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Autore: winchestersimpala    11/11/2016    1 recensioni
Aprii leggermente la porta e mi trovai davanti quattro ragazzi vestiti normalmente ed un uomo sulla cinquantina in giacca e cravatta. Rimasi a fissare per alcuni interminabili secondi il ragazzo che si trovava al centro del gruppo. Era tremendamente affascinante. Capelli biondi, occhi blu, un braccio completamente tatuato e l’altro lo era per metà e una cicatrice che copriva la maggior parte del suo gomito sinistro. Sentii le mie guance avvampare quando quest’ultimo mi rivolse un sorriso.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hayley Williams, Taylor York
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4.

 

Avevo appena inserito le chiavi di casa nella serratura quando la porta venne spalancata da un Taylor piuttosto impaziente.

“Allora come è andata con quel gran figo di Trevor?” Esclamò, senza accorgersi del fatto che Trevor fosse di fianco a me e stesse facendo di tutto per non scoppiare a ridergli in faccia.

“Ehm.. Taylor…” Dissi io indicando la persona in questione.

“Che figura di merda”. Constatò Taylor arrossendo violentemente, per poi scostarsi per farci entrare in casa. Taylor e Trevor si sedettero rispettivamente sulla poltrona di fianco al televisore e sul divano di fronte a quest’ultimo. 

“Volete qualcosa da bere?” Chiesi poggiando una mano sulla spalla di Trevor, Taylor mi guardò in modo interrogativo, ricevendo un’occhiataccia come risposta. 

“Dell’alcool possibilmente, dopo la figuraccia che ho appena fatto”. Disse Taylor facendo scoppiare me e Trevor in una risata fragorosa.

“Per me va bene anche una semplice birra”. Mi disse Trevor scostandosi leggermente per vedermi meglio e sorridendomi dolcemente. 

“Okay”. Bisbigliai io dirigendomi verso la cucina, sentendomi una completa idiota per l’effetto che Trevor aveva su di me.

Stavo prendendo le bibite dal frigo quando sentii Taylor che parlava con Trevor.

“Mi dispiace ancora per la figuraccia, non pensavo che fossi con lei”. Esordì Taylor ridendo.

“Non ti preoccupare, almeno l’hai tirata su un po’ di morale”. Disse Trevor.

“Perché? Cos’è successo?” Chiese Taylor preoccupato.

Sapevo che Taylor dopo l’affermazione di Trevor si sarebbe preoccupato, così chiusi in fretta il frigorifero e ritornai in sala.

“Josh mi ha scritto”. Dissi porgendo loro le bottiglie e sedendomi vicino a Trevor. “Doveva essere  nello stesso bar in cui eravamo noi e ha scritto che da oggi mi avrebbe tenuta d’occhio”. Continuai io, sentendomi assalire da un profondo senso di angoscia e tristezza. 

“Quello stronzo, non mi è mai piaciuto. Ci ha solamente usati per ottenere un minimo di successo. Sono contento che la sua carriera da solista faccia schifo”. Sbottò Taylor. 

“Taylor, non dire così…” Dissi io cercando di calmarlo.

“No Hayley, tu tendi troppo a vedere solo il lato positivo delle persone e purtroppo ne paghi sempre le conseguenze. Guarda solo cosa ti è successo a fidarti di quel figlio di puttana”. Esclamò dopo aver bevuto un sorso della sua birra. Le sue parole mi colpirono come un fulmine a ciel sereno. In cuor mio sapevo quanto avesse ragione, ma in quel modo sembrava quasi che la colpa fosse solo mia.  Abbassai lo sguardo e cominciai ad osservare attentamente il parquet del mio salotto. Trevor doveva aver capito il mio stato d’animo, poiché intervenne.

“Non è nemmeno colpa sua però, Taylor”.

“Non sto dicendo questo, non hai idea di quello che le abbia fatto in passato e solo l’idea che lui adesso non le voglia dare pace mi fa andare il sangue al cervello”. Trevor stava per rispondere quando decisi di intervenire per porre fine a quella discussione.

