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Autore: Yuki Delleran    09/11/2016    1 recensioni
"La tranquillità e la pace, si sa, non avevano mai condotto a nessun rinnovamento. Per giungere ad un cambiamento di qualunque tipo era necessario passare attraverso il conflitto,[...] eppure anche nel disordine stesso c'era un equilibrio e come tale andava mantenuto: se le forze che governavano l'universo si fossero sbilanciate, ad essere in pericolo sarebbe stata la stabilità stessa del mondo. Per questo, paradossalmente, un andamento placido era sempre il meno consigliabile."
(Fantasy AU ispirata al film Disney "Maleficent" con un pizzico di HQ Quest)
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 10

 

Oikawa aveva faticato come non mai a sopportare la fine del rituale che lo avrebbe rimesso in forze. Ogni minuto era prezioso e riusciva a sopportare quella forzata immobilità solo grazie al pensiero che Iwaizumi fosse nelle mani di guaritori capaci come il mago e lo sciamano del suo gruppo. Non avrebbero potuto fare nulla di concreto contro il veleno della magia, ma avrebbero di certo risanato la sua ferita.
La conclusione del rituale lo aveva costretto ad aspettare fino a sera, ma per allora il recupero delle forze era stato completo, tanto che si era immediatamente messo all'opera per poter mettere in atto la proposta di Bokuto. Il demone gufo si era offerto di portare lui stesso gli amici alla capitale e Oikawa aveva fatto in modo che avesse le dimensioni adatte per il tempo necessario. Spostarsi in volo era di certo più veloce che a cavallo e gli aveva permesso di riguadagnare il tempo impiegato dalla compagnia di umani per il viaggio. Quando però erano giunti in prossimità del castello, si erano resi conto che non sarebbe stato possibile sorvolare semplicemente le mura e atterrare in uno dei cortili: diverse guardie erano appostate sui merli, tutte armate di arco, e di certo li avrebbero presi di mira. Mantenendosi a debita distanza avevano fatto in modo di planare in una zona riparata alla vista dagli edifici della città e Bokuto aveva riacquistato le sue dimensioni normali. Oikawa era riuscito ad introdursi nell'abitato calandosi un cappuccio sulla testa e mescolandosi alla folla che andava e veniva dai mercati e dagli esercizi, tenendo il gatto in braccio e il gufo su una spalla. Al calar della notte Bokuto aveva fatto una ricognizione sopra i cortili, trasportando con sé Kuroo e, riconoscendo volti noti, aveva lasciato cadere il gatto proprio sopra la testa di Hinata. Quale migliore occasione per farsi aprire i cancelli e far finalmente incontrare quei due sprovveduti del suo re e del cavaliere umano?
Hinata era rimasto stupefatto e allo stesso modo il giovane arciere che era con lui: era lo stesso che aveva colpito Oikawa prima ed Iwaizumi dopo, causando tutti quei problemi. Istintivamente il gatto nero soffiò nella sua direzione, ma il piccolo spadaccino richiamò immediatamente la sua attenzione.
« Perchè sei qui, Kuroo? » esclamò disorientato. « É pericoloso per voi! Non dirmi che Tooru... »
Il demone gatto annuì.
« É qui che aspetta che qualcuno lo aiuti ad entrare. Sai com'è fatto, quando si mette in testa qualcosa non c'è verso di fargli cambiare idea, e a quanto pare ha deciso di voler vedere Hajime. »
Quasi gli scappò un risolino, ma la gravità della situazione era più che chiara.
« Sir Iwaizumi sta parlando con il consigliere del re, che credo lo stia anche curando. Potrei tentare di distrarlo e... »
« Lo farò io. »
A quell'affermazione entrambi si voltarono verso Kageyama, rimasto in silenzio fino a quel momento.
