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Autore: elichan_    15/11/2016    1 recensioni
A Jimin non piacciono i film horror e Taehyung è felice di questo.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Taehyung/ V, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'BTS prompts'
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Sono tornata (dopo secoli) con un'altra storia! YAY! Spero vi piaccia e per favore ditemi cosa ne pensate.
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“Jiminie! Hai fatto i compiti? Posso copiarli?” gridò Taehyung non appena entrò in classe, andando verso il suo migliore amico senza nemmeno salutare nessuno dei compagni.

Jimin sospirò, alzò gli occhi al cielo e rispose sfinito: “Kim Taehyung! Sei arrivato secondo della classe negli ultimi esami, mentre io son dodicesimo. Quindi, per favore, spiegami per quale motivo io dovrei farti copiare i miei compiti”

“Perché mi ami e perché ieri sono riuscito a sconfiggere il boss del cinquantaquattresimo piano di Aincrad” rispose con un ampio sorriso, prendendo il quaderno di Jimin.

“Wow, l’hai sconfitto. È fantastico. Naturalmente ti lascio copiare i miei compiti, quelli su cui ho speso un intero pomeriggio a fare, ma tu sei un eroe” disse Jimin sarcasticamente. “Almeno ora che l’hai sconfitto spero che ti arrangerai a farli”.

“Ma li sto facendo” rispose Taehyung innocentemente.

“Da solo!” sibilò Jimin, ma Taehyung era troppo impegnato a copiare gli esercizi per prestargli attenzione, quindi decise di abbandonare l’argomento e continuare a fantasticare guardando fuori dalla finestra, aspettando che l’insegnante arrivasse e cominciasse la lezione.
 

Dopo una lunga, noiosa e faticosa giornata (il professore di ginnastica deve aver avuto davvero un pessimo umore quel giorno) l’unica cosa che Jimin voleva era andare a casa e assopirsi in fronte alla TV. Ma no, il suo fastidioso migliore amico aveva altri piani.

“Jimin andiamo a mangiare qualcosa e poi al cinema. È uscito il sequel di The ring. Mi manca davvero tanto Samara” disse felice, troppo felice per il film di cui stava parlando.

“Tae…non voglio” protestò Jimin scuotendo la testa da destra a sinistra.

“Perché no? Tra sette giorni dobbiamo consegnare una presentazione per il professore Kim, quindi proviamo a vedere se tra sette giorni saremmo ancora vivi”. Jimin alzò gli occhi al cielo sentendo il suo amico. Taehyung cercava sempre un modo per non fare i compiti, ma questo supera anche i suoi limiti. “Cosi non serve che la facciamo. E se saremmo ancora vivi potremmo dare la colpa a Samara che non ci è venuta a prendere”.

“Tu sei pazzo” affermò Jimin, prima di mettersi a ridere e incominciare a camminare verso il cinema, nella direzione opposta a casa sua.

“Lo sono, ma tu mi ami così come sono” sorrise Taehyung.

A dire la verità, lui lo amava veramente. Non il tipo amore amichevole o fraterno, ma quello in cui si vuole tenersi per mano, baciarsi, spendere ogni secondo, ogni minuto, ogni ora con l’altra persona. Quello in cui si vuole essere la ragione della loro felicità. Cosi Jimin era disposto a guardare il sequel di un film che lui non aveva nemmeno visto, perché era un film horror e lui odiava i film horror. Tutto per vedere il sorriso che gli faceva avere le farfalle nello stomaco e che gli faceva battere così forte il cuore che sembrava potesse uscirgli dl petto.


“Non era bello come gli altri” si lamentò Taehyung, mentre stavano uscendo dal cinema a Jimin si stava ancora asciugando alcune lacrime che non era riuscito a trattenere.

“Non mi importa. Non guarderò un altro film horror in tutta la mia vita” pianse Jimin a alcune persone si girarono verso di lui. Una di loro rise e Jimin arrossì. Quella persona era la stessa che era seduta in parte a lui e che ridacchiava ogni volta che lui gridava in puro terrore.

