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Autore: _heartbeat_    13/11/2016    1 recensioni
-Lo vuoi sapere cosa mi piace di te? Cosa mi è sempre piaciuto?-
Regina annuì.
-Il tuo modo di metterti in gioco, di approcciarti alle cose, di non buttarti giù, di riprovare sempre e di trovare sempre una nuova soluzione. Avanti- le cinse le spalle con un braccio –Abbiamo affrontato demoni, streghe, giganti e nonni molto ben conservati sempre insieme, vuoi non riuscire a risolvere anche questo insieme?-
-Voglio riuscirci-
-E allora facciamolo-
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                               Secrets don’t make friends

                                                                       We make love and love falls apart

                                                                               (All time low, Take Cover)

 

 

 

-Regina...Regina aspetta!...ferma! Aspetta un attimo, fammi parlare e ascoltami-

Regina continuò la sua corsa fuori dal Granny’s per ritrovarsi immersa nel buio e nel freddo di quella sera di novembre.

Emma la raggiunse in silenzio e si fermò per guardare e imprimersi quella figura, così bella ed esile, nella mente per paura che quella fosse l’ultima volta che l’avrebbe vista.

-Avanti!- fece Regina voltandosi spazientita.

-Cosa?-

-Parla, hai insistito tanto, ora fallo prima che decida di andarmene e lasciarti qua come un palo della luce-

Emma prese un respiro profondo per poi espirare più aria che poté in una nuvoletta di vapore bianco, si sedette ad uno dei tavolini seguita da Regina che fece lo stesso.

-Io, Regina...io ti giuro che sono...no, niente lasciamo stare è lo stesso-

-Sei? Emma tu sei?-

-Ho detto lasciamo perdere-

-E io ho detto parla quindi vai e non ho tempo da perdere, ho un figlio da mettere a letto e una dignità da non perdere-

-Che paroloni. Quindi con me stai perdendo la tua dignità, spiegamelo?- disse Emma ingigantendo la questione.

-Non ho detto questo-

-Lo hai fatto intendere però-

-Come avrei fatto?-

-Non lo so ma lo hai fatto!-

Regina si voltò accigliata pretendendo una risposta più appropriata da Emma che intanto stava tremando per il freddo.

-Tieni- Regina si spogliò per darle la felpa che aveva sotto al cappotto pesante.

-No, sto bene, sto bene-

-Sì, e io non sono più cattiva- rispese con il suo solito tono retorico la bionda.

-Ho detto no Regina!-

-E io ti ho detto mettitela o starai male...poi fai quello che vuoi-

Emma alla fine si infilò la felpa rossa assaporando con gli occhi chiusi il profumo dolce del corpo di Regina.

-Grazie- sussurrò dandole un bacio sulla guancia.

Regina fece un cenno con la testa.

-Dio, ma ti rendi conto che stiamo finendo a litigare per qualsiasi cosa, per una felpa, per una cazzata-

-Parole!-

-Ecco appunto, per una parola-

-Che vuoi dire con questo?-

-Che non so cosa fare-

Emma raccolse le ginocchia al petto ed evitò di guardare Regina negli occhi, sapeva riconoscere da uno sguardo quando Regina non stava bene ed era sicura che in quel momento si sentisse esattamente come lei. Fragile. Confusa. In balia di un vento immaginario che la scuoteva facendola scontrare con la realtà e la costringeva a tenere gli occhi aperti.

Come erano finite ad essere così? Come avevano potuto abbandonare la loro felicità insieme?

Il sindaco e lo sceriffo, la nemica e la figlia del “Vero Amore”, avevano iniziato odiandosi, erano diventate alleate, poi amiche, si erano amate ed ora rischiavano di rinunciare a tutto il loro duro lavoro.

Emma se lo chiedeva da tempo ormai, non capiva perché, non sentiva più il cuore di Regina e il suo battere all’unisono.

