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Autore: kyon181    21/08/2003    6 recensioni
Un intreccio amoroso fra le ragazze e i ragazzi di Hogwarts. Love H+H
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esprit d'escalier - A Valentine ffic

Autore: Shin-chan a.k.a. fabychan

Prima parte

 
Era da poco calato il tramonto sul 13 Febbraio, del quinto anno di permanenza ad Hogwarts, per Hermione Granger. Aveva ottenuto il massimo dei voti durante tutti i quattro anni passati: e neanche quello in corso era da disprezzare. Davvero niente male per una ragazza di sangue Babbano. Una vera fonte di disperazione per quelli della risma di Draco Malfoy, di puro sangue magico, ma del tutto inetti negli incantesimi, pozioni, nell’arte della trasfigurazione, eccetera, eccetera. Persino Piton, il terribile insegnante, responsabile di Serpeverde, doveva ammettere che Hermione era di gran lunga la migliore studentessa che la scuola di stregoneria di Hogwarts avesse avuto negli ultimi dieci anni: se non di più. Ed era una di Grifondoro. I Granger avevano fatto grossi sacrifici, pur di permettere alla loro unica figlia  di seguire le sue inclinazioni, e continuare gli studi di arti magiche. Erano delle brave persone.
Spesso Hermione sentiva la loro mancanza, nelle lunghe ore trascorse al castello. Il più delle volte, la sua mente era presa dalle lezioni, che si succedevano regolarmente ogni giorno, una stagione dopo l’altra. Febbraio era il mese dell’anno più lontano dalle vacanze passate e più distante dalle venture. Così, i suoi pensieri erano immersi nel clima della scuola, più che mai. Ma il suo cuore, a quello la piccola Hermione sembrava non avere mai avuto tempo di prestare ascolto. Adesso aveva quindici anni, e forse qualcosa stava bussando alle porte.
Qualcosa che, fino ad allora, la piccola ragazza magica aveva disconosciuto.
 
La mattina del 14 Febbraio, prima dell’inizio delle lezioni.
“Hey, Mione! Come stai?”.
“Ron! Quante volte ti ho detto di non chiamarmi così?” Mi dà fastidio che si rivolga a me così, quando ci sono altri studenti nei paraggi. Non mi piace quel nomignolo, e chi me l’ha affibbiato meriterebbe scagliato contro un incantesimo Cruciatus! Eppure si tratta di Ronny Weasley... Adesso si è fatto piccolo piccolo. L’avrò mortificato. Spero che non si sia offeso.
“Scusami, scusami! Non c’è bisogno di arrabbiarsi tanto però, non credi?”
“.... Facciamo in fretta, sta per iniziare l’ora di Divinazione!”
“Ah, ci tieni tanto a farti predire disgrazie e sventure dalla professoressa Cooman?”
“Uff!!”. Mi dispiace che finisca sempre così. Io e Ronny finiamo sempre per battibeccare. Sarà per colpa del mio carattere? Io non sono una tipa perfettina, ma forse appaio così: perfettina e rompi....
 
Mi accomodo su una poltrona fra le tante che arredano l’aula di Divinazione. A dire la verità, si tratta di un grande salone, con un camino in fondo: reclina su di esso, intenta a tenere vivo il fuoco, con lo sguardo sui tizzoni ardenti, c’è la famigerata professoressa Cooman. Non la sopporto. Avevo persino disertato i corsi l’anno scorso. Vedete che non sono perfettina?^^;
Noto una certa riluttanza ad avvicinarsi a me in Ronald, che comunque adesso si è fatto coraggio. Sono contenta che non si sia offeso: ha preso posto su una seggiola accanto a me. Ron è un mio caro amico.
“Ma Harry....dov’è? Non  lo vedo!” Ho dato una rapida occhiata tra i Grifondoro presenti alla lezione, e Potter non è presente. Con noi ci sono  quelli di Corvonero.
“Non...ha detto che non veniva oggi.”
“Come mai? Non si sentiva bene?”. Noto qualcosa di strano nel modo in cui Weasley mi ha risposto. Gli si sono  arrossate persino le orecchie.
“No, è che....vedi...” L’amico tergiversa^^;
“E’ successo qualcosa?”. Lì ad Hogwarts non si poteva mai stare tranquilli.
“Niente, niente di grave.”
“Senti, è dai tempi del Torneo TreMaghi che non succedono stramberie! Vorrei sapere, per favore, cosa sta succedendo al nostro signor Potter per non presentarsi a lezione?”
“Senti, perchè ti interessi tanto se per un giorno è voluto restarsene a letto? Avrà avuto sonno, ecco tutto! Ieri siamo stati svegli fino a tardi!”
“Non sarete andati in giro con la Mappa del Malandrino? O forse avete messo sù il Mantello dell’ Invisibilità?”. La mia curiosità è notoria^^; la stessa che mi spinge a cercare fra i libroni della biblioteca, nella sezione proibita.
 
“A-ehm!”. Sta entrando  in classe l’insegnante di divinazione, e tutti prendono posto. Le ultime sono  delle ragazze di Corvonero che chiacchieravano fra loro, sorridendo. Mentre interrogavo Weasley sull’assenza di Harry, ho origliato i loro discorsi. Ovviamente erano incentrati sulle Valentine ricevute: lettere, cioccolata. Ma come facevano ad averne collezionate di già a quell’ora? Si vede che l’amore dà la sveglia agli spasimanti. Gli innamorati devono averle aspettate in sala grande, per tendere loro un agguato e consegnargli il dono.
Sembrano felici. Chissà...io non ho mai ricevuto un dono per San Valentino. Tra quelle ragazze c’è anche Cho Chang. Dopo la morte di Cedric, è la prima volta che la vedo sorridere, oggi. Sembra che anche lei abbia avuto la sua lettera di San Valentino. Eccola, sta predendo posto: ha messo la lettera fra le pagine di un quaderno. Chissà chi le ha scritto?
 
