Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: LadyBelleMagicRose    10/11/2016    0 recensioni
Cappellaio Matto: Che differenza c’è tra un corvo ed una scrivania?
Alice: Che differenza c’è tra un corvo ed una scrivania?
Lepre Marzolina: Attenta! E’ pazzo da legare!
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Liddell, Altro personaggio, Cappellaio Matto, Nuovo personaggio, Regina di Cuori
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sarebbe morta. 
No, più coretto era dire che stava morendo, o forse era già morta e non se ne era ancora resa conto?
In fondo la cosa non la sorprese, quasi non le importava in realtà.
Non le importava morire, così come non le importava sopravvivere. Non più.
Era stanca, stanca di se stessa, stanca di resistere, stanca di giocare, stanca di dover interpretare un ruolo che ormai le stava stretto, non le dispiaceva che tutto stesse per finire.
La sovrana sorrise, allentando la presa sul calice che teneva tra le lunghe e magre dita, il quale giunto al suolo si frantumò in mille lucenti schegge, con un suono elegante e cristallino;
Il vino fino a poco tempo prima contenuto al suo interno, ora a terra, si allungava sul pavimento seguendo le venature del legno, silenzioso e rispettoso del momento.
"Tu sapevi, non è verro?" Lo sguardo del cappellaio non era sorpreso, anzi deluso.
"SI." Lei sapeva, aveva sempre saputo in realtà.
"Solo non mi aspettavo succedesse ora."
"Mi spiace essere stato io a doverlo fare."
"Bugiardo."
Il cappellaio non rispose, alzò solo un angolo della bocca, l'ombra di un amaro sorriso.
"Tra tutti sei l'ultimo a cui avrei pensato, per questo eri il candidato migliore a svolgere questo compito."
Di nuovo quell'ombra di delusione velò lo sguardo dell'uomo.
"Quindi per te io conto così poco?"
"Se può consolarti sono felice che sia toccato a te. " La donna ebbe un capogiro e si accasciò a terra;
prima che potesse cadere al suolo, le forti braccia del cappellaio furono pronte a sostenerla e a stringerla a se, mentre le sue grandi mani, fasciate da guanti di spessa pelle nera le stringevano delicatamente le braccia.
" La tua voce mi mancherà." Sospirò lui mentre lei gli carezzava la guancia con le lunghe dita affusolate, fasciate da un morbido guanto di velluto rosso che le copriva fino al gomito.
"Non scriverai mai più canzoni."
"Perfida ed egoista fino alla fine" sussurrò lui apatico "così mi costringi a portare questo peso da solo."
"Lo aggiungerai solo agli altri."
"Sarà il più gravoso..."
Lei sorrise.
"E ne morirò."
"Solo ne impazzirai."
Il cappellaio si portò la mano guantata della sovrana alle labbra e vi posò un lungo bacio, colmo di devozione e significato.
"E così sia mia regina corvina dalla voce cristallina."
Sorrise serafico lui. "Non sei mai stato una semplice pedina, infima creatura"
ghignò la donna, afferrando il colletto inamidato del cappellaio e tirandolo a se.
La sovrana lo coinvolse in un affannoso e lussurioso bacio, che al distacco lasciò entrambi senza fiato "il tuo cuore è nero e nelle tue vene scorre veleno."
Il cappellaio sorrise soddisfatto. "Non è forse per questo momento che mi hai istruito."
"Si, e forse è il mio unico rimpianto."
Lo sguardo triste della donna lo colpì come il fendente di una spada, costringendolo a distogliere lo sguardo da quello della donna tra le sue braccia.
"Sei spregevole" sospirò l'uomo.
"E' solo un gioco, non vi sono ne vincitori ne vinti, ne buoni ne cattivi."
"Solo pedine e giocatori."
"I giocatori stessi sono pedine, e ogni pedina è sacrificabile."
I due si guardarono intensamente. Non servivano parole, non più, non erano mai servita in realtà, i due le usavano solo per dare a se stessi la mera illusione di non essere realmente abituati alla solitaria compagnia del silenzio.
"Ho fatto la mia mossa, mia regina." Disse distrattamente il cappellaio.
"Tocca a me fare la mia." Sorrise lei.