“Lui sa tutto Taylor, ne abbiamo parlato, ha visto la cicatrice. Non devi fare lo stronzo con lui solo perchè sei preoccupato per me, okay?” Dissi con i nervi a fior di pelle, facendolo ammutolire. Il motivo per cui si comportava così era perchè lui aveva visto in che stato fossi dopo tutto quello che era successo con Josh. Era stata la prima persona che avevo avuto il coraggio di chiamare dopo che Josh se n’era andato da casa mia ed era stato proprio lui a portarmi all’ospedale per la ferita alla schiena. Aveva persino cercato di convincermi a denunciarlo alla polizia, ma non ne ho mai avuto il coraggio. Da quel momento era diventato sempre più protettivo nei miei confronti, e lo apprezzavo, davvero molto, ma adesso stava esagerando. 

“Scusa Hayley, hai ragione, sono un idiota”. Disse Taylor dopo qualche istante.

“Non fa niente, so che lo fai per proteggermi”. Risposi io con un debole sorriso.

“Direi che è ora che vada, devo cominciare a preparare i bagagli per il tour”. Affermò Taylor alzandosi dalla poltrona e posando la bottiglia, ormai vuota, su un tavolino di vetro poco lontano da lui.

Lo accompagnai alla porta e mentre lo stavo abbracciando mi disse: “Per me è un ragazzo in gamba Hayley, tienitelo stretto”. Sorrisi alle sue parole e dissi che lo avrei fatto, chiudendo la porta dopo aver osservato Taylor salire sulla sua auto.

Feci per ritornare a sedermi sul divano quando mi ritrovai davanti Trevor in tutto il suo splendore. Nonostante la distanza tra noi fosse minima sentivo la necessità di azzerarla del tutto, ma decisi di dare un freno ai miei istinti primordiali; in compenso fu lui ad annientarla, facendo aderire la mia schiena alla porta d’ingresso. Sembrava un po’ indeciso su cosa fare, ma poi si fece coraggio e posò delicatamente le sue mani sui miei fianchi per poi baciarmi ancora più appassionatamente rispetto al bacio che ci eravamo scambiati poco prima in macchina. Sembrava che ne avesse un bisogno quasi disperato. Incrociai le braccia dietro al suo collo e sorrisi mentre ricambiavo il bacio.

“Perché sorridi?” Chiese lui staccandosi dalle mie labbra e sorridendo a sua volta.

“Perché per una volta, anche se magari per poco, sono fottutamente felice”. Risposi io, stringendolo in un abbraccio, abbraccio che lui non esitò a ricambiare. 

“Potrei restare così per sempre”. Disse lui stringendomi ancora più forte.

“Che ne dici se prepariamo qualcosa per cena e ci vediamo un film?” Proposi allontanandomi leggermente da lui.

“Dico che mi sembra un’idea fantastica”. Affermò lui per poi darmi una bacio veloce sulle labbra. 

Ci dirigemmo in cucina per provare a cucinare qualcosa di accettabile.

“Io faccio un po’ schifo ai fornelli, ti avviso”. Disse Trevor prendendo posto al tavolo posto al centro della stanza.

“Anche io, se ti può consolare”. Dissi ridendo mentre riempivo la pentola di acqua per metterla poi a bollire. “L’unica cosa che so cucinare abbastanza bene è la pasta, quindi ti dovrai accontentare”. Continuai sorridendogli, guadagnando un meraviglioso sorriso da parte sua. Mi sedetti al tavolo con lui e mentre aspettavamo che l’acqua bollisse decidemmo che film guardare.

“Che genere di film ti piace?” Chiesi appoggiandomi allo schienale della sedia.

“Ho una passione per tutto ciò che è horror”. Rispose Trevor, lasciandomi a bocca aperta.

“Anche io! Credo di esserne davvero ossessionata”. Esclamai ridendo. “Prova a cercare su internet se ce n’è qualcuno di interessante mentre finisco di preparare la cena”. Proposi, mettendogli davanti il mio computer.

Dopo una decina di minuti silenzio la cena era finalmente pronta e Trevor aveva trovato un film che entrambi non avevamo ancora visto.

 

“Sei nervoso per domani?” Chiesi mentre finivamo di mangiare.