“Dove guarda, signorina Granger?”
La signorina Cooman mi richiama all’ordine. Devo essermi distratta. Strano, Ron non mi ha lanciato un’occhiata di scherno: lo fa tutte le volte che un professore mi riprende; è una rarità di cui gode, quel furfante^^;
 
“Immagino che oggi avrete tutte un pò la testa fra le nuvole.” La Cooman si ferma, sguardo perso, indirizzato oltre le tendine color salmone che velano le finestre dell’aula. Poi, con sussiego, sospira e aggiunge: “Anche io, ai miei tempi...aspettavo il giorno di San Valentino con ansia.”
“Ma che cavolo dice la Cooman?”, Ron è stupefatto, come se venisse da Marte e non fosse a conoscenza di questo fenomeno terrestre chiamato’amore’. ...Ma forse la più ignorante in materia sono io. Non so perchè, ma continuo a pensare alla lettera di Cho, e all’assenza di Harry, mentre la professoressa ci predice anni di lacrime, e relazioni sentimentali così travagliate da fare sbiadire il dramma “Romeo e Giulietta”.
 
“Quella menagramo ha detto che verserò lacrime amare, fino a non avere neppure più gli occhi per piangere...”, Ron commenta amaramente la sorte predettagli dalla Cooman. Distratta, come sempre questa mattina, lo consolo velocemente, dicendogli: “non temere, la settimana scorsa ti ha detto che non vivrai tanto a lungo da vedere le prossime Olimpiadi, quindi sarà una sofferenza breve..”, gli dico tutto questo con una smorfia simpatica.
“Ah, bè...hai ragione”, gli strappo un sorriso, ed è un sorriso molto dolce. Mi ci soffermo per un istante, distolgo subito gli occhi e faccio una cosa che Weasley non si aspetta.
 
“Dove vai? L’aula di Storia della Magia è di là!”. Ma io stavo andando dalla parte opposta.
“Credo che non verrò a lezione. Inventa una scusa col professor Ruf!”
“Cos...” L’ho lasciato interdetto. Vedere che marino le lezioni non è certo un evento di ordinaria amministrazione! “Dove vai?”
“Devo fare una cosa...devo dare un’occhiata a un libro in biblioteca..”
Ron non indaga oltre, e si incammina verso l’aula di Storia, non senza voltarsi a lanciarmi un’ultima occhiata.
Io ricambio, poi mi incammino decisamente, salendo le scale.
“......Harry che resta a letto...Hermione che bigia una lezione..mi hanno lasciato solo!;___;”
 
Nel frattempo, salgo le scale, diretta al dormitorio di Grifondoro. Per la via, incrocio il professor Vitious, e gli rivolgo un veloce saluto.
“Lei non dovrebbe essere a lezione, a quest’ora, signorina Granger?”
“Ehm...ho dimenticato ...la bacchetta in camera, sì...” Che stupida scusa. La mia fantasia sta facendo cilecca..anche la storia della biblioteca con Ron...che banalità^^; devo essere proprio nel pallone, oggi!
Finalmente, liberatami di Vitious, giungo davanti al quadro della Signora Grassa. Deve essersi appena svegliata, perchè i capelli sono in un tremendo disordine. Nell’angolo destro del quadro c’è un piatto cogli avanzi: crostini e caviale. E poi c’è un bicchiere di champagne riverso sul pavimento. Devono avere festeggiato ieri sera.
“Parola d’ordine?”, la voce è quella di malavoglia, di una che è stata svegliata 
prima di quando desiderasse.
“Sorbetto al limone...”
“Se lo dici tu...”, e la porta si apre. Mi ritrovoin sala comune di Grifondoro. Naturalmente non c’è nessuno a quest’ora. Salgo le scale, verso il dormitorio maschile. Ormai è chiaro dove voglio andare: dirigo i miei passi, mi ordino di andare avanti. Sto facendo una cosa contro il regolamento, ma al diavolo! Soprattutto sto facendo qualcosa che non so dove mi porterà.
 
Busso alla porta della camera, sul pianerottolo in cima alla scala a chiocciola. E’ la camera di Ron, di Neville Paciock e di.. “Harry...?” Nessuna risposta. “Domando timidamente, poi apro la porta, tenendola socchiusa. “Ci sei?..”
 
Mi addentro piano piano nella camera. Le mie scarpe dal tacco basso contro il pavimento, cerco di fare il minimo rumore possibile. Oggi fa proprio freddo. Se c’è qualcuno sarà sotto le coperte.
Sotto il baldacchino, al centro della stanza, c’è il letto di Harry Potter. Dalle pareti della stanza, la squadra di Quidditch dell’ Irlanda mi squadra, mentre le Nimbus 2002 sfrecciano avanti e indietro per tutto il poster. Dev’essere di Ron, lui è patito di gadget da supporter di Quidditch. Questa cosa mi fa venire in mente quando era un fanatico di Victor Krum. Poi però, quando quel ragazzo ha fatto amicizia con me, e siamo andati assieme al ballo del Ceppo, Ron ha cominciato a non sopportarlo. Penso che sia stato un atteggiamento stupido da parte sua.. E poi. Non mi ha fatto piacere quella sua gelosia. Perchè avrebbe dovuto essere geloso di me? Siamo solo amici.
 
