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Autore: Wolfgirl93    14/11/2016    1 recensioni
Dal testo. "Come tutte le mattine Koutarou si svegliò in ritardo, trangugiò la sua colazione poi dopo aver salutato la sua sorellina e sua madre uscì di corsa pronto per andare a scuola. Bokuto Koutarou, aveva 25 anni, una grande passione per i gufi e la pallavolo e soprattutto un grande talento nell'arrivare in ritardo alle lezioni universitarie. Aveva vinto una borsa di studio grazia, proprio, alla pallavolo e dopo l'ultimo anno di superiori aveva deciso che quello sport sarebbe stato il suo futuro.
Girò l'angolo e prese una via secondaria per cercare di arrivare prima in accademia, corse tra le varie stradine poi tirò un sospiro di sollievo quando vide l'enorme struttura stagliarsi di fronte a lui; sorrise e senza badare al semaforo attraversò la strada, le ultime cose che sentì furono delle urla e il rumore di una macchina che frenava con forza, poi tutto si fece nero attorno a lui..."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come tutte le mattine Koutarou si svegliò in ritardo, trangugiò la sua colazione poi dopo aver salutato la sua sorellina e sua madre uscì di corsa pronto per andare a scuola. Bokuto Koutarou, aveva 25 anni, una grande passione per i gufi e la pallavolo e soprattutto un grande talento nell'arrivare in ritardo alle lezioni universitarie. Aveva vinto una borsa di studio grazie, proprio, alla pallavolo e dopo l'ultimo anno di superiori aveva deciso che quello sport sarebbe stato il suo futuro.
Girò l'angolo e prese una via secondaria per cercare di arrivare prima in accademia, corse tra le varie stradine poi tirò un sospiro di sollievo quando vide l'enorme struttura stagliarsi di fronte a lui; sorrise e senza badare al semaforo attraversò la strada, le ultime cose che sentì furono delle urla e il rumore di una macchina che frenava con forza, poi tutto si fece nero attorno a lui.

Quando Koutarou si risvegliò era nuovamente nel suo letto, che fosse tutto un sogno quello che aveva appena visto? Si guardò attorno e sobbalzò nel sentire le urla di sua madre che lo esortavano ad alzarsi dal letto per non arrivare nuovamente tardi a lezione. Mangiò velocemente la sua colazione e uscì di corsa di casa, fece la solita strada del sogno ma questa volta quando arrivò di fronte all’accademia badò bene di controllare il semaforo prima di attraversare.
Le lezioni furono noiose come sempre e per poco il ragazzo non si addormentò sul banco di scuola, solo quando ci fu il cambio dell’aula per una nuova lezione si accorse di un particolare che stonava con la sua normale monotonia: un ragazzo moro era appena entrato nell’aula e aveva preso posto proprio accanto a lui; Bokuto non era molto attento durante le lezioni ma se c’era una cosa in cui era bravo, quella era osservare le persone ed era certo di non aver mai visto quel ragazzo prima d’ora.
“Hey, per caso sei nuovo?” La voce di Koutarou attirò l’attenzione del moretto che subito spostò lo sguardo su di lui prima di annuire.
“Il mio nome è Akaashi Keiji, mi sono trasferito da poco… Tu come ti chiami?” La voce di Keiji era calma e pacata proprio tutto il contrario di quella di Bokuto.
“Bokuto Koutarou! Sono al terzo anno e sono il capitano e l’asso della squadra di pallavolo!” Se Koutarou fosse stato un gufo di certo in quel momento avrebbe gonfiato il petto e aperto le ali per pavoneggiarsi ancora di più.
Keiji sorrise appena ma per il gufo quel sorriso fu come una fitta al cuore, sentì le guance diventargli bollenti e subito diminuì la distanza con il moretto.
“Neh neh Akaashi, ti andrebbe di venire a vedermi giocare?” Gli occhi ambrati di Bokuto brillarono nel fare quella domanda, non conosceva Keiji ma gli sembrava un tipo interessante.
“Vengo molto volentieri.” Ammise Akaashi sorridendo.
Le lezioni passarono stranamente veloci, Keiji e Koutarou parlarono tutto il tempo di loro e dei loro interessi e per la prima volta il gufo non dovette trattenersi dal parlare troppo, perché Akaashi sembrava davvero interessato a qualsiasi cosa dicesse.
Il tempo passò veloce e i due dovettero separarsi: Keiji si diresse in biblioteca a prendere qualche libro mentre Koutarou si avviò verso gli spogliatoi pronto a farsi valere sul campo da pallavolo.
Il capitano era stranamente più rumoroso del solito e questo non passò di certo inosservato ai suoi compagni.
“A cosa dobbiamo tutta questa euforia? Qualche ragazza ha fatto un apprezzamento sui tuoi capelli?” Chiese divertito Akinori provando a seguire lo sguardo del capitano che puntava verso gli spalti.
“Nessuna ragazza, solo quel ragazzo laggiù. E’ nuovo e segue le stesse lezioni che seguo io.” Disse Koutarou alzando le braccia per salutare vigorosamente il moro che ricambiò il suo saluto imbarazzato.
Konoha guardò stranito il capitano e poi spostò lo sguardo su tutta la squadra incerto “Sicuro di stare bene Bo? Hai fatto colazione stamani?”
“Che domande sono! Certo che sto bene, non vedi? Sono al pieno delle mie energie perché Akaashi è stato dolcissimo con me! Guardalo ogni volta che lo saluto lui cerca di nascondersi per non far vedere che sta arrossendo! Quanto è carino!!” Urlò il capitano quasi saltellando sul posto.
Akinori bloccò Bokuto mettendogli le mani sulle spalle e lo guardò dritto negli occhi “Bo, ti rendi conto di quello che stai dicendo? Gli spalti sono vuoti e stamani non c’era nessun nuovo studente.”
Le parole di Konoha fecero aggrottare le sopracciglia del capitano che subito spostò lo sguardo sugli spalti e li trovò vuoti.
“Era li… Anche stamani a lezione...Lui era accanto a me...” La voce sempre pimpante del capitano stava pian piano diventando più flebile.
“Bo, credo che tu abbia mangiato poco stamani oppure ti sei direttamente addormentato a lezione… Il posto accanto al tuo in classe era vuoto proprio come lo sono ora gli spalti… Ti consiglio di andare in infermeria e riposarti.” La voce di Akinori si fece più dolce e premurosa e diede una piccola pacca sulla schiena al capitano prima di guardarlo uscire dalla palestra diretto verso l’infermeria.
Bokuto si trascinò verso l’infermeria e trovandola vuota decise di prendere posto su uno dei lettini, forse aveva davvero dormito poco e quindi aveva bisogno di riposo; chiuse gli occhi e cercò di scacciare ogni pensiero dalla mente anche se il suo cuore continuava a galoppare ad un ritmo forsennato.
“...Kuto-san… Bokuto-san? Bokuto-san!” Una voce fece svegliare Koutarou che subito aprì gli occhi cercando di mettere a fuoco la figura che troneggiava su di lui.
“Akaashi?!” Fu quasi un urlo e Bokuto lo afferrò subito per le spalle accertandosi che fosse vero, sentì la stoffa della camicia del moro e sentì il calore della sua pelle sotto di essa, era reale.
“Tutto bene? Sembra quasi che tu abbia visto un fantasma...” Mormorò Keiji un po’ scosso per la reazione del più grande.
“Konoha mi ha detto che non c’eri, mi ha detto che non esistevi! Eri agli allenamenti poi sei sparito e io...” Il flusso di parole di Koutarou fu bloccato dalla mano calda di Keiji che gli si posò sulla guancia, vide il moro accennare un sorriso e qualcosa dentro di lui sembrò calmarsi.
“Bokuto-san, Konoha ha ragione… Non avere paura… Fidati di me e svegliati, devi aprire gli occhi Bokuto-san, ti prego...” Il viso di Keiji era ora spezzato in una smorfia di dolore, alcune lacrime facevano capolino dal bordo dei suoi occhi e Koutarou ne fu davvero sorpreso.
“Keiji ma cosa stai dicendo? Perché stai...” Nuovamente le parole del più grande furono bloccate da Keiji, ma questa volta non fu la calda mano del moro ma le sue labbra che si premettero contro quelle di Bokuto; fu un bacio salato bagnato dalle lacrime del più piccolo che avevano iniziato a bagnare i visi di entrambi.
“Ti prego… Svegliati!” Il grido strozzato di Akaashi fece strizzare gli occhi a Koutarou che subito si ritrovò come senza forze in un luogo totalmente buio.

