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Autore: teensyears    14/11/2016    0 recensioni
Cosa potrebbe succedere quando le strade di due persone che si erano divise, si incontrano dopo anni di distanza? L'Unità Vittime Speciali lavorerà fianco a fianco con l'FBI, mentre Olivia Benson si ritroverà a fare i conti con il passato.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elliot Stabler, Olivia Benson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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20 settembre 2016

Era il momento della verità: da lì a pochi minuti, Elliot si sarebbe dovuto recare nuovamente nella sala da gioco, per la seconda volta consecutiva. Quella sera era parecchio nervoso e nonostante cercasse di mostrarsi il più indifferente possibile, non riusciva a mascherare il suo disagio.
La cosa non passò di certo inosservata agli occhi di Olivia, la quale gli lanciava sguardi divertiti da un paio di minuti.
“Non ti ho mai visto così preoccupato” smorzò l’atmosfera lei.
Elliot si voltò verso la sua direzione, fissandola per qualche istante, per poi scuotere la testa.
“Divertente”.
Olivia annuì, affermando che di fatto, lo era sul serio.
“Se non te la senti, posso chiamare uno dei miei colleghi eh” disse Olivia sarcasticamente, mentre si avvicinava allo specchio davanti al quale Elliot era immobile da più di venti minuti.
Elliot guardò il riflesso della donna allo specchio, sbuffando lievemente e facendole presente con chi stesse parlando.
“Sei pronta?” gli chiese infine.
Olivia si limitò ad annuire semplicemente, chiuse a chiave la camera e seguì silenziosamente l’uomo.