Senza accorgermene, sono giunta ai piedi del letto di Harry. Sotto le coperte, riconosco la sagoma di qualcuno, le ginocchia sollevate, i gomiti... e infine una ciocca di capelli marrone scuro, in vista. Gli occhiali sono appoggiati sul comodino, con le astine aperte. Mi viene istintivo chiuderle, poi ripongo gli occhiali sul ripiano.
Harry  deve avermi ormai sentita. Devo essere un pò a disagio, inizio a sentire una specie di batticuore, mentre vedo la coperta incresparsi. C’è una cosa che non...non mi son detta oggi. E qualcosa che non ho dato ad Harry.
I suoi occhi fanno capolino da sotto le lenzuola. ..”Her...... Cosa ci fai qui?”, sbuca fuori all’improvviso con tutta la figura, e si mette a sedere sul letto. “Non dovresti...perchè non sei...”
E’ diventato rosso. “..a lezione..? Ecco...Ron mi ha detto che non saresti venuto..pensavo che non stessi bene..hai la febbre? dovresti andare in infermeria se non ti senti bene...”, dico d’un fiato.
“No...non è questo.”
“C’è..qualcosa che non va allora...?”..Mi accosto timidamente al letto. Finora ero rimasta a una discreta distanza. “Posso..posso sedermi....?”
“Sì, certo...” Il rossore non è sparito dalle guance di Harry. Il pigiama è arrotolato sulla sedia, così deve essersi messo a letto con l’uniforme di Hogwarts indosso. Perciò, forse..
 
Vedendo la sedia occupata, mi metto a sedere ai piedi del letto, di traverso. Accomodo la gonna, e mi metto ‘comoda’ sull’orlo. Comincio a dondolare le gambe. Harry non è molto loquace. Mi metto a osservare le mie gambe, velate dalle calze nere. Potter mi osserva, mentre non riesco a parlare. Ma neanche lui mi aiuta. Stropiccio con le dita il pullover di flanella, con lo stemma di Hogwarts. Mentre ispeziono, bottone per bottone, la mia camicetta bianca. A questo punto, non ho più niente in cui rifugiare lo sguardo, e mi giro verso Harry.. “allora..c’è qualcosa che non va, Harry?”. Assumo un’espressione la più comprensiva possibile. Cerco di metterlo a suo agio, e forse ha funzionato.
 
“Stamattina..mi ero alzato per venire a lezione. Poi..ero persino sceso giù. Ma..mi sentivo di malumore..così sono tornato a mettermi a letto.”
“Devi sentirti davvero giù....” Oggi è San Valentino, Harry. Sei di malumore per questo?
Sembra che mi abbia letto nei pensieri. “Niente..niente a che fare col fatto che oggi è la festa degli innamorati!!”
“Excusatio non petita, accusatio manifesta!”, pronuncio il latino in modo buffo. Anche perchè mi sembra fuori luogo; la lingua, non il significato.
“Cosa?”
“Vuol dire che hai tirato tu fuori il discorso del San Valentino! Io non ho insinuato niente...” Beh...se volessi, carpirei altre cose ad Harry. Non per niente sono una ragazza, ed anche abbastaza in gamba..Però, adesso lo vedo proprio in difficoltà. Non si difende neppure.
“Non è per questo...”
“Scusami..” Scusami, Harry. Mi alzo dal letto. “Bè, se vuoi parlarne...Dopo la scuola, mi trovi in sala comune. Potremmo...” Ecco, devo chiederglielo, coraggio, Hermione! “Potremmo andare a fare una passeggiata, questo pomeriggio...” Che vocina mi è venuta fuori! Devo essere arrossita.
“Dove vorresti andare....?”
“Così..un giretto nei dintorni. Non abbiamo  molti compiti da svolgere, e domani è vacanza!”
“. possiamo chiederlo a Ron!”. Harry inforca gli occhiali. Ci mette un pò per mettermi a fuoco. E forse legge il disappunto leggero sul mio viso.
Faccio spallucce, poi dico, non senza malizia. “Va bene.”
Non vorrei che venisse anche Ron. Forse, da sola a solo, troverei il coraggio di dirgli..di dargli… Me lo chiedo mentre giro i tacchi verso l’uscita del dormitorio.
“Hermione...”
“Sì.” Mi volto.   
“Grazie.”
“Di niente.” Gli sorrido e lui ricambia. Sono sorrisi leggeri, ma molto belli, i suoi.
 
Quando arrivo giù, Ron è appena uscito dall’aula di Storia della Magia. E’ tutto trafelato, e mi si fa incontro, ansioso.
“L’hai visto?”
“Chi?”. Ron, prima di prendermi in castagna, devi mangiarne di cioccorane...
“Harry, no? Non sei andata da lui?”
“Ti ho già detto che sono andata in biblioteca”, rispondo, scostando i capelli dal viso.
“Perchèèè questo terzo grado? Se vuoi venirci bene, se no tanto piacere! E adesso, se permetti…” Mi libero con uno strattone, dalla leggera presa sul mio braccio, e scendo il primo gradino verso l’aula di Pozioni.
“Sembra che oggi non facciamo altro che litigare....Senti, penso che salterò questa lezione, sai?...comunque....”
Mi fermo sul secondo gradino, per ascoltarlo. “Che c’é?” Assumo un tono freddo, ma lo dismetto quando leggo il dispiacere nei suoi occhi. Poi mi stupisco di brutto, quando mi consegna, estraendola in un lampo dalla tasca, una lettera.
“Penso che oggi pomeriggio non verrò neppure. Faccio come Harry, mi dò assente..per favore , la potresti leggere?”
“Cos’è?”
“..Guarda che Harry non è venuto per colpa di una lettera di San Valentino..penso che fosse dispiaciuto per la risposta..ma penso che adesso mi sento anche io come lui, anche senza conoscere la risposta.”Detto questo, se ne è andato, a rotta di collo, lasciandomi con la busta in mano..
“Ron..aspetta…”
E’ persino inciampato. Stava cadendo, e Malfoy lo sta schernendo, assieme a quei cretini di Tiger e Goyle.
 
