perdita definitiva della vista. Da sola, e poi con l'aiuto degli altri, aveva vissuto un periodo a riscoprire la lotta che aveva dentro. Era anche arrivata faccia a faccia con un'altra realtà, quel giorno: tutti i cinque sensi erano collegati, e mancandone uno gli altri diventavano più forti - la perdita era solo quella che considerava lei.

Era stata anche quella spinta, il suo bisogno di prevalere che le aveva permesso di non dare mai colpe. Non sarebbe stato facile - un guidatore imprevedibile, una vacanza preparata, un bacio senza alcun significato, una canzone d'amore piena di ricordi, o persino stupidi fraintendimenti. Quella notte era semplicemente stata un crescendo nella catena degli eventi.

Quegli eventi non l'avevano distrutta; con il tempo, erano arrivati a definirla.

Sì, forse avrebbe dovuto gestire le cose diversamente - non andarsene dal Garden, dare a Squall una possibilità di spiegarsi, e non cercare di uscire con un uomo per cui non provava niente. Ma la vita spesso era piena d pessime decisioni, e a volte quelle decisioni avevano la copertura del voltare pagina.

Il senno di poi donava una vista strabiliante, anche per i ciechi. Da adolescente, con i suoi nobili ideali e sogni, aveva spesso pensato che la vita fosse bianca o nera. Le situazioni erano buone o cattive, e i fraintendimenti semplicemente non succedevano - erano fatti. Soprattutto, non c'era bisogno di lavorare sulla comunicazione; era naturale quando si diventava una coppia - questa cosa, da sola, era stata l'errore più grande.

Di nuovo, poteva esserne turbata, ma sarebbe stato come rimproverare le stelle perché brillavano solo di notte - era ciò che era Squall, ai tempi. Intenso, luminoso, concentrato, e bellissimo a modo suo, ma da solo e isolato. E mentre lui dominava la notte della sua vita, le sue emozioni erano il giorno, e Rinoa era stata una figlia del sole. Ma il buio non poteva esistere senza luce, e proprio come i sensi, il tempo era collegato come lo erano i destini sia di Rinoa che di Squall.

E più o meno come i sensi, avevano trovato un modo di sfidare la logica; invece di indebolirsi, il loro legame si era rafforzato con l'assenza. Il giorno e la notte si incontravano all'alba e al tramonto, ed era lì che alla fine avrebbero scoperto il loro terreno comune. Ci erano voluti due anni di lontananza, ma alla fine avevano trovato un modo di vivere le loro vite nel mezzo.

Ed era stato in quel momento che lei e Squall si erano scambiati i voti dieci anni prima, sulla spiaggia all'alba. In tutta la sua vita, Rinoa non era mai stata una persona mattiniera, ma c'era un'eccezione a ogni regola - e quella giornata era stata la sua. Era anche stata una giornata in cui nessuno dei loro errori aveva avuto importanza. Né avevano avuto importanza quando era nata la loro prima bambina sei anni prima, o quando era stato promosso a Preside tre anni prima, o quando lui si ritrovava in missioni di ricerca delle coperte di notte. Nessuno di quegli errori aveva avuto importanza, perché lei aveva imparato a lasciare andare. D'altra parte, la differenza tra tenere e lasciare... diciamo solo che aveva avuto modelli grandiosi per entrambe le cose.

Aggrapparsi al passato era semplice. Avrebbe potuto passare tutta la vita concentrata sui suoi rimpianti. L'odio era soltanto il seme; l'amarezza cresceva da tutto ciò che aveva perso allora - la vista, la carriera, Squall, e le persone che era convinta l'avessero tradita. Non sarebbe stata la sua cecità a renderle buia la vita - sarebbe diventata una prigioniera della sua mente e dell'odio.

Artemisia glielo aveva mostrato; la Strega si era aggrappata al suo odio fino a quando ne era stata consumata.

Ma lasciar andare...

Era difficile andare oltre al dubbio di sé, e anche al risentimento. Aveva dovuto lasciar andare la persona che era prima dell'incidente, e accettare che anche prendere un bicchiere d'acqua sarebbe stata una sfida, all'inizio. Lasciar andare se stessa riguardava il conoscere la differenza tra l'orgoglio e l'incapacità. Non era una debolezza chiedere aiuto quando ne aveva bisogno. Era uscire dalla sua zona sicura e abbracciare il buio, invece che temerlo. Una volta che aveva imparato che la vista era più che vedere, che l'udito era più che ascoltare, era stato del tutto liberatorio.

Con sorpresa persino sua, era stato Squall Leonhart a insegnarglielo.

Per chi incrociava suo marito sulla propria strada, quella frase non avrebbe potuto essere più sbagliata. L'attuale Preside di Balamb, rigido e severo, era ben lontano dall'immagine dello spirito libero. Ma una volta che aveva imparato ad allentare il controllo delle sue emozioni e permettersi di sentire, le aveva detto che era stato come vedere il mondo per la prima volta.

