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Autore: Anonick    13/11/2016    1 recensioni
Torino. Cinque mesi dopo la fine della serie. Come sono cambiate le vite dei protagonisti?
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Camilla Baudino, Gaetano Berardi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CINQUE GIORNI 

 

 

 

“Cinque giorni che ti ho perso,

quanto freddo in questa vita,

ma tu non mi hai cercato più.

Troppa gente che mi chiede , 

scava dentro la ferita, 

e in me non cicatrizzi mai.

Faccio male anche ad un amico, 

che ogni sera è qui.

Gli ho giurato di ascoltarlo 

ma tradisco lui e me.

Perché quando tu sei ferito

non sai mai , mai, 

se conviene più guarire o affondare giù.

Per sempre.”

 

 

 

Non sono passati cinque minuti , cinque ore e nemmeno cinque giorni, ma cinque maledettissimi mesi. 

 

 

Cinque mesi nei quali non sono riuscito a lavorare , a sorridere, a respirare.

 

 

Tutti i miei pensieri convogliavano su di te, si incastravano come navi tra gli scogli spinte troppo dal vento e non riuscivano in nessuna maniera a divincolarsi.

 

 

I miei ricordi si fermano in una qualunque macchinetta automatica che distribuisce bevande calde, in un generico e anonimo ospedale.

 

 

Perché hai scelto proprio un ospedale per darmi il colpo di grazia? Perché davanti a Renzo?

Queste sono solo due delle mille domande che mi ponevo ogni giorno dalla nascita di tua nipote.

 

 

Da quel pomeriggio ti sei dileguata, non mi hai cercato nemmeno per sbaglio. Non una chiamata , non un insulso sms , il nulla.

 

 

Ci dividono solo dieci passi di uno stupidissimo pianerottolo , ma io mi sento come Ulisse nella terra sconosciuta della maga Circe , incapace di tornare a casa senza il consenso divino.

 

 

Mi hai distrutto, ma non rinnego niente. Sono felice di averti aspettato , felice di aver condiviso quegli attimi preziosissimi , o almeno per me preziosi , con te , la donna che mi fa scalpitare il cuore.

 

 

Non penso riuscirò mai a strapparti dalla mia mente, ma almeno vorrei posizionarti in un angolino remoto di essa e contemplare da lontano, con un sorriso, i ricordi che mi legano a te.

 

 

Torre mi è sempre vicino, del resto è l’unico amico che ho, l’unico di cui mi fido ciecamente.

 

 

Ma tante volte mi estraniavo dal mio corpo, mi guardavo dall’esterno e ripercorrevo ogni stanza del mio appartamento in cerca di te , mentre le mie membra restavano sedute su una poltrona a fissare il povero ispettore che tentava di tirarmi su il morale.

 

 

Devo riuscire a vivere senza di te. Io ascolto ancora i miei pensieri, ogni mattina , non so con quale forza , mi alzo dal letto e vado al lavoro e tutto ciò mi fa percepire ancora la vita dentro me. 

 

 

Cerco di aggrapparmi a questo, anche se mentalmente mi hai ucciso io sono ancora vivo e posso rinascere senza te.

 

 

 

“Amore mio come farò

a rassegnarmi a vivere?

E proprio io che ti amo,

ti sto implorando. 

Aiutami a distruggerti.

Cinque giorni che ti ho perso

mille lacrime cadute

ed io inchiodato a te

Tutto e ancora più di tutto

per cercare di scappare 

Ho provato a disprezzarti, 

a tradirti , a farmi male.

Perché quando tu stai annegando 

non sai mai, mai

se conviene farsi forza

o lasciarsi andare giù nel mare.”

 

 

 

 

Il pensiero di essere ancora fisicamente e clinicamente vivo , ma con il cuore a pezzi e la mente a brandelli, non basta.