« Andrò io ad avvertire sir Iwaizumi e gli altri, tu fatti indicare un cancello secondario da sir Hanamaki e sir Mastukawa. » proseguì l'arciere, lasciandoli sbalorditi. « Allora, che aspetti? Datti una mossa! Più tempo perdiamo e più pericolosa si fa la situazione! »
Risvegliato da quelle parole, Hinata vide il compagno correre in direzione dei restanti membri del gruppetto e gesticolare concitatamente con i due cavalieri, indicando un paio di volte alle sue spalle. Alcuni istanti dopo Hanamaki e Matsukawa lo stavano raggiungendo.
Mentre correvano verso uno dei cancelli più defilati, Hinata ne approfittò per rispondere alle domande perplesse dei due, confusi sull'improvviso cambio di rotta dell'amico riguardo le creature fatate. Fortunatamente entrambi non sembrarono particolarmente turbati dal ribaltamento della situazione, limitandosi a commentare con qualche battuta.
« L'ho sempre detto, io, che chi disprezza compra. Iwaizumi era troppo fissato con il re dei demoni perché non ci fosse niente dietro. » ghignò Hanamaki, indicando brevemente una piccola inferriata all'ombra delle mura e lontano dall'occhio delle guardie.
« A questo punto è stato sicuramente un bene che la spedizione sia stata rimandata e che ci trovassimo qui. Ho sempre sognato di fare il fuorilegge per una giusta causa! » rincarò la dose Matsukawa, facendo cenno ad Hinata di affrettarsi.
Il piccolo spadaccino sorrise tra sé: nonostante i due fossero palesemente ironici, in qualche modo si capiva che tenevano ad Iwaizumi e che avevano capito le sue motivazioni. Quando poi raggiunsero la loro meta non ci fu più tempo di chiacchierare.

Oikawa era rimasto nascosto in un angolo buio delle mura in attesa del ritorno di Kuroo e quando aveva visto socchiudersi il piccolo cancello secondario si era accucciato ancora di più nell'ombra. Solo quando aveva visto far capolino Hinata con il demone gatto tra le braccia si era azzardato a muovere un paio di passi avanti.
Il rossino aveva agitato un braccio nella sua direzione.
« Tooru! Qui! » lo aveva chiamato sottovoce.
Solo dopo averlo raggiunto, Oikawa notò i due cavalieri alle sue spalle e subito si mise sulla difensiva.
« Sono amici di Hajime. » specificò immediatamente Kuroo, prima che un'eventuale reazione brusca li facesse scoprire.
Lo spirito dei boschi continuò a scrutarli con diffidenza almeno finché il più alto dei due non fece una smorfia di finta sufficienza.
« Così questo sarebbe il re dei demoni? Tutto qui? E io che mi figuravo chissà quale mostro cornuto, sono quasi deluso... »
Tooru lo fulminò e scostò il cappuccio che gli copriva la testa e parte del volto.
« Le corna ci sono e se farai una mossa falsa capirai anche perché sono noto come mostro. » lo minacciò neanche tanto velatamente.
Il secondo cavaliere, quello dai capelli chiari, spalancò appena gli occhi alla vista di ciò che lo classificava inequivocabilmente come non umano, ma subito dopo ammiccò al compagno.
« Beh, notevole, no? É comprensibile che Iwaizumi abbia perso la testa per lui. »
Oikawa avrebbe risposto loro per le rime se Kuroo non avesse richiamato tutti all'ordine. Spiegò che anche il compagno di Hinata li avrebbe aiutati, così come il resto del loro gruppo. Grazie a loro sarebbero riusciti a raggiungere il luogo dove si trovava Iwaizumi.
Seguendo le indicazioni dei due cavalieri, Hanamaki e Matsukawa, si mossero attraverso il cortile tentando di farsi notare il meno possibile dalle guardie di ronda. Hajime, spiegarono i due, si trovava nella foresteria dei cavalieri in compagnia del consigliere del re che possedeva un tipo di magia che forse poteva curare le sue ferite.
A quelle parole Tooru si sentì stringere il cuore in una morsa: non esisteva nessuna magia umana che potesse contrastare davvero quella della Brughiera, sperava solo di arrivare in tempo per poter riabbracciare Iwaizumi un'ultima volta.
