Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ClosingEyes_    14/11/2016    3 recensioni
Arrivi ad un punto che il tuo cuore ormai è stanco, ti abitui a vivere nell'umiltà e non ti interessa più essere una persona migliore, butti alle spalle anni e anni di sacrifici perché sai che ci sarà sempre qualcosa a bloccarti.
Ma una magia bastò per cambiare la mia vita, in un ristorante, con un Ferrari di troppo e un freddo pungente.
Quest'aria di Natale in anticipo fa miracoli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutte! 
Eccomi qui, di nuovo con una storia fra le mani, non mi fermo mai a scrivere e la mia testa viaggia peggio di un aereo 😅
Allora bene bene, la nostra Rin stavolta sarà una persona normale che non va d'accordo con la sua sorellona, chissà perché! 
Non vi anticipo nulla, spero solo che questa storia possa piacervi!
Non sarà molto lunga ( almeno spero) 😂
Ovviamente essendo breve i tempi verranno accorciati, dunque anche lo sviluppo fra i personaggi sarà veloce, siate clementi , è una storia buttata giù in una notte( quasi)😂
Buona lettura a tutte!
Aspetto vostri commenti!







"Cosa vuoi da me?"
Ecco, da questa frase partì tutto, un semplice, bellissimo, intrigante, maledetto inferno.
Mia sorella lo aveva detto, non hai le forze di poter andare avanti nella vita se prima non ti crei delle basi, come darle torto.
Mi aveva detto che una volta uscita da quella scuola non sarei stata altro che ceneri, il mio talento sarebbe andato in fumo, forse dovevo ascoltarla, dovevo fare l'università.
Mi dicevano studia, ma la mia testa era nella musica e da lì non si è mai smossa.
La mattina mi svegliavo e cantavo o,semplicemente, gesticolavo come se fossi una rapper o una cantante da milioni di dollari.
Avevo la stanza tappezzata di poster tutti firmati: erano i miei primi concerti, insieme a quella vecchia comitiva ormai sciolta, ma pur sempre dei bei ricordi.
La mia sveglia era la musica, la mia giornata era musica, vivevo per la musica.
Dopo l'accademia di musica, mi dedicai a me stessa, componendo pezzi , ma per mantenermi lavoravo come cameriera in uno di quei ristoranti lussuosi da mille dollari a sera.
Mia sorella, Kagome Futokami, era una pop star di alto livello, famosa in tutto il mondo, piena di soldi e forse anche troppo "montata" per i miei gusti.
Lei che aveva tutte le possibilità per farmi entrare nel mondo della musica, mi chiuse le porte in faccia, definendomi ancora inesperta.
Mi presento, il mio nome è Rin Ayria Futokami e lavoro come cameriera al "Precious Restaurant" , abito a Boston e ho 20 anni, sono abbastanza giovane.
Mi mantengo da sola, con quello stipendio che mi danno, senza mai riuscire a comprarmi in più.
I miei genitori mi chiamano tutti i giorni e tentano in tutti i modi di sostenermi da lontano, anche economicamente.
Mio padre e mia madre sono entrambi professori all'università di Filosofia, che noia mortale.
Kagome da quando ha intrapreso la strada verso il successo non è più tornata indietro; si sentono le sue canzoni per radio ogni giorno e, più di esserne felice, non ne posso più di sentirle sempre.
Spesso e volentieri mi capitava di cantare in cucina, mentre aspettavo i piatti da servire ai tavoli e tutti mi facevano i complimenti per la voce, anche se io poco ci credevo.
Ma una sera la mia vita cambiò, non appena vidi mia sorella mettere piede nel ristorante insieme ad un gruppo di persone credo importanti.
Cosa cambiò? Beh, diciamo che ciò che mi si presentò sotto al naso era una delle migliori occasioni della mia vita.
Odiavo che lei venisse in quel ristorante, mi faceva sentire sempre più piccola, inesistente, inutile e disperata al tal punto da lavorare anche come cameriera.
Vidi la comanda e ordinarono tutti piatti costosi, ovviamente pieni di soldi come sono.
Guardai dallo spioncino della porta e fissai quelle figure sedute al tavolo con lei: uno era Inuyasha, lo avevo capito chiaramente, co-capo dell'azienda  discografica di famiglia , mentre gli altri due molto simili a lui dovevano essere il padre e il fratello.
-Rin porta i piatti fuori al tavolo 10-.
Era proprio il suo tavolo, ora veniva il bello, già mi tremavano le gambe.
Uscì con il carrello dei piatti insieme ad un altro cameriere, nonché mio fidatissimo amico Josh.