Taehyung mise il suo braccio intorno alle spalle di Jimin e lanciò sguardi minacciosi al ragazzo che osò ridere e se ne andò. Camminarono così finché non raggiunsero la casa di Jimin. Jimin non si era nemmeno accorto che erano arrivati, la sua mento troppo occupata a pensare al fatto che probabilmente sembravano una coppia a che Taehyung era cosi caldo e che aveva un odore cosi buono e che-

“I tuoi genitori non sono a casa stasera, giusto?” chiese Taehyung staccandosi da Jimin, e quest’ultimo stava già per lamentarsi quando Taehyung parlò di nuovo. “Riesci a dormire da solo o piangerai come un bambino?”

“Io non piango come un bambino. È solo che quando ho paura dell’acqua scende dai miei occhi” rispose Jimin pestando un piede a terra.

“Certo” ridacchiò Taehyung. Continuarono bisticciare per un po’, poi tutto d’un tratto, l’aria si fece tesa. Jimin guardò Taehyung, ma subito se ne pentì perché l’altro lo stava guardando cosi intensamente che Jimin quasi dimenticò come si respirava. Non era la prima volta che Taehyung lo guardava cosi e lui avrebbe dovuto esserne abituato, ma ogni volta il suo cure batteva più veloce che mai.

“Dormirò con te stanotte per farmi perdonare per averti costretto a guardare quel film” disse Taehyung dal nulla, e poi spostò lo sguardo verso la porta aspettando che Jimin la aprisse.

Jimin aprì la porta ancora disorientato da prima e si diresse con sguardo assente verso camera sua. Dopo aver dato a Taehyung una maglietta e dei pantaloncini in cui dormire, si preparò per andare a dormire. Una volta che entrambi erano sotto le coperte e la luce era spenta, Jimin realizzò qualcosa.

“Non ti azzardare a spaventarmi Kim Taehyung!” disse Jimin. Anche se aveva detto ciò, era comunque contento che Taehyung si era offerto di dormire con lui, perché la casa era troppo buia e silenziosa. Contro tutto ciò che Jimin aveva pensato, Taehyung fece l’unica cosa per cui lui non si era preparato. Lo abbracciò.

“C-cosa stai facendo?” Jimin gli chiese con cautela, cercando di ricorarsi che erano solo amici. Taehyung gli stava rendendo la vita difficile quella sera.

“Ti sto proteggendo” rispose Taehyung, il suo respiro caldo colpì la nuca di Jimin e un brivido gli corse lungo la schiena.

“Non ne ho bisogno” ripose Jimin, anche se tutti i suoi sensi erano in allerta ad ogni rumore.

“Perché stai tremando allora?”

Jimin aveva paura da morire, questo era vero, ma era comunque sicuro che non stava tremando. Ma sentire Taehyung cosi vicino a lui, mentre lo abbracciava, sentire il calore che emanava il suo corpo, era qualcosa che forse non sarebbe più potuto succedere. Se Taehyung lo stava abbracciando pensando che lui stava tremando, allora cosi era.

“Sono contento che sei pauroso come un coniglio. Tu no?” Taehyung chiese, rompendo il silenzio e lo stato di dormi-veglia in cui Jimin era caduto lasciandolo scioccato. Che ne sarebbe stato contento?

Quando tutti i suoi amici (be’, tranne Jung Hoseok, ma lui aveva paura persino della sua ombra) volevano vedere film dell’orrore, ma lui non poteva guardarli perché sapeva che se lo avesse fatto avrebbe passato la notte con gli occhi aperti e la piccola lampada nel comodino accesa. Jimin di sicuro non era contento.

“Andiamo a vedere un horror anche la prossima volta” suggerì Taehyung.

“Non voglio” protestò Jimin, stringendo la mano di Taehyung che era appoggiato sul suo stomaco, per sbaglio.

