Unable
to Stay, Unwilling to Leave
-Kirara,
no!-
Aki
fece un passo
avanti verso la sorella che aveva già iniziato a
illuminarsi. La calda luce
arancione della sua Digipietra agli occhi dei presenti ora non era
più il
tiepido bagliore del Coraggio, ma una crudele fiamma del sacrificio.
-Non
abbiamo
scelta. Se questo può salvare il mondo...- rispose lei,
calma, come se non
stesse succedendo nulla di che. Il suo corpo iniziò a
levitare. Piemon le
afferrò la mano.
-Ti
prego...- fece
lei -Lasciami andare.-
-Non
da sola.-
replicò il digimon, illuminandosi anche lui di quella calda
luce. -Siamo stati
divisi per tanto tempo a causa della nostra Superbia. Non posso
permettere che
tu faccia questo sacrificio da sola.-
Kirara
avrebbe
voluto dirgi che non era obbligato, che non doveva, ma la
verità era che era
consolante averlo al suo fianco un’ultima volta, prima di
diventare energia
pura. Col suo sacrificio avrebbe ristorato l’ordine delle
cose, avrebbe
protetto il mondo, sarebbe stata parte del tutto, in eterno.
Ma
quanto avrebbe
dovuto lasciare indietro...
I
suoi amici, tutti
quei digiprescelti e i loro digimon piangevano. I suoi compagni non
riuscivano
a celare le lacrime mentre i ricordi delle loro avventure scorrevano di
fronte
ai loro occhi come un film.
Prima
di perdere la
volontà di farlo, Kirara diede loro le spalle per volare
sempre più in alto,
mano nella mano col suo digimon. Piemon strinse forte quella piccola
mano,
deciso a non lasciarla. Eppure, bastò udire quella voce per
farlo tentennare.
-Aspetta!-
Si
voltò.
-Aspetta!-
Yamato
lo chiamò,
il volto rigato dalle lacrime.
-Non...
non
lasciarmi... non lasciarmi solo... di nuovo...-
Fu
come se il cuore
gli venisse frantumato fra due grosse pietre.
Yamato
si sentì un
egoista, ma la verità era che avrebbe davvero voluto
chiarire tutto con il
digimon prima o poi... solo che le parole che gli erano uscite di bocca
erano
state diverse. Voleva solo scusarsi per la propria cocciutaggine.
Dirgli che lo
amava ancora, che non aveva mai smesso.
Piemon
sorrise
tristemente di fronte a quella terribile scelta. Mai prima
d’ora si era sentito
tanto combattuto.
Kirara,
seppur
tristemente, lasciò la presa sulla sua mano ed
esibì il suo miglior sorriso.
-Va’
da lui.- gli
disse. –E ricorda ad Aki che è stato bello essere
sua sorella. E che la
proteggerò sempre.-
Iniziò
a piangere a
sua volta. Se non fosse finito tutto in fretta, avrebbe lasciato andare
il
mondo in rovina. Ed era così ingiusto... ma non
c’era altro da fare. Solo lei
poteva farlo. E nessun altro doveva soffrire.
Voltò
le spalle al
suo digimon, alla sua sorella in lacrime, a tutti coloro che amava.
Piemon la
guardò salire e diventare sempre più evanescente.
Lanciò un’occhiata a ragazzo
che da terra si struggeva per lui. Ironico come prima fosse quello che
meno si
fidava di lui, di loro. Non voleva credere che fossero cambiati, ma la
verità
era che il suo cuore ci sperava. Era fatto così Yamato
Ishida. Lui lo aveva
circuito, sedotto, ci aveva giocato, poi si erano entrambi accorti che
la cosa
era diventata troppo seria per continuare a giocare come due
incoscienti. Le
battaglie e le incomprensioni, qualche dubbio instillato appositamente
dal
nemico, avevano messo troppo pepe in quella relazione, rendendola quasi
deleteria.
Aveva
dovuto
ferirlo per salvarlo.
Doveva
ferirlo
ancora.
Istintivamente
volò
verso Kirara e le prese la mano, ignorando le sue proteste.
-Perdonami.-
le
disse -Per essere sempre così egoista.- poi cercò
la mente del digiprescelto
dell’Amicizia.
-Non
ti lascerò
solo.- gli disse -Non lo farò mai.-
Prese
l’altra mano
della sua partner e chiuse gli occhi. Kirara seguì il suo
esempio. In quella
forma, riuscivano a sentire perfettamente i pensieri l’uno
dell’altra. Le loro
menti e i loro corpi stavano diventando tutt’uno.
-Grazie.-
disse
lei, debolmente.
-Grazie.-
rispose
Piemon.
La
luce li
inghiottì del tutto e a terra i digiprescelti e i loro
digimon poterono vedere
due stelle luminose rincorrersi nel cielo come farfalle, per poi unirsi
in un’unico
sole ed irradiare coi suoi raggi tutto ciò che restava di
quel mondo che pareva
ormai morto. La luce di quel sole, divenne parte di quel mondo, ma
lasciò
dietro di sé un dono.
Il
digiprescelto
dell’Amicizia raccolse tremante fra le mani un piccolo
digiuovo.
Non
c’era bisogno
di fare domande, tutti conoscevano la risposta.
Lo
abbracciò
bagnandolo di lacrime.
-Perdonami...
per
essere stato così... così testardo... -
sussurrò.
Il
sole fece
capolino dalle nubi e i suoi raggi riscaldarono tutti, confortandoli di
quella
triste perdita.
“Ci
vorrà un po’”
dissero due voci nei loro cuori “Ma presto torneremo
insieme”
Nota: questa oneshot è nata da un sogno fatto stamani. Non so chi sia il nemico finale con cui abbiano combattuto e quindi non è legata a Twins’ War. Vedetela come un otherverse/what if? della saga, comunque. (E per la cronaca, sto continuando a scriverla, ma i combattimenti mi fanno dannare. E ce ne sono tanti.
In
realtà Piemon usa
il potere per dividersi in due parti, sfruttando la sua benedetissima
ubiquità.
Dato che lui e Kirara ora sono tutt’uno, presto o tardi anche
lei potrebbe
tornare. Da una parte sarebbe un’entità che
protegge la terra. Dall’altra
sarebbe sé stessa che vive coi suoi amici ecc...
è complicata come cosa, perciò
non è di facile attuazione.
Si sente l’influenza di Madoka Magica? XP