 

 

Non è sufficiente per andare oltre. Devi essere tu a darmi questa forza, perché io lo so, lo so che se ti avessi qui , davanti a me , in questo momento, mi lascerei ingannare dai tuoi occhi e alimenterei la speranza, che ancora vive dentro me ,di un futuro tutto nostro.

 

 

Ma continuando con questo tuo distacco , con questo tuo atteggiamento , cercando di non bussare alla tua porta, trattenendo tutti i miei slanci verso te , forse riuscirò prima o poi a dimenticare questo amore sconsiderato.

 

 

Non ha funzionato niente, ho provato a pensare a tutti i tuoi rifiuti, alle tue fughe decennali e invece che odiarti sentivo la tua mancanza.

 

 

Ho ceduto alle avance di una mia conoscente , l’ho portata a cena , tutto era perfetto.

Le ho chiesto di salire con me a casa, spalanco la porta, la richiudo.

 

 

Tra un bacio ed un altro avverto il rumore della tua porta aprirsi, la mia mente non era più con il mio corpo, come succedeva spesso ormai.

 

 

Mi sono scusato con la ragazza e l’ho riaccompagnata a casa. Non l’ho più vista.

 

 

Non riesco a distrarmi in nessun modo, tutto riconduce a te.

Stavo annegando nei miei pensieri e ne ero sicuro : non ne sarei uscito sano e salvo.

 

 

 

“Se un giorno tornerò nei tuoi pensieri 

mi dici tu chi ti perdonerà

di esserti dimenticata ieri 

quando bastava stringersi un po’ di più 

parlare un po’.

Amore…”

 

 

 

Avevo bisogno solo di una certezza. Ho corso troppo forse , ne sono consapevole.

 

 

Chiedere di sposarmi , in maniera nemmeno velata, chiedere di convivere dopo qualche settimana di relazione e soprattutto dopo la fine del tuo matrimonio durato vent’anni , non sono state idee brillanti.

 

 

Ma in qualche modo volevo farti capire che io ero dentro quella storia da dieci anni , non dieci settimane e volevo solo sentirmi rassicurato.

 

 

Vorrei stringerti di nuovo tra le mie braccia , ma so che forse non riuscirei a guardare il tuo volto con gli occhi intrisi di amore incondizionato come facevo fino a cinque mesi fa. Ed anche questo mi fa male.



 

ANCORA 

 

 

ANGOLO AUTRICE : Dopo il primo capitolo concentrato sui pensieri di Gaetano , questa seconda parte tratterà delle sensazioni che prova Camilla a cinque mesi di distanza dalla nascita della nipote. Spero possa piacervi questo capitolo, grazie a chiunque ha voglia di leggere e di commentare :)

 

 

 

“ E’ notte alta e sono sveglio.

Sei sempre tu il mio chiodo fisso.

Insieme a te ci stavo meglio, 

e più ti penso e più ti voglio.

Tutto il casino fatto per averti,

per questo amore che era un frutto acerbo 

e adesso che ti voglio bene 

io ti perdo.

Ancora , ancora , ancora 

Perché io da quella sera non ho fatto più l’amore senza te

e non me ne frega niente senza te 

Anche se incontrassi un angelo direi

non mi fai volare in alto quanto lei.”

 

 

 

Sono passati cinque mesi. Cinque mesi di autocoscienza. Ho compreso molte delle mie azioni, il motivo per cui le ho fatte. Adesso ogni momento libero che ho, dal mio lavoro, dai miei studenti ma soprattutto dalla nuova arrivata in casa Baudino, trascorre lento ed inesorabile, come se fossi in attesa di una grande verità che, però, non vuole mostrarsi. Come con il velo di Maya , non riesco a vedere oltre questa nebbia che mi offusca la mente ogni qualvolta i miei pensieri si concentrano su Gaetano.

 

 

Rimango immobile , vigile e sveglia fino alle prime luci dell’alba , fissando un punto indefinito sul soffitto con la voglia fremente di piangere ogni secondo.

Mi sono resa conto , mio malgrado, di aver commesso troppi errori col mio , se ancora posso definirlo così, commissario.