La loro storia aveva avuto un sacco di svolte qui e là, ma a ripensarci non avrebbe cambiato nulla di quel viaggio.

Quindici anni prima, Squall aveva cercato di separare la sua vita personale da quella professionale. Non era andata benissimo. Rinoa aveva lasciato il Garden, e la maggior parte dei progressi che aveva fatto Squall se ne era andata con lei. Dodici anni prima si erano riuniti grazie a un incidente, un balletto, e un membro piuttosto eccentrico della società di Deling. Persino allora, c'era voluto più di questo: quelli erano tangibili. Era lottare e credere e persino perdonare. E con l'aiuto del potere di Ellione, avevano avuto una seconda possibilità.

Quello che ne avrebbero fatto dipendeva da loro.

Alla fine, avevano imparato entrambi che dovevano lasciar andare, vedere più che le semplici cose fisiche. Una lezione che persino la loro bambina avrebbe imparato. Skyler poteva chiedergli di stendersi sull'erba e trovare forme nelle nuvole, ma quella richiesta molto probabilmente avrebbe fatto cacciare qualcuno dall'esame pratico SeeD. Probabilmente avrebbe anche richiesto un esame del cranio da parte del medico del Garden.

Nella catena di eventi che era la loro vita, se un solo anello fosse stato rotto, tutto sarebbe stato diverso.

*~*~*~*~*

Per un breve momento, le dita di Rinoa indugiarono sulla sabbia davanti a lei.

No, non va bene, insistette la sua voce interna.

Permise al palmo di sfiorare dolcemente la superficie, muovendosi attentamente finché sentì la sua ombra. Quella sabbia in particolare era appena fuori dalla portata del sole, quindi rimaneva più fresca al tocco. La differenza era così minima che molti non l'avrebbero notata - ma non lei. Rinoa sapeva che sabbia era stata alla luce diretta del sole e quale ne aveva recentemente assorbito i raggi, mantenendone il calore. Anche se i granelli erano stati coperti dalle ombre solo per un minuto, sentiva la differenza come decifrare il giorno e la notte.

Soprattutto, era guidata da più di un decennio di intuizione. Solo perché la sabbia sembrava più fresca, non significava che fosse migliore. Come molte sfaccettature della vita, non erano le apparenze ad avere importanza, ma ciò che si trovava quando si cominciava a scavare sotto la superficie.

Ovviamente, questa volta, quell'analogia andava presa anche in senso letterale, perché doveva scavare di più per arrivare ai livelli di umidità che le servivano. Come se cercasse dell'oro, Rinoa sapeva quando arrivava a un buon punto. Aveva smesso di cercare di spiegare quest'abilità agli altri anni prima, dato che riusciva a malapena a spiegarla a se stessa.

Tristemente, quell'abilità non si rivelava come qualcosa degno di un lavoro, perché persino Squall era d'accordo sul fatto che aveva superato il livello di dilettante tempo prima. Come molte altre specializzazioni altamente professionali (ma non così ricercate), non l'aveva ottenuta facilmente. Questa abilità di cacciare, di trovare i materiali perfetti, era stata una ricerca che faceva a gara con la sconfitta di Artemisia.

L'unica altra 'ricerca' che fosse andata in qualche modo vicina alle altre due era una voglia inopportuna. All'incirca nel terzo trimestre di gravidanza, si era svegliata alle quattro di mattina, con il desiderio disperato di un frullato alla fragola. Aveva sorpreso Squall che usciva dalla porta, anche se sarebbe stato in ritardo per il lavoro - non poteva nemmeno capire che ora sarebbe stata considerata normale, se quella era troppo tardi. Quindi, dopo una sua spiegazione della condizione, lui era stato un vero gentiluomo, oppure aveva avuto paura di far arrabbiare una strega incinta, senza caffeina e con gli ormoni scatenati, e si era offerto come suo Cavaliere.

Ovviamente, la parola 'semplice' non era nel vocabolario di Rinoa.

Erano nel bel mezzo dell'inverno, e la Mensa non aveva fragole fresche - assolutamente obbligatorie. Ad aggiungersi alla 'non-semplicità' della cosa, quasi tutto il continente era stato colpito da una bufera di neve. Quindi il suo amato marito (e/o il suo intimorito Cavaliere-non-voglio-una-Novox) aveva preso un veicolo del Garden ed era andato in città con lei al seguito. Questo era andato bene quanto ci si potesse aspettare a un'ora così assurda e sotto una montagna di neve. Con una felice coincidenza, avevano incontrato Mamma Dincht al negozio d'alimentari che si stava rifornendo prima che arrivasse la tempesta successiva da ovest. Una cosa aveva tirato l'altra, e per le sette delle mattina, conosciuta anche come ora del pranzo di suo marito, Rinoa beveva la sua colazione zeppa di bacche. Senza fare domande, Mamma Dincht aveva preparato loro il miglior frullato dell'umanità, ma c'era stato un prezzo: aveva chiesto un favore. Aveva scoperto di recente di essere malata, e anche con le cure necessarie avrebbe avuto al massimo qualche anno. Aveva chiesto a Rinoa di occuparsi personalmente di Zell; era preoccupata per lui.

