Cari lettori, brutte notizie questo potrebbe essere i penultimo capitolo, ma più probabilmente il terzultimo. Siamo, quasi, giunti alla fine e iniziò a ringraziarvi tutti in anticipo, sopratutto la mia adorata beta e Joanna. I veri ringraziamenti li faremo alla fine. Un bacio.
Il
giorno del processo si stava avvicinando per Lyanna Stark e Ned non
aveva ancora trovato un modo per scagionarla dalle accuse rivolte dal
marito. Non sapeva bene che pesci pigliare e temeva che avrebbero
finito per condannare sua sorella. Il processo si sarebbe tenuto, in
base da quanto deciso da Rhaegar, nel Grande Settembre di Baelor e
c’era una grande moltitudine di persone ammucchiate
là dentro.
La
maggior parte si trovava seduta su delle panche, altri invece stavano
in piedi. Tutti attendevano l’inizio del processo e davanti a
loro,
subito sotto alla scala che portava alla statua del Guardiano,
c’era
un lungo tavolo dove si sarebbero seduti Rhaegar, i membri del
Consiglio Ristretto e il Grande Septo. Il re entrò dentro al
tempio,
seguito dagli altri membri della cosiddetta giuria.
Si
sedettero sulle sedie dietro al tavolo. Quel giorno il sovrano aveva
un’aria terribilmente seria e indossava dei vestiti di colore
nero.
I suoi lunghi capelli erano legati in una coda bassa e i suoi occhi
fissavano la gente presente. Fece un cenno con la mano e il portone
dietro ai presenti si aprì. Due guardie trascinarono
all'interno
dell'edificio Lyanna.
Quel giorno le avevano permesso di
mettersi un elegante abito di colore azzurro. I suoi capelli erano
stati abilmente pettinati in un’acconciatura tipica delle
dame del
Sud, seppure il fratello dubitava che ciò
l’avrebbe aiutata a
salvarsi dalla condanna. La portarono davanti al tavolo e la gente
iniziò a borbottare.
Secondo molti di loro si meritava
quello che le stava succedendo ed erano in pochi dalla sua parte.
Vide i Lannister presenti in mezzo alla folla: Myranda e Jaime. La
donna appariva quasi scocciata e per nulla contenta di trovarsi
lì;
invece suo fratello aveva un’espressione neutrale ed era
difficile
stabilire cosa gli stesse passando per quella testolina bionda.
Nei
mesi precedenti, Rhaegar aveva iniziato a trattare i Lannister con
tutti i riguardi. Tutti e tre i fratelli avevano sempre più
potere e
Tyrion aveva preso il posto rimasto vacante di Stannis. Fino a quel
momento l’aveva ricoperto il Varys, però qualche
mese prima il
sovrano aveva deciso che il nano dovesse ricoprire quel ruolo,
lasciando all'eunuco solo quello che già possedeva.
Cersei
si stava preparando, invece, alle nozze con Oberyn Martell e non
pareva molto contenta all'idea di dover andare a Dorne. Invece Jaime,
almeno per ora, non aveva ancora beneficiato dell’improvvisa
e
ingiustificata generosità del Targaryen. Tuttavia,
probabilmente,
era solo questione di tempo e prima o poi anche lui avrebbe goduto di
un pezzo della torta.
C’erano moltissimi testimoni
contro sua sorella, persino due uomini che affermavano di essere
stati suoi amanti. Il fatto che avessero ottenuto il perdono del re
gli face venire il sospetto che fossero stati corrotti. Per ultima
venne a testimoniare Anna Targaryen. La vide entrare nel tempio con
indosso un vestito di colore arancione.
Il suo pancione
era di grandi dimensioni, addirittura sembrava più grande di
uno
normale di sette mesi. I suoi capelli erano stati lasciati sciolti.
Si piazzò davanti al tavolo e iniziò
l’interrogatorio. A fare le
domande era sempre stato il Septo, tranne qualche eccezione.
L’uomo
si chinò verso la donna e fece la prima.
« Allora,
principessa Anna, per prima cosa vi ricordo che siete al cospetto
degli dei e non potete mentire. » peccato che altri invece lo
avevano fatto, purtroppo.
« Lo so bene. » rispose la
bionda. Appariva pallida e forse erano vere le voci secondo le quali
da mesi non stava molto bene.
« Ottimo, iniziamo:
principessa Anna, che voi sapiate, la regina Lyanna ha mai avuto un
amante? » quella domanda l’aveva ripetuta
chissà quante volte e
la risposta era sempre stata…
« No. » all'uomo ci
volle qualche secondo per comprendere quello che lei aveva detto,
forse perché sempre abituato fino a quel momento a sentire
"sì".