Mentre era perso in quei pensieri e seguiva di ombra in ombra i tre davanti a lui, quasi non si rese conto che si erano fermati incrociando qualcuno. Si trattava di un ragazzo, a prima vista forse un apprendista cavaliere, che aveva salutato con deferenza Matsukawa e Hanamaki.
« Sei di ronda, Kindaichi? Buona veglia! » gli augurò il moro tentando di tirare dritto, ma quello non sembrava dello stesso avviso.
« Grazie mille! Voi invece cosa ci fate in giro a quest'ora? Ho visto che questa notte non avete il turno di guardia, spero non soffriate d'insonnia. » disse, mostrando un'irritante voglia di chiacchierare. « Ho sentito che sir Iwaizumi è rientrato dalla Brughiera e che è messo piuttosto male. Questa storia si fa sempre più allarmante, nemmeno io dormirei se fossi stato scelto per una missione laggiù. »
« Ehm... già. » tentò di tergiversare Hanamaki, gettandosi un'occhiata furtiva alle spalle.
Hinata iniziava a saltellare sul posto dall'impazienza e anche Oikawa stava raggiungendo il suo limite di sopportazione. Il giovane puntò lo sguardo proprio su di loro, indugiando su Hinata con espressione perplessa.
« Sono delle reclute? » chiese scrutandolo dalla testa ai piedi, con occhio critico.
« Ah, no, loro sono... » tentò di nuovo Hanamaki, ma quello si era già avvicinato fin troppo ad Oikawa, incuriosito dalla sua figura coperta. Bastò un gesto all'apparenza innocuo e uno scarto improvviso per far ricadere indietro il cappuccio e scoprire le corna appuntite.
I tre che lo accompagnavano s'irrigidirono sul posto e Kindaichi sgranò gli occhi esclamando impulsivamente: « Un demone! »
Sarebbe corso via urlando se Oikawa non l'avesse afferrato premendogli una mano sulla bocca, ma quello che ottenne fu solo di farlo agitare maggiormente e di attirare l'attenzione delle sentinelle sulle mura e dei soldati di ronda. In men che non si dica si ritrovarono circondati da un drappello di uomini con le lance spianate e a nulla valsero i tentativi dei due cavalieri di spiegare la situazione: quello che risultava evidente era solamente che il re dei demoni si era introdotto fin nel cortile del palazzo reale e che questo era un pericolo di proporzioni inimmaginabili.
Oikawa, dal canto suo, non era minimamente interessato ad ascoltare le minacce che gli venivano rivolte con voce stentorea dai comandanti di turno: tutto quello che gli importava era levarli di mezzo per raggiungere Iwaizumi e quegli idioti gli stavano facendo perdere minuti preziosi, minuti che avrebbero potuto segnare la differenza tra la vita e la morte. Sentiva la tensione crescere, la magia formicolare sulla punta delle dita, alimentata dalla rabbia e dalla frustrazione di non poter procedere oltre nonostante fosse così vicino – sentimenti confusi e agitati che esplosero in un'esclamazione furiosa mentre sollevava le braccia e scagliava il magico fuoco verde contro coloro che gli sbarravano il cammino.
« Fuori dai piedi! »
I soldati attorno a lui vennero spazzati via dalle fiamme magiche, molti ricaddero a terra feriti o storditi, senza potersi rialzare, altri si diedero alla fuga.
Hinata, Matsukawa e Hanamaki balzarono indietro con espressioni spaventate e Kuroo gli saltò su una spalla miagolando concitato: « Smettila subito, Tooru! Che stai facendo?! Vuoi farci ammazzare tutti? »
« Se anche smettessi adesso, non ci stenderebbero certo il tappeto rosso! » protestò Oikawa. «Ormai siamo in ballo, tanto vale ballare! »
Fece a malapena in tempo a finire la frase, che un lampo di luce e un tonfo alle sue spalle attirarono la sua attenzione: un soldato con un arco in mano giaceva a terra e, poco lontano da lui, il mago bianco compagno di Shoyou brandiva il suo bastone. Sembrava ancora più pallido del solito alla scarsa luce delle torce che illuminavano il cortile, ma avanzò verso di loro a passo sicuro.