“Si, invece. Quando potrò abbracciarti cosi di nuovo?” Taehyung pronunciò le ultime parole quasi a sé stesso, ma Jimin riuscì a sentirle.  Per un momento non era sicuro di aver sentito bene: Taehyung voleva abbracciarlo? Non era possibile, giusto?

“Cosa intendi con questo?”

“Esattamente ciò che ho detto” rispose. Dopo qualche minuto continuò: “se non ti piace dimmelo. Non voglio costringerti a fare qualcosa che non vuoi”.

Ora o mai più pensò Jimin. Aveva passato troppo tempo con questa cotta, doveva finirla, magari con un lieto fine, ma se non era possibile, era pronto a lasciarla andare e rimanere amici.

“Non è così. Solo che per me tutto ciò ha un significato diverso”.

“Che significato?”

Jimin fece un respiro profondo e contò fino a tre. “Mi piaci”.

“Bè mi piaci anche tu”.

“Non in quel senso” sospirò Jimin. Taehyung era intelligente, prendeva sempre punteggi alti negli esami senza studiare molto, ma in quel momento era davvero ottuso. “Mi piaci piaci tu. Voglio tenerti per mano a baciarti e scambiarci tutte quelle dolcezze mielose che si dicono le coppie. Mi piaci in quel senso” spiegò Jimin, lasciando andare mesi, anni di sentimenti repressi.

“Va bene, perché anche tu mi piaci in quel senso. Ti avrei tenuto la mano prima, ma mi piace come sembri fatto a posta per essere abbracciato da me, quindi non ho resistito.” Rispose Taehyung.

Il cuore di Jimin stava battendo come non mai prima d’ora a iniziava ad aver un po’ troppo caldo. Taehyung girò Jimin verso di lui, le loro labbra distanti solo qualche centimetro e potevano praticamente respirare i respiri dell’altro. “Non sai quanto avessi voluto baciarti prima, ma avevo paura di come avresti reagito. Ora che so che anche tu vuoi baciarmi, col cavolo che mi fermi”.

Senza esitare un attimo Taehyung baciò Jimin, lentamente e dolcemente. Jimin non capì cosa stava succedendo fino a quando non sentì le labbra di Taehyung sulle sue e, quasi come un riflesso involontario, ricambiò il bacio.

Il bacio durò troppo poco e quando Taehyung si staccò, Jimin rispose con un lamento insoddisfatto. “Ora che mi ci fai pensare” disse Taehyung “ho fatto un grosso errore”.

Quando Jimin comprese le parole di Taehyung sentì le lacrime pronte a scendere dagli angoli dei suoi occhi. Per Taehyung baciarlo era un errore, che cosa sperava? Si sentì così stupido per aver pensato che sarebbe potuto esserci qualcosa tra di loro.

“Tu non mi piaci”.

Ecco che arriva il rifiuto.

“Io ti amo di sicuro”.

Aspetta…cosa?

“Tu!” Jimin iniziò a piangere e ridere contemporaneamente. “Oh cielo!” disse colpendo Taehyung. “Avevo paura”, un altro colpo, “che io non”, un altro colpo, “ti piacessi!”, un altro colpo, più forte dei precedenti.

Taehyung rise a prese le mani di Jimin fermandolo da dare eventuali altri colpi. “Ouch! Ok, ok. Scusami. Come puoi non piacermi?” disse, e lo baciò in segno di scusa.

“Non farmi mai più una cosa del genere” disse Jimin, abbracciandolo. “Ok, mi dispiace” rispose Taehyung, abbracciandolo a sua volta.

“Ora puoi abbracciarmi quando vuoi, senza scuse” disse Jimin, dopo un po’.

“Hai ragione” concordò Taehyung, stringendolo forte tra le braccia.

“Quindi non c’è più bisogno di vedere film horror” provò Jimin, sperando ch Taehyung mettesse di costringerlo a guardarli.

“Assolutamente no! Sei troppo carino quando sei spaventato!” esclamò Taehyung.

Ovviamente non aveva funzionato. Jimin iniziò a prepararsi a vivere nel terrore, però almeno ora aveva qualcuno da abbracciare.

   
 
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