Ron mi ha dato una Valentina...Per quale motivo?...
Mi sembra di essere una tonta. Il motivo può essere solo uno. Lo stesso per cui  Harry è a letto, lo ha detto pure Ron: solo che la missiva di Harry era per Cho Chang. La mia intuizione non può sbagliare. Potter ha atteso al varco la ragazzina di Corvonero nella sala grande, per darle la sua Valentina.
Questa cosa mi impensierisce più della lettera di Ron. Non ho voglia di aprirla. Mi imbarazza troppo. E’ sigillata con un cuoricino..
 
“Se qualcuno mi chiedesse di preparargli qualche filtro amatorio, o poculum amatorium che dir si voglia, stia sicuro che lo userò come cavia per certe pozioni dagli effetti collaterali ancora tutti da verificare..”, facendo svolazzare i bordi del manto, Piton ha già fatto il suo ingresso in aula. Io ripongo la lettera in cartella, e ne estraggo il block-notes.
“Scusami, Ron...” Devo essere proprio una ragazza egoista. In questo momento, il mio pensiero è che potrò passeggiare da sola con Harry, questo pomeriggio. Anche se lui, probabilmente,  avrebbe voluto essere con Cho...Harry dev’essere molto deluso… Del resto, come posso chiedergli cosa si sono detti..? Mi sa che è più facile per me chiederlo a Cho stessa.
La cosa che mi stupisce di più è che non mi sono ancora detta chiaro e tondo il motivo per cui penso a queste cose. E che faccio finta che non esista una mia lettera..una lettera, riposta nella mia cartella, sotto quella che mi ha dato Ron.
“Signorina Granger!!E’ dei nostri anche oggi?”
“SIGNORINA GRANGER!”, è la voce tonante di Piton
Il secondo richiamo nella stessa giornata. “Sì..Presente..”
La classe scoppia a ridere, soprattutto i Serpeverde, soprattutto Draco, che confabula con i suoi, malignando.
“Professore, la Babbana Granger deve essersi presa una cotta per un ragazzo di nostra conoscenza dalla cicatrice sulla fronte...ma lui è assente, e lei, poverina, non fa che pensare a lui!...e poi, a quanto pare, ha uno stuolo di corteggiatori..”
Sono rossa come un peperone. Mi alzo in piedi. “COSA DICI??COME TI PERMETTI?BADA AGLI  AFFARI  TUOI!”
Draco si alza in piedi e contesta. “Ti ho vista scambiarti lettere d’amore con quel poveraccio di Ron Weasley!!”
“COSA??”Sto per mettere mano alla bacchetta magica. “Perchè non pensi alle tue
di lettere? Forse perchè non ne hai ricevute?“
Draco accusa il colpo, perchè si mette a sedere, fra l’ilarità generale.
“SILENZIO!! Non siamo qui per fare Pettegolezzi!!” Piton è fortemente seccato. Pensiamo tutti bene di non contrariarlo^^;
 
Alle undici, durante l’intervallo, mi faccio coraggio, e, facendomi strada tra le Tassorosso, raggiungo il gruppo dei Corvonero, in fondo al porticato, nel patio interno della scuola. Mi sento imbarazzatissima per quello che è successo in aula. Per la prima volta nella mia vita ho benedetto Piton per aver posto fine alle chiacchiere di Malfoy! Che insensato, poi! Perché aveva fatto riferimento a Harry? Forse è manifesto che…ma io…l’ho scritto, eppure non riesco a dirmelo che..
Tra mille pensieri, arrivo da Cho-Chang.
Dietro di me, sento starnazzare la nuova arrivata dei Tassorosso, quella che i ragazzi chiamano la “mucca rossa”.
E’ una ragazza tedesca, ma con sangue giapponese e americano. Si chiama Asuka Soryu Langley.
Mi volto un attimo. Sta calpestando e stracciando col piede buste e buste di Valentine, ricevute dai poveri sciagurati, abbagliati dal suo indubbio fascino.

”AH-AH-AH!! POVERI IDIOTI!! L’unico uomo che mi interessi è il signor Kaji!!”
Le sue compagne di Tassorosso, poco use a tanta baldanza, la guardano stupefatte. Va bene respingere qualcuno, ma con tanta pacchianerìa, e in pubblico per giunta!^^;
Gocce di sudore freddo spuntano sui passanti che assistono alla scena.
Credo che il Cappello Parlante l’abbia assegnata a Tassorosso solo per via del colore preferito della ragazza. Per il resto, di buone maniere, tipiche di quella casa, la ragazza sembra essere sprovvista.
Ma ho ben altro a cui pensare. Tiro un respiro profondo, e chiamo ad alta voce Cho, che mi dava le spalle.
“CHO!”
“Si?”. La bellissima cinesina si volta e mi guarda interrogativamente.
“Scusami..avrei bisogno di parlarti. E’ molto gentile e acconsente ad appartarsi con me.
 
Siamo sedute da qualche minuto sul largo muretto in cemento che recinta il patio, tra le due colonne a spirale che delimitano l’ affacciata sul praticello su cui indugiano i nostri sguardi.
 
