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Autore: TheLoneWolf_    09/11/2016    0 recensioni
Ogni volta che un uomo muore, gli altri lo ricordano, e lui vive ancora un po' nelle loro menti.
Così Elle vive sempre nella nostra memoria, nelle nostre menti, nella nostra vita.
E forse le sue ultime riflessioni resteranno con noi finché saremo in grado di pensare, e di sentire.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le campane rintoccavano lente, basse, inesorabili.

La pioggia batteva senza pietà, crudele compagna di un destino che penetrava nelle ossa, e congelava gli animi.

Pioveva, e nel suo cuore Ryuzaki sapeva che la fine stava arrivando.
Light era Kira, la luce di un mondo che lui stesso voleva creare.
Misa Amane era il secondo Kira, follemente innamorata del suo dio, che avrebbe seguito ovunque, a cui avrebbe obbedito sino alla morte.
Rem lo Shinigami proteggeva Misa, per chissà quale assurdo e incomprensibile disegno divino.

Sì, Light era Kira, e lui aveva visto giusto. E ora uno dei tre strani assassini l'avrebbe ucciso.

Le campane non cessavano di suonare.
Quale senso aveva avuto la sua vita?
La vita degli uomini ha mai avuto un senso?

Ryuzaki lo aveva trovato da sè, il proprio senso. Ed era un senso che rendeva la sua vita degna di essere vissuta.
E Light? Light lo aveva trovato un senso?

La pioggia non cessava di battere, incessante. Curioso, pensò il giovane, come la natura sappia talvolta adattarsi allo stato d'animo dell'umano che la vive.
O forse era l'uomo a interpretarla, a dare un senso anche a lei?
Ryuzaki sorrise amaramente.
Sì, l'uomo deve dare un senso a tutto. Ha un cervello e vuole usarlo, sempre. Anche per capire ciò che non si può, ciò che non si dovrebbe mai scoprire.
Gli dei. Persino gli dei si erano piegati al volere umano, alla superbia e allo sfrenato orgoglio umano. Fin dove si sarebbe arrivati?
Forse era giusto morire. Forse gli dei volevano così. Forse Ryuzaki non era destinato a vivere in un mondo corrotto a tal punto dal desiderio dell'uomo di possedere tutto.

Ryuzaki si avvicinò al parapetto dell'edificio. Il vento soffiava forte, e piegava le gocce d'acqua che cadevano pesanti dal cielo sotto la sua furia. Ma le stesse gocce erano troppe e troppo numerose, e cadevano così fragorosamente che lo stesso vento che tanto le trascinava non si sentiva. Oltre al diluvio e alle campane, tutto era silenzioso.

E gli dei della morte lo avevano, un senso? Perché erano scesi sulla terra, se erano delle divinità? Cosa li aveva convinti ad abbandonare il loro mondo divino e a chinare il capo davanti alla follia di un disumano assassino?

Disumano?
Ryuzaki abbassò le palpebre affaticate dalla pioggia. Era davvero disumano, Light? Il suo potere era sovrumano, certo, ma ciò che sentiva nel cuore, ciò che lo aveva spinto a iniziare a uccidere, e ora gli consentiva di continuare senza rimorsi, ciò che lo animava non poteva essere un sentimento umano?
Il desiderio di toccare il cielo, di rendere il mondo migliore, di diventare uguale a un dio...

Probabilmente Light lo aveva trovato, un senso. Prefiggendosi il fine di purificare il mondo dai malvagi aveva trovato una costante, un motivo di vita. E questo motivo gli aveva portato la serenità, quella serenità che chi ha provato conosce, e chi non ha provato non sa immaginare. La serenità di un uomo felice.

Pochi nel mondo la trovano. Che Light l'avesse trovata?

No. No, non l'aveva trovata.
Ryuzaki aprì gli occhi, drizzò le spalle e guardò il cielo.
L'acqua gli riempì gli occhi, offuscandogli la vista, ma lui non chiuse gli occhi.
Se qualcuno c'era, oltre a quest'assurda umanità superba, oltre a un popolo di dei che si annoiava, se qualcuno fosse sopra di noi a guardarci, anche senza intervenire, quel qualcuno, quel qualcosa saprebbe che Light non sapeva cosa fosse la felicità.
La felicità nasce da una riflessione profonda, da un dialogo tra sé e sé stessi, e non si trova per caso, e non si raggiunge senza aver pensato a lungo. Light pensava, eccome se pensava. Ma mai aveva usato quel cervello brillante per riflettere su cosa conti davvero nella vita, e su quanto misteriosa e meravigliosa sia la vita umana. Se avesse davvero riflettuto, non avrebbe mai potuto sopportare il peso di un crimine efferato come quello che da mesi e per anni aveva e avrebbe continuato a perpetuare, fino alla sua morte e, chissà, forse anche oltre.
Ma non avrebbe potuto essere felice senza riflessione.

O sì?
Ryuzaki, altrimenti noto come Elle, geniale investigatore, freddo essere umano ma forse, in fondo al cuore, ancora tiepido, come un bambino che piange mentre le campane suonano, quel giovane uomo dagli occhi neri e il viso pallido abbassò il capo.
C'erano cose che lui non poteva sapere.
Kira l'avrebbe ucciso, e lui sarebbe morto. Forse in fondo a lui importava solo sapere definitivamente che Light era Kira, che Kira era Light. Forse era solo un'ipocrita ad affermare di voler arrestare Kira. Forse lo voleva soltanto perché a quel punto avrebbe avuto la prova definitiva che Light Yagami, studente modello, suo primo e unico amico, era Kira.

Quell'anima forte, intelligente e coraggiosa, ricca di umanità e forse veramente libera lasciò il suo corpo mortale quel giorno, sotto la maledizione divina di un dio della morte destinato a morire.
Davanti ai suoi occhi ormai spenti, fissi nelle sue iridi nere, gli occhi di Kira, il suo miglior nemico.
Nessuno parlò più con lui. Non era più tra i vivi, non era più tra gli uomini.
Nessuno lo aveva conosciuto, ma lui aveva conosciuto molti. E nessuno seppe mai che fine aveva fatto. Molti lo ricordarono, e lui visse in molte memorie, in molti cuori. Riapparve e più volte scomparve nelle vite di tanti esseri umani che avevano tifato per lui, che gli erano stati vicini. Ognuno l'avrebbe interpretato in un modo diverso, ma in ognuno avrebbe vissuto.
E in ognuno vive, e vede ancora tutto. Riflette e capisce, anche se non può più parlare.
Ma forse quella voce che a volte ci fa ragionare, e che ogni tanto risveglia dal sonno dell'ignoranza un umano, e lo rende vivo, e felice. Forse quel sentimento di giustizia che ogni persona sa sentire nel cuore. Forse quell'amore che sappiamo provare per chi ci sta intorno, vicino o lontano che sia.
Forse questo è Elle, Ryuzaki, Ryuga Hideki.
Il detective, il giovane uomo ucciso dalla follia di un altro essere umano, il ragazzo che molti hanno saputo amare.
Forse è lui, forse lui è tutti e tutti sono lui, e ogni volta che un bambino nasce, ogni volta che un uomo muore, ogni volta che la luna oscura la luce del sole in una calda eclissi lontana Elle vive, e noi viviamo con lui.

   
 
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