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Autore: SimbaCourage96    08/11/2016    0 recensioni
Kurt Hummel e Blaine Anderson sono novelli sposi e sono tornati a New York. Kurt frequenta la NYADA e Blaine andraà alla NYU.
Sono felici. Ma c'è una questione lasciata in sospeso e sarà Kitty Wilde a farla riemergere: Vorranno mai avere dei figli?
Uno li vuole al più presto e l'altro teme sia troppo presto
Pareri contrastanti li porteranno poi all'armonia di una decisione comune.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kitty Wilde, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Jessie/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Nuovo Capitolo!
Scusate se ci ho messo tanto per il capitolo, ma ho avuto da fare e anche la mia Beta babykit87l, che ringrazio.
Ho quasi terminato il prossimo quindi spero di aggiornare prima stavolta
Non ho avuto il tempo di fare la foto per il capitolo (so che non è fondamentale, ma ci tengo xD) e l'aggiungerò più avanti.
Detto questo, spero vi piaccia, vi lascerà a bocca aperta u.u


“Kurt, è una notizia strepitosa!” Esclamò Rachel, mostrando uno dei suoi migliori sorrisi.

I due amici erano andati al loro bar preferito per bere il the del pomeriggio, adoravano questa tradizione del giovedì, l’unico giorno in cui Rachel non era impegnata. Kurt aveva appena finito di ‘festeggiare’ con Blaine e non resistette nel dare la notizia anche alla sua migliore amica.

“Grazie, Rach. Non posso credere che Isabelle abbia fatto questo per me, è proprio la mia fata madrina…” sospirò lui contento.

Mentre parlavano, Rachel non faceva che esibire l’anello di fidanzamento con qualsiasi gesto della mano, come prendere la tazza ripetutamente in mano, senza bere un sorso della bevanda, sbadigliare per finta e  sistemarsi i capelli, anche se erano già perfettamente acconciati con una semplice coda di cavallo alta.

Così Kurt decise di farla felice e le chiese del matrimonio.

“Oh bè… non me l’aspettavo questa domanda! Mi fai arrossire!” Esclamò lei, portandosi le mani sulle guance arrossate.

“Quando ci sarà la cerimonia?”

“Jesse e io siamo molto impegnati in questo momento, ma spero di trovare un buco per l’anno prossimo.”

“Certo, capisco… e chi inviterete?”

“Tutti, è ovvio!”

“Anche Santana?” Chiese perplesso.

“Kurt, sono passati mesi dal nostro ultimo litigio, ora riusciamo a stare nella stessa stanza, per cinque minuti, senza ammazzarci!” Disse, soddisfatta di sé e raddrizzandosi sullo schienale della sedia.

“Ed è un enorme passo avanti, ma…”

“La inviterò, tanto sarò io la protagonista dell’evento.”

“Quando mai non lo sei…” disse a bassa voce il castano e Rachel, che lo sentì ugualmente, fece un’espressione offesa, ma era la verità in fondo, quindi cambiò solo discorso, schiarendosi la voce.

“Allora Kurt… tu hai ripensato alla questione ‘Baby Klaine’?”

Kurt la guardò confuso, allora si spiegò meglio, “Oh, scusa, tutti vi chiamano così, sai, come me e Jesse, noi siamo St.Berry!” Affermò sognante quando nominò il suo futuro marito.

“Bè, smettetela allora, abbiamo già Sue che ci chiama così e ha anche cominciato a mandarci delle cartoline a nome Klaine, fortuna che il postino ci conosce…”

“Comunque…” continuò lei, in attesa di una risposta.

Kurt sospirò, ma sorrise.

“Comunque, ho rivalutato un po’ il tutto… Blaine accetterà quel contratto, Isabelle mi ha dato la possibilità di diventare stilista…”

“Ah!” Esclamò la ragazza, superando il tavolino e abbracciandolo. “Sono così felice per voi! Ascolta, io sarò la vostra surrogata e non avrete bisogno della donazione di
Quinn, voglio essere io la madre biologica e Blaine sarà il padre biologico, così tu e lui avrete un bambino e io avrò finalmente un figlio con Blaine dai tratti euroasiatici!”

Disse tutto d’un fiato e, per un attimo, Kurt perse il filo del suo strambo discorso.

“Rachel, Blaine è MIO marito e il bambino che porteresti in grembo sarebbe MIO figlio e di Blaine, capito?”