Non sentiva più nulla.

E Regina avvertiva tutto questo, sentiva dentro di sé cambiare l’energia, quella magia che l’aveva sempre scombussolata in presenza di Emma e che ora pian piano andava svanendo.

Se ne stavano in silenzio sedute vicine ma lontane con la mente, con il corpo, con il cuore, ognuna immersa nel suo mondo che poi apparteneva un po' anche all’altra.

-Come stai?-

-Boh, non lo so nemmeno io, un giorno benissimo, quello dopo uno schifo, un giorno ti amo e il giorno dopo mi chiedo perché stiamo ancora insieme- fece una pausa portandosi le mani alla bocca per poterle riscaldare –Cioè, ci pensi mai te a questo? Non siamo più delle ragazzine in preda agli ormoni, ma quando ti ho conosciuta ogni singola cellula di me gridava il tuo nome, ti cercava, voleva un contatto, era infiammata e non potevo farne a meno, ora no, ora è tutto diverso, quasi un peso, sono stanca Gina, stanca ma non mollo, non finché non avrò capito se possiamo ancora fare qualcosa per tutto questo. Pensi che dica assurdità? Te come stai? Perché magari poi sono solo io e allora problema mio-

-Hai ragione, è che tra una cosa e l’altra non abbiamo più molto tempo nostro, c’è il lavoro, ci sono gli impegni, i tuoi, Henry-

-No aspetta, Henry lascialo da parte, ha quasi sedici anni e una ragazza non ha più bisogno dell’occhio supervisore della mamma, il problema non è lui, il problema siamo noi, io e te, nient’altro-

-E cosa potremmo fare per risolverlo?-

-Capire cosa non va prima di tutto. Dobbiamo chiedercelo, cosa non va Regina? Cosa è cambiato da prima? Cosa vorresti ritornasse? Cosa ti piace? Sei ancora interessata a continuare? Sono fondamentali queste domande se non ce le poniamo possiamo fare qualsiasi cosa ma non risolveremo nulla-

Regina si morse nervosa il labbro torturandosi con una mano una pellicina sul pollice, aveva caldo e freddo assieme e sentiva lo sguardo di Emma pesarle addosso in attesa di una risposta.

-Sono a disagio- disse per poi pentirsene subito dopo, forse non avrebbe dovuto dirlo, non era carino.

-Quando?- il tono di voce di Emma tradiva una punta di amarezza come se si stesse prendendo la colpa del problema di Regina.

-Ora, con te che mi fissi-

Emma non lo diede a vedere ma esultò di gioia nel sentire che era solo qualcosa di momentaneo, addolcì l’espressione e si fece un po’ più vicina all’altra donna spostando la sedia.

-Gina non ce l’ho con te, è solo un discorso che va fatto perché così non può continuare, lo dico per te in primis, scusa se ti senti a disagio, stiamo solo parlando- le accarezzò lievemente il braccio con la mano. Il pallore della sua pelle risaltò sul nero del cappotto e della notte. Regina abbozzò un sorriso.

-Cosa ti piaceva di me? Cosa ti ha fatto dire “quella su tutti, non mi importa cosa vorrà dire”?-

Le luci del Granny’s si spensero ad una ad una lasciandole illuminate solo dal blu della luna che si rifletteva sul metallo dei tavolini. Regina scorse Ruby affacciata alla finestra, la salutò con un gesto della mano che attirò l’attenzione di Emma che si voltò a sua volta sorridendo all’amica prima che questa scomparisse nel locale.

-Sì, adesso siamo sole, puoi parlare senza paura-

-Io non lo so, eri te...nel senso, non mi sono fatta tante domande., l’ho capito così- schioccò le dita.

