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Autore: Neera Everdeen    16/11/2016    1 recensioni
Quante volte avete sentito parlare di Cappuccetto Rosso e del Lupo Cattivo? Una favola per bambini, con il solo scopo di educare i più piccoli dal girare a largo dai brutti ceffi e di non dare mai loro troppa confidenza. Ma stiamo parlando di epoche in cui era tutto possibile e dove ,chissà, forse non era così strano trovarsi fronte un grande Lupo pronto a sbranarvi..
Rayane non è una Cacciatrice solo per scelta: discendente di una delle più potenti famiglie di Cacciatori della Stirpe e figlia unica, è una delle prime donne a seguire le orme dei predecessori maschi. La cosa, già di per sé scandalosa, si fa ancora più pericolosa. Un segreto, una profezia antica, sta per travolgere per sempre il destino della ragazza.
Toglietevi dalla testa l’innocente Cappuccetto Rosso e il lunghissimo (ed inutile) mantello della gotica Cappuccetto Rosso Sangue.
Ora arriva il Lupo, quello vero.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Keine si ferma,continuando a guardare fuori.
La sua ombra è prioettata contro al muro, e i capelli formano dei piccoli merletti. La polvere volteggia nel cono di luce, facendola sembrare uno dei personaggi di quelle favole che si raccontano intorno al fuoco quando fuori fa freddo e non si vuole uscire.
- Io..- comincio, non sapendo bene come continuare.
- Ora sai perché il villaggio è nel panico. Tu sei una discendente del Lupo.- mi spiega, come se lo stesse spiegando ad una bimba piccola. Non me lo aveva mai detto chiaramente nessuno, ma poco a poco capisco perché sono tutti così fin troppo referenziali verso i membri della mia famiglia. Non è solo rispetto, ma vero e proprio timore. Ecco anche perché gli Anziani non si sono mai opposti alle scelte di mio padre nonostante fossero evidentemente contrari: la paura era persino più forte della libertà di parola.
- Sì, ma era ancora umano quando nacque il figlio.- ribatto io, cercando un modo per aggirare quella piaga.
- Non importa. Non sappiamo cosa accadde quando si trovò di fronte il figlio, sempre che lui si sia deciso a provare a fare fuori il padre.-
La neve comincia a cadere lentamente, ricominciando a coprire ogni cosa. Gli allevatori corrono fuori sbrigandosi a rimettere in fretta gli animali nelle stalle e il nostro vicino, Rufus, prende anche il nostro gregge. Una delle pecore più piccole viene portata all’interno della stalla dal figlio più piccolo, che la tiene sulle spalle come se non pesasse niente, nonostante lui abbia appena sei anni.
- Ma la Prima Profezia..- provo a contestare debolmente, ricevendo però un’occhiataccia brusca.
- Non sappiamo come si concluse. Può darsi che il figlio abbia lasciato agli altri Predestinati di fare il lavoro al posto suo, oppure che sia morto nella lotta.- mi risponde, anticipando velocemente la domanda.
Riappoggio la testa al cuscino, sentendo il fresco profumo di lavanda avvolgermi assieme a quello di bucato lavato da poco al fiume e di cibo che sta cuocendo nella pentola sul fuoco. Lascio che gli odori mi entrino nelle narici: l’odore di erbe seccate durante l’estate raccolte in barattoli di vetro o appese alle mensole delle cucina, profumo di panni stesi ad asciugare vicino al camino, quello di pelli appese ai muri come trofeo o come tappeti stesi per terra. Tutti odori familiari. Eppure è come se mi sentissi un’estranea nella mia stessa famiglia.
Lucas entra in casa, portandosi con sé una ventata di aria gelida.
Si siede su una delle sedie della cucina, appoggiando le braccia al tavolo di legno grezzo.
- Igor è un grandissimo bastardo.- sibila, guardando il tavolo come se potesse incenerirlo da un momento all’altro. I capelli scuri sono lunghi fin quasi alle spalle, che di solito tiene legati perché non gli cadano sugli occhi. La barba è folta ma regolare, sempre ben curata. Da piccola mi faceva ridere quando si infilava della paglia tra la barba, imitando Igor e i suoi modi di fare da capo dell’universo.
- Questo lo sapevamo già da tempo. Altre novità?- chiedo, cercando di farlo ridere.
Sorride appena, come se avesse capito che non è niente di grave. Almeno per ora.
Ha un bel sorriso lo zio, dai denti bianchi e dritti.
- Vuole una riunione al consiglio. Dobbiamo armarci contro i lupi e organizzarci per l’arrivo della tribù di Shantar. Arriveranno domani al massimo.-
- Perfetto.- commento io sfregandomi le mani e prendendo in mano una ciotola di stufato. La carne di cervo è saporita e il brodo è grasso ma nutriente. Ottimo per le giornate d’inverno come questa. Mio zio mastica per un po’ prima di guardarmi con occhio esperto.
- Devo farti vedere una cosa.- mi dice, per poi ingurgitare il brodo in un millesimo di secondo.
Mi lancia la mantella , che mi ero tolta per il troppo caldo nella stanza.
La infilo in fretta e furia, prima di seguire  mio zio tra le strade del villaggio ed arrivare di fronte a casa mia. Mio padre ancora non è tornato.
Entriamo, per poi dirigerci velocemente ad una delle cassapanche in camera di mio padre. È una stanza molto maschile: pelli alle pareti e sul letto, mobili rudi e grezzi, armi appese accanto all’armadio e grandi finestre dalle spesse tende.
Dopo aver scostato alcuni vestiti mi mostra una elaborata ascia di ferro. Me la porge e resto allibita nello scoprire da quanto è pesante.
- Tuo padre fece il rito di Iniziazione. Ti sorprenderesti nello scoprire quanto è bravo con le asce e con le lance.- mi svela con un sorriso obliquo.
Io lo fisso a bocca spalancata.
- Perché non ha continuato?- chiedo, deglutendo a fatica.
- Perché ha più testa sulle spalle di molte altre persone. Visse assieme a Shantar per qualche tempo, ma non gli piacque la vita da Cacciatore. Mi disse che essere pastori era molto, molto meglio, così scelse quella strada.-
Mi siedo accanto a lui.
- So che per te non è facile. Hai già scelto?- mi chiede, con un certo imbarazzo.
A sedici anni le ragazze che hanno cominciato il percorso sono obbligate a scegliere, per protocollo, se diventare a tutti gli effetti Cacciatrici e compiere il rito di iniziazione, oppure abbandonare tutto per una vita da moglie e madre di tanti rognosi bambini.
Alzo un sopracciglio mentre un sorriso si fa largo sul viso pallido.
- Immagino che tu sappia già la risposta.- gli rispondo con una risata.
E quando vedo i suoi occhi brillare d’orgoglio capisco che va tutto bene.

ANGOLO AUTRICE:
Ed ecco a voi un nuovo capitolo-lampo, signori e signore!
Spero che il capitolo vi piaccia e che la storia non stia deludendo le vostre aspettative.
In questi giorni mi sono venute un paio di idee che appariranno in seguito e che spero vi garbino. Sono bozzetti che avevo messo da parte nella prima "stesura" (mi sento un po' Alessandro Manzoni, ma ok, tutto normale).
Sono perlopiù sui personaggi e sull'ambientazione , ma qualche sorpresuccia ci sarà.
Spero vi piaccia, buon proseguimento!
   
 
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