Anche con la tempesta al di fuori, stare nella cucina dei Dincht, a ridere di niente e di tutto - era da solo il miglior ricordo che avesse della signora Dincht. Era stato difficile quando aveva infine perso la sua battaglia e se n'era andata quattro anni prima, ma le aveva fatto una promessa. Rinoa c'era stata, anche quando Zell non voleva che ci fosse. Avevano passato moltissimo tempo al telefono, e lui era diventato uno dei suoi migliori amici, e voleva che uscisse. Quindi lo aveva trascinato a pranzi e cene e persino a un viaggio di shopping a Deling City.

Lui aveva detto che non gli era piaciuto, ma non era vero, soprattutto quando lo aveva trascinato a uno spettacolo della sua vecchia compagnia di danza. Aveva detto che era solo una sera per distrarlo da tutto, eppure era risultata così tanto di più. Avrebbero avuto i posti migliori del teatro; anzi, il placo più elegante di Galbadia, e probabilmente del mondo. Ad ogni modo, Rinoa non aveva menzionato un dettaglio microscopico, piccolissimo, infinitesimale - tipo che i posti erano così snob perché la padrona poteva fare 'Snob' di secondo nome.

...Non proprio, ma Rinoa pensava davvero che Maude "Snob" McCay suonasse bene.

Dato il loro passato, o meglio, il passato di Maude con tutti i maschi sotto i venticinque anni, Rinoa pensava che fosse meglio non parlare di Maude. Era una regola che funzionava sempre. Eppure, stranamente, la panterona ottantenne o giù di lì era proprio ciò che aveva prescritto il medico - medico da cui Squall aveva poi detto che col cavolo ci sarebbe andato. Per quanto Maude fosse eccentrica, in qualche modo era ciò che serviva a Zell. Ridere, scherzare, rispondere persino alle battute e ai sottintesi senza perdere un colpo... ma soprattutto, in qualche modo lei capiva. Era inquietante che con tutta la sua stravaganza lei capisse davvero la gente nel profondo. Forse era perché non si prendeva troppo sul serio, e quella era una lezione che tutti potevano imparare, a prescindere dall'età. Rinoa non sapeva se fosse umanamente possibile, ma poteva udire il sorriso di Zell... sì, forse quello era solo un desiderio.

Dopo che il sipario fu calato, Maude li invitò nel backstage... o trascinò Zell per mano, una delle due. Sua nipote era appena stata nominata Prima Ballerina di Deling, e Maude era orgogliosa come un pavone... e Rinoa non si sorprese quando scoprì poi che l'abito della donna era proprio quello - un pavone con piume verdi e blu, completo di scollatura vertiginosa e copricapo. A parte quell'immagine mentale, molto a parte, Rinoa ricordava la ragazza dagli allenamenti. Aveva circa tre anni meno della maggior parte dei suoi amici. Alexandra McCay aveva cominciato la carriera un po' più tardi, ma aveva un talento naturale che era innegabile - fatto che Maude citava (continuamente) come un tratto di famiglia, e che non si limitava ai balletti, alla danza in generale, o anche solo al bisogno di 'restare in verticale'.

Di nuovo, a parte quel gruppo di immagini mentali, Rinoa scoprì quella sera che lei e Alex erano persino state in scena insieme; aveva persino ballato con loro quando un'altra ballerina si era infortunata. Quella notte si era rivelata un momento di guarigione per entrambi. Lei aveva potuto riunirsi ai ballerini che erano stati la sua famiglia. Non aveva pensato all'ironia della cosa; a prescindere da quanto duramente ci provasse, sembrava sempre che si lasciasse indietro qualcuno. Da quella notte di quattro anni prima, era rimasta in contatto con la sua famiglia di ballerini. Ovviamente, era diventato un po' più semplice, dato che avrebbe avuto uno strano legame.

Zell, il tipo che si era lamentato senza fine di somigliare a un pinguino di due metri con il frac, aveva trovato la sua compagna, quella sera. Sembrava che Alex avesse da festeggiare più che la sua promozione. Sei mesi dopo, Zell si era trasferito al Garden di Galbadia ed era ufficialmente diventato il Signor Prima Ballerina e Signor Nipote di Maud "Snob" McCay.

La maggior parte delle persone diceva che sei mesi di fidanzamento erano troppo pochi per sposarsi, ma Zell non si era mai tirato indietro. Non fu una sorpresa che Rinoa lo supportasse; ad ogni modo, il fatto che Squall fosse il suo maggior sostenitore fu una sorpresa per molti. Persino Irvine, che allora affrontava i suoi problemi matrimoniali, era rimasto fermo sulla sua posizione. Tre anni dopo non c'era alcun dubbio su quella scelta. Lui credeva che, se si sa quello che si vuole, si deve prenderselo; non si sa mai cosa potrebbe portare il domani. Ora, il 'domani' avrebbe portato un maschio o una femmina, beh... più tre mesi e una settimana dopo, per essere precisi, ma presto Rinoa sarebbe diventata di nuovo zia. Mamma sarebbe stata felicissima.