« Il re dei demoni dice bene, temo che ormai sia inutile tentare dei usare le buone maniere. » disse. « Tra un attimo ci saranno addosso in massa, possiamo solo tentare il tutto per tutto. Shoyou, accompagnalo da sir Iwaizumi, io tenterò di prendere tempo. »
« Resto anch'io a darti una mano! » miagolò Kuroo, balzando dalla spalla di Oikawa ed assumendo sembianze umane per raggiungere il mago. « Hinata, mi raccomando, impediscigli di fare sciocchezze! »
L'arrivo di un nuovo drappello impedì ad Oikawa di protestare per quell'ultima battuta e sia lui che Hinata vennero spinti da parte.
« Andate! Qui ci pensiamo noi! » esclamò Matsukawa brandendo la spada, subito imitato dal compagno.
Hinata fece altrettanto, ma prese il demone per un braccio e lo trascinò avanti. Seguire il rossino era tutto ciò che quest'ultimo poteva fare in quel momento, oltre ad evitare che i rinforzi, che giungevano sempre più numerosi, intralciassero la loro corsa. Il fuoco verde si materializzava in sfere letali nelle sue mani, ma aveva recuperato la lucidità necessaria per tentare di non colpire i punti vitali dei suoi aggressori. Questo però minava la sua velocità di reazione e si accorse troppo tardi dell'ennesimo soldato che si gettava su di lui con la spada in pugno. Hinata era di spalle ed impegnato in un alto scontro, non avrebbe potuto fare nulla, eppure la guardia crollò a terra con una freccia piantata nella coscia. Entrambi si voltarono di scatto.
« Kageyama! » esclamò il piccolo spadaccino, illuminandosi.
L'arciere stava già prendendo la mira per un secondo colpo e, al suo fianco, Aone stava trattenendo a mani nude un soldato che si agitava nel vano tentativo di scrollarselo di dosso.
In quello stesso momento Bokuto planò dal cielo e materializzò la propria forma umana in un turbinio di piume.
« Sir Iwaizumi e il nobile Semi sono andati in cima a quella torre! » esclamò Kageyama indicando la costruzione alta e scura che svettava nella notte alle sue spalle. « Là si trova il talismano che protegge il castello e l'intero regno, ciò che il re dei demoni ha perso. »
Oikawa sgranò gli occhi, incredulo, non appena intuì di cosa l'arciere stesse parlando, e capì anche cosa Iwaizumi stesse cercando di fare nonostante le sue condizioni precarie. L'ultima cosa di cui aveva bisogno in quel momento era entrare in contatto con qualcosa di magico, men che meno se si trattava di qualcosa di così potente come le sue ali.
Le sue ali.
Che erano sempre state lì, per tutti quegli anni.
E lui aveva odiato Iwaizumi mentre l'unico colpevole era il re di quel palazzo.
Era così assurdo che...
Servì la voce di Bokuto per riscuoterlo dall'istante di smarrimento in cui era caduto.
« Tooru, vai! Ricordati per quale motivo ti ho portato fin qui! Vai da Hajime! »
Oikawa lo fissò di rimando per poi spostare lo sguardo sull'arciere e sullo sciamano e annuire.
« Grazie a tutti e tre. » disse, prima di afferrare a sua volta Hinata e correre avanti, nella direzione della torre.
Con il cortile ormai invaso dalle guardie, raggiungerla sarebbe stato più difficile del previsto, ma non si sarebbe arreso: sarebbe arrivato da Iwaizumi ad ogni costo, anche se ad opporsi ci fosse stato davvero tutto l'esercito. Le fiamme verde acido crepitavano tra le sue mani e colpivano senza sosta chiunque chi gli parasse davanti, sentiva la magia scorrere nelle sue vene ed attirarlo sempre più insistentemente verso la sua meta. Doveva essere il richiamo di quella parte che gli era stata strappata e che desiderava tornare un tutt'uno con lui.
