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Autore: Marina94    11/11/2016    1 recensioni
Amelia è una ragazza normale, di un semplice villaggio medievale. Ed è innamorata. Ma, nella Notte Oscura, cambia tutto. Chi è lei, davvero? A chi andrà la sua lealtà? Al suo cuore o al suo...sangue?
***
Questa storia partecipa al contest "Halloween Party - La Grande Zucca" a cura di Fanwriter.it!
Numero parole: 1373
Prompt/Traccia usati: Maschere.
Genere: Dark, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SO THEY DUG YOUR GRAVE IN THE MASQUERADE



Questa storia partecipa al contest "Halloween Party - La Grande Zucca" a cura di Fanwriter.it!
Numero parole: 1373
Prompt/Traccia: Maschere.
 

31 Ottobre. Una notte temuta, nel villaggio. Una notte in cui, si raccontava, le creature dell"oscurità di svegliavano e giravano sulla terra, calando le maschere e rivelando la loro vera natura. Avrebbero scelto poi se mantenerla ogni notte a venire o tornare al loro mondo.
Ma, in quelle poche ore, poteva essere deciso tutto. Poche ore di danza di menzogne, maschere e bugie, quasi in un macabro gioco.
Aprì gli occhi. Freddo. Era tutto quello che sentiva.
Le sue labbra erano calde.
 Tentò un sorriso, aperto, all'idea del motivo che l'aveva portata a svegliarsi nel cuore della notte, come era già successo da varie settimane a quella parte...ma non sentì il familiare batticuore che la riscaldava sempre tanto. Solo...vuoto.
Tra loro due, era indubbiamente lei quella che  sorrideva sempre, contro l'altra, più chiusa e scontrosa, solitaria...una facciata, però, che Amelia stava combattendo con abbastanza cocciutaggine da innervosirla, anche se non davvero.
Le sue labbra incontrarono qualcosa di freddo. Duro. Tastó con la lingua, confusa. Il sapore del sangue le riempì la bocca. Lo inghiottì, in un impulso inspiegabile, e quello calò nella sua gola, stranamente così piacevole.
Occhi brillarono nell'oscurità, insieme ad un sorriso distorto. Canini affilati. Velenosi. Letali.
Eirän, la strana ma dolce avventuriera arrivata nel villaggio tempo prima, le sorrideva. Mostrando, nella Data Oscura, la sua natura, al di là della maschera che, a quanto sembrava, aveva sempre portato. Finalmente libera, finalmente pronta a crearsi seguaci.
Eppure era brava a riconoscere le maschere. Era così che aveva conosciuto lei...ma forse, era stata un caso speciale. Unico.
La creatura della notte le si avvicinò. Istintivamente, Amelia chinò il capo. Era la sua signora. Il suo sangue era il proprio. L'aveva avvelenata, cambiata, piegata a sé.
Eirän ghignò soddisfatta. "Bene. Ora mi aiuterai. Attenta a come ti muovi...appartieni a me. Non sei più una stupida umana. Ma agisci come tale, fingi...fino al momento giusto. Ricorda. Il tuo signore sono io. Ed è deciso: questa Notte Oscura sarà solo l'inizio."
E scomparve, lasciandola sola nel buio.
Il suo primo impulso fu di seguirla. Doveva proteggerla.
Ma poi, qualcosa in lei si mosse. Strinse gli occhi...Doveva fare qualcosa, quella sera. C'era qualcuno...
"Ho delle conoscenze. Ti aiuterò, se riuscirai a non cacciarti nei guai per conto tuo." quelle parole la fecero sorridere.
"Possiamo scappare! Andiamo via, no? Altri luoghi saranno più..tranquilli!"
Era la proposta. Il loro villaggio era protagonista di una sommossa. Non era sicuro. L'altra l'aveva guardata esasperata. E allora, Amelia si era sporta in avanti. Labbra contro labbra, in un contatto unico e speciale, soltanto loro.
Clarice. Certo. Come aveva potuto....come aveva potuto non pensarci.
"Sono io il tuo signore."
Quella voce...aveva ragione. Non era Amelia. Da ora, Amelia era solo una maschera, fra le tante di quella danza macabra. Doveva fondersi ad essa il più possibile...sembrare ancora lei. Ancora la ragazza innamorata.
Il loro primo bacio era stato   quasi un caso, un naturale incontro, in uno dei pomeriggi a parlare, dopo che Clarice le aveva risparmiato la vita. Pomeriggi in cui si stavano scoprendo, lentamente, accettandosi e facendo calare, una più facilmente l'altra meno, le loro maschere. Facendo breccia l'una nel cuore dell'altra.
Ormai era quasi arrivata. Si guardò intorno. Era sola. Completamente. Due svolte a sinistra, superare la quercia, il pioppo bruciato, poi a destra...
Sinistra, sinistra, quercia, un albero bruciato, destra...Amelia stava correndo, quasi, più furtivamente che poteva, seguendo la figura. L'aveva vista muoversi nelle strade ad un'ora in cui avrebbe dovuto essere al posto della Ronda, in quanto guardia al servizio della Corona...la sua curiosità, sempre un tratto caratterizzante della sua personalità, aveva vinto, e l'aveva seguita.
Raggiunse la grotta. Gli odori, ora, erano sempre più forti. Intorno a lei rumori, urla, lamenti ed ululati, delle creature che nella Data Oscura calcavano la terra.
Si appoggiò alla parete rocciosa.
Si appoggiò alla parete rocciosa, aspettando. Voci, dall'interno...sobbalzò. ladri, tagliaborse, assassini, rivoltosi della peggior specie. Volevano...volevano fomentare una rivolta e ribaltare la Corona! E in mezzo a quelle voci...si! La nuova Guardia arrivata in città, una certa..."Montague". Nessuno sapeva nulla di lei, era sempre sulle sue, silenziosa...e ora ecco la verità dietro la maschera. Una spia. Cosa doveva fare? Cosa...chi era quella donna? Una mano le tappò la bocca prima che potesse urlare. Si sentì afferrare per un braccio.
La presa era solida. La figura la condusse per un buon tratto del bosco, svolte, incroci, bivi. Si fermò ad un albero.
Si fermò ad un albero, contro cui la spinse, puntandole una lama affilata alla gola. "Chi sei? Cosa hai visto?"
Erano arrivate. Amelia sorrise, quasi naturalmente, e abbracciò l'altra ragazza.
"Sei in ritardo." Borbottò quella. "E sei gelata, ragazzina..." impossibile non riconoscere la nota di affetto in quella parola "...sei stata a bighellonare come tuo solito, immagino. Proprio nella Notte Oscu---" interruppe la frase di Clarice premendo le labbra contro le sue. Un bacio fulmineo, da cui si ritrasse prima che...capisse. cercò di ignorare l'odore dell'altra, così invitante per la creatura di Eirän.
No. Concentrati. Menti.
"Sai, alla fine non è un'idea orribile. Questo villaggio è un buco. E non ho intenzione di lasciarti quando scoppierà la rivolta...anche perché me lo rendi impossibile. Quindi non hai avuto una pensata orribile, per quanto stupidamente impulsiva."
Amelia sobbalzò. Scappare...no. no. Non poteva. Eirän...la sua Signora si sarebbe alterata. Non poteva tradirla. Non era più...quella ragazza che voleva semplicemente amare Clarice. Per quanto sarebbe stato...no. L'unica cosa che desiderava era servire Eirän. Amelia era solo una maschera.
"....Aspettiamo domani! Vediamo come vanno le cose! Scappare ora...potrebbe portarti problemi!" Era quello che avrebbe detto Amelia? Non lo sapeva. Non era certa più di nulla. Ma doveva continuare a fingere.
L'altra la guardò.
"Ehi, ragazzina, tutto bene? Sei meno logorroica del solito. E meno tendente a farmi attacchi."
Se ne era accorta. Clarice, che non si occupava di nessuno, che viveva /sempre/ unicamente per conto suo, si era accorta che qualcosa non tornava.
"Chi sei tu? Perché...perché lo fai? Tu sei al servizio del Re! ....Non è stata una tua scelta, vero? Ecco perché questa maschera...mi dispiace. Davvero." L'altra aveva esitato, poi stretto la mano sull'impugnatura della lama, poi esitato di nuovo. Infine aveva ritratto l'arma.
"Se lo dici a qualcuno sei morta. Ora sai che conoscenze ho. Sparisci." e si dileguò lei per prima. Amelia si tastò la gola. Era viva. L"aveva lasciata andare. E lei...aveva intravisto qualcosa, in quella sua facciata stoica. E l'avrebbe scoperto. A ogni costo.