E pensare che era cominciato tutto con una ricerca del frullato e un marito che avrebbe fatto di tutto per lei - o, ripetiamo, aveva paura di essere trasformato in rospo.

Scherzi a parte, amava quell'uomo. No, la loro relazione non era perfetta. Avevano avuto la loro parte di disaccordi - e spesso il loro disaccordo aveva disaccordi, ma era quello che manteneva le cose interessanti. Lo aveva apprezzato ancora di più quando si era adeguato al resto della società e aveva cominciato ad alzarsi alle sei e mezza. Non perché volesse stare di più con lei, o dormire di più; era perché voleva esserci quando Skyler si alzava la mattina. Proprio quando pensava di non poterlo amare di più, lui faceva una cosa del genere - in più aveva inventato il frullato Rinoa-moka-doppio. Quell'uomo era niente meno che un genio.

Ovviamente, mentre continuava a scavare sulla spiaggia, con il sole che le picchiava addosso, nella giornata denominata come la 'più calda dell'anno', voleva solo un altro frullato. Sembrava che credesse ai frullati. Forse era ora di mandare Squall e Skyler nella loro prima ricerca padre-figlia.

Ridacchiò tra sé e sé; era adatto ricordare tutte quelle piccole cose quel giorno. Era un giorno di festeggiamenti piuttosto monumentale nella casa dei Leonhart. Era anche adatto essere sulla spiaggia; era così che passavano molto tempo libero. D'altra parte, se pensava troppo allo stare sola con i suoi pensieri, crollava in fretta. I ricordi, il modo in cui visualizzava i momenti che si svolgevano nella sua mente, erano ciò che la tenevano sana.

Con il palmo appiattì la sabbia, assicurandosi di riempire ogni millimetro del secchiello. Premendo, si sentì piuttosto soddisfatta. Il tempo era perfetto sia per la spiaggia che per i frullati, ma quel giorno era perfetto per i castelli di sabbia. E per avere un castello perfetto, bisogna avere le fondamenta perfette. Non potevano esserci troppi sassi o conchiglie rotte; doveva avere la consistenza perfetta. Teneva persino una bottiglia d'acqua lì vicino per spruzzarla, evitando che la sabbia seccasse e crollasse. Di nuovo, aveva passato anni ad allenarsi, a perfezionare la tecnica, a trovare la sabbia più fine sulle coste di Balamb. A parte la sua abilità predestinata, e ovviamente il desiderio ispirato dalla figlia, i fattori più importanti erano gli strumenti dello scambio.

Proprio come Squall era un cavaliere e spadaccino eccezionale, ma bastava togliergli il Lionheart e dargli un gunblade ricavato da un pezzo di legno arrivato a riva, e lottare con un Thythan poteva dare un risultato un po' meno desiderabile. Sì, sarebbe rimasto comunque un guerriero eccellente, ma senza l'arma giusta era come combattere una battaglia epica con uno stuzzicadenti.

...Anche se era successo.

Era stata dopo la ricerca di Irvine del drink perfetto, quando aveva dimenticato una scatola di stuzzicadenti. Nessuno di loro in realtà beveva normalmente, soprattutto suo marito, ma era tutto per aiutare un amico a ottenere un lavoro part-time in un bar. Dal lato positivo, Irvine era riuscito a ottenere la sua licenza da barman. Dal lato negativo, era il motivo per cui il "Grande Conflitto degli Stuzzicadenti dell'Ultimo dell'Anno" di sette anni prima non sarebbe mai stato dimenticato.

Per prima cosa, la festa era stata storicamente inaccurata: il "Grande Conflitto degli Stuzzicadenti dell'Ultimo dell'Anno" in realtà era stato in luglio. A quei tempi, Selphie aveva detto di aver passato, circa, tre anni interi incinta. Ok, non proprio, ma quando la storia era diventata leggenda, lei aveva parlato di come era sopravvissuta a tre anni di continui sbalzi d'umore e seni follemente gonfi... Stranamente, Irvine lo ricordava nello stesso identico modo.

Dopo la nascita di Conner, lei aveva voluto prendersi una serata libera e fare FEEEE-STA, per recuperare tutto quello per cui era stata costretta a stare in disparte. Per rimediare agli Ultimi dell'Anno, aveva programmato una festa a tema. Quistis e Rinoa aveva suggerito di chiamarla "Spettacolare Casino del Solstizio d'Estate", ma Selphie sapeva essere... irremovibile. In verità, la questione ormonale era ancora ben presente, e tutti temevano leggermente per sé. Quindi l'avevano assecondata tutti, ma era risultato piuttosto divertente. Avevano indossato quei ridicoli occhiali con i numeri a far da montatura, e Zell aveva persino un nastro preregistrato del conto alla rovescia per la mezzanotte.