Il caos in cui era precipitato il cortile lo sfiorava a malapena e i suoi occhi erano costantemente puntati sulla cima della torre di fronte a lui. Fu probabilmente per questo motivo che non si rese conto del momento esatto in cui Hinata venne strappato dal suo fianco, trascinato via dalla mischia e la prima reazione che ebbe quando si sentì bloccare fu di stupore.
Aveva sollevato il braccio per scagliare l'ennesima palla di fuoco contro il soldato di fronte a lui quando all'improvviso sentì qualcosa che lo tratteneva. Allo stupore seguì la confusione, quindi spostò gli occhi verso il proprio polso e rabbrividì nel vederlo avvolto da una catena di ferro.
Se quei maledetti umani pensavano di poterlo bloccare con subdoli mezzucci, si sbagliavano di grosso. Non sarebbe bastata una misera catena a fermare il re dei demoni!
La strattonò con forza nonostante il dolore che gli provocava, ma ben presto a quella se ne aggiunse un'altra, che gli bloccò anche l'altro braccio, e una terza che si ritrovò attorno al collo. I soldati avevano fatto cerchio attorno a lui e trattenevano i capi delle catene in due o tre per volta dai lati opposti in modo da impedirgli di avanzare.
Oikawa si dibatté con un ruggito frustrato, simile a quello di un leone in gabbia, e più si agitava, più tirava, più le catene lasciavano segni brucianti sulla sua pelle nonostante la stoffa che la copriva. La sofferenza fece spuntare le prime lacrime agli angoli dei suoi occhi, ma la rabbia era tale che le asciugò quasi subito.
« Tooru! »
La voce di Hinata, resa acuta dallo spavento, lo fece voltare di scatto solo per trovarlo nelle mani di un soldato che, spavaldo, gli puntava una spada alla gola.
« Hinata! » lo chiamò, tentando di muoversi nella sua direzione, ma uno strattone improvviso gli fece perdere l'equilibrio facendolo cadere in ginocchio nella polvere del cortile. « Dannazione, lasciatemi andare! »
Sopraffatto dalla furia, Oikawa tentò di nuovo di scagliare il fuoco magico contro i suoi aguzzini, ma il ferro delle catene gli bruciava la carne e indeboliva il suo potere, lasciandolo pressoché inerme.
« Se avessi saputo che era così facile, avrei evitato di inviare intere spedizioni nella Brughiera. »
Il suono di quelle parole fece cadere il silenzio nella corte e tutti si voltarono in direzione di uno scalone che portava al corpo principale del castello. In cima ad esso spiccava una figura imponente, coperta da un ampio manto violaceo che mandava riflessi purpurei alla luce delle torce. Sotto di esso portava abiti dal taglio chiaramente sontuoso ma nessun gioiello, come se non fosse necessario nessun segno di riconoscimento per sottolineare la sua autorità. Tutti quelli che si trovavano nel cortile, infatti, chinarono il capo al suo cospetto e Oikawa capì di trovarsi di fronte al sovrano che regnava su quella città e su tutti i territori circostanti. Colui che, a quanto pareva, era responsabile di tutte le sue sofferenze.
Di fronte a quell'aria impassibile, la sua rabbia montò ancora di più, fino a renderlo insensibile al dolore delle catene, che riprese a strattonare con tutta la forza che gli restava mentre tentava di rimettersi in piedi.
Ci vollero le urla di Hinata alle sue spalle per renderlo consapevole che quello che aveva iniziato a gocciolare sul terreno non era sudore ma il suo stesso sangue. Eppure nemmeno quello gl'importava, voleva solamente farla pagare a quell'uomo per tutto quello che gli aveva fatto passare, voleva distruggerlo, togliergli dalla faccia quell'espressione fredda che nulla sembrava poter turbare, e poi correre da Iwaizumi.
Il re scese le scale con passo lento ma deciso e il cerchio di soldati si aprì davanti a lui, separandosi in due ali per permettergli di raggiungere il prigioniero. Uno dei comandanti tentò di fermarlo opponendo un debole: « Maestà... », ma venne rimesso al suo posto con un semplice gesto della mano.