“Capisco. Così vorresti sapere di Harry. Immagino che tu…sia interessata a lui, non è così..”
“E’ un mio amico…e…”Non riesco ad essere sincera con Cho, ma non lo sono neanche con me stessa.Nonostante le parole che tengo strette al petto, avvolte nella busta, conservata nella mia cartella, serrata nel mio abbraccio.
E’ come se mi nascondo dietro di essa.
Cho mi guarda e sorride. E’ una ragazza molto dolce, e davvero molto carina. “Non preoccuparti. Harry è un ragazzo che stimo molto. E che mi abbia voluto dedicare la sua attenzione, anche nel giorno di San Valentino, mi ha lusingata. Ma, come gli ho detto, subito dopo avere ricevuto la lettera dalle sue mani, per non illuderlo: non provo sentimenti per lui, che vadano oltre una semplice amicizia. …Non per qualcosa che manchi in lui..anzi..credo che Harry, in un certo senso, mi piaccia. Ma io amavo Cedric. E non mi sento pronta a stare con nessuno, per il momento. Inoltre…so che Harry ha accanto delle persone che gli vogliono molto bene..anche di più, e a cui lui vuole molto bene a sua volta. Harry non ha avuto modo di conoscermi davvero. Gli ho detto di guardare davanti a sé, perché forse, non riesce a distinguere bene la persona a cui tiene di più.. forse per lui sono solo un pretesto, per non cercare di capire davvero il significato dell’amore.”
Dopo di questo Cho si è zittita. Ho visto anche una lacrima spuntare nei suoi occhi.
“Cho..so che tu volevi molto bene a Cedric. E che per te  non sarà mai possibile dimenticarlo. Spero…spero che tu troverai la forza per andare avanti. E sono sicuro che ce la farai, perché è anche quello che Cedric vorrebbe.” Non so davvero dove ho trovato la forza per dirle queste cose. Credo però che pochi gliele abbiano dette, fino adesso. Tutte abbiamo paura di ferire ulteriormente Cho.
“Grazie..”
Sono contenta che mi abbia sorriso. Non ho fatto male a parlare.
 
“Ecco..sai, volevo ringraziarti anche io…per quello che hai detto a Harry. Sono sicuro che lui ha capito…e ti ringrazio per avere capito anche me. “ Cho ha fatto qualcosa di più che rispondere garbatamente di no  ad Harry. Gli ha anche detto che sotto i suoi occhi c’è qualcuno, per cui forse lui prova qualcosa di più profondo. Non posso fare a meno di pensare di essere io, quella persona. E spero ardentemente che sia come dice Cho. Perché io…
“Di niente..”. Mi sorrise ancora una volta. “Spero di non averlo ferito. Oggi non è venuto in classe, poi.”
“Non preoccuparti. Non credo esista un modo più dolce di dire a un ragazzo che non ricambi i suoi sentimenti. E poi…Harry sa bene i tuoi sentimenti per Diggory. Sa quanto erano forti…quanto lo sono.”

Cho si avvicina..mi abbraccia. Ehi, adesso scappa anche a me una lacrimuccia.
 
Quando torno in aula, la mia mente vaga e si sente leggerissima. Forse davvero…tutto ha un significato: quello che è successo stamattina. La mia curiosità mi ha aiutata a scoprire tante cose: ma ancora non so davvero cosa prova Harry…cosa provo io..
Dato tutto questo, non ho proprio tempo di pensare a cosa prova Ron, mentre apro la cartella e mi balza agli occhi la sua lettera, che, birichinamente, si era spostata in cima alla pila di libri, durante i ‘volteggi’ del trasporto.
 

Seconda parte
 
Finito l’orario delle lezioni, mi dirigo verso la biblioteca. Voglio passare un po’ di tempo in silenzio, concentrandomi: non voglio dire stupidaggini, questo pomeriggio, di fronte ad Harry.
Mi metto a sedere su uno degli scranni. Ho appena preso una copia a caso fra le decine di “Storia della Magia”, di Adalbert Incant. Non che non conosca ogni pagina a memoria, date e luoghi nella mia mente come una cartolina illustrata di stregonerie, roghi Babbani, imprigionamenti ad Azkaban, rivolte di Troll. La mia memoria si perde, ma non mi dimentico del presente.

Vengo riportata all’attimo dal tocco sulla spalla, gentile e timido, di qualcuno.
“Scusami, Hermione…scusami…”, continua a dirmi la piccola Ginny Weasley, la ragazzina dai capelli rossi, con le lentiggini e gli occhi di ambra.
“Ciao, Ginny…” Cosa c’è? Mi sento interrotta, mentre i miei sogni vagavano verso luoghi di fantasia, del tutto estranei alle vicende narrate nel libro.
 
“Ciao..ero venuta per parlarti, Hermione. Hai un po’ di tempo..”
“Sì…ho un’oretta libera, con piacere…”
“Ssshhhhh. Fate piano, per favore!”, alcuni ragazzi di Tassorosso, immersi negli studi, ci zittiscono. A dire la verità la biblioteca è semideserta, oggi.
 
“Scusate..”, entrambe diciamo, poi ci dirigiamo fuori dalla sala di lettura, e prendiamo posto nell’ingresso, su una panchina davanti allo sportello del bibliotecario.
 
 
“Ecco…è di Harry che volevo parlarti.” La cosa mi mette subito in agitazione, che non lascio trasparire. Mi sento come una bambina, in quel momento. I miei ragionamenti corrono per prevedere ciò che Ginny mi sta per dire, e predisporre una difesa del mio cuore, non so ancora contro cosa.
“Dimmi…”, affermo, con celata riluttanza.
“Io…ecco, so che voi siete molto amici..”
“…sì….”
“…perdonami se mi permetto di chiedertelo…”, vedo la sua gracile figurina quasi tremare, mentre solleva gli occhi bassi per guardarmi, “c’è qualcosa di più fra voi?”
“…”, mi sento spiazzata. La guardo quasi inebetita. “No…non c’è…”. Decido di giocare in contropiede. “Come mai me lo chiedi, Ginny?”, le domando, con garbo e lentezza.
“….sì..io..gli avevo scritto una lettera di San Valentino…e non..vorrei fare qualcosa di sbagliato…pensi che faccia qualcosa di sbagliato?”
Povera Ginny. Mi sento così falsa ed egoista. Cosa posso dirti? Non so. Vorrei piangere. Invece, ti abbraccio. “Non fai niente di sbagliato. Non preoccuparti.” Mi divincolo rapidamente dall’abbraccio che la piccolina, dopo un attimo di esitazione, aveva ricambiato. Ginny Weasley ha solo un anno meno di noi, eppure sembra così piccola.. Abbasso lo sguardo, mostrandole i miei capelli, e da quella posizione riparata le dico: “non preoccuparti. Harry sarà contento di ricevere la tua Valentina, ti vuole molto bene.”
I suoi occhi brillano, li vedo in tralice. “…io..lo so che a Harry piace Cho…e poi ha vicino una ragazza bellissima come te, a cui è tanto legato…”
In quel momento capisco che non riuscirei più a trattenermi. “Ginny scusami..mi sono ricordato che devo fare una cosa. Scusami..”, dico, alzandomi in piedi.
La quattordicenne mi guarda, un po’ confusa. “io..di niente..grazie mille, Hermione.” La sincerità del suo ringraziamento è la goccia che fa traboccare il vaso delle mie emozioni e sensi di colpa. Accennando un passo più spedito esco dai locali della biblioteca, e mi avvio su per le scale, dove comincio a fare i gradini a piè sospinto. Giunta al piano dei Grifondoro, comincio a correre, e piango. Piango in silenzio, e corro.
 