“Un po’”. Disse Trevor con la bocca piena, facendomi sorridere come un’ebete. 

“Come mai?” Insistetti io. 

“Perché tu sarai lì e ho paura di sbagliare tutto”. Rispose lui, alzandosi per sciacquare il suo piatto e riporlo nella lavastoviglie. La curiosità mi stava uccidendo, così gli chiesi il motivo per cui la mia presenza lo poteva rendere così nervoso.

“Perché ti seguo praticamente da sempre, sei la mia cantante preferita e lo stesso vale per mio fratello e sei decisamente molto più brava di noi”. Disse lui tutto d’un fiato.

“Sicuro che è solo per questo?” Ribattei io, alzandomi ed avvicinandomi a lui.

“No…” Sussurrò, girandosi verso di me.

“Trev, se è per qualcosa che ho fatto o che ho detto puoi dirmelo, possiamo…” Non riuscii a finire la frase poiché Trevor prese il mio volto tra le sue mani e mi baciò, molto probabilmente per farmi tacere.

“E’ per questo che sono nervoso”. Disse allontanandosi solo di qualche millimetro dalle mie labbra, tenendo ancora gli occhi chiusi. Il mio cuore stava per esplodere da quanto batteva forte.        

“Per il fatto che non potrai baciarmi quando ti pare?” Chiesi, facendolo scoppiare a ridere.

“Sì, proprio per quello”. Rispose lui ancora ridendo per poi prendermi la mano e condurmi in sala per vedere il film. Trevor si sedette sul divano e fece partire il film sul mio computer, io presi una coperta per poi sedermi di fianco a lui e coprire entrambi.

 

Due ore dopo

 

Il film era ormai finito e potevo dire che era uno dei film migliori che avessi mai visto. Potevo descrivere quel momento con una sola parola: perfezione. La mia testa era appoggiata sulla spalla di Trevor, il suo braccio mi teneva stretta a lui, ero così rilassata che sentivo di potermi addormentare da un momento all’altro.

“Hey, che ore sono?” Chiesi con la voce roca a causa della stanchezza.

“E’ quasi mezzanotte. Forse è meglio che vada a casa, altrimenti domani alle prove arrivo in ritardo”. Rispose alzandosi dal divano. In quel momento venni assalita da un migliaio di pensieri. Se era vero che Josh mi avrebbe tenuta d’occhio, allora dal momento in cui Trevor avrebbe messo piede fuori dalla porta lui avrebbe saputo che ero da sola e quindi più vulnerabile. Quel pensiero mi gettò nel panico più totale e presi Trevor per un braccio, costringendolo a sedersi nuovamente. 

“C’è qualcosa che non va?” Mi chiese preoccupato.

“Si, ma forse è una preoccupazione stupida”. Risposi, allentando un po’ la presa. Trevor si sistemò sul divano per vedermi meglio.

“Dai Hayley, parlami”. Disse lui guardandomi negli occhi, sperando in una mia risposta. Mi sentivo così stupida a reagire in quel modo, alla fine non ci conoscevamo nemmeno così bene, ma con lui mi sentivo davvero al sicuro, come se tutto il male che avevo subito fosse davvero solo una cosa appartenente al passato. Decisi di provare a parlare nonostante il mio istinto mi dicesse di lasciar perdere.

“Ho paura che appena uscirai da quella porta Josh saprà che sono da sola e cercherà di approfittarne, soprattutto dopo il messaggio di stamattina…” Dissi, cercando di non sembrare una persona che stava per perdere definitivamente il senno. 

“Porca puttana”. Disse Trevor come se avesse fatto la scoperta del secolo. “Non ci avevo pensato Hayley…” Aggiunse stringendomi in un abbraccio e lasciandomi senza parole. Non mi aspettavo una reazione simile. “Se vuoi posso restare qui e domani mattina andiamo insieme in studio. Potrei dormire sul divano”. Concluse lui, non lasciandomi andare. Riuscii solo ad annuire, mi sentivo vicina ad un’altra crisi ed ero davvero stanca di piangere. Restammo così per qualche minuto, fino a quando non riuscii a trovare la forza di allontanarmi e soprattutto di parlare.