-Ma come dai? Deve esserci stato un particolare tipo “guarda sta scema con questo sorriso fintissimo che mi è piombata in casa” o “non vedo l’ora di ucciderla” o “perché no, prima la torturo poi la seduco e le spezzo il cuore”. Avanti, avrai avuto i tuoi motivi- disse Emma per alleggerire la tensione che si era creata accorgendosi di un sorriso sulle labbra di Regina. Sentì qualcosa formicolare vicino al cuore e poi sulla punta delle dita e sui piedi. Magia? Forse.

-Questo mi piace di te, mi fai ridere e ridi di te stessa, capisci quando qualcuno è imbarazzato-

-Questo lo so solo perché sei tu e ti conosco come le mie tasche, quando sei nervosa o a disagio cominci a toglierti le pellicine e non mi guardi negli occhi-

-Vero-

-Forse è proprio questo, nel senso, ci conosciamo troppo a vicenda, talmente tanto che non c’è più sorpresa, non c’è più la voglia di trovare qualcosa di nuovo da dire, siamo cadute nella routine-

-Dici?-

-Sì, lo credo. E ora, appena avrò finito dirai che non è vero- replicò Emma con un sorriso furbo.

-Non è vero!-

-Ecco appunto, o so predire il futuro, cosa altamente improbabile, o so a memoria tutte le tue battute Regina Mills. E ti dico che i può anche stare, stiamo insieme da un po’ ormai, però non può tutto diventare già noioso, questo non è normale-

-Hai ragione, lo penso anche io. E’ che è più semplice rifare ciò che si conosce ed è abitudine piuttosto che lasciarsi andare ad una nuova esperienza-

-Però questo noi lo abbiamo già fatto, stiamo insieme, dimmi se questa non è un’esperienza?-

Emma tirò fuori il cellulare e guardò l’ora, avevano ancora tempo, aveva promesso ad Henry la casa fino a mezzanotte per starsene tranquillo con Violet senza il loro disturbo perenne e onnipresente e intanto aveva colto l’occasione per chiarire con Regina.

-E’ una bella esperienza- rispose Regina timidamente.

-Appunto, facciamo in modo che non finisca sul porticato del Granny’s in una notte dove la luna è così bella, tutto può tornare a posto, dobbiamo rimettercelo noi, solo noi possiamo farlo, io e te, Emma e Regina, Regina ed Emma-

Lo sguardo del sindaco era leggermente vago e sembrava segnato da una profonda tristezza tanto che i suoi occhi erano leggermente umidi.

-Ehi...ehi, guardami, Regina, alza la testa, non abbassarla mai con nessuno, mai con me. Non ti sto dicendo che non ti amo più, ti sto dicendo che mi devi aiutare a riscoprire il tuo amore che c’è e che ci sarà sempre. Stai tranquilla-

Con il pollice asciugò una calda lacrima che si era posata sulle ciglia di Regina, il contatto con la mano di Emma la fece rabbrividire.

-Lo vuoi sapere cosa mi piace di te? Cosa mi è sempre piaciuto?-

Regina annuì.

-Il tuo modo di metterti in gioco, di approcciarti alle cose, di non buttarti giù, di riprovare sempre e di trovare sempre una nuova soluzione. Avanti- le cinse le spalle con un braccio –Abbiamo affrontato demoni, streghe, giganti e nonni molto ben conservati sempre insieme, vuoi non riuscire a risolvere anche questo insieme?-

-Voglio riuscirci-                  

-E allora facciamolo, vieni a cena fuori con me, di nuovo, mettiti il tuo vestito preferito, fatti bella e sii felice perché con me devi essere felice, se non lo sei io ho perso. Se non lo sei, se non va qualcosa dimmelo, non tenerti tutto per te-

-Io sono felice on te è che ho ancora paura di tante cose: di stare male, di farti stare male, di quello che gli altri potrebbero farci-

-Non preoccuparti di farmi male, se lo farai sappi che sarò io a fartelo notare e se tu stai male, se c’è qualcosa che non va ne devi parlare, fa stare meglio liberarsi, fa stare meglio te e anche me e per quanto riguarda gli altri vivi la tua vita in libertà, sei tu a scegliere non loro, sei tu a vivere non loro, non lasciare che succeda il contrario, altrimenti non sarai mai davvero libera di essere quello che sei e che vuoi essere. Fidati di me-

Regina poggiò la testa nell’incavo del collo di Emma che profumava di cannella mischiata all’odore della pelle e della felpa che aveva indosso.