Quando la giovane fanciulla dai capelli rossi legati in una treccia che le arrivava di poco più sotto ai fianchi spalancò le porte della sala reale,
la stanza era immersa in una calda luce purpurea, prodotta dai pesanti tendaggi che riflettevano la luce proveniente dall'esterno, in lontananza il suono della battaglia che si consumava sotto di loro.
 La sovrana sedeva elegante e sicura sul suo trono.
"E' finita, arrendetevi maestà."
La donna sorrise "Quindi se tu la pedina sacrificata..."
Una fragorosa risata risuonò per tutta la stanza.
"L'unico modo per avere la mia corona è porre fine alla mia vita!"
Enunciò la donna alzandosi in piedi, mentre rovi minacciosi spuntavano da ogni dove, pronti ad attaccare ad un solo segnale della loro padrona, ma la fanciulla non aveva paura,
avrebbe sconfitto la regina e liberato il Paese delle meraviglie a qualsiasi costo, quindi, sguainata la spada si lanciò contro la tiranna,
scansando con eleganza e maestria i colpi di fendente che le piovevano addosso e le liane dalle spine acuminate che cercavano di intrappolarla.
In pochi minuti la giovane guerriera fu di fronte alla sovrana la quale l'attendeva a braccia spalancate, con dipinto sul viso un sorriso soddisfatto.
La lama le trafisse il cuore prima che potesse accorgersene. 
La donna cadde a terra in ginocchio e il suo abito rosso si macchiò di scarlatto, la corona scivolatale dalla testa rotolò ai piedi della fanciulla.
La giovane prese il gioiello tra le mani tremanti e il suo corpo venne come scosso da un brivido, un immenso potere scaturiva da quell'oggetto, qualcosa di magnifico e spaventoso allo stesso tempo.
"Scacco matto..." sussurrò la regina.
"Ce l'ha fatta!" 
"E' stata sconfitta!"
Decine di voci si accavallavano intorno alla fanciulla confusa.
"Ce l'hai fatta, ci sei riuscita, l'hai sconfitta!" La giovane si riscosse dallo stato di trance in cui era caduta e i suoi occhi si persero in quelli gioiosi del cappellaio davanti a lei.
"Ho vinto..." sussurrò la giovane.
"Hai vinto." Ripeté lui stringendola a se.
"La tiranna è morta..." La voce squillante e febbricitante del Bianconiglio risuonava lontana, mentre affacciato al balcone della stanza annunciava l'esito della battaglia.
"Vieni, è il tuo momento!" Disse emozionato il cappellaio stringendo la mano della ragazza e accompagnandola al esterno.
Sotto di lei un immensa folla la guardava con il fiato sospeso.
"La regina di fiori è stata sconfitta!" Gridò solenne il cappellaio "Rossa è la nuova sovrana del paese delle meraviglie! Ecco a voi, la regina di Cuori!"
A quelle parole un fragoroso boato si levò per tutto il cortile, fin oltre le mura.



"Cappellaio, vieni con noi, raggiungiamo gli altri!" Esclamò allegra la neo sovrana stringendogli la mano. 
"Che differenza c’è tra un corvo ed una scrivania?"
"Come?" Rispose lei confusa
"La differenza tra un corvo ed una scrivania..." Domandò di nuovo lui.
"Non lo so, perchè?"
Il cappellaio schiocco la lingua e le sorrise.
"Arrivo subito mia regina, voi andate pure avanti, il vostro popolo ha già aspettato abbastanza" le sorrise dolcemente l'uomo baciandole amorevolmente il dorso della mano,
provocandole un leggero rossore che le imporporò le gote. Lei annuì con il cuore scalpitante e senza dire altro corse lungo il corridoio che l'avrebbe portata all'esterno.
Quando Rossa fu abbastanza lontana, il cappellaio tornò serio "Povera stupida ragazzina, non sei altro che una pedina... come tutti noi." Sospirò con disprezzo.
Il suo sguardo si posò poi sul corpo della donna stesa sul pavimento, come addormentata in un fiore cremisi che aveva origine dal suo cuore.
"E' stato un onore giocare contro di te mia regina." Disse solenne l'umo togliendosi il cappello e facendo un inchino alla sua rivale sconfitta.
"La regina corvina, dalla voce cristallina vinta è stata da una ragazzina birichina, vieni presto mai bambina che l'ora dei giochi si avvicina..."



"Posso farti una domanda Cappellaio?" Chiese Alice con il naso all'insù.
"Quale domanda?" Rispose il cappellaio aggiustandosi il cappello sulla testa.
"Ora mi puoi dare la risposta a quel famoso indovinello?"
"Quale indovinello?"
"Che differenza c’è tra un corvo ed una scrivania?"
"Gira gira mia regina corvina dalla voce cristallina 
vai serena alla deriva, rosa recisa di rubino
sei vicina alla rovina bellissima pedina truffaldina
ti ho vista in una tazzina stamattina vestita da sposina
ora sei una statuina puntasi con la spina di una rossina
sopraffina ballerina sorellina di una stellina
attena signorina a non perdere la scarpina
prima che arrivi una bambina birichina che sarà la tua rovina. " 
Canticchiò in risposta il cappellaio.
"E questo ora che significa?"
"Non lo so."
Alice rise.
"A volte dimentico che sei completamente pazzo."
Sorrise lei posandogli poi un bacio sulla guancia e allontanandosi in compagnia della testa del gatto dello cheshire.
"Anche tu mia regina sei solo l'ennesima pedina?"
 
   
 
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