-Signore e Signori buonasera- disse Josh.
Io ero immobile, mi limitavo a passare i piatti al mio fedele cameriere e tenere la testa bassa.
Fu solo una voce che mi costrinse ad alzare il mento di qualche centimetro e trovarmi faccia a faccia con due occhi color nocciola.
-Rin non saluti la tua cara sorellona? Non sei molto gentile-.
Se avessi potuto, probabilmente avrei rovesciato quell'antipasto sul suo bellissimo vestito da diecimila euro comprato sicuramente da quel leccapiedi del fidanzato.
-Kagome perdonami, presa dal lavoro non ho visto che eri vicino a me-.
Ne tantomeno ci tenevo a vederti per questo, quindi cerchiamo di andare d'accordo, almeno stasera.
-Come mai sua sorella lavora qui ?- chiese una testa nera.
-Non lo so, lei ha voluto essere così umile, le ho offerto sempre il meglio-.
Lei mi avrebbe offerto di meglio? Ma davvero, per tutte le volte che mi ha abbandonato , che mi ha voltato le spalle, che si è dimenticata dei miei onomastici e compleanni, per tutte le volte che mi ha ucciso nell'animo.
Sospirai profondamente e dopo aver servito, tornai indietro frettolosamente, ma due occhi mi seguirono senza tregua.
Mi sentivo come se fossi in soggezione , praticamente mi stava fissando, ma chi? Mi voltai fugacemente per capire chi fosse costui e ciò che vidi mi lasciò senza parole: due occhi color ambra mi fissavano senza sosta, contornati da qualche filo argentato ribelle, così caldi eppure tanto freddi da farti venire i brividi, le labbra lievemente piegate in un sorriso  fittizio, dei lievi segni violacei sulle gote, la pelle bianca come la luna.
Ma cosa era, un principe per caso?
Era simile ad Inuyasha e a suo padre, ma aveva quel tocco di mistero in più che lo rendeva maledettamente bello e sensuale.
Mi voltai di scatto, ormai completamente imbarazzata, tanto da pregare di non dover servire is sorella per tutta la sera.
Chiesi il cambio a Josh, mi occupai di altri clienti ma quei occhi erano sempre , dannatamente, sulla mia schiena ed io rischiavo seriamente un infarto.
Era da tanto che qualcuno non mi guardava in quel modo, anzi forse mai nessuno mi fissava come ha fatto lui.
Ringraziai i Kami che finalmente uscì fuori a fumare, ora potevo continuare il mio lavoro in sala senza che mi sentissi osservata ossessivamente.
-Signorina mi scusi- il primo che non mi chiama cameriera, finalmente.
-Mi dica- ma posso avere un po' di pace?!.
Era il padre di quel demone misterioso, devo dirla tutta anche lui mi faceva uno strano effetto, ma era pur sempre un vecchio.
-Ci può portare un'altra bottiglia di Ferrari, è davvero ottimo, anzi tre-.
Ci vanno giù pesante questi individui con lo spumante, ma cosa mi frega tanto poi è un guadagno in più per me.
Annuì dolcemente, voltandosi verso la cantina dove c'erano tutti gli spumanti costosi.
Chiamai con me Dan e Josh, per aiutarmi a portarli e stapparli a tavola.
Ecco che ricomincia: proprio nel momento in cui uscì con la bottiglia dalla cantina, quel bellissimo demone rientrò con un sorriso beffardo, quasi avevo l'impressione che era stato proprio lui a volere quei spumanti.
-Ecco a lei, gli spumanti che ha ordinato- disse Dan.
Si sedeva con quell'aria di sufficienza, quell'aria da pallone gonfiato odioso.
Aprì lo spumante e non vedevo l'ora di scappare dalle grinfie di quei due occhi incatenanti.
-Signorina perché non brinda con noi? È per il successo di sua sorella- mi chiese il demone maggiore.
-La ringrazio , ma i Brindisi devono essere sinceri, non falsi-.
Girai la schiena e tornai in cucina, era la pura verità, cosa avevo da brindare ? Al suo successo e al mio fallimento, ecco a cosa dovevo brindare con quel Ferrari da mille dollari.
Stavolta la sigaretta l'accesi io, con il permesso del mio capo, fuori dalla cucina, nel retro del ristorante: ero così stressata che mi sarei strappata i capelli dalla testa, mi sarei tolta quella stupida uniforme da cameriera e sarei scappata a casa piangendo, sentendomi una nullità.
Maledizione, sono la solita stupida che fa sempre tutto di testa sua e alla fine non arriva a nulla.
