Un raggio di sole che entra dalla finestra comincia a darmi veramente fastidio quindi decido di svegliarmi e piano mi rigiro nudo sotto le lenzuola guardando il posto vuoto accanto al mio. Ormai non dormo più da solo, non vivo più solo ma con lui. Sorrido nel sentire il rumore dell’acqua nella doccia in direzione del bagno, mi guardo intorno nella nostra stanza … si nostra … quel piccoletto si è trasferito da qualche mese nel mio appartamento lasciando la stanza del dormitorio dell’esercito, la nostra relazione è ancora nascosta a tutti tranne a suo fratello, infatti, dobbiamo stare attenti ad uscire di casa e a rincasare separati e con tempistiche diverse. Una volta a casa però, possiamo dare sfogo al nostro amore coccolandoci e amandoci per ore, dopo una lunga giornata fatta di sole occhiatine e sorrisini tra i corridoi del quartier generale, senza farci vedere dai colleghi.



Che cosa mi hai fatto fullmetal….. io, uomo freddo e senza cuore, con omicidi alle spalle sono diventato un animaletto docile a causa del tuo amore e dei tuoi occhi d’oro liquido, grandi ed espressivi che, quando ti ho conosciuto, sprigionavano fiamme per la determinazione con cui volevi riportare da te tuo fratello, ora invece, quando mi guardi vedo due bellissimi occhi dorati solari e pieni d’amore…. Sì solari, l’opposto dei miei neri come la pece, siamo il giorno e la notte, il sole e la luna ma ci amiamo e ci completiamo.



Che cosa mi hai fatto fullmetal…. All’inizio ci odiavamo, non potevamo resistere più di dieci minuti nella stessa stanza senza bisticciare, io determinato e ambizioso e tu ingenuo ma con un unico obbiettivo più grande di te. Quasi odiavo sentire i tuoi passi nel corridoio, sentire quel suono diverso causato dal tuo automail che sbatteva a ritmo dei tuoi piccoli passi sul pavimento mi innervosiva, ora invece,  non posso fare a meno di sentire quella melodia di passi, se almeno una volta al giorno non li sento mi sembra di impazzire. Quando siamo in casa, senza calzature, quel suono echeggia più ampio nella stanza e mi tranquillizza perché sento che sei con me e da nessuna altra parte. Appena trasferito, ti imbarazzava camminare scalzo e ti obbligavi ad usare le pantofole, invece adesso scorazzi libero facendo sentire la tua presenza.



Che cosa mi hai fatto piccoletto… già piccoletto, appena sentivi pronunciare quella parola ti alteravi e ingigantivi la situazione urlando e spargendo odio. Ora è ancora così, con gli altri però, solo io posso chiamarti piccoletto e quando lo faccio, le tue guance cominciano a diventare rosse come fragole e abbassi lo sguardo imbarazzato. Adoro avere questo privilegio e ripeterti quel nomignolo cento o duecento volte al giorno tra le lenzuola, durante le coccole, mentre facciamo il bagno o altro ancora. E tu ogni volta fingi di offenderti ma il tuo sguardo dice tutt’altro. Vorrei tenerti tra le braccia tutto il giorno senza lasciarti andare per il lavoro o qualche missione.



Ora una testa bionda fa capolino dal bagno in accappatoio e sorride nel vedermi sveglio, quindi piano si avvicina e gattona sul letto raggiungendomi, io passo le dita tra i suoi capelli biondi come il grano e morbidi al tatto accarezzandoli fino alla punta, quanto mi fanno impazzire quei capelli perfettamente intonati al suo viso e ai suoi occhi. Mi sorride e mi da un bacio tenero sulle labbra io ricambio il bacio e sorrido guardandolo negli occhi.

“Buongiorno colonnello”
“sssh come ti ho detto di chiamarmi?”
“Buongiorno Roy”