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Autore: Diana_C    13/11/2016    0 recensioni
Nulla fu mai più lo stesso da quel giorno in cui toccai l'inferno, in quella mia classe in cui tanto avevo amato stare....
Genere: Drammatico, Malinconico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nulla fu mai più lo stesso da quel giorno in cui toccai l'inferno, in quella mia classe in cui tanto avevo amato stare, in cui avevo imparato le sue labbra sottili e le sue mani sicure sul mio viso ancora ingenuo, in quei miei sedici anni in cui il mio giorno più dolce aveva il suo nome e di doloroso non conoscevo che le storie di cui vivevo, immerso nella luce soffusa della mia camera e nel fruscio delle pagine dove trovavo casa. Mi svegliai di mala voglia, e come tutte le mattine mi trascinai alla fermata, dove lei mi accolse con uno di quei sorrisi che mi facevano girare la testa, prendemmo l'autobus e insieme ci sedemmo a chiacchierare. Se solo avessi potuto immaginare, se avessi potuto sapere che non avrei rivisto quel sorriso, lo avrei guardato con più attenzione, e se ne avessi avuto il coraggio, l' avrei baciato, l'avrei baciata. Incontrammo Leo e Sofia davanti scuola, lei mi diede un sonoro bacio sulla guancia che io finsi di rifiutare, e lei per tutta risposta mi sferrò un pungo ben assestato sulla spalla; eravamo amici da una vita, ci conoscevano da dodici anni e insieme ne avevamo passate così tante. Se solo avessi potuto prevederlo, se avessi potuto salvare qualcuno, avrei salvato lei, che per salvare me avrebbe fatto qualsiasi cosa. L'inferno iniziò al suono della seconda campanella; quando un uomo incappucciato piombò in classe armato di pistola e gridò che ci avrebbe ammazzato come maiali se avessimo aperto bocca. Tutti restammo al nostro posto, un silenzio glaciale penetrò in classe e gelò il sangue nelle nostre vene, tenevamo gli sguardi fissi su di lui e mi parve che nulla esistesse più al di fuori dei suoi occhi di un terribile color ghiaccio. Improvvisamente il silenzio venne spezzato da uno sparo proveniente dall'esterno, appena fuori dalla nostra porta. Del sangue lentamente si espanse da sotto la fessura, ad una ragazza sfuggì un sussulto e quando mi voltai vidi nei suoi occhi il terrore puro; l'uomo la gelò con uno sguardo folle e per la prima volta in quella mattinata pensai che sarei morto lì, in quel momento. Eravamo pietrificati, sul volto dell'uomo si disegnò un sorriso sadico come lo avevo visto solo nei fumetti e nei suoi occhi potevi vedere la spirale di follia che ti trascinava con una sola occhiata nell'oscurità più profonda, nell'abisso senza fine, al di là del baratro. Iniziò a vaneggiare e a camminare nervosamente avanti e indietro, disse che voleva fare un esperimento, che voleva testare quanto gli esseri umani sanno essere perfidi, voleva mostrare a noi ragazzi quanto il mondo sia crudele e fino a che punto noi stessi possiamo spingerci per sopravvivere. Ci guardava uno ad uno, ci osservava e frugava nelle nostre anime e mentre tutti noi abbassavamo gli occhi terrorizzati, lui continuava, ogni secondo, a strappare un pezzo di noi. Cercai di restare lucido benché già sentivo di star perdendo la calma; cercai la sua dolce mano e F. me la strinse senza guardarmi. In quel momento notai lo sguardo di Sofia, che teneva gli occhi sicuri piantati in quelli dell'uomo; sembrava certa di poter rubare la sua follia, di poter sfuggire al labirinto, trovando il suo punto debole, era certa di poter salvare tutti noi. Teneva la mano in quella di Leo e lui guardava a terra con il cuore che gli martellava nel petto, ignaro di quello che sarebbe successo di lì a poco e dello sguardo dell'amore della sua vita, che solo lui avrebbe potuto fermare. Avrei voluto portarla via di lì, avrei dovuto fermare i suoi occhi taglienti come lame, ma lei era inarrestabile; non aveva paura, questo di lei non lo avevo mai capito: diceva di avere paura di tutto ma guardandola non lo avresti mai detto, sembrava quasi che le piacesse, che ci sperasse nel dolore, sembrava quasi che ne avesse bisogno, per sentirsi viva. Amava avere paura, era il suo più imperdonabile difetto. Vidi gli occhi gelidi dell'uomo posarsi in quelli di lei, vidi il suo volto aspro illuminarsi per un secondo: fu in quell'istante che la scelse. Le ordinò di alzarsi e lei lo fece, io solo scorsi un momento di esitazione e vidi la paura che penetrava lentamente nelle sue vene. Lui le puntò la pistola alla fronte e lei lo guardò con aria di sfida. "Hai paura di morire?" le chiese "Mai avuta" rispose sprezzante. Gli istanti passavano scanditi dal cuore che rimbombava nella mia mente; credevo che sarebbe morta, non riuscivo a pensare ad altro, non gliel'avrei perdonato.
   
 
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