Ad ogni modo, a differenza di qualsiasi altra nazione, beh, del mondo, Balamb faceva le cose un po' alla rovescia... Invece di avere un oggetto illuminato che scendeva lungo un palo, salutavano il nuovo anno con il famoso Pesce di Balamb che saliva 'lungo la lenza'. Era inteso come un cenno al sostentamento della comunità, e, cosa non sorprendente, Zell e l'Artigiano aveva partecipato alla commissione della città che aveva ideato il concetto anni prima, e anche se l'idea era simulare la pesca del pesce dall'acqua, la gente contava comunque per salutare il nuovo anno. Rinoa amava questa città, anche con le sue piccole fissazioni sui pesci.

Di nuovo, la data era solo uno dei motivi per cui si ricordava la festa. L'altro era molto più traumatico per Squall, a livello personale. Era la schiacciante vittoria di Zell su suo marito, e da quello che aveva sentito Rinoa, la battaglia era stata... epica. Davvero.

In ogni caso, dimostrava quello che voleva lei: che fosse un gunblade, o la sabbia per i muri di un castello, trovare gli strumenti giusti era importante quanto tenere gli oggetti taglienti e appuntiti lontano da Zell. Sorrise apertamente a quel ricordo. Quella notte, dopo che tutti se ne erano andati, lei e Squall si erano lasciati trascinare, dato che il suo povero marito aveva bisogno di terapia dopo la sua traumatica sconfitta con gli stuzzicadenti.

...Due mesi e una settimana dopo, Rinoa aveva scoperto di essere incinta. Sapeva di dovere a Irvine un ringraziamento più grande, dopo tutto.

Sei anni (per non parlare di trentasei ore di travaglio) dopo, era finita ad avere quella particolare esperienza - e di nuovo, esperienza, non da dilettante. Ok, forse non aveva lasciato andare tutto quindici anni prima. D'altra parte, se bisognava credere alla sua famiglia, poteva persino vedersela con i migliori costruttori del mondo. Se Esthar, o Fisherman Horizon, pensavano di avere buoni architetti, non avevano idea di chi avevano contro.

Continuò a scavare, guardando verso l'oceano - e guardare non riguardava affatto la vista. Forse era uno dei motivi per la loro piccola famiglia si legava di più grazie alla sabbia e ai castelli - c'era un passato, dopo tutto.

Si trovò di nuovo a diventare emotiva. Si commuoveva sempre per compleanni e anniversari; quell'anno non era un'eccezione. Un attimo, no, era un'eccezione: Squall Leonhart, l'uomo che credeva che 'sociale' fosse una parolaccia, aveva voluto riunire tutti. Voleva fare una festa di compleanno; era surreale, ma Rinoa non intendeva fare domande sull'impossibile, ma abbracciarlo.

Dimostrava solo fin dove erano arrivati.

Ecco perché non le avrebbe mai più dato fastidio che i castelli non fluttuassero più nel cielo, ma una vita dopo erano ancora una parte importante di lei. Comunque, bellissimi e pieni di meraviglie, dalle torri a punta ai parapetti, i castelli c'erano, ma si erano evoluti, piantati nella realtà. L'evoluzione era naturale, come favole e castelli erano talismani dell'infanzia, ma essere amata, avere una famiglia, trovare il suo posto - questi era sogni nati dalla realtà.

Per quanto riguardava la spiaggia, beh, era un po' diversa dai suoi castelli metaforici. La spiaggia aveva un significato speciale sia per lei che per Squall.

In un certo senso, era cominciato da una spiaggia. Ecco perché quando erano arrivati al matrimonio, la spiaggia era stata la loro unica scelta. Avevano entrambi voluto una cerimonia piccola e intima con le persone più vicine a loro. In totale, erano in diciannove... e una cagnetta davvero ben educata, costretta-a-farsi-bella-da-Selphie, con vestito e papillon. Non le sarebbe sembrato giusto sposarsi senza la sua migliore amica a quattro zampe. Dopo che aveva lasciato il Garden, Angelo era rimasta la sua unica costante.

Rinoa represse il pianto; quel giorno si doveva festeggiare e ricordare i bei tempi - Angelo c'era sempre stata, sempre pronta a dare una zampa. Quando la cagnetta era morta quattordici mesi prima, avevano perso tutti una parte di sé. Era più di un animale, più di un cane guida; era di famiglia. Per gli esterni, Angelo era spesso quella dimenticata, ma non per loro; non erano stati sei eroi a sconfiggere Artemisia, erano stati in sette. Come famiglia con Squall e Skyler, aveva sparso le sue ceneri nell'oceano al tramonto - l'acqua seguiva la marea della vita, e in qualche modo sembrava adatto.

