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Autore: AClaudia    14/11/2016    0 recensioni
Gli alberi si chiudevano e si riaprivano sul sentiero poco battuto attraverso il bosco, complici di arbusti e rovi che frustavano alternati le solide zampe del cavallo. A malapena il sole riusciva a penetrare i rami intrecciati spargendo macchioline di luce lungo un tragitto percorso a memoria.
Guadò il torrente superando i suoi vortici gorgoglianti e con fare guardingo percorse la breve distanza che lo separava dalla piccola radura immersa nel cuore della foresta. Scese da cavallo e a passi svelti raggiunse la baracca di legno, non curandosi della torba che increspava i suoi stivali.
[tratto dal testo]
AGGIORNAMENTO!: sto sviluppando una long su questa storia! :D
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La foresta non ha orecchie

 
 
 
Il tonfo ripetuto degli zoccoli sul terreno duro scandì il ritmo dell’incedere del cavaliere e del suo destriero tra le fronde incurvate della folta vegetazione. Gli alberi si chiudevano e si riaprivano sul sentiero poco battuto attraverso il bosco, complici di arbusti e rovi che frustavano alternati le solide zampe del cavallo. A malapena il sole riusciva a penetrare i rami intrecciati spargendo macchioline di luce lungo un tragitto percorso a memoria. Una radura, poi una piccola gola, gocce di rugiada che precipitavano al suolo e l’ululato sinistro del vento che spirava senza tregua. Il pesante mantello ondeggiava furioso sulla schiena dell’uomo mentre le mani guantate stringevano nervosamente le redini, conducendo i passi dell’animale lungo il versante di una montagna rocciosa costeggiata da un torrente gorgogliante.
Il giovane cavaliere si fermò. Lo sguardo teso perlustrò lo spazio attorno per assicurarsi che nessuno lo stesse osservando: non dovevano sapere che stava andando da lei.
Guadò il torrente superando i suoi vortici gorgoglianti e con fare guardingo percorse la breve distanza che lo separava dalla piccola radura immersa nel cuore della foresta. Scese da cavallo e a passi svelti raggiunse la baracca di legno, non curandosi della torba che increspava i suoi stivali.
Appena fu dentro si tolse il cappuccio e rivolse lo sguardo all’interno del piccolo locale malconcio lasciando qualche secondo ai suoi occhi per abituarsi al buio. Non ne aveva particolarmente bisogno, aveva visitato quel luogo più e più volte e ricordava molto bene l’odore stagnante di muffa che penetrava le narici. I suoni e il silenzio della foresta aleggiavano nell’aria, mentre un tavolo impolverato troneggiava al centro della stanza accompagnato da alcuni mobili tarlati alle pareti e innumerevoli sgabelli sparsi attorno.
Una giovane donna sedeva su uno di essi, reggendo in mano una sferetta di vetro e gli occhi verdi puntati sul nuovo arrivato.
“Ciao…” lo salutò con tono basso e mesto.
“Ciao”
Fece qualche passo avanti e si sedette a sua volta, di fronte a lei, fissandola con apprensione.
Non sapeva bene cosa dirle, tanti erano i sentimenti che stavano stravolgendo la sua mente. Poi improvvisamente rivide vividamente ciò che era appena successo.
“Tu lo sapevi…” disse, come cercando di arginare una piena.
I suoi occhi dardeggiavano verso di lei, che non resse quell’accusa e li abbassò verso il globo di vetro tra le sue mani.
“Sapevi tutto! Sapevi cosa sarebbe successo…e non mi hai detto nulla!” Era furibondo
“Non ne ero certa.” Riuscì a dire alzando nuovamente lo sguardo su di lui, cercando indulgenza.
“Non mentire con me!” Si alzò di scatto battendo forte il pungo sul tavolo e facendo tintinnare gli oggettini che lo affollavano.
“Sai benissimo che tutto quello che vedi si avvera, sei tu la prima a sostenerlo! Avresti dovuto almeno parlarmene, almeno avrei saputo a cosa saremmo andati incontro! Invece è stata una catastrofe, una vera disfatta! Non mi sono mai sentito così debole e umiliato in tutta la mia vita.”