«
Come avete detto? » pure il Septo pareva alquanto incredulo.
«
Ho detto no, la regina Lyanna, che io sappia, non ha mai avuto un
amante. » vide un’espressione di gratitudine
apparire sul volto
della sorella, seduta in prima fila con le guardie ai lati.
«
Ne siete proprio sicura? » chiese incerto sul da farsi.
Insomma,
perché non poteva semplicemente crederle?
« Sicura, come
il cielo è azzurro. » affermò decisa la
Lannister.
«
Ehm... bene. » rispose l’altro un po’ in
imbarazzo.
«
L’infedele qui è il re. »
accusò la giovane, provocando non
pochi bisbigli tra il pubblico presente. Tutti erano sconvolti da
quell'affermazione, sebbene in fondo avrebbero dovuto aspettarselo.
Purtroppo, la testimonianza della bionda non servì ad
aiutare molto
la Stark e il processo venne rimandato alla settimana
successiva.
Era certo che la principessa sapesse più di
quanto dicesse e voleva perciò parlarle assolutamente. Il
problema
era che non restava mai da sola, era sempre insieme alle sue dame di
compagnia o con la sua guardia personale. Loras, non lo era
più,
essendo stato sostituito da un uomo molto fedele a Rhaegar. Il Tyrell
venne costretto a passare da Anna alla principessa
Vysenia.
Impossibile trovarla da sola, sempre con qualcuno
appresso che la controllava a vista. Alla fine, dopo un mese,
riuscì
finalmente a farle avere un messaggio dove le chiedeva di vederla nel
giardino, all'ingresso del labirinto. Quella sera sul tardi si
presentò sul posto e non ci volle molto prima che arrivasse
anche
lei. Portava un mantello di colore nero e teneva il cappuccio sul
capo.
« Volevate parlarmi? » chiese. Annuì
piano in
risposta.
« Voglio che mi dite tutto quello che sapete a
proposito di mia sorella e Rhaegar. »
l’ammonì. La bionda tirò
un sospiro.
« Va bene, vostra sorella è innocente, ma il
re vuole sbarazzarsi di lei e ha corrotto i finti testimoni.
»
rispose confermandogli quello che già sospettava da tempo.
«
Chi è l’amante del re? »
domandò.
« Sono io. »
sbatté le palpebre incredulo a quella rivelazione.
«
Come avete detto? » credeva di aver capito male, doveva aver
capito
male.
« Sono io e se ragionate, dati gli eventi degli
ultimi mesi, è abbastanza evidente. »
notò. Certo, considerando
che la tenevano come una sorta di prigioniera e la controllavano,
impedendole di avere molti contatti con gli altri. « Non ho
altra
scelta, lui mi ricatta. » aggiunse a sua discolpa.
« Vi
ricatta? » doveva capire meglio questa storia, se desiderava
trovare
una soluzione e salvare la lupa.
« Minaccia di dire la
verità su mio figlio Rhaegar. » spiegò.
« Vostro
figlio? Perdonatemi, però credo di non capire... »
osservò
perplesso.
« Anni fa ci fu una festa a palazzo. Aegon si
trovava dai miei cugini Baratheon e io quella sera bevvi molto. Non
ricordi bene i dettagli di quella sera, so solo che la mattina dopo,
quando mi sono svegliata, ero a letto con Rhaegar. »
raccontò. «
In seguito scoprì di essere incinta e riuscì a
convincere mio
marito che il bambino era suo, tuttavia era del sovrano, che
perciò
mi ricatta. Minaccia di dire a tutti la verità e di rovinare
mio
figlio dichiarandolo illegittimo. » possibile che avrebbe
avuto il
coraggio di fare una cosa del genere a suo nipote, o meglio, a suo
figlio?
« Avrebbe il coraggio di fare questo a suo
figlio? » domandò sorpreso.
« Temo proprio di sì. Non
me la sono sentita di mentire al processo, sebbene in realtà
non
posso fare nulla per aiutare vostra sorella, mi dispiace. »
si scusò
dispiaciuta.
« Non è colpa vostra, anzi siete stata
l’unica che ha tentato di aiutarla. »
notò.
« Temo
però che questo non servirà molto per salvarla.
» osservò. Su
questo temeva che avesse ragione.
« Perché pensate che
voglia sbarazzarsi di lei? » chiese.
« Immagino che
voglia essere libero di risposarsi e spera che questo accada il
più
resto possibile. » rispose lei. Quindi appena sua sorella
sarebbe
morta avrebbe sposato lei? Molti Targaryen avevano avuto più
di una
moglie; seppure quella tradizione non era stata abrogata, da molti
anni non accadeva che uno di loro con già una moglie si
risposasse,
a meno che questa non fosse già morta, naturalmente.