Non appena Rinoa aveva visto il Pastore Galbadiano a tre colori, si era innamorata. Era qualcosa... qualcosa a cui pensava troppo. Nelle buie ore da sola, odiava che, a prescindere da quanto lasciasse andare, era nella natura umana pensare agli 'e se'. Era in quei momenti in cui abbassava la guardia che subentravano i momenti di rimpianto. Fino a quando Skyler era nata - e molto prima - quello a cui aveva tenuto di più era nato dalla serendipità. Non credeva esattamente all'amore a prima vista, ma era stato qualcosa di simile; due anime che si incontravano su un livello che andava oltre la vista, e persino oltre la ragione. Quello era stato smentito da sua figlia, perché non aveva dovuto vederla per sapere di essere già amata. Eppure non voleva dire che, ogni tanto, non cominciasse a sentirsi rientrare nei vecchi schemi, ma loro la tenevano ancorata alla realtà. Le loro voci erano i suoi sorrisi.

Era ancora più adatto che, dopo aver guardato il tramonto oltre l'oceano, si riunivano come famiglia. A volte nella vita, quando si perde qualcosa, ci si ricorda di quanto si è guadagnato. Ecco cosa aveva riscoperto quella sera, seduti sulla spiaggia, a parlare delle stelle, della luna, delle nuove matite colorate usate in classe di Skyler quell'anno che erano, per citare sua figlia, 'meravigliosissimissime', e ogni piccola cosa nel mezzo... era solo la vita. Rinoa non si era aspettata che Skyler se ne stesse così tranquilla, eppure l'aveva sorpresa con il comportamento composto e paziente - caratteristiche che aveva decisamente preso dal padre. D'altra parte, erano stati portati lì da una cosa seria.

Mentre stava appoggiata a suo padre, a volte trattenendo le lacrime e a volte no, Skyler aveva sentito qualcosa di stupefacente - una storia. Non era una storia di un libro, o di come si erano incontrati - Squall glielo aveva già raccontato. Questa volta le aveva raccontato di quando si erano 're-incontrati' e cosa più importante, del momento in cui per lui era cambiato tutto. Le aveva raccontato del perché amavano portarla in spiaggia - perché per loro era più che sabbia e acqua. Squall si era aperto a lei; Rinoa non sapeva se Skyler l'avrebbe ricordato, dopo, era improbabile, non poteva capire il significato a cinque anni. Ma Rinoa lo sapeva; sapeva che ogni parola detta da Squall aveva una storia, dietro, e quanto fosse difficile per lui chiudere gli occhi prima di lasciarsi finalmente andare.

Comunque, era sembrato così naturale il modo in cui le aveva raccontato la loro storia. Ecco perché non importava se Rinoa l'aveva sentita mille volte o se la riviveva nella mente ad ogni ora; sentire le parole dalla sua bocca, con la sua voce, le rendeva nuove. Non importava che lo avesse vissuto - lo viveva per la primissima volta. In verità, con tutte le cose buone della loro relazione, non ne parlavano molto; la sua cecità era una cosa che semplicemente c'era, e parlarne non avrebbe cambiato le cose. La accettavano sia Skyler che Squall, ed era sempre stata finita lì. Rinoa aveva pensato molto, e per molto tempo, a cosa dire a sua figlia quando lo avesse chiesto, ma la bambina non l'aveva mai fatto. Pensava che fosse meglio che la piccola fosse pronta, quindi non aveva mai insistito, ma aveva aspettato.

Quindi aveva ascoltato Squall che raccontava a Skyler della prima volta che aveva visto il tramonto a Deling. Lui aveva spiegato che Rinoa viveva con Caraway e lo zio Robert. Vero, era il cugino di Rinoa, ma per amore di semplificazione in famiglia, zio funzionava meglio.

Quando Squall aveva parlato di come fosse andato da solo in spiaggia, qualsiasi finzione lei avesse tentato per sua figlia scomparve. Le lacrime erano cadute liberamente, scavandosi dolcemente un sentiero nella sua facciata. Era stata felice che lui avesse omesso alcuni aspetti di quel giorno, come aver portato il gunblade con sé, o il litigio che lo aveva portato a trovare conforto in spiaggia. Non sapeva se Skyler avesse capito completamente, ma sapeva anche che lui non aveva parlato solo per sua figlia - aveva parlato anche per lei. Non era una cosa di cui avevano parlato; in un certo senso, era stato il suo modo di rassicurarla di tutto quello che provava.

Quando Squall aveva spiegato di aver sentito la musica; quando le aveva detto di come tutti sentono la musica, ma è il cuore che permette di trovare la sinfonia nascosta nella natura, lei era stata praticamente una scema blaterante. Fortunatamente, era parso che l'attenzione di Skyler fosse rivolta ad altro; era difficile veder piangere i propri genitori, e lei dubitava che a quell'età riuscisse a distinguere le lacrime di gioia da quelle di dolore. Rinoa aveva avuto la sensazione, in quel momento, di leggere troppo tra le righe, e che sua figlia sapesse più di quanto desse a vedere.