*STOMP*
Ho urtato qualcuno. Mi chino a raccogliere la cartella, la cui chiusura a scatto si è aperta, lasciando che il contenuto si sparpagliasse sul pavimento di granito.
“Scusami..”, biascico, asciugandomi le lacrime con la destra, e seguendo la scia delle mie carte riverse. La mia mano sfiora quella della persona in cui mi sono imbattuta.
“Hermione!”
Sollevo lo sguardo. “Ha…”
“Hermione!! Hai gli occhi lucidi..cosa è successo…?”
“Harry, scusami…” Ricomincio a piangere, ma Harry mi accarezza i capelli, passandoci la mano, lievemente.
“Che ne diresti di andare a fare la nostra passeggiata, eh?”, mi dice, con un leggero sorriso.
“Io..sono un disastro…”
“…cosa dici? Vieni, dai! Ti va?”
“Sì…” Adesso mi sento meglio.
“Hey..è tua quella?”. Harry ha notato qualcosa dei miei incartamenti rimasto per terra.
Non avevo ancora raccolto…la mia lettera!!! Mi precipito a raccoglierla, precedendo il suo gesto. Potter rimane un po' interdetto dal mio rush!^^;
Ci ho messo la foga di una centometrista. Ma non potevo permettere che leggesse l’intestazione. “Ma in fondo non l’avevi scritta per lui?”, mi dice una vocina dentro. “Zitta, tu!”, le rispondo, ma lo faccio ad alta voce.
“Con chi parli, scusa?O_O;”
“Ehm, niente Harry, niente^^; scendiamo” Che figura!!!
 
 
Ma c’è di peggio. Scendendo le scale, incrociamo Ginny Weasley. La vedo tenere stretta la sua lettera fra le mani, quasi pronta a consegnarla ad Harry. Forse dovrei farmi da parte.
“Harry, scusami, ho dimenticato qualcosa in bibliote…”
Nel frattempo, però, vedo che lo sguardo di Ginny, prima intento e pronto al balzo verso Harry, è impegnato a osservare colui che l’ha appena approcciata.
Basterebbe osservare il naso arricciato di Harry, per capire di chi si tratta.
“Malfoy…Cosa vorrà da Ginny?”
“Mah…” Non so che dire, mentre vedo che la prende e la conduce da parte, svoltando a destra, dopo aver sceso le scale con lei. Prima di sparire dalla mia vista, Ginny mi lancia un’occhiata indecisa. Un momento…sono a braccetto con Harry..forse è per questo che la piccola Weasley si è lasciata “trascinare” da Draco, desistendo dal suo intento primario? Ehi, un momento..sono a braccetto con Harry. Mi ero quasi scordata di accorgermene, ma adesso lo sento. E non riesco a pensare al fatto che mi sento un’egoista e una fedifraga, che forse Ginny si è sentita tradita. Non ho tempo di pensare a niente, perché scendo, sotto braccio a lui, come dice in quella poesia, almeno un milione di scale…
 
“Spero che quel farabutto non le faccia qualcosa di male. Altrimenti…!!”
“Ehi, Harry..non so perché ma ho un leggero sospetto..”
“Di che si tratta?”, mi domandò.
Oh, Harry cadi dalle nuvole! “Oh, niente! Intuito femminile!”
“Senti, ma non avevi detto che hai scordato qualcosa? Vuoi che vengo con te a recuperarla?”
“Oh, fa niente, la prenderò dopo.” Destino non vuole che io ed Harry rimandiamo la nostra passeggiata. E forse c’è qualcos’altro in serbo.
“Ma Ron non è voluto venire con noi? Perché? E’ da stamattina che non lo vedo, sai dove si è cacciato?”
“Mah…” Fingo di non avere idea. “Non saprei proprio. Credo avesse da fare. Del resto, oggi sono tutti strani.
“Eh, già..”, per qualche motivo non sospetto Harry arrossisce leggermente.
 
Siamo seduti su una panchina. E’ proprio vero che una ragazza si sente terribilmente sincera, accanto alla persona a cui tiene di più. Così è per me con Harry adesso, mentre stiamo seduti, alla distanza regolamentare, su una panchina nelle immediate vicinanze del castello.
 
“Ogni volta che parlo con te, le sere in sala comune..poi vado a letto, mi stendo, e guardo il soffitto, e penso. Mi vengono in mente tutti i momenti passati, le cose che so di te, quelle che ho immaginato: e tutto mi frana addosso, mi sembra di precipitare. Vorrei aggrapparmi stretta stretta a quei momenti. Perché mi sembra che, se stringo la mano, sono come sabbia di una clessidra, che scivola via. Allora..penso che ti voglio bene. E mi sento meglio.” Gli sorrido adesso. E’ rimasto ad ascoltarmi. Non gli sto mica dando ripetizioni di Aritmanzia. Adesso mi sembra che mi scoppi il cuore: forse ho detto troppo, con quello che ho detto.
 