-Mi piaceva prima, quando andavamo a vedere le stelle, ci stendevamo sul prato, noi sole e la notte, e indicavamo il cielo. Tu dicevi di averle comprate tutte ad una ad una e che ognuna era per una persona speciale della tua vita: la più luminosa era per te, perché sei un’egocentrica, le altre due più vicine io ed Henry. Avevi fondato la “Costellazione della mela” in mio onore e forse ce la vedevi anche una mela in quell’ammasso di puntini, chi lo sa, io avevo solo occhi per te-

Emma sospirò sorridendo pensando a quanti momenti belli avessero trascorso insieme e quanti altri ne avrebbe voluto trascorrere.

-Poi facevi una delle tue solite battute orrende e mi facevi il solletico, e poi mi baciavi e finivamo a fare l’amore come due amanti che scappavano dal mondo-

-Vero, e le mie battute non sono terribili- replicò la bionda con finta voce offesa.

-Hai ragione, sono peggio-

Risero timidamente entrambe.

-La prima volta che abbiamo fatto l’amore insieme è stata la mia “prima volta”-

-Ma come?...Henry?Hook?-

-Aspetta, lasciami finire di parlare-

-Scusa-

Emma annuì.

-Nel senso che lo volevo io più di ogni altra cosa, lo voleva il mio corpo, lo voleva la mia testa, lo volevano le mie mani, tutto voleva te Regina Mills perché tu mi mandavi nello spazio, letteralmente in orbita, bastava uno sguardo, questo mi manca adesso, il volerti con tutta me stessa più di ogni altra cosa-

-Anche a me manca il volerti con tutta me stessa-

-Quello che mi piace del fare l’amore con te è che è un’esplosione di emozioni ed altre cose, le prime carezze timide, poi più spinte, il cuore che va a mille, l’aria che non arriva più ai polmoni e nonostante tutto continuo a respirare, il tuo corpo e il mio fusi insieme in uno unico, le parole, i tuoi baci, ma più di tutto mi piace poi guardarti riposare accanto a me con la testa appoggiata alla mia, il sorriso stampato in volto ed un piede fuori dal piumone. Mi fa sentire protetta anche se sono io a proteggere te- Emma adesso tamburellava i piedi sul terreno seguendo un ritmo sconosciuto tenendo stretta la mano di Regina alla sua.

-Invece a me piacciono tante cose del fare l’amore con te: la cura che hai, sei premurosa, la dolcezza del tuo tocco, il tuo profumo, il modo di farmi sentire bene, il tuo stringermi forte come a non volerti separare da me, il nostro respiro insieme- ammise Regina tradendo un filo di nostalgia.

-Perché li limitiamo solo al ricordo, abbiamo ancora tempo, non è perduto, riprendiamo a fare le cose semplici che sono belle, ci fanno stare bene e ci uniscono-

-Sono d’accordo, non mi aspettavo un discorso tanto serio da te Emma, tutta questa sera è stata molto strana-

-Allora sorpresa. So far ridere, ma per le cose serie e per le persone per cui ne vale la pena posso diventare più adulta-

-Sei speciale-

-Lo so Gina- disse strappando un sorriso alla compagna.

-Pure presuntuosa-

-So anche questo e ci sto lavorando- rise –Comunque anche te sei una strega speciale-

-Pessima come sempre-

-Un po’ meno di prima-

-Apriamo il cassetto e lasciamo uscire i nostri sogni-

-Lo faremo-

 

 

 

  
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