Grandioso. Ora piangeva di nuovo. Dodici anni potevano anche non essere passati; era sempre emotiva. Squall non era ancora il tipo da ammettere i suoi sentimenti. Il tempo non era cambiato, ma anche se non ne parlava, li dimostrava a gesti.

E quella notte aveva portato a qualcosa, alla prima volta in cui si era sentita davvero cieca dopo i primi giorni della perdita della vista.

Circa nove mesi dopo l'episodio della spiaggia, si preparavano al sesto compleanno di Skyler. Rinoa non si sentiva bene, ma doveva finire la torta. Squall era a casa, e le aveva detto che, a differenza di quello che si pensava, era perfettamente in grado di togliere una torta dal forno. Anche se a malincuore, lei era andata a stendersi. Sky era andata a giocare con il 'trio del terrore', ovvero i tre figli di Selphie e Irvine. Era il weekend di visita di Irvine, ed era più semplice preparare la festa quando la festeggiata non faceva un milione di domande - bisognava scordarsi la biologia: era un'abitudine ereditata dallo zio Zell.

Voleva prendere qualcosa da bere, ma camminando in corridoio aveva sentito la voce di sua figlia. Sembrava che fosse in modalità mega-interrogatorio, il povero Squall probabilmente era travolto dalle domande a caso. Sorridendo, non poté evitare di appoggiarsi al muro. Non era bello origliare, ma uno Squall agitato era così dannatamente adorabile.

"...E ha detto che le matite e le candele era fatte entrambe di cera. Poi Colton ha voluto provare a disegnare con le candele. Quindi è andato in soggiorno e ha toccato la cosa al centro che lo zio Irvine dice sempre che non devono toccare. Poi ha detto che siccome le candele che aveva erano d'oro, dovevamo disegnare Chocobo d'oro e ce ne ha data una."

"Non dirmi che tu-" C'era stata una decisa sfumatura di accusa, ma Squall si era trattenuto. Fortunatamente, Skyler non avrebbe saputo che l'intonazione era un po' troppo leggera. Con tutti i successi del Preside, c'erano dei limiti. Quel giorno i limiti venivano messi alla prova da una bambina di cinque anni estremamente ansiosa.

Come forma di meditazione auto-prescritta, lui inalò profondamente fino ad avere i polmoni pieni di aria. Per lei, ciò che venne dopo fu il migliore indizio di quanto lui fosse scocciato o orripilato. Aveva una percentuale di successo quasi perfetta, molto meglio di qualsiasi 'anello dell'umore' che avesse avuto da piccola. L'aria che entra deve uscire. Così, quando lui sospirò lei sentì un debole ma acuto fischio uscire dalla sua bocca; comunque, se lui si stava davvero trattenendo, l'aria gli usciva dalle narici. Senza troppa sorpresa, solo quel giorno si rivelava essere a un livello basso di irritazione.

Per anni, Rinoa aveva riflettuto sul chiedere se questa tecnica era della SeeD. Pensava che forse si fosse spinto a calmarsi in quel modo, o che forse fosse un'abitudine e lui ne fosse semplicemente inconsapevole? Alla fine, decise di non chiedere: c'era conforto nella familiarità. Significava conoscere il suo comportamento, anche se lui non lo conosceva. E se questo esalare non era fatto apposta, poteva tranquillamente smettere di farlo una volta che gli veniva fatto notare. Queste erano le piccole cose che non sarebbe mai riuscita a spiegare agli altri; gli indizi verbali e non che la aiutavano a leggere le espressioni delle persone senza vederle. Una delle cose della loro relazione a cui aveva iniziato a tenere di più erano le 'parole' dette nelle parole.

Rinoa aveva un termine per queste pause intense; le aveva denominate come la versione di Squall del time-out. Il termine era nato quando Skyler aveva raggiunto i suoi cosiddetti 'terribili due anni'... a diciannove mesi. Sfortunatamente, era coinciso anche con Zell e Irvine che raggiungevano la loro 'terribile adolescenza', termine più che appropriato. Ahimè, era continuato nei 'terribili venti' e 'terribili trenta'. Una notte, dopo una telefonata alle tre della mattina, Squall le aveva confidato di sperare che lo stadio di sviluppo dei suoi amici stesse per livellarsi - proprio come Skyler si era livellata a quattro anni; loro avrebbero fatto una cosa simile maturando a quaranta. Ad essere sinceri, faceva un lavoro meraviglioso con Skyler. Era solo che ogni tanto era travolto dal suo entusiasmo.

E ad essere sinceri, Irvine e Zell erano entrambi uomini meravigliosi e maturi - separatamente. Ad ogni modo, le poche volte l'anno che si riunivano, lei diceva semplicemente che se il peggio era una telefonata nel cuore della notte, erano tutti fortunati.

Ricordava di non essersi sentita bene, ma di aver trovato comunque un modo di stare allegra, appoggiata al muro ad ascoltare. Sembrava tutto così innocente, ai tempi; amava questi momenti di candore tra loro, anche se suo marito era un po' sopraffatto. Almeno si era dato un contegno sufficiente a fare una domanda diretta.