“…Tarou-kun? Koutarou-kun mi senti?” Una strana voce arrivò alle orecchie di Bokuto che lentamente provò ad aprire gli occhi, gli ci vollero alcuni secondi per capire dove si trovasse e quando realizzò di non essere più in infermeria sentì il panico assalirlo.
“Per favore calmati, sei in ospedale, hai avuto un incidente e sei rimasto in coma per circa 10 giorni… So che è difficile da capire ma ora stai bene, la tua famiglia è qui.”
Bokuto guardò il dottore che aveva appena parlato poi spostò lo sguardo sul proprio corpo: era pieno di tubicini e varie garze, poi notò una mano che stringeva la sua e quando alzò lo sguardo per vedere chi fosse trovò gli occhi arrossati della sua sorellina che cercava in tutti i modi di trattenere le lacrime.
“Nii-chan… Akiko-chan ha avuto paura… Ma ora Nii-chan è sveglio.” La bambina riuscì a pronunciare quelle poche parole prima di scoppiare a piangere e abbracciare la madre.
Koutarou ancora non credeva a quello che era successo, aveva pensato che l’incidente fosse tutto frutto di un sogno e invece la cosa che desiderava davvero era proprio quella solo un sogno.

I giorni in ospedale passarono lenti e per sua fortuna Koutarou poteva vantare di amici che passavano regolarmente a trovarlo e a portargli di nascosto dolcetti o giochi da tavolo.
“Nascondete quei dolci prima che il dottore entri oppure li sequestrerà.” Disse una voce famigliare, Bokuto alzò gli occhi verso la nuova figura entrata nella stanza e sobbalzò.
“Keiji?!”
L'infermiere rimase sorpreso nel sentirsi chiamare per nome e guardò confuso il paziente che aveva visitato ogni giorno quando era in coma.
“Come fai a sapere il mio nome?” Chiese con calma avvicinandosi a lui.
Le guance di Koutarou si fecero bollenti, doveva davvero dirgli la verità? Beh se c’era una cosa che Bokuto Koutarou non sapeva fare era raccontare bugie quindi…
“Ti ho sognato mentre ero incosciente e sei tu che mi hai aiutato a riprendere i sensi.” Ammise grattandosi la nuca.
Keiji rimase interdetto per qualche secondo poi si aprì in piccolo sorriso sincero “Ben tornato fra noi, Bokuto-san.”

 

   
 
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