-Qualcosa la turba signorina?-.
Ma chi è che mi disturba in questi momenti di pura contemplazione con una sigaretta fra le dita?!.
Mi volto per fare una delle mie solite facce da saccente presuntuosa, ma mi morì lo sguardo negli occhi non appena vidi quelle pozze d'oro ad un centimetro di distanza.
-Lei cosa ci fa qui?- stavo per sentirmi male, il mio cuore batteva così forte da coprire i rumori della cucina.
-La vedo turbata, fa freddo, si metta questo- ma cosa sta facendo?!.
Mi porse la sua giacca, posandola contro mia volontà sulle mie spalle, effettivamente l'aria natalizia mi stava entrando nelle ossa, ma non a tale punto di farmi prestare la giacca da lui.
-No la prego la riprendi, non me lo merito, è una giacca di valore e io non posso accettarla-.
-Non si preoccupi-.
Come faceva a non avere freddo lui, con quel completo così perfetto da fare invidia a tutti i modelli di Hugo Boss.
-Lei non ha un bel rapporto con sua sorella , vero?- ecco ci mancava lo psicologo.
-Non proprio, andiamo poco d'accordo, diciamo che mi ha soffiato il lavoro- non è che me lo ha tolto da sotto al naso, di più.
-Anche lei canta?- è in vena di parlare questo.
-Si, ho fatto l'accademia e poi nulla più - ma vedi se devo raccontare i fatti miei a questo.
-Piacere comunque , mi chiamo Sesshomaru-.
-Rin-.
Non lo degnai di uno sguardo, ero troppo presa dal chiudermi in quel giaccone enorme, fra un tiro ed un altro.
-Comunque lei è una persona sola vero?- adesso basta!.
-Senta, io non so lei chi sia e cosa vuole da me, ma si sono una persona sola, abbandonata al mio destino di essere una nullità, non sarò mai come lei, quindi mi lasci in pace e si prenda questa giacca!-.
Gli porsi la giacca e tornai dentro , cercando di mangiarmi tutte le lacrime che volevano scendere giù copiose, ma vedi se uno come lui deve farmi la predica.
Con una scusa banale, classico mal di testa/febbre, chiesi al mio capo di poter tornare a casa prima e lui con un sorriso da padre mi disse che avevo lavorato abbastanza in questa settimana, tanto da poter restare un giorno in più a casa e che mi avrebbe pagato comunque.
Il signor Keichi era molto buono con me, mi ha preso sotto la sua ala protettiva non appena sentì la mia storia e io per ringraziarlo do sempre il massimo.
Uscì dal retro senza farmi vedere e, con la metro ovviamente, arrivai a casa giusto in tempo, stava iniziando una super nevicata.
Quelle musiche di Natale mi stavano entrando nelle vene, mi stava venendo veramente lo schifo di sentire le urla dei bambini che si lanciavano le palle di neve, che si urlavano contro, mamma  che tragedia.
Buttai la borsa a terra svogliatamente, senza curarmi di sistemare poi successivamente.
Ero io , il divano, il mio solito bicchiere di vino bianco e il mio amato Freud con i suoi bellissimi sogni.
Fra tutti quei sogni però mi addormentai, con il libro in faccia, il bicchiere poggiato a terra e una coperta messa sulle gambe.
Mi svegliai dopo ore e notai che erano le quattro di notte, chi diavolo mi aveva messo la coperta addosso se ero sola!.
Presi d'istinto la bottiglia di vino sul tavolino di cristallo e senza pensarci due volte mi alzai dal divano, senza notare che un fogliettino blu cadde sul tappeto, vicino ai miei piedi.
" L'aria di Natale porta tutti ad essere più buoni, no?".
Aveva una calligrafia molto fluida e scorrevole, sicuramente non marcata e barbara come la mia.
Quella calligrafia simile a quel Sesshomaru, ma come ha fatto ad entrare dentro casa e sapere dove abito!.
Sentì un fruscio provenire dalla camera da letto e come una stupida mi dimenticai di chiudere la finestra, ma è mai possibile che è entrato da lì?!.
Va bene che forse quella stupida di Kagome ha detto dove abitavo, ma cavolo come ha fatto ad entrare dalla finestra, abito comunque al terzo piano.
Stavo morendo di sonno e non era il caso di pensare adesso a come era entrato in casa, è stato dolce da parte sua prendere la coperta e posarla addosso, quindi me ne ritorno a dormire.
Sto diventando allergica al Natale, forse anche all'amore.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ClosingEyes_