“Il divano non è molto comodo per dormire, te lo dico per esperienza…” Dissi, tracciando con il mio indice il contorno dei tatuaggi sul braccio di Trevor.

“Allora cosa mi consigli?” Chiese lui, sorridendo mentre seguiva il mio dito sul suo braccio con lo sguardo.

“Potresti dormire di là…” Risposi, sperando che capisse al volo ciò che intendevo.

“Di là dove?” Chiese facendomi l’occhiolino.

“Oh andiamo, vuoi proprio farmelo dire?” Dissi ridendo.

“No no, ho capito. Solo una cosa: dormo senza maglia. Spero non sia un problema”. Disse lui, accorciando la distanza tra noi due.

“No, non è un problema”. Risposi io alzandomi dal divano e dirigendomi verso la mia camera, seguita da Trevor. 

 

“Il telecomando della TV è sul comodino se vuoi”.  Urlai dal bagno mentre indossavo i pantaloni del pigiama. Successivamente sciolsi capelli, li pettinai e dopo essermi lavata i denti tornai in camera per cambiare la maglia. Una volta varcata la soglia mi trovai davanti Trevor che indossava solo i pantaloni della tuta, sdraiato sul letto. Gli rivolsi un sorriso cercando di distogliere lo sguardo dal suo corpo e dai suoi tatuaggi, per poi sedermi sul bordo del letto e sfilarmi la maglia per indossare quella che avrei usato per dormire. Rimasi in reggiseno per qualche secondo, giusto il tempo di cercare quella dannata maglia, ed in quel lasso di tempo sentii Trevor muoversi dietro di me, ma pensai che si stesse semplicemente sistemando, fino a quando sentii la sua mano accarezzarmi la spalla e le sue labbra lasciare una serie di baci lungo la mia cicatrice. Mi girai verso di lui sorridendogli e dopo aver preso il suo volto tra le mani e lo baciai. Un bacio colmo di amore e fiducia. Forse non avevo mai baciato una persona in quel modo. Mi allontanai leggermente da lui per respirare ed entrambi ci sorridemmo, fino a quando Trevor  ritornò a baciarmi appassionatamente per poi spostarsi leggermente per farmi sdraiare sulla schiena e riprendere quello che aveva iniziato. Lentamente cominciò a spostarsi dalle mie labbra per scendere lungo la mia mandibola, per poi soffermarsi sul mio collo, probabilmente lasciando qualche succhiotto che sarebbe stato visibile a chiunque, facendomi scappare qualche sospiro di quando in quando. Stava andando tutto a gonfie vele, fino al momento in cui Trevor mi sfiorò il collo con la mano. Quel semplice contatto mi fece avere un flashback al momento in cui Josh aveva abusato di me. Avevo il respiro corto, il battito accelerato. Avevo bisogno che Trevor si spostasse da sopra di me. E se non lo avesse fatto? Se fosse andato avanti nonostante tutto? In che situazione mi ero appena cacciata?

“Trevor…” Riuscii a dire con un filo di voce.

“Mh?” Disse lui, scendendo verso la mia clavicola, la sua mano ancora contro il mio collo.

“Fermati, ti prego”. Dissi ormai singhiozzando. Non so se per le mie parole, o per la mia voce spezzata, ma Trevor si fermò immediatamente e mi aiutò a sedermi.

“Hey, hey che succede?” Mi chiese, potevo percepire la profonda preoccupazione nella sua voce. Le parole non volevano uscire dalla mia bocca, riuscivo solo a guardare Trevor, sentendomi tremendamente in imbarazzo. Dopo qualche secondo passato a fissarci, prese la sua maglia e mi aiutò ad indossarla. Mi accarezzò il volto, spostando qualche ciocca dei miei capelli.

“Mi dispiace Trev…” Dissi in un sussurro talmente flebile che riuscii a malapena a sentire me stessa. Evidentemente lui mi aveva sentita, poiché si avvicinò a me, stringendomi tra le sue braccia.