"Skyler, per favore dimmi che non hai provato a disegnare con le candele."

"Non io! Ma Cooper ci ha provato, ma poi le ha rotte a metà. Quindi quando non ha funzionato, Colton e Conner hanno voluto vedere se funzionava anche al contrario e se potevamo usare le matite come candele. Hanno cominciato a cercare i fiammiferi, quindi sono andata a cercare lo zio Irvine."

"Dio li aiuti," borbottò a casaccio Squall. "...Dio aiuti me."

Rinoa aveva sorriso. Non sapeva leggere nel pensiero di Squall, ma ne conosceva le imprecazioni. Prima era stato il pensiero di Selphie e Irvine che crescevano quei tre, e poi era passato al fatto che quei tre sarebbero stati alla festa di Skyler quella sera insieme ad altri dieci bambini, e la possibilità di una moglie malata che incombeva su di lui.

Dopo quel pensiero, quando Squall respirò, l'aria uscì decisamente dal naso.

Il trio non era mai stato così monello, ma dato che i loro genitori si erano separati due anni prima, calcavano la mano. Anche se Irvine e Selphie erano riusciti a separarsi rimanendo ancora migliori amici (una realtà che non molti capivano), i ragazzi avevano sempre mantenuto la speranza. Nessuno aveva tradito nessuno; quei due erano stati abbastanza maturi da capire che semplicemente stavano meglio da amici. Ad ogni modo, quando Selphie si era fidanzata di nuovo, i ragazzi avevano passato davvero un brutto periodo. Squall aveva davvero rispettato Irvine in quel frangente, e detto dal Preside era un enorme complimento. Con il tempo, erano stranamente diventati migliori amici, e Irvine aveva gestito la cosa così bene che Squall gli aveva offerto la posizione di Comandante.

Non aiutava nemmeno che, invece di avere i bambini a qualche anno di distanza uno dall'altro, avevano deciso praticamente di farli uno dopo l'altro. Selphie pensava che sarebbe stato più semplice, a lungo termine, con le carriere al Garden, anche se aveva detto, dopo, che forse non avrebbe dovuto essere così impulsiva. D'altra parte, Impulsività era il secondo nome della coppia. La discussione sui figli era saltata fuori quando Selphie e Irvine erano in missione a Dollet; ai tempi Squall era Comandante. Era una di quelle missioni dopo che Rinoa aveva lasciato il Garden, quando Squall era simpatico come una cassa di Geezard. La leggenda diceva che lei e Irvine erano sgattaiolati fuori per una nuotata notturna - ed era successo di tutto. Quando se ne stavano andando, lei aveva guardato nella sabbia e aveva visto il foglio di un libro di nomi per bambini; conteneva i nomi "Cl - Co". L'aveva tenuto come riferimento, convinta.

La settimana prima i Kinneasi (Zell aveva dato loro un plurale ufficiale), di otto, nove e quasi dieci anni, erano sgattaiolati fuori per fare il bagno nelle fontane sud del Garden. Squall lo chiamava karma; Irvine la definiva una normale serata del venerdì.

Erano seguiti svariati forti colpi in cucina, il che di solito non era un bene. Fortunatamente, non erano seguite grida o imprecazioni, quindi Rinoa aveva immaginato che andasse tutto bene con i suoi cuochi improvvisati. Una volta che Sky aveva ricominciato a parlare, aveva capito che non c'era bisogno di mandare la cavalleria.

"Lo zio Irvine poi mi ha abbracciata e ha detto che ero una boccata d'aria o una cosa così? Forse è perché la stanza dei maschi puzza di piedi."

"Skyler. Fa' la brava." Tristemente era vero, ma non era quello il punto. Irvine era un papà fantastico, era solo difficile dopo il divorzio.

"Scusa... poi zio Irvine ha chiesto se volevo dei fratelli." Skyler aveva ridacchiato. "Gli ho detto che li voglio davvero davvero tanto... ma non i suoi."

"Forse un giorno."

...Dio la aiutasse.

Ma a parte quel pensiero casuale, si era accorta di non saper decifrare il significato dietro quel commento; che non sapeva se lui era serio o aveva detto quella cosa per caso, per calmare sua figlia.

"Papà... posso chiederti una cosa?" La voce di Skyler si era fatta più morbida, come succedeva spesso quando qualcosa la turbava.

Se solo Rinoa fosse tornata di sopra e avesse lasciato loto questi momenti; non toccava a lei intromettersi.

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Note: un ringraziamento speciale a Emerald Latias e Wayward Tempest; c'erano cenni sia a "Future Says Run" che "Chasing the Sunset".

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Nota della traduttrice: come sempre, ogni commento sarà tradotto e inviato all'autrice, così come ogni sua eventuale risposta sarà riportata come risposta alla recensione (nei siti che lo permettono) o comunque sul mio blog.
Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! Alessia Heartilly

   
 
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