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Autore: NihalDellaTerraDelVento    08/11/2016    3 recensioni
SPOILER DAL MANGA.
Sanji ha rinnegato tutto, anche i suoi compagni.
Doveva spezzarli. Facendolo li avrebbe salvati.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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La mia speranza è in fiamme,
I miei sogni sono in vendita.
Danzo su un filo.
Non voglio abbandonarla.


[…]

HELP ME, I’M BURIED ALIVE.

(Within Temptation-Lost)



 
 
Aveva passato il limite.
Il corpo di Rufy giaceva inerte ai suoi piedi. Era svenuto. Era stato lui. LUI.
Non se lo sarebbe mai perdonato. Lo aveva colpito e colpito più volte. Aveva rotto ogni legame con la sua ciurma, coi suoi compagni.
Si odiava.
Ma era necessario.
Avrebbe convissuto per tutta la vita con quell'odio che lui e la sua ormai ex ciurma provavano per lui.
Meglio così che vederli morti.
Poteva convivere col disprezzo che provava per sé, ma non col peso della morte di quegli stupidi.
Stupidi.
Perché erano lì? Perché non lo avevano lasciato solo? Non c’era salvezza per lui, era braccato.


Quando vide Rufy venirgli incontro seguito da Nami il suo cuore perse un battito.
Quella ingenuità, quella dolcezza nella voce di lui furono come un coltello che gli trapassò il cuore.
Non capivano in che pasticcio si erano cacciati? Sarebbero morti.
Poteva fare solo una cosa, solo in un modo li avrebbe salvati. E allora si calò una maschera di superiorità sul volto.

-Andate via, piccoli luridi pirati.-

Il volto scuro, la mascella contratta. Il tono era intriso del più puro disprezzo. Ma non era per Rufy o Nami.
Si disprezzava per ciò che si stava accingendo a fare.
Sperava di spezzarli, di scacciarli delusi.
Ma Rufy era testardo, caparbio e, soprattutto, conosceva i suoi compagni meglio di sé stesso. Aveva cieca fiducia in loro e mai si sarebbe coperto del disonore dell’abbandono. Li aveva sempre salvati. Robin, Nami, Zoro. Ora era il turno di Sanji. Solo che lui non poteva essere salvato, non c’erano speranze per lui.
Come poteva quello stupido di Rufy non vederlo? Come poteva essere così cieco?
Allora capì che per scacciarlo via doveva compiere il più alto dei tradimenti. Doveva colpirlo, doveva distruggere quel ragazzo che tanto aveva fatto per lui.
Non c’era scelta.
Lo colpì una, due, tre volte.

-Andate via.-

Perché Rufy non se ne andava? Perché non reagiva? Lo avrebbe steso con un singolo pugno se solo avesse provato a combattere. Ma era lì, inerte, rifiutandosi di sfiorare un componente della sua preziosa ciurma. Sanji colpì sempre con maggior violenza, intriso dall'odio che provava per sé stesso.

-Sei sempre stato un fastidioso egocentrico bastardo.-

Niente, Rufy si rifiutava di lasciarlo andare.
La voce di Nami gli giunse ovattata alle orecchie. Stava piangendo, lo stava supplicando di fermarsi. L’aveva spezzata. Era arrivato al limite, aveva infranto il suo codice. Specie con lei, l’unica che non avrebbe mai voluto veder piangere.
E, allora, decise di alimentare quella voragine. Doveva salvarla. Le scoccò uno sguardo di fuoco e la vide impallidire.
Quella farsa lo stava spezzando, doveva farla finita.
Con l’ultimo grammo di volontà diede un ultimo calcio a Rufy, che svenne. Si accasciò per terra, portando con sé ogni sogno di Sanji.
Sarebbe stato lì per ore ad osservare il suo tradimento, come costante memoria dell’uomo che era. Ma non era finita. Fu sempre con disprezzo che voltò le spalle a chi amava.

-Mi scusi, Lord Sanji-

Si voltò e vide Nami, era ad un soffio da lui e lo guardava con gli occhi in lacrime, luccicanti di odio.
Non se lo sarebbe mai perdonato. No.
Avrebbe potuto benissimo evitare lo schiaffo che la navigatrice gli diede. Ma non lo face.
Lo accolse sul suo volto, conscio di meritare ben di peggio.
A quel gesto vide i suoi fratelli alzarsi. Ora era terrorizzato. Sapeva cosa le avrebbero fatto, aveva avuto la prova di come trattavano le donne.

-Vattene- disse a denti stretti a Nami, il tono che rasentava la supplica.

-Allora addio, spero possiate perdonare queste mie maniere forti.-

E se ne andò.

-Fratello sei sempre stato un debole. Vuoi che vada a finirla io? Sai che ci so fare con le donne…-

La voce di Ichiji era minacciosa. Non gli avrebbe mai permesso di sfiorare quella donna con un dito.

-Non impicciarti, questi sono fatti miei.-

E senza dire altro la seguì.
Gli bastarono due salti e in un lampo fu da lei. Si era rifugiata in una piccola radura. Era per terra, le mani cinte a trattenere le gambe, come se potessero cedere se solo le avesse lasciate andare. Il volto fisso in un punto imprecisato del terreno, era irrigato da un fiume di lacrime, nato da quella sorgente di dolore che erano i suoi occhi.
Lo vide e tornò la donna combattiva di sempre. Si sollevo, arma alla mano, pronta a combatterlo. Poco importava che lei fosse debole, Sanji era un nemico e lo avrebbe trattato da tale.
Sanji si spezzò maggiormente a quella visione, come se fosse possibile.