“Certo, certo, ma dimmi, glielo hai già detto?” Chiese poi, ignorandolo e riprendendo posto di fronte a lui.

Kurt rimase in silenzio. No, non glielo aveva ancora detto.

Sì, avevano tra le mani le occasioni delle loro vite e magari ne sarebbero usciti con molti soldi che sarebbero serviti a crescere un bambino, ma il castano non aveva ancora cambiato idea sugli studi. Blaine avrebbe studiato da privatista durante i possibili tour se la sua carriera fosse decollata, e lui avrebbe terminato i suoi alla NYADA e realizzato i suoi sogni allo stesso tempo.

Glielo avrebbe detto solo al momento giusto.

***

“Kut!”

“Ehi, Katie! Come va?”

La piccola sorrise e si aggrappò al collo del ragazzo.

“Non fa che chiedere di te, lo sai?” Sorrise Stephanie, salutando l’amico.

“Oh, ne sono onorato principessa” si rivolse alla bambina, che aveva circondato Kurt con le gambine e lui d’istinto la prese meglio in braccio poggiandole poi una mano dietro al collo per tenerla e non farla cadere.

Poi la bambina allontanò la faccia dalla sua spalla per guardarlo negli occhi.

“Blan?” Chiese lei, guardandosi poi intorno.

“Blan… oh! Blaine! Lui è a scuola.”

Katie fece il broncio, ma poi la faccina tornò rilassata, perché almeno lì con lei c’era Kurt.

“Sai, credo che cederò a questa cosa del bambino” disse poi Kurt, guardando Stephanie che, sorpresa, sorrise ampiamente.

“Kurt… sono così felice per te! E per Blaine! Voi due sarete i papà più bravi e sexy del mondo.”

“Oh, grazie” disse lui sorridendo. Poi vide che Stephanie era diventata all’improvviso più triste.

Lasciò Katie a terra, anche se dovette prometterle di giocare con lei e le sue bambole, altrimenti non si sarebbe mai staccata, e raggiunse l’amica, sedendosi accanto a lei e accarezzandole la schiena.

“ Steph… cosa succede?” Le chiese e la ragazza non si trattenne più. Si buttò tra le braccia di Kurt e pianse.

“Sono stata dal medico oggi…  mi ha detto che ho la leucemia” disse con voce tremante per le lacrime che sgorgavano dagli occhi.

Kurt rimase paralizzato dalla notizia e strinse forte Stephanie, che gli raccontò di come in passato, prima di conoscersi, avesse fatto la radioterapia per un tumore al seno, preso in tempo perché ancora all’inizio e di come l’avesse sconfitto, ma che il dottore le aveva detto di aver sviluppato la leucemia a causa della cura stessa a cui era stata sottoposta,  che avrebbe dovuto cominciare la chemioterapia a breve e sperare di avere qualche possibilità di sconfiggere anche questo.

“Katie… non voglio che rimanga da sola…” disse poi, guardandola giocare dalla cucina. Non si era accorta che stava piangendo e sorrise nel vedere che stava facendo
baciare Barbie e Ken per la centesima volta.

“Kurt… so che ti conosco da poco, ma Katie è felice con te e Blaine. Non voglio che la prendano i miei genitori o che la mandino in un centro adozioni… e nel caso in cui non dovessi farcela, vorrei che la prendeste con voi.” Si asciugò gli occhi e Kurt guardò prima lei e poi Katie.

“Stephanie… ti prometto che ci prenderemo cura di lei…” 

La ragazza sorrise e annuì, rassicurata del fatto che sua figlia non sarebbe rimasta sola.

***

“Ehi Kurt! Guarda cos’ho trovato! Il Blazer della Dalton!” Esclamò Blaine, facendo una mossa di danza degna degli Usignoli.

Kurt appoggiò la giacca sulla sedia e fece un sorrisetto. Blaine spense subito l’entusiasmo e gli si avvicinò.

“Kurt, cos’è successo?” Gli chiese, poggiando una mano sul suo braccio e stringendolo dolcemente.

Kurt alzò lo sguardo e mostrò gli occhi pieni di lacrime, si strinse nell’abbraccio che gli offrì l’altro e pianse. Non poteva certo farlo davanti a Stephanie o a Katie e Blaine era l’unica persona con cui voleva sfogarsi.

***

“Blan!” Esclamò Katie, entrando nell’appartamento Anderson-Hummel, tenendo per mano Kurt.

Blaine l’accolse a braccia aperte e la sollevò.