Fece un respiro profondo, come per alleviare il pensiero della sconfitta, poi si voltò nuovamente verso di lei, muovendo qualche passo.
“Il popolo è insorto proprio quando meno ce l’aspettavamo e tutte le truppe erano impegnate in campagne al confine. La legione che si occupava dell’ordine nella nostra terra è stata misteriosamente sabotata e i contadini scorrazzavano liberamente per i campi con i loro forconi e i sogni di gloria. Se non mi fossi accorto in tempo di quello che stava succedendo e non avessi avuto i miei poteri, avrei assistito impotente alla distruzione della mia famiglia e di tutto quello che ha fatto per questa terra.”
“So cos’è successo. L’ho visto con i miei occhi” rispose piano. “Ma non potevo predirlo, avrei messo a repentaglio la tua vita e quella di tutto il tuo plotone”
“Beh, ho rischiato lo stesso, se vuoi saperlo! La magia chiede in cambio un prezzo molto alto!”
“Lo so bene.”
Ed era così. Entrambi erano stati benedetti dalla nascita con capacità superiori alla gente comune, che col passare del tempo si erano rivelati un tormento, oltre che un motivo per essere perseguitati se fossero stati scoperti.
Il ragazzo tornò a sedersi, conscio che ciò che aveva appena detto era solo un modo per sbollire veramente la rabbia, e riprese a guardarla più benevolmente.
Fu lei a sciogliere nuovamente il silenzio.
“Stavolta è stato diverso. Non l’ho visto chiaramente, è stata come una sensazione…” sapeva di non essere la causa di quanto successo, ma il senso di colpa non la abbandonava, perché grazie al suo dono avrebbe potuto impedirlo.
“Ciò che ho visto era solo una grande nuvola di fumo denso, che mi dava come la sensazione di soffocare, anche quando poi si è diradato. E allora ho visto una cosa incredibile… L’intera città, con i suoi campi, le sue case ed anche il castello, era tutto ribaltato, come sottosopra. Il cielo al posto della terra e la terra al posto del cielo. Solo ora vedo chiaramente qual è il suo significato.”
Calò ancora il silenzio, mentre i due giovani mettevano ordine ai loro pensieri.
“Ora è meglio che vada, la situazione è sotto controllo adesso, mio padre è un uomo forte ma ha bisogno di me al castello. Se avrai altre notizie per me, qualsiasi cosa, ti prego, fammelo sapere. Ho bisogno del tuo aiuto più che mai” cercò di sostenere la voce non riuscendoci del tutto.
“Lo farò senz’altro”
Le voltò le spalle e si avvicinò alla porta, ma prima di andarsene si girò nuovamente verso di lei.
La guardò intensamente cercando di imprimersi nella memoria il colore delle sue iridi. In un attimo di silenzio teso e intenso i loro cuori si scambiarono infinite parole mai pronunciate e lo spazio che li separava si colmò di desideri taciuti.
Si, il loro dono si era trasformato davvero in una condanna.
Si chiuse la porta alle spalle e a passo deciso raggiunse il suo cavallo. Montò in sella e mentre si tirava il cappuccio sulla fronte per proteggersi dai suoi stessi pensieri, sparì nella foresta come un’ombra.





Un saluto a tutti i lettori e un sentito grazie per aver cliccato sulla mia storia ed essere arrivati in fondo (spero!).
Questo è il mio primo pezzo nell'ambito delle storie originali, che ha il solo compito di suscitare un interesse, una passione, aprire uno squarcio su un mondo diverso e, non in ultimo, esercitarmi su qualcosa di diverso. Spero che abbiate voglia di lasciare una recensione, anche solo due righe, perché mi piacerebbe sapere davvero cosa ne pensate, soprattutto per quanto riguarda la trama: se vi è piaciuta, se è strutturata male, se non si capisce nulla, se vorreste leggere una long a riguardo o se (come pensavo) fare una serie di one shot all'incirca come questa....
Insomma le possibilità sono tante! Un grande abbraccio!

  
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