Oikawa lo fissò dal basso verso l'alto mentre i suo occhi carmini esprimevano tutto l'odio che provava in quel momento. E così quello era re Ushijima, che per un capriccio gli aveva strappato le ali, che per anni gli aveva mandato contro il suo esercito e che ora gli stava impedendo di raggiungere Iwaizumi. Al solo pensiero sentiva ribollire il sangue.
« Un vero sovrano non dovrebbe mai permettere a nessuno di vederlo in ginocchio nella polvere. » sentenziò Ushijima con voce distaccata. « E hai anche il coraggio di farti chiamare re dei demoni. »
Oikawa tese al massimo le catene che lo bloccavano prima di venire di nuovo strattonato indietro e trattenuto con la forza, mentre ormai la stoffa della veste sulle braccia era a brandelli e imbrattata di sangue.
« Togliti dalla mia strada! » ringhiò rabbioso, con la poche energie che gli restavano, rifiutandosi di mostrarsi debole di fronte a lui.
Ushijima allungò una mano e gli afferrò il volto per sollevarlo e scrutarlo alla luce delle torce, gli scuri occhi di ghiaccio che si specchiavano in quelli scarlatti di Tooru.
« Agitarsi tanto è solo un inutile spreco di forze, servirà solo a farti del male. » disse. « Non otterrai quello per cui sei venuto. »
Se non avesse avuto la prontezza di riflessi di ritirare la mano, Tooru l'avrebbe morso. Non gli restava altra arma, ormai, e non era nulla in confronto alla sua magia, ma essere toccato da quell'uomo gli aveva causato un'ondata di ribrezzo tale da farlo reagire d'istinto.
Ushijima incrociò le braccia ma non si allontanò e non staccò gli occhi dai suoi.
« Hai un gran temperamento, è quasi un peccato doverti uccidere. » disse mentre metteva mano alla spada.
Un istante dopo però sembrò cambiare idea e la posò solamente sull'elsa.
« Ti propongo un patto. Il talismano finora ha protetto il regno dalle calamità, potrai riaverlo indietro se metterai i tuoi poteri al mio servizio e mi giurerai fedeltà. »
Oikawa sgranò gli occhi di fronte a quelle parole di un'assurdità tale che dubitò di averne compreso appieno il significato.
« Tu... » mormorò con la voce che gli tremava dallo sdegno. « Starai scherzando, spero. »
Ushijima non lo degnò nemmeno di risposta, chiarendo quanto in realtà fosse serio in quella proposta disgustosa, e questo non fece che aumentare l'orrore che Oikawa provava.
« Non mi metterei al tuo servizio nemmeno se fossi l'ultimo re sulla faccia della terra! » gli urlò contro trovando finalmente la forza di alzarsi in piedi e fissandolo con odio. « Piuttosto che passare anche solo un minuto come tuo leccapiedi, preferisco di gran lunga morire con Iwa-chan! »
« Beh, questa non è un'ipotesi da escludere. »
Non era stato Ushijima a parlare, bensì la figura ammantata di nero al suo fianco, che nessuno aveva visto o sentito arrivare e che ora si guardava attorno con un lampo d'ironia negli occhi dorati.
Oikawa riconobbe all'istante lo spirito del caos e si ritrasse istintivamente: se quel maledetto aveva al suo servizio una creatura del genere, allora quell'idea era tutt'altro che remota.
Tuttavia anche il re si scostò istintivamente di un passo, sottolineando che quella presenza non gli fosse esattamente gradita.
« Cosa vuoi? » domandò bruscamente. « Non vedi che sono occupato ora? »
La creatura abbassò il cappuccio nero che gli celava il volto, rivelando una capigliatura dello stesso colore delle fiaccole che scoppiettavano ai lati della corte e uno sguardo affilato come una una lama.
« Oh, lo vedo, maestà, tuttavia poco m'importa. É giunto il tempo di riscuotere il pegno per i miei servigi. »

 

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