“Hayley… Non devi dispiacerti, okay? Possiamo fare le cose con calma, anzi, sono proprio io quello che si deve scusare”. Disse Trevor poggiando il mento sulla mia testa. “Se vuoi parlare di quello che è successo, sai che per te ci sarò sempre”. Continuò lui.

“Grazie”. Bofonchiai contro il suo petto. “Quando mi hai toccato il collo ho cominciato a rivivere ciò che ho passato con Josh, per quello ti ho chiesto di smettere”.  Cominciai a dire, allontanandomi da lui. “Non credo di sentirmi ancora pronta e non so nemmeno se potrò mai esserlo”. Aggiunsi, sentendo riaffiorare le lacrime. 

“Non devi fare tutta questa pressione su te stessa, succederà quando ti sentirai pronta. Faremo tutto con molta tranquillità”. Disse lui, rimettendosi dalla sua parte del letto, allargando le braccia in modo che io mi sistemassi vicina a lui.

“Possiamo solo dormire?” Chiesi io azzerando definitivamente la distanza tra noi e concentrandomi sul battito del suo cuore. Trevor cominciò ad accarezzarmi i capelli.

“Certo che possiamo”.  Rispose lui, dandomi un bacio sulla testa, per poi riprendere ad accarezzarmi aiutandomi ad addormentarmi.

 

 

La mattina seguente

 

 

Erano circa le otto del mattino quando mi svegliai e notai di essere sola nel letto che avevo diviso con Trevor. Mi girai per vedere se la luce del bagno fosse accesa, ma tutto taceva. La luce del sole entrava dalle persiane appena socchiuse della mia camera. Rimasi a fissare il soffitto per un lasso di tempo non ben definito, pensando a ciò che era successo la notte precedente, fino a quando sentii la porta di casa aprirsi. Dopo pochi istanti vidi Trevor entrare nella mia stanza con un sorriso stampato sul volto.

“Ti ho svegliata?” Chiese sedendosi di fianco a me sul letto.

“No tranquillo, ero già sveglia da un po’”. Risposi io, mettendomi a sedere. Una volta sistemata mi porse uno di quei classici bicchieri d’asporto provenienti da Starbucks. “Non sapevo cosa preferissi, così ti ho preso un semplice caffè”. Disse Trevor sorseggiando dal suo bicchiere. “Il caffè va più che bene, grazie Trev”. Risposi io portandomi il bicchiere alla bocca.

“Sono riuscito a recuperare la mia auto, così possiamo andare direttamente allo studio per le prove più tardi”. Io annuii e gli chiesi a che ora sarebbero iniziate.

“Alle 9.30, però dovrei andare prima per vedermi con Matt. Ovviamente tu verresti con me”. Rispose lui, appoggiando il bicchiere ormai vuoto sul comodino.

“Perfetto, allora adesso mi vesto così possiamo andare”. Esclamai io alzandomi dal letto dopo avergli dato un bacio sulla guancia. Aprii l’armadio, indecisa sul cosa indossare. Alla fine optai per un paio di jeans molto aderenti neri, una maglia dei fall out boy, band che era sotto la nostra stessa etichetta discografica, le mie vans nere e per completare il tutto la mia giacca di pelle preferita.

Andai in bagno per vestirmi e lavarmi i denti quando mi accorsi delle occhiaie tremendamente scure che cerchiavano i miei occhi e soprattutto dei succhiotti che Trevor mi aveva lasciato sul collo. Cercai di coprire le occhiaie il più possibile con il fondotinta ed il correttore. Una volta soddisfatta del risultato, applicai un po’ di eyeliner e di mascara sugli occhi ed uscii dal bagno.

Una volta rientrata in camera notai che Trevor era al telefono e che non mi aveva sentita rientrare, così presi le scarpe e dopo essere ritornata nella stanza precedente le indossai senza far rumore mentre, pur non volendo, origliavo la conversazione.

 

“Matt, giuro che ti ammazzerei”.

 

“Come perché? Sai cosa provo per lei e tu la inviti alle prove? Come minimo sbaglierò tutto”.

 

“Quello che stava succedendo ieri è un altro discorso…”

 

“Okay, a tra poco”.