***

Per loro fortuna, la sala non era affollata come la sera precedente; la presenza femminile era del tutto ridotta, se non persino inesistente. Olivia aveva adocchiato solo sei o sette ragazze che si limitavano a parlare sedute al bancone.
Elliot le disse di aspettarlo seduta lì, ma questa volta Olivia si oppose: infatti, insistette per accompagnarlo al tavolo dei giocatori e, non appena notò lo sguardo scettico e poco convinto di Elliot, lo assicurò che non avrebbe destato sospetti. Elliot cercò di persuaderla, ma i suoi tentativi non andarono a buon fine; se la testardaggine fosse personificata, prenderebbe sicuramente le sembianze di Olivia Benson.
Proprio mentre i due discutevano, un uomo sbucò dietro le spalle di Elliot.
“Marcus” iniziò, facendo sobbalzare Elliot, “sei venuto, allora”.
Elliot ed Olivia smisero di parlare all’istante.
“Dijokovick” disse Elliot senza perdere un colpo.
“Pronto per la rivincita?”.
“Sono nato pronto”.
Riev Dijokovick  lo guardò con aria di sfida, invitandolo ad accomodarsi al tavolo.
Elliot eseguì gli ordini, ma prima che potesse sedersi, Dijokovick parlò di nuovo.
“Ma come…” esordì Dijokovick, voltandosi verso Olivia “non mi presenti questa bella signora?”
Elliot lanciò uno sguardo nella sua direzione, per poi riguardare di nuovo l’uomo.
“Oh” disse Elliot non curante “lei è Donna, la mia compagna in affari” finì la frase, serrando le labbra.
“Molto piacere” disse Dijokovick, allungando la mano verso Olivia: un sorriso spavaldo sul suo volto.
Olivia si passò una mano tra i capelli e finse un sorriso compiaciuto prima di stringergliela.
“Piacere mio!” rispose lei, guardando attentamente i lineamenti dell’uomo.
Elliot non era particolarmente di buon umore quella sera, infatti, si mise in mezzo tra i due e, scherzando, intimò che era tempo di arrivare alle questioni serie.
Olivia era seduta al fianco di Elliot e non fece molti commenti quella sera, per lo più si limitò a guardare, lasciando concentrare Elliot.
Per quel che ne capiva, non aveva giocato male fino ad ora, anzi se la stava proprio cavando.
“Altri dieci bigliettoni che se ne vanno” commentò un uomo seduto dall’altra estremità del tavolo, mentre allungava i soldi sul bancone.
Riev Dijokovick li afferrò velocemente ed un ghigno meschino si materializzò immediatamente sul suo volto.
L’ultima mossa toccava ad Elliot, o vinceva o perdeva. Aveva un’occasione che non poteva sprecare: ma in quei momenti era questione di fortuna.
Dijokovick lanciò un occhiata nella sua direzione; era così dannamente sicuro di vincere che il  solo pensiero di una possibile sconfitta non adombrava neanche per scherzo la sua mente.
Elliot ricambiò lo sguardo a sua volta, per poi ritornare a fissare la sua ultima carta in mano.
Quando finalmente si decise a scoprirla, la faccia di Riev subì un brusco cambiamento di immagine: proprio in quel momento, il volto di Elliot si illuminò. Intuì di aver vinto e la reazione del suo avversario era senza prezzo.
“Cavolo, complimenti Marcus!” disse Charles, l’uomo affianco a lui, il quale aveva conosciuto un’ora fa.
Elliot gli sorrise e mano a mano, anche gli altri giocatori gli fecero i complimenti; solo due rimasero in disparte.
Dijokovick non apparve molto contento della sconfitta, infatti non aprì bocca, continuò a fumare il suo sigaro imperterrito, senza dare alcun segnale di vita.
“Beh, grazie signori” esordì Elliot, prendendo scaltramente i soldi e voltandosi verso Olivia. Lei gli sorrise ampiamente.
Dopo la fine della partita, alcuni dei giocatori andarono a bere qualcosa, altri uscirono dalla sala e qualcuno rimase ancora seduto a giocare; Elliot e Olivia si alzarono e decisero di non aspettare di vedere la reazione del capo banda, per non dare troppo nell’occhio.
Proprio mentre stavano per avviarsi verso l’uscita, Dijokovick si alzò e si diresse verso la loro direzione.
Olivia scambiò un’occhiata veloce con Elliot, la confusione le si poteva leggere sul volto.
“Bella partita stasera, Marcus” disse Dijokovick, una volta abbastanza vicino ad Elliot, senza però troppo entusiasmo.
Elliot annuì semplicemente.
“Grazie, Riev” si limitò a dire.
“Mi piace il tuo stile” commento Dijokovick mentre lo fissava dritto negli occhi “che ne dici di incontrarci domani sera?”.
Elliot corrucciò leggermente le sopracciglia, non intuendo cosa gli stesse realmente chiedendo il suo interlocutore.
“Per un’altra partita?” chiese Elliot esitante “a dire il vero non gioco tutte le sere…”.
Riev alzò entrambi le mani al cielo e rise sarcasticamente.
“Mi sembri uno interessato ai soldi, no?” domandò.
“Beh, chi non lo è?”.
Olivia rimase in silenzio a guardare lo scambio di battute tra i due, per ora le sembrava tutto sotto controllo e decise di non intervenire.
“Giusto” commentò l’uomo “volevo parlarti di affari” concluse dopo una breve pausa.
“Affari?” domandò Elliot, piuttosto scettico.
“Sì, affari” si ripetette Dijokovick.
“Che tipo di affari?”.
“Diciamo… su come fare soldi facili”.
“Cioè?” chiese spiegazioni Elliot.
“Andiamo Marcus! Mi sembravi uno che accettava le proposte al volo” disse Riev, guardandolo con un’aria di sfida.
“Dipende” rispose a tono Elliot “cosa dovrei fare?”.
“Mi interesserebbe che tu ti unissi al nostro gruppo… Ci chiamiamo Group Company e possediamo grandi catene di hotel, distributori e chi più ne ha più ne metta” rispose Riev, accendendosi un altro sigaro, “stavamo cercando una persona che potesse fare da tramite tra la merce ed il cliente”.
Elliot lo guardò a lungo e dopodichè prese il portafoglio nella tasca destra dei jeans e lo avvicinò all’uomo.
“Intendi questa merce?” domandò Elliot con un sorriso spavaldo sul volto, mentre mostrava a Dijokovick delle piccole bustine di polvere bianca nascoste all’interno delle tasche.
Olivia si avvicinò ad Elliot per capire se ciò che aveva appena visto e sentito fosse davvero giusto. La sua bocca si aprì automaticamente ed i suoi occhi erano confuso. Elliot non le aveva detto niente, non gliel’aveva neanche accennato. Come gli saltava in mente di portare della droga in giro? Lo guardò con aria poco contenta, ma cercò di contenersi per non far saltare la copertura.
Dijokovick lo guardò ed annuì sorridendo meschinamente.
“Proprio quella” ammise l’uomo “lo sapevo che non mi avresti deluso”.
Elliot ripose il portafoglio in tasca e scambiò un’altra occhiata veloce con l’uomo.
“Vediamoci qui, domani sera alle 23” disse Dijokovick, mentre poneva ad Elliot un bigliettino con scritto a mano il luogo dell’incontro. Detto ciò guardò i due un’ultima volta e se ne andò.
Elliot si voltò immediatamente verso Olivia: il viso che lo stava fissando a sua volta, come si aspettava, non era per niente contento.
“Okay bella mossa” disse Olivia senza troppa euforia “ma sei ufficialmente fuori di testa”.
Elliot rise piano e scosse la testa.
“Hai ragione, però l’abbiamo agganciato” rispose lui.
Olivia inarcò le sopracciglia, non approvava il metodo, ma non poteva che dargli ragione.
“E’ bello lavorare di nuovo con te” disse lei sorridente; i suoi occhi si illuminarono leggermente.
“Anche per me lo è” ammise lui, regalandole uno di quei sorrisi che le fece sciogliere il cuore per la prima volta quasi diciotto anni fa.
   
 
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