“La stanza è pronta?” Chiese Kurt, sollevando la valigetta con i vestiti e oggetti personali della bambina, che aveva lasciato sull’uscio della porta.

“Sì, purtroppo non avendo molto tempo… però ho cambiato il letto matrimoniale con un singolo, con l’aiuto di Jesse ovviamente, e Rachel, Kitty e Santana mi hanno aiutato ad arredare.”

“E Rachel e Santana non si sono uccise a vicenda?” Si stupì di ciò che aveva appena sentito.

“N-no… hanno fatto le brave” disse semplicemente e Kurt rimase sorpreso.

“Ehi, Katie, che ne dici se andiamo nella tua nuova cameretta?” Le chiese Blaine.

“Tìì!!” Esclamò gettando le braccia verso l’alto e Blaine riuscì a scansarle per non essere colpito.

Andarono tutti e tre nella cameretta e Kurt e Katie rimasero senza parole. Avevano lasciato le pareti con il colore originale, rosa pastello, ma vi erano attaccate tante sagome dei personaggi della Disney, il letto aveva le coperte di Frozen, e un peluche a forma di pinguino era poggiato accanto al cuscino.

Katie scese dalle braccia di Blaine e raggiunse il letto, ma fece fatica a salirci sopra. Così il moro la sollevò di nuovo, aiutandola.

“Essa! Ofaf!” Esclamò, indicando i personaggi.

“E’ molto Disneyana questa cameretta, Blaine.” Quasi sembrò una critica alle orecchie di Blaine, a quali bambini, maschi o femmine che siano, non piaceva la Disney?
Era perfetta!

“Oh bè, potrai fare tutte le modifiche che vuoi, ma le sagome restano. Non sai quanto sia stato difficile trovarle in così poco tempo.”

“E il pinguino?” Chiese, prendendolo in mano e sistemando leggermente il papillon che aveva al collo.

“L’ho chiamato Pavarotti. Vedi, è un pinguino, ha il papillon… mi è sembrato giusto, no?”

Kurt sorrise. Ripensò ai giorni in cui erano entrambi alla Dalton e il povero canarino Pavarotti era morto poco dopo che lo avevano affidato a lui, ma da una parte fu una cosa positiva, perché finalmente Blaine si era accorto di lui, anche se per questo motivo era stato soggetto di molte battute da parte di Santana. E prima di stare con Blaine, lui era un dolce pinguino innocente, che non sapeva nulla sul sesso o sul come essere sexy. Quando avevano cominciato ad avere una relazione, il pinguino che era in lui era scomparso, anche se, a volte,  ritornava solo per riprendere Blaine quando diventava troppo indecente nei suoi discorsi.

“Si, hai fatto bene” disse e lo riappoggiò dove lo aveva preso. Katie lo osservò e decise di stringerlo tra le braccia.

“Ti piace, Katie?” Le chiese Blaine, accarezzandole i capelli e la bambina annuì timidamente e sorridendo.

“Bene… io vado a preparare la cena” disse Kurt allontanandosi e lasciando che Blaine instaurasse un qualche legame con lei, parlando di come si sarebbero divertiti a vivere insieme e di come la sua mamma sarebbe guarita presto per tornare a prenderla.

Cenarono e poi guardarono un cartone animato seduti sul divano. Come quando le facevano da baby sitter, aspettarono che si addormentasse per portarla a letto. Le misero il pigiama che avevano portato da casa e le rimboccarono le coperte. Per tutta la serata Kurt fu agitato, perché non vedeva l’ora di dire a Blaine che avrebbero avuto il loro bambino, ma voleva aspettare che entrambi cominciassero a lavorare e che Stephanie guarisse del tutto. Finché Katie sarebbe rimasta con loro non potevano certo dedicarsi a un altro bambino in giro per casa che avrebbe avuto bisogno di molte attenzioni.

Quando andarono a letto, rimasero in silenzio per un po’. Kurt sistemò il cuscino e si sdraiò.

“Stephanie ha già cominciato la cura?”

“Si… andrò a trovarla domani…” rispose e Blaine sospirò. Non sapeva cosa fare in quella situazione, così fece l’unica cosa che sapeva avrebbe funzionato.

 Si sistemò accanto a suo marito e lo strinse tra le sue braccia, sussurrandogli nell’orecchio “Sai che puoi contare su di me e non devi vergognarti di piangere…” e gli baciò una tempia.

Durante la notte, Kurt sentì dei singhiozzi provenire dalla stanza degli ospiti, così si alzò in fretta per paura che fosse successo qualcosa a Katie.