Difficilmente
sarebbe riuscito a convincere il Septo e il Consiglio Reale a
lasciarlo sposare per la seconda volta, mentre lo era già
con sua
sorella. Se per questo, non glielo avrebbero permesso neppure
più di
vent'anni prima, quando era sposato con la povera principessa Elia.
Bisognava trovare una soluzione per salvare la Stark e non sapeva
come.
Fortunatamente a questo ci pensò la leonessa che
riuscì a convincere il Targaryen a scagionare la moglie.
Lyanna fu
costretta a rinunciare al matrimonio per unirsi alle septe. Lo
divenne due settimane dopo e assistette alla cerimonia insieme alla
sua famiglia. Due settimane passarono e Anna si trovava nella sua
stanza intenta a chiacchierare con una delle sue dame di compagnia e
la guardava ricamare.
« Lyanna ha avuto quello che si
meritava. » esclamò.
« Provo pena per lei, messa da
parte come un oggetto vecchio. » notò di rimando
voltandosi verso
la finestra presente nella sua stanza e osservando il cielo
nuvoloso.
« Anni fa ha rubato il marito a Elia. »
commentò.
« Fu amore il loro, o almeno così mi hanno
sempre detto. » iniziava a credere che non fosse esattamente
così,
in fondo Lyanna non voleva sposare Robert e lui desiderava
ardentemente un terzo figlio per avere le sue famose tre teste di
drago, o per lo meno era quello che la gente aveva detto per
giustificare il suo gesto.
« Certo, come no. » rispose
l’altra, poco convinta. In quel momento avvertì un
calcio allo
stomaco e posò una mano sul ventre gonfio, coperto dalla
stoffa del
vestito giallo, e lo accarezzò teneramente. « Va
tutto bene? »
chiese la dama preoccupata. Mancava poco alla nascita del bimbo, anzi
sarebbe potuto nascere da un momento all'altro, siccome il termine
della gravidanza era ormai scaduto.
Eppure, nonostante
ciò, il piccolo principe - o la piccola principessa - doveva
essere
un po’ timido, poiché una settimana dopo non era
ancora nato. Si
stava preparando per andare a letto quando sentì una forte
fitta al
basso ventre. Si piegò in avanti e posò una mano
sul materasso del
letto, poi ne avvertì un’altra ancora
più forte.
«
Ah, ah! » urlò spaventata. « Cedric,
aiutatemi! » aggiunse,
girando attorno al letto e mettendosi seduta su di esso, per poi
stendersi sopra e appoggiare la schiena contro lo schienale del
letto. Lanciò un altro urlo e si chiese dove diavolo fosse
finito
Cedric; era la sua guardia personale e avrebbe dovuto sentirla di
sicuro considerando che strillava ed era sempre fuori dalla sua
stanza.
Dopo un po’, entrò precipitosamente nella sua
stanza Pycelle che le si avvicinò e le passò una
mano sul capo.
«
Andrà tutto bene principessa Anna, state tranquilla.
» disse
incoraggiante. Poi si rivolse a una delle sue dame che li aveva
raggiunti. « Lady Gloria ci siamo. Correte in cucina, fate
bollire
dell’acqua calda e cercate dei panni puliti. »
ordinò in preda
all'agitazione. Se fosse accaduto qualcosa alla madre o al piccolo
gliela avrebbero fatta pagare cara.
La donna fece come le
aveva detto e si precipitò fuori dalla stanza, per poi
tornare
qualche minuto dopo con tutto l’occorrente. Non ci volle
molto
prima che arrivasse anche Myranda, che insistette per assistere al
parto e stare al fianco di sua figlia, cosa che purtroppo le altre
tre volte non aveva potuto fare perché era sempre lontana.
Passò
il tempo a incoraggiare la primogenita e ad accarezzarle la fronte
per asciugarle il sudore. Il parto si dimostrò da subito non
dei più
semplice, perché la creatura sembrava in realtà
non avere molta
voglia di venire al mondo. La madre e il maester stavano faticando
non poco. Lei era in preda ai dolori e l’altro non poteva che
darle
il latte di papavero per alleviarglielo, per quanto possibile.
Era
l’alba quando finalmente l’uomo poté
vedere la testolina scura
che si era decisa a uscire. A quel punto non passò molto
prima che
il bimbo fosse tra le braccia di Gloria, che provvedette a pulirlo.
Anna scoprì con suo grande dispiacere che era un altro
maschio,
tuttavia sentì un’altra fitta e scoprirono che
c’era anche un
secondo piccolo...