Cercò di ridere. Una risata che morì subito, priva di allegria. La creatura di Eirän non ne provava. E lei? Lei... chi era? Era quell'essere della Notte, sanguinario, che annusava gli odori del sangue di quella ragazza così vicina a lei, e stava soltanto mentendo? O era Amelia, quella personalità che ora era solamente una maschera, una stupida identità fittizia?
".....sei sempre più strana. Più del solito, eh."
La osservava con sguardo quasi preoccupato. Amelia era nel panico. La maschera tentennava. Avrebbe potuto dirle tutto, far cadere la copertura. Accettare qualsiasi conseguenza.
Strana, si. Era persa. Per sempre. Non esisteva più. Era solo una maschera.
"Perché lo fai?"
"non ti interessa. Non sono nessuno."
"Tutti siamo qualcuno! E tu sei speciale. Avresti potuto uccidermi....ma non l'hai fatto."
"Non so neanche perché. Speravo stessi zitta. La minaccia  è ancora valida. Una parola con il villaggio e sei morta."
"non mi interessa il villaggio! Mi interessi tu...quello che sei veramente. A proposito, io sono Amy. Amelia."
"...Clarice."

Cosa era? La ragazza tanto vicina alla donna che amava da sentirne il calore, o la creatura che percepiva soltanto il sangue? Quella creatura priva di battito, o Amelia, che si sentiva il cuore spezzato?
Qual'era la sua maschera?
"Io..."
Un pipistrello volò. Nel buio, rivide quel ghigno. Il suo sangue avvelenato ribollì.
"No. Va tutto bene. Ti amo."
Sorrise. Eccola, la creatura che vinceva. Il richiamo del sangue che si fondeva a lei.
E la maschera che tornava a coprirle il volto.

 

  
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