 

Appena capii che la conversazione era terminata feci un po’ di rumore in bagno per poi rientrare in camera.

“Sei pronto?” Gli chiesi cercando di fare finta di nulla riguardo alla conversazione che aveva avuto con il fratello. 

“Certo, andiamo!” Esclamò lui seguendomi fuori dalla mia abitazione.

 

Il tragitto in macchina fu abbastanza silenzioso, sotto sotto capivo Trevor. Anche io sarei stata nervosa se avessi dovuto fare le prove con la mia band di fronte alla persona che mi piaceva e per di più cantare una canzone che avevo scritto per lei.

Parcheggiammo di fianco alla macchina di Matt, il quale ci stava aspettando fuori dallo studio.

 

“Ciao Hayley!” Esclamò quest’ultimo abbracciandomi. “Come stai?” Mi chiese.

“Ciao Matt, sto bene tutto sommato, grazie. Tu?” Risposi io cercando di sembrare il più educata possibile, anche se in realtà l’agitazione e la curiosità di sentirli suonare dal vivo mi stavano uccidendo.

“Bene, grazie. Che ne dite, entriamo?” Disse il fratello maggiore indicando la porta d’ingresso. Io annuii, mentre Trevor sembrava perso nei suoi pensieri. Lasciammo andare Matt avanti, così io e Trevor potemmo parlare senza problemi.

“Andrai benissimo Trev, fai come se io non ci fossi”. Suggerii io stringendogli la mano, ottenendo un sorriso ed un bacio sulla fronte come risposta.

Dopo pochi istanti raggiungemmo il palco, dove trovammo il resto della band. 

Woody e Tim mi salutarono, dopodiché mi diressi verso una fila di sedie e presi posto.

“Con cosa iniziamo?” Sentii Trevor chiedere.

“Io direi con White Tiger”. Rispose Matt, facendo l’occhiolino al fratello minore, il quale non esitò a mandarlo al diavolo. Era davvero divertente vederli bisticciare, sembrava di vedere due bambini che si facevano i dispetti.

Subito dopo iniziarono a suonare la canzone, la quale mi conquistò fin dalla prima nota. Il testo mi piaceva moltissimo, ma fu la seconda strofa e soprattutto il modo in cui Trevor cantava quelle parole a colpirmi maggiormente. Mi fissò dritto negli occhi tutto il tempo.

 

The first time I saw you standing there, butterflies, all I could do was stare

So flawless and original, my heart dropped and I fell for you

 

Venni colpita particolarmente anche dalla parte successiva, la quale era cantata da Matt.

 

Everything I was looking for, like a wave crashing on my shore

Suddenly I couldn’t speak, it’s like an angel walked into me

 

Rimasi a bocca aperta per la bellezza di quella canzone, ma soprattutto per la bellezza del testo. Ormai era quasi finita quando Trevor cantò l’ultima frase, guardandomi per l’ennesima volta dritto negli occhi.

 

You’re my white tiger

 

Il resto delle prove procedette velocemente ed una volta terminate Trevor corse giù dal palco per abbracciarmi.

“Dio, hai una voce stupenda Trevor. E la canzone di cui mi parlavi mi è piaciuta moltissimo!” Esclamai sorridendogli, sperando che capisse quanto fossero sincere le mie parole. Dopo avermi lasciata andare mi chiese: “Davvero ti è piaciuta?” Io annuii e lui mi disse che in realtà quella canzone l’aveva scritta per me e che era proprio quello il motivo per cui continuava a guardarmi mentre la cantava.

“Sai, lo avevo intuito”. Dissi ridendo, abbracciandolo di nuovo. Ormai anche il resto della band stava scendendo dal palco, ma l’unico che prestava attenzione a quello che stava succedendo tra me e Trevor era suo fratello.

“Avevo così paura di cantarla di fronte a te. Un conto è scriverla e tenerla per me, ma cantarla di fronte alla persona a cui è dedicata…” “Lo so, posso immaginare quanto sia stato difficile per te”. Dissi io sorridendogli dolcemente, fino al momento in cui le nostre labbra si unirono.

“Hayley…” Disse Trevor, la voce appena udibile.