-Stai tranquilla piccola sciocca, non ho intenzione di sporcarmi le scarpe col tuo sangue sporco.-

Doveva essere crudele. Doveva farli andare via e non vederli tornare mai più.

-Stupida. Credevi davvero che sarei venuto con voi? Che vi avrei seguito? Siete degli ingenui. Come potrei mai io, Vinsmoke Sanji, mescolarmi a voi nullità?
Qui mi aspetta una vita negli agi, una bella moglie e tutti i soldi che si possano desiderare. Voi non avete più nulla da offrirmi. Vattene via, piccola pirata. Sono clemente, oggi non ti attaccherò.-


Aveva finito. Aveva rinnegato tutto sé stesso, aveva sputato in faccia a chi amava. Ora era distrutto. Ma sapeva che ora loro lo avrebbero abbandonato. Era giusto così, perché sarebbero stati salvi.
Ma per Nami, impertinente nata, non era finita. Doveva levarsi un ultimo sassolino dalla scarpa.

-Clemente? Sei solo un bastardo, Sanji. Come hai potuto colpire Rufy? Tutti noi sappiamo del tuo debole per le donne ma sei così folle da buttarci come spazzatura una volta trovata una che te la dà? Mi fai schifo.-

-Stronzate.-

-Come? Scusi, oh mio sommo Lord, non è stato lei a dire che preferiva gli agi a dei piccoli luridi pirati? Non può di certo rimangiarsi le sue parole, ora. Ma vada, la sua sposa lo attende. Con un poco di fortuna potrà vedere cosa si nasconde sotto le mutande.-

-Stronzate.-

Il volto di Sanji era livido, i pugni contratti. Non avrebbe dovuto negare, ma non riusciva a sostenere il peso di quelle false accuse.

-Mi fai davvero schifo- ripeté la navigatrice. Ogni sillaba intrisa di disprezzo.

-STRONZATE!-

-Ma davvero? Allora mi dica, Lord Vinsmoke, qual è la verità?-

Basta. Aveva sopportato tutto quello che poteva. Sanji, adesso, era giunto al limite.
Fece crollare quella maschera. Tutta la sua sicurezza e superiorità si sciolsero come neve.
Finalmente mostrò il suo vero volto. Il volto di un uomo distrutto. Stava perdendo tutto.
Nami fu stupita da quel cambio repentino di registro, non se lo aspettava.
Fu con voce rotta dalla sofferenza che Sanji le rispose:

-Sai benissimo qual è.-

Con un balzò eliminò la distanza tra di loro. Stava per essere condotto all’inferno, ma prima voleva un assaggio di paradiso. Afferrò il volto della navigatrice con le mani e premette le sue labbra su quelle salate di lei. Fu un bacio urgente, disperato, pieno di desiderio e di dolore. Sanji provò a trasmetterle tutto quello che provava in quel piccolo, impudico, contatto. Lei, forse per la sorpresa, non reagì. Lo lasciò fare. Accolse quelle labbra sofferenti appena pizzicata dal pizzetto del lord.
Sanji si perse in quel bacio e si ritrovò mille e più volte. Tutta la sua esistenza l’avrebbe trascorsa così.
Ma non poteva. Fu lui ad interrompere il contatto. Poggiò la fronte sulla sua, sempre tenendola stretta, e fissò per un istante i suoi magnifici occhi nocciola.
Dio, quanto era bella.
Eliminò ogni altro residuo di calore dei loro corpi e si allontanò, la vide fissarlo stupita.
In quel momento si voltò e sapeva che non si sarebbe guardato indietro mai più.

-Addio, Nami-san.- e tornò alla carrozza.

Una volta salito non degnò di una parola quella sua così detta famiglia. Voleva andarsene da quel luogo.

-SANJII!-

La voce di Rufy arrivò come uno schiaffo. Sentì lo sguardo annacquato di Nami sulla pelle, ma non si voltò.
Se lo avesse fatto sarebbe stato perduto. Girò il viso dall'altro lato e si copri il volto con una mano. Perché non lo lasciavano in pace?

-Mi hai colpito molte volte! Mi hai colpito con violenza! Ma non sono di certo io quello che sta soffrendo. Non mi muoverò da questo posto finché non tornerai. Non farmi aspettare troppo, Sanji! Senza di te io NON POTRO’ MAI DIVENTARE IL RE DEI PIRATI!!-

Sanji non disse nulla, né si voltò.
Per una volta il cuoco cedette alle lacrime che, impotenti e amare, gli bagnarono il viso.
Aveva fallito, non li avrebbe più potuti salvare.
Aveva perso tutto.







Note autore: Diciamo che non sono una grande fan della coppia Sanji/Nami, ma adoro Sanji. E' il mio personaggio preferito della ciurma (si, scusa Zoro). Adoro finalmente che una saga sia dedicata a lui e questi due capitoli li ho trovati tristissimi. Mi sono chiesta: e se potesse parlare con Nami? Cosa le direbbe sapendo di doverla lasciare? Credo ,infatti, che, occhi a cuoricino per ogni essere femminile a parte, Sanji sia davvero innamorato di lei. Ed ecco che questa storia ha preso forma. Spero sia di vostro gradimento.
Forza Sanji, siamo con te!


Ho aggiunto un seguito a questa fic, un'altra one-shot. Se volete la trovate a questo link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3574087&i=1

 
   
 
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