Entrò e vide la bambina, rannicchiata su un lato che piangeva, stringendo il peluche.

“Kut…” disse piano e Kurt le si avvicinò. “Voglio mamma, Kut” disse poi, asciugandosi gli occhi con i pugnetti.

“La mamma è con te, adesso non può esserci fisicamente perché deve fare delle cure per stare meglio, ma è sempre con te, qui” disse, portando una mano dove stava il suo cuore. Katie annuì, aveva capito, ma non voleva stare da sola.

“Kut… posso domire con te e Blan?”

Kurt annuì e la prese in braccio “Certo, piccola.”

La portò nel lettone, facendola sdraiare vicino a Blaine, per stare in mezzo a loro, protetta dal loro calore. Kurt portò la mano verso il braccio di suo marito per svegliarlo e quando Blaine aprì gli occhi e vide la piccola dormire con loro, sorrise ed  entrambi  le cinsero il corpicino, intrecciando le dita delle loro mani.

***

Nelle settimane seguenti, Kurt era diviso tra il suo lavoro, che procedeva bene avendo finito già tre capi d’abbigliamento, e le visite a Stephanie che stava facendo la chemioterapia e spesso, durante le visite, dormiva per la troppa stanchezza.

“Mi piace la parrucca di oggi” commentò Kurt. Cercava di sorridere sempre, per non rendere la situazione ancora più triste di quello che fosse già.

Stephanie indossava una parrucca biondo cenere che le arrivava alle spalle. “Grazie, Kurt. E’ l’unica cosa positiva dell’aver perso i capelli, posso cambiare colore e stile di capelli senza danneggiare i miei.” Disse, ricambiando il sorriso.

Kurt si mise seduto accanto al letto e le prese la mano. David, che era seduto dall’altra parte del letto, si alzò e la baciò sulla fronte “Vado a prenderti qualcosa dal bar” le disse dolcemente e lei annuì.

Kurt ammirò come, nonostante fossero usciti poche volte, le stesse accanto.

“David è molto dolce” disse, non appena lasciò la stanza.

“Si, gli ho detto che non è tenuto a fare tutto questo… portarmi da mangiare, i regali, i fiori… ma non la smette.”

“Lascialo fare, chissà, magari un giorno sarete la famiglia perfetta con Katie.”

“A proposito… posso chiederti se domani puoi portare Katie da me? Può venire anche Blaine, ovviamente.”

“Certo, Katie non vede l’ora di rivederti e io sto finendo le risposte da dare, ma sei pronta?”

Stephanie annuì e si asciugò gli occhi. “E’ piccola, non vorrei farle vedere lo stato in cui mi trovo, ma ho bisogno di stringerla tra le braccia.”

“Se vuoi ti posso dare una passata di fondotinta e una matita per le sopracciglia.” Si offrì Kurt e la ragazza scosse la testa, sarebbe stato come mentire e Kurt comprese il suo rifiuto.

Quando, il giorno seguente, Katie vide sua madre nel letto d’ospedale, rimase un attimo sconcertata. Guardò Blaine e Kurt che le sorrisero e così venne portata tra le braccia della ragazza.

Non volevano rovinare il momento, così uscirono, commuovendosi alla vista di quel abbraccio tra madre e figlia.

***

“Blan! Blan! Guadda!” Si agitò Katie, saltellando e indicando ripetutamente una coroncina di plastica insieme allo scettro, sullo scaffale del reparto dei giochi.

“Katie, hai già tante coroncine” le disse Blaine, cercando di farla desistere.

“Ok, Katie, cosa ti ho insegnato in queste situazioni?” Le chiese Kurt, guardandola negli occhi e Katie ridacchiò prima di schiarirsi la gola e guardare Blaine, impuntandosi con i piedi sul pavimento.

Blaine guardò gli occhi della bambina addolcirsi e il labbro inferiore portato in avanti, le dita intrecciate in un pugnetto come se stesse pregando. Non riuscì a mantenere lo sguardo dolce di Katie e prese la scatola con gli oggetti, mettendogliela tra le mani.

“Grazie!” Esclamò saltellando di felicità e poi batté il cinque con Kurt.

“Sappi che te la farò pagare quando saremo soli” disse Blaine alzando un sopracciglio e Kurt lo sfidò con lo sguardo.

“Che problema c’è?” Chiese con fare innocente il castano.