 

 

Dieci anni di attrazione fatale, di battute maliziose. 

Un continuo cercarsi senza mai trovarsi veramente. 

Quando ero libera da ogni relazione , finalmente mi sono buttata a capofitto con lui. 

Ma forse era ancora troppo presto per me , soprattutto affinché capissi realmente i miei sentimenti nei suoi confronti, perché l’amore che provava Gaetano era fin troppo evidente.

 

 

E forse era proprio così, avevamo dentro due amori diversi che non hanno trovato un punto di incontro per viversi appieno. Il suo amore coltivato gelosamente da dieci anni , non coincideva con “questo amore che era un frutto acerbo” che provavo io. 

Mi sentivo oppressa, in preda a due uomini , anzi tre , e alla fine non volevo saperne più nulla.

 

 

Adesso , con mente lucida e razionale, capisco invece quanto stavo bene stretta al suo petto, quanto mi manca quella piacevole sensazione di svegliarmi addosso a lui e sentire il suo respiro sui miei capelli.

 

 

Non penso mi sia mancato così neanche Renzo , dopo la separazione per via del tradimento, forse perché l’amore, nella mia mente, non aveva più il suo volto.

In questi ultimi mesi mi sono resa conto di quanto io dipenda da Gaetano. 

 

 

Tutto il mio benessere riguarda lui, e adesso che finalmente l’ho capito , non ho il coraggio di dirtelo , perché penso di averti fatto troppo male. E forse sarei ancora più egoista venendo da te , adesso , con le mie patetiche scuse, in cerca di perdono.

 

 

Michele , il terzo uomo, mi ha portato alla deriva inconsapevolmente. Rivedendolo si sono innescati dentro di me i ricordi di ragazza , come una bomba ad orologeria , e quindi inevitabilmente sarei esplosa prima o poi.

Nonostante i ricordi però, ho capito ,sin da subito, che nel mio cuore non c’era più spazio per lui, ma solo per un certo commissario, e gli ho fatto capire che le sue speranze erano vane e di lasciarmi andare.

Fortunatamente si è messo da parte. Adesso non so che fine abbia fatto.

 

 

Sto perdendo ogni interesse , mi ritrovo a vagare senza meta nel mio appartamento, col pensiero fisso su di te.

 

 

Chissà cosa stai pensando. Chissà se il tuo amore si è trasformato in odio.

 

 

 

“E’ notte alta e sono sveglio

mi rivesto e mi rispoglio.

Mi fa smaniare questa voglia 

che prima o poi farò lo sbaglio

di fare il pazzo e venir a casa ,

tirare sassi alla finestra accesa, 

prendere a calci la tua porta chiusa, chiusa.

Ancora , ancora , ancora 

Perché io da quella sera non ho fatto più l’amore senza te 

e non me ne frega niente senza te 

Ancora , amore ….

Ancora.”

 

 

 

Un’altra notte sta passando così, imperitura , piena di indecisioni e di rimpianti. 

 

 

Mille domande mi frullano in testa, ma soprattutto perché ti sei definito “amico adottato”? Cosa sei una cane,un gatto o forse un pappagallo? E cosa sono io, che ti ho sorriso da ebete? Il tuo padrone che ti maltrattava? Perché non sono riuscita a replicare ? Va bene , avevo deciso di prendere del tempo per me , ma non dovevo restare zitta dopo un’affermazione del genere. Che stupida.

 

 

Prenderei a mani tese e aperte tutto il mio coraggio e correrei da te, se solo mi fosse rimasto del coraggio. 

Ma con il passare degli anni sono diventata un’inguaribile codarda, capace solo di fuggire dalle incertezze per rifugiarsi nelle scialbe certezze della vita quotidiana.

 

 

Non ho forza se non ti ho accanto, e se prima ero una codarda adesso sono proprio un’ameba.

Che devo fare? Ma perché non ti fai sentire? Hai preso alla lettera le mie parole “libera e indipendente”. 