“Io..vorrei saperti dire cose così belle.” Oh, Harry. Mi piacciono queste tue risposte, sì…mi piacciono. E non è solo che sono lusingata. Forse ti sto facendo un sorriso scemo? Ti sembro superba, in questo momento?
“No, Harry..io..” D’istinto avvicino le labbra alle sue. Non me ne sono neanche accorta. Volevo sorridergli da vicino. Lui si avvicina a me. E poggia le sue labbra sulle mie. E’ dolcissimo. Mi batte il cuore fortissimo.
 
 
Ron girovagava inquietamente per i corridoi di Hogwarts. In quel momento, la ragazza che lui desiderava ardentemente, se la stava ‘spassando’ col suo migliore amico. Era una situazione tale da mandarlo in bestia: Ron non era il tipo da deprimersi, così rispondeva all’evenienza in maniera sovreccitata e scostante. Non dava retta a nessuno, e continuava a camminare: d’un tratto prese la risoluzione di andare a cercare quei due.
 
…Gliela farò vedere io..Harry la vuole prendere in giro? Non era perso per Cho, tanto da non venire a lezione per un suo rifiuto? E poi quella stupida di Hermione. Quella stupida…
Ma il suo treno di pensieri fu interrotto da una vista inaspettata. Sua sorella che interagiva con Draco Malfoy, il suo nemico giurato.
”GINNY! Cosa credi di fare, Malfoy?”
Draco si girò al richiamo, e squadrò colui che l’aveva richiamato. Anche Ginny si girò a guardare. Quando la ragazzina riconobbe il fratello, si sentì preoccupata.
“Aspetta, Ron.. Draco non mi ha fatto niente.”
Draco lo osservò: Ron fissò gli occhi nei suoi. Notò che c’era meno cattiveria del solito negli occhi cerulei del figlio del MangiaMorte Malfoy.
“Ah, Weasley. Non temere, stavo togliendo il disturbo.”
Ginny ripose in tasca una busta consegnatale da Draco.
“Se non te ne vai subito, ti farò sloggiare con le cattive”, intimò il ragazzo dai capelli rossi al suo arci-nemico, sfiorando la bacchetta magica con la mano, pronto a lanciare qualche incantesimo d’attacco.
 
“Zut..me ne vado perché lo decido io..”
 
 
“Vieni qui, Ginny. Cosa voleva quel viscido?”
La minore dei fratelli Weasley si avvicinò timidamente al fratello. “Niente, Draco, davvero. Voleva chiedermi una cosa.”
“Non ti devi fidare assolutamente di lui, hai capito??”
…”….” Ginny era veramente a disagio. Tutt’al più che aveva ancora negli occhi la scena di Harry e Hermione a braccetto. In fondo, forse non significava niente. Aveva appena parlato con Hermione, e..
“Senti..come mai non sei con Harry ed Hermione? Che facevi da solo?”
La domanda della sorellina lo spiazzò. “Come?..così…stavo facendo quattro passi..”
“allora…li facciamo assieme?..” In fondo, Ginny pensò che non aveva niente da fare. E magari, girando per Hogwarts, avrebbe potuto scoprire che fine avevano fatto H. & H.
Non poteva immaginare che il fratello fosse sulle loro tracce, con intenti simili, ma presupposti più bellicosi.
“Uff…!” Se le cose stavano come lui pensava, non era un bene che Ginny la seguisse. Ron sapeva della passione della sua sorellina per Harry. “Se ho detto che non puoi venire, vuol dire  che non puoi venire!!” E si rimise in moto, a passo spedito.
“Ehi..ehi, aspetta!! Non andartene!! Hai forse un appuntamento di San Valentino??”
“MA COSA DICI???IO?? UN APPUNTAMENTO??”
“Ohhh…allora ti ho colto sul fatto!!!E’ proprio un appuntamento!”, ridacchiò Ginny.
“Non è nessun appuntamento.”
“Allora vengo con te!!”, disse allegramente.
“Fa’ come vuoi!!” A Ron non rimase altro che gironzolare senza meta lungo il corridoio, senza decidersi ad uscire da Hogwarts. Tuttavia, teneva un occhio alle finestre, per controllare i dintorni del castello. Probabilmente i suoi due amici si trovavano da qualche parte là fuori. A dire la verità, c’era poca gente, e poche coppiette di studenti: era una giornata fredda.
“Ma dove stiamo andando?”, chiese spazientita Ginny, stanca di girare  come una trottola.
“Hai voluto seguirmi e adesso ti lament…”
Ronny si raggelò sul posto, mentre i suoi occhi guardavano fuori dalla finestra, che dava sul prato prospiciente il castello. Eccoli..E si stavano…
 
“Cosa c’è, Ron?”
“Niente. Niente.”, disse, mentre i suoi occhi indugiarono un ultimo istante sulla scena.
“Cosa hai visto lì fuori?”
“Niente. Andiamo!”, così Ron prese Ginny per un braccio, tirandola via, ma la sorellina si oppose. “ASPETTA!!FAMMI VEDERE!!”
Ginny fece in tempo ad affacciarsi al finestrone, per vedere Harry abbracciare Hermione, poi staccarsi da lei, per poggiare le sue mani sulla vita della Granger, che cinse Harry a sua volta.
“…” Ron a questo punto la tirò via più decisamente. “Hermione…mi aveva detto…”
Mentre la tirava per mano, conducendola lungo il corridoio, la sentì singhiozzare. Così si fermò. Si voltò verso Ginny, e pose le sue mani sulle guance di lei. Asciugò il suo pianto, seguendo la traccia del rivoletto di lacrime con un dito. Ecco. “Ginny..Non piangere, ti prego. Ti prego.”
“Ron..Ron…” Lo abbracciò. Stettero in silenzio per un po’. Qualche Grifondoro e Corvonero di passaggio li vide e bisbigliò qualcosa in silenzio. Senza curarsene, rimasero lì, fratello e sorella.
Ginny sollevò lo sguardo, e lo fissò. “Ronny, a te piace Hermione, vero?”
“Sì…”. Gli uscì un filo di voce.
“Mi dispiace.”
“A me dispiace per te. Anzi. Mi dispiace solo per te”, aggiunse.
 