“Dimmi”. Dissi io, intrecciando le mie mani dietro al suo collo e guardandolo in quei suoi occhi che avevano lo stesso colore del ghiaccio.

“Credo di essermi seriamente innamorato di te”. Affermò arrossendo leggermente.

“Credo di essermi innamorata anche io”. Dissi, per poi baciarlo nuovamente con tutta la passione possibile, fino a quando non fummo interrotti da Taylor che urlava il mio nome mentre entrava nello studio.

“Che ci fai qui, Taylor?” Chiesi incredula, poggiando una mano sul petto di Trevor.

“HAYLEY”. Urlò nuovamente.

“Cristo santo Taylor, sono qui!” Risposi io incredula di ciò che stava succedendo.

“Josh…” Disse Taylor cercando di prendere fiato a causa della corsa.

Sentii il corpo di Trevor irrigidirsi sotto la mia mano ed io mi sentii la terra mancare sotto ai piedi.

“Josh è qui, ti ha seguita Hayley. Ho cercato di avvisarti il prima possibile, ma non mi hai risposto al telefono”. Continuò Taylor una volta recuperato il respiro.

Dopo la prima parte della frase sentivo la voce di Taylor in lontananza, l’unico suono che sentivo nitidamente era il mio battito che accelerava di secondo in secondo.

“Che cosa?!” Sentii Trevor esclamare. Strinsi la sua maglia per cercare di fargli capire che qualcosa non andava e fortunatamente attirai non solo la sua attenzione, ma anche quella del fratello maggiore.

“Hayley, Hayley guardami”. Diceva Trevor mentre io facevo sempre più fatica a respirare, in preda ormai ad un attacco di panico. Cercai di concentrarmi il più possibile sulla voce di Trevor e di seguire le sue istruzioni, mentre Matt mi porse una bottiglia d’acqua e teneva un braccio intorno alle mie spalle per paura che perdessi l’equilibrio.

“Bravissima, così”. Mi diceva Trevor per fare in modo che non perdessi la concentrazione. “Adesso respira come faccio io, okay?” Continuò lui, stringendo le mie mani, fredde quasi come quelle di un cadavere, tra le sue. “Ci sei? Inspira…” Disse, inspirando a sua volta facendo in modo che lo imitassi. “Ed espira…” Ripetemmo il tutto per cinque o sei volte, fino a quando riuscii a calmarmi leggermente. Mi sentivo più sicura di me, così trovai la forza di aprire la bottiglia e bere un po’ d’acqua. Appena fui sicura di aver riacquistato l’equilibrio corsi verso Trevor e lo strinsi più forte che potevo tra le mie braccia, scoppiando in un pianto disperato.

“Io non ce la faccio più ad andare avanti così, ti giuro che ci sto provando ma non ci riesco, non so più cosa fare. Sono un casino Trevor e non so nemmeno perché mi stai aiutando”. Dissi tutto d’un fiato, nonostante le mie frasi fossero scandite dai singhiozzi. Sentii qualcuno accarezzarmi la schiena, ma in quel momento non mi interessava nemmeno chi potesse essere, ero troppo disperata ed incazzata per pormi anche quel problema. Trevor mi scostò leggermente dal suo petto e mi disse il più calmamente possibile: “Non sei un casino Hayls, e non dovrai affrontare tutto questo da sola, va bene? Ci siamo noi ad aiutarti e ad assicurarci che non ti accada più nulla di male. Ti fidi di me?” Mi chiese infine. Annuii completamente assuefatta dalle sue parole. Speravo davvero che Trevor mi avrebbe aiutata ad uscire da quel casino che ormai mi perseguitava da anni. 

 

 

Nota dell’autrice: Eccomi qua con un nuovo capitolo pieno di drammi! Spero vi sia piaciuto come i tre precedenti e che lascerete una recensione, anche di poche righe, per farmi sapere che ne pensate. Vi lascio il link della canzone di cui ho parlato, così se ne avete voglia la potete ascoltare e farmi sapere che ne pensate. Grazie a tutti! 

Questa è la canzone: https://www.youtube.com/watch?v=c1Q81M2yT7I 

 
   
 
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