 

 

Forse non vuoi saperne più di me , avresti perfettamente ragione. 

Ti mando un messaggio. 

Si, ho deciso.

Un messaggio delle quattro del mattino. Quanto può essere preso sul serio un messaggio che ti arriva nel cuore della notte?

 

 

Adesso non mi interessa più niente, forse ho davvero perso tutto e se non faccio questo ultimo tentativo , lo rimpiangerò per tutti i giorni che mi restano da vivere.

 

 

“Gaetano, avrei bisogno di parlarti.”

 

 

Solo questo riesco a scrivere. Lo invio. Spero non mi mandi a quel paese.

 

 

Sono le otto del mattino ormai, è domenica, c’è un tempo orribile. Tanta, troppa nebbia.

Ma forse per il mio stato d’animo è il meteo più appropriato.

Scendo per far fare la passeggiata a Potty , con in mano sempre il mio telefonino. 

Forse ancora dormi.

 

 

Una volta arrivata in cortile alzo lo sguardo , come faccio sempre. 

La luce della tua cucina è accesa.

 

 

Non mi hai voluto rispondere.

 

 

Come spesso capita ormai, non so che fare.

Ma inspiegabilmente le mie gambe mi avevano condotta davanti alla tua porta.

Senza rendermene conto , ho bussato. 




 

MAMBO

 

 

“ Dov’è? Dov’è?

Dov’è , quel cuore dov’è ?

Datemi un coltello, un coltello per favore

Dov’è quel cuore bandito che ha tradito il mio povero cuore 

l’ha smontato infinito, dov’è?

Tu reggimi la mano e poi dimmi  

se hai il suo cuore vicino o se è andato lontano 

se è in giro per l’Europa , 

occhi neri e il suo cuore si è seccato è diventato una scopa

Dov’è?

Se d’amore è proprio vero che non si muore ,

cosa faccio nudo per strada mentre piove?

E c’è di più : non dormo da una settimana 

per quel cuore di puttana. 

Sono andato al cinema e mi han mandato via 

perché piangevo forte e mangiavo la sua fotografia.

E tu , e tu…sai.

Datemi un coltello , un coltello per favore. 

Dov’è quel cuore marziano?

Se ne è andata sbattendo la porta e avevo in mezzo la mano

Dov’è dov’è la diva del muto ?

è una minaccia per tutti il cuore , il suo cuore ad imbuto.”

 

 

 

E’ una notte fredda di inizio inverno. Una notte uguale a tutte le altre notti degli ultimi cinque mesi. Niente sonno, nessuna voglia di sognare , nessuna certezza né risposta.

Sono tornato da poco dal commissariato, ho cenato con qualche schifezza comprata e già pronta. Sono dimagrito , me ne rendo conto la sera , togliendomi i vestiti per andare a dormire.

Il riflesso nello specchio non è il mio , non mi riconosco in quell’immagine. 

E’ così diverso da me , il dolore che provo dentro sta irrimediabilmente compromettendo anche il mio fisico.

E mi ritrovo disteso sul divano, con un bicchiere di whisky in mano, ad annegare i miei pensieri.

Mi appare il tuo volto , quanto sei bella , ma il mio cuore non regge più alla tua visione.

Il mio cuore è troppo deluso e affranto, non può andare avanti per molto.

Non mi ero mai innamorato e di conseguenza non avevo mai provato un dolore così lacerante, come quello che mi hai provocato lasciandoti “libera e indipendente”.

Barcollando e aggrappandomi al muro riesco ad aprire la porta della camera da letto. 

Entro dentro , con la velocità di un ladro inseguito dalla polizia e mi fondo sul letto, avvilito.

Non riesco più nemmeno a capire lo scorrere del tempo, quando ad un tratto un rumore distante attira la mia attenzione.

E’ il trillo di un cellulare. Il mio cellulare.

Vago a tentoni nella mia camera , cercando mentalmente di visualizzare dove avessi appoggiato quello strumento infernale.