“C’è che avrà almeno altre cinque coroncine in casa e sono tutte sparse in giro” disse, gesticolando un po’ troppo con le mani, mentre spingeva il carrello per continuare la spesa.

“Oh andiamo, non vorresti viziare tua figlia?”

“Certo, ma le metterei anche dei limiti, hai visto com’è cresciuta Rachel? Le voglio bene, ma è fissata con la fama, non le avranno mai messo dei paletti!”

“Sì hai ragione… Katie!” La chiamò Kurt e la bambina si girò.

“Dovrest…”

“Dovresti metterla nel carrello, altrimenti poi ci dimentichiamo di pagarla” lo interruppe Blaine, coprendogli la bocca con la mano.

La bambina annuì e la porse a Blaine che la ringraziò, poi Kurt lo guardò confuso e Blaine gli stampò un bacio sulle labbra.

“Diamogliela vinta anche stavolta” disse sorridendo e spingendo il carrello.

***
Passarono altre settimane e Blaine aveva cominciato a incidere canzoni per il disco che sarebbe uscito l’anno successivo e, per fare pubblicità alla sua musica, il suo nuovo manager, Vincent Johnson, decise di fargli fare un mini tour, facendolo esibire ad eventi e a concerti come cantante emergente.

Kurt cercava, invece, di portarsi ovunque Katie, per non lasciarla a una tata, ma la bambina non si lamentava se, ogni tanto, la lasciavano con Santana e Brittany o con  Rachel.

Il castano era pronto per la presentazione dei suoi vestiti. Era arrivato il suo momento. O era gloria o fallimento. Questa occasione avrebbe determinato il suo futuro e come aveva detto una volta Isabelle, i sogni possono cambiare, forse fare l’attore a Broadway non era il suo destino, forse lo era la moda. Il suo nuovo sogno era quello di diventare uno degli stilisti più famosi nel mondo.

Finì di sistemare le modelle e i modelli e li fece sfilare davanti ai dirigenti di Vogue.com.

Per tutta la durata della sfilata, Kurt tremava come una foglia e teneva d’occhio ogni singola piega delle loro facce per intuire una qualsiasi tipo di espressione, quando accennavano a un sorriso, sussultava dentro di sé, cercando di non dare troppo nell’occhio e quando invece sembravano titubanti, la faccia si corrucciava per la preoccupazione, per qualche secondo, per poi farla rilassare immediatamente, perché poteva anche non realizzare un sogno, ma non avrebbe mai avuto le rughe a una così giovane età.

Alla fine lo chiamarono e lui avanzò, posizionandosi davanti al tavolo a cui erano seduti.

“Signor Hummel…”

“Anderson-Hummel.” Corresse velocemente, anche se era lungo da pronunciare, ci teneva che tutti si ricordassero che lui e Blaine erano sposati e ogni volta che lo sentiva, gli scappava un sorriso.

“Ci scusi… signor Anderson-Hummel, siamo rimasti colpiti dai suoi lavori. Ha fatto tutto da solo?” Chiese la signora che sedeva al centro. Forse era la famosa Anna di cui gli parlava spesso Isabelle. Difficile da impressionare.

“Sì, signora. Non ho ancora un team, sono solo io.”

“Bè, è impressionante. Sicuramente, uno degli stilisti a noi affiliati sarà felice di introdurla nel mondo della moda.” Disse, accennando a un sorriso.

Kurt si portò le mani alla bocca e sorrise emozionato.

“La ringrazio! Oh mio dio! Grazie!” Esclamò quasi saltellando sul posto, ma si trattenne.

La donna sorrise leggermente e lo congedò per parlare con i suoi colleghi.

Quando uscì dalla stanza, andò nei camerini per ringraziare i modelli e i  truccatori, quando gli suonò il cellulare. Lo prese e rispose.

“Pronto?”

“Signor Anderson-Hummel?” Chiese l’altra persona.

“Sì, sono io, chi parla?” Chiese, confuso.

“Sono il dottor Jenner, si tratta di Stephanie Miller.”

Kurt chiuse la chiamata e sentì una lacrima rigargli la faccia.
 

 
Note dell'autrice:
Spero vi sia piaciuto il capitolo.
E' stata una decisione importante quella di stravolgere un pò la storia con un colpo di scena e so che tecnicamente Kurt e Blaine non potrebbero tenere Katie anche se la madre ha detto di si, ma verrà tutto spiegato e risolto ^^
Al prossimo capitolo ;)
orangepearlvoice
   
 
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