 
 
 
Harry mi accarezza i capelli, ancora una volta. Adesso il mio cuore sembra un’altalena.
 
“Senti…” Mi viene voglia di passeggiare accanto a lui. Voglio rivivere quell’istante dentro di me. So già che lo rivivrò un milione di volte. “Andiamo sulle alture?”
“Ok..c’è una bella vista da lì”. Parliamo l’una  all’altro più timidamente, adesso. Ma ci sentiamo più vicini.
 
“EHI!!” La voce di ….Ron. E’ dietro di noi.
“Ron…”.
“Harry…” Ron lo saluta a sua volta, poi mi fa un sarcastico inchino.
“Complimenti signorina..Spero che abbia passato un piacevolo giorno di San Valentino.”
Rimango di sasso. Non mi aspettavo che facesse una cosa del genere.
“Ron. Non ti permetto di mettere Hermione in imbarazzo. E di rovinare tutto per la tua gelosia. Tu sei un mio caro amico. E un amico di Hermione. E non dovresti comportarti così.” Harry avanza verso di lui.
I nervi di Ron cedono, e si slancia verso di Harry, prendendolo dal colletto del paltò. “Ah, e si comportano come voi?? COME TE?? Non eri innamorato di Cho, fino a stamattina? Adesso invece fai il filo ad Hermione? Vuoi imbrogliare lei? O ignoravi che a me è sempre piaciuta Hermione…”
Harry tace. Ron si rivolge a me. “O come te? Se quello che avete fatto a me lo perdono, non posso perdonare alla signorina  Granger di avere ferito e ingannato Ginny…” Le sue labbra tremano.
“Mi…mi dispiace per lei…mi dispiace tantissimo. Io non intendevo ferirla.”
Ron lascia andare Harry, e mi guarda. “….”
“Non intendevo ferirla. E vorrei chiederle di perdonarmi. Se può.”
“Lei sapeva che venivo qui. Vi ha visti, non volendo, da una finestra. Non ha voluto venire con me, e forse ho fatto male anch’io a venire. Ma mi ha detto di dirmi di non preoccuparti per lei.”
 
Rimango in silenzio. Harry si avvicina a me, e mi cinge le spalle col suo braccio. “Ron..Ginny ha capito quello che non hai capito tu. Non hai capito che io ed Hermione abbiamo semplicemente seguito il nostro cuore. E che non era possibile fare altrimenti. Avremmo ferito la persona a cui teniamo di più, se li avessimo rinnegati. E compito dei nostri amici, in questo caso, sarebbe stato capirci. Tu sei il nostro migliore amico…eppure, sembri non averci capito. Io non amavo davvero Cho. L’ho capito solo oggi. Ho capito qualcosa di molto importante. La persona numero uno nel mio cuore, è Hermione Granger. Solo lei. E questa cosa riguarda me e lei. E nessun altro. E tu non hai il diritto di rovinare la giornata di Hermione. Perciò ti prego di lasciarci in pace. E di chiederle scusa.”
 
Harry ha trovato le parole giuste. E mi sento protetta, con lui.
“Scusami…scusatemi..” Ron se ne è andato. Il senso di colpa verso Ginny rimane, e forte. Per non averle detto subito la verità.
Ma quello che mi preme sapere, è se le parole di Harry sono vere. Se davvero lui…
Ma sembra che mi legga nei pensieri.
 
Ron si è allontanato. Senz’altro Harry mi prende per mano. “Volevi andare sulle alture, vero?”
“Uhn…”, annuisco debolmente. Mi sento felice. Mi ha difeso da una tempesta di emozioni cattive. Non voglio disinteressarmi degli altri , dei miei amici. Ma adesso voglio pensare solo a lui.
“Senti, Hermione. Quello che ho detto prima…”
“sì…”, rispondo, mentre salgo il declivio con lui. La campagna attorno ad Hogwarts è così verde…come le mie speranze.
“io..spero di non deluderti mai….non so se posso renderti felice..ma lo vorrei tanto..più di qualsiasi cosa al mondo..perché…ti amo.”
“…….” Mi fermo e si ferma il mio cuore. Si ferma anche lui. E gli dico “Ti amo”.
 
 
 
 
Appendice 1. Le lettere d’amore.
 
I.
Cara Ginny…forse non te l’ho mai mostrato coi miei gesti.
Forse ti appare assurdo. Ma a me non lo pare. Perché tu sei straordinaria.
Come non lo è nessuna per me. E mi vergogno di essere così codardo,
perché vorrei avere tutto il coraggio del mondo, per te.
Ti voglio bene. Molto.
 
Draco Malfoy
 
 
Ginny  strinse la lettera  forte a sé, e si rigirò su letto, mettendosi su un fianco.
 
II. 
Caro Harry…non te l’aspettavi, vero? Sono proprio io, che ti scrivo.
....
.......
.......
Sei la persona più importante del mondo per me.

I care you. A lot.

Truly Yours
Hermione
 
 
Harry strinse il foglio al petto, e guardò il soffitto, pensando: “Un altro soffitto
sconosciuto..”
 
 
Appendice 2. La morale della storia.
 
“Voldemort is in his heaven. All’s right with the Muggles!”
Trad. “Voldemort è all’altro mondo. Tutto a posto coi Babbani!” ;)

  
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