Finalmente riesco a trovarlo nella tasca dei pantaloni. Accendo lo schermo, sblocco il cellulare.

 

“Gaetano, avrei bisogno di parlarti.”

 

“Cosa?!” mi lascio sfuggire quasi un urlo.

Stavo tentando di rimettere in piedi la mia vita e tu che fai? Non hai nemmeno il coraggio di cercarmi di persona ma solo di mandarmi un sms qualunque?

Almeno hai esordito con Gaetano , così sono sicuro che non l’hai inviato per sbaglio. 

Dopo mesi di silenzio, dopo che ti ho aspettata per l’ennesima volta te ne esci con un messaggio.

Cosa provo? Perché il cuore si sente una piuma ? Perché vorrei solo premere il tasto verde e chiamarla?

Per fortuna mi è rimasto un po' di buon senso , so che prima o poi cederò. Ma non ora, non così facilmente. 

Sono stato l’ultima ruota del carro per troppo tempo, non ho più bisogno di stare male.

 

 

 

 

“Scende dal tram e si avvicina 

e fa due passi di mambo.

Si sente molto furba e carina ,

dice “con te non ci rimango.”

Io col cuore in cantina 

ma sono un uomo e dico vattene via 

leva il tuo sorriso dalla strada 

e fai passare la mia malinconia.

E porta via gli stracci , i tuoi fianchi 

e quella faccia da mambo,

e la tua falsa allegria 

per trasformare il sorriso anche in ultimo pianto.

Tu, si proprio tu, che non hai mai paura 

chiedi se qualcuno ti presta la faccia, 

stai facendo una brutta figura. 

La mia regina del mambo.

Se ci ripenso preferisco ritornare in cantina 

che avere te ancora al mio fianco.”

 

 

 

Senza rendermene conto i lampioni in strada sono stati spenti e un nuovo giorno si affaccia nella mia vita.

Accendo la luce in cucina per prepararmi un caffè , mi gira tutto.

Fuori non si riesce a vedere nulla, c’è una nebbia fittissima.

Ho messo la moka sul fuoco e sento bussare.

Chi è a quest’ora di domenica mattina? No , non voglio nemmeno pensare che sia lei.

Perché non mi lascia in pace?

Un altro piccolo rumore.

Non si arrende , adesso che in gioco non c’è più nulla lei non si arrende.

 

 

 

 

Passano i minuti e Camilla si sente sempre più debole. Adesso le era chiaro, la evitata.

Non voleva più sentirla. Ma non demordeva , voleva sentire quei pensieri pronunciati da lui, così da renderli vivi e veri e forse solo allora se ne poteva fare una ragione.

Si accovaccia accanto al porta ombrelli e un sorriso, tra le lacrime, si increspa tra le sue labbra. 

Sta ripensando ad una delle tante fughe notturne verso Gaetano , quando per caso incontrò Renzo e lei balbettò una scusa stupida del tipo “cercavo l’ombrello”.

Gaetano , dall’altra parte del legno freddo che li divideva, è un uomo diviso a metà.

Non sa se dare retta alla ragione o al cuore.

Alla fine si decise , inspirò profondamente e aprì la porta.

Si ritrovò davanti una Camilla distrutta , la testa tra le ginocchia , seduta sul pavimento gelido del pianerottolo e non aveva nemmeno notato che lui le avesse aperto tanto era intenta a singhiozzare.

Quando alzò la testa per riempire i polmoni d’aria lo vide.

Così bello da non sembrarle vero, ma qualcosa nel suo sguardo era diverso.

Lui si abbassò per guardarla negli occhi , le prese la mano e le disse: “Mi dispiace Camilla, ma io adesso non ho niente da dirti, ne ho voglia di ascoltare niente da parte tua.”

Si rialzò, la guardò di sfuggita un’ultima volta e richiuse la porta alle sue spalle.

Si accasciò lungo il muro e sorrise.

  
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