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Autore: Nihal07    16/11/2016    0 recensioni
Sakura cercò di non darsi per vinta e presa da uno slancio di speranza o chissà cos’altro decise di eliminare la distanza che li separava. Era come se Kakashi stesse sprofondando nel buio e lei fosse l’unica a poterlo raggiungere. Bella responsabilità. “Kakashi, tu non…”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo III
 
La notte non aiutò per niente Kakashi e tanto meno Sakura.
La ragazza decise di andare per l’ennesima volta a trovare Kakashi, ma optò per fare un giro più lungo e riflettere su quello che le stava accadendo. Perché si sentiva un po’ diversa, forse confusa, ogni tanto travolta dagli eventi.
Ed era certa che, anche se lontanamente, un po’ Kakashi era colpevole.
Sospirò, ipotizzando che forse era fin troppo preoccupata per il suo maestro. Una preoccupazione che andava un po’ oltre quella che avrebbe mai provato per Naruto, tanto meno per Sasuke.
Scosse la testa, quasi per scacciare l’idea che pian piano si stava formando nella sua mente: che Kakashi potesse interessarle? Mha, era il momento meno adatto per riflettere su questa cosa.
Sarebbe stato più utile pensare a come salvarlo invece… A cosa poteva averlo ridotto così… A come sarebbero usciti insieme una volta che lei avesse trovato il coraggio di… BASTA SAKURA!
Si fermò un attimo, abbastanza contrariata da come la sua mente si stesse ribellando a se stessa e di come le stesse dimostrando che forse lei era proprio una brutta persona.
Arrivò davanti l’ospedale quando Ino la bloccò afferrandola per un polso. “Fronte spaziosa!!”
Sakura si girò accigliata: “Ti ho sempre detto che odio essere chiamata così”. La bionda ignorò completamente la sfuriata dell’amica e sorrise. “Vieni, dobbiamo muoverci.”
La rosa riuscì a seguirla con qualche difficoltà ma era felice di vedere che le era tornato il sorriso.
 
Kakashi si lavò il viso e si guardò allo specchio. Aveva delle occhiaie da far paura.
Sospirò pensando a cosa fare per far passare più velocemente il tempo.
Si guardò intorno e poco dopo il suo sguardo cadde sul braccio sinistro. Tsunade, quella mattina, si era divertita a prelevargli un bel po’ di sangue. Non vedeva l’ora si esaminarlo.
Sorrise, tra sé e sé. Se solo avesse potuto, quella donna l’avrebbe sicuramente dissezionato per esaminarlo.
Per fortuna Sakura vigilava su di lui… Già, Sakura.
Sentì una voce squillante farsi strada nel corridoio e la riconobbe subito: Ino. Una strana nota di felicità echeggiava tra quelle mura.
Aprì la porta della sua stanza e si sporse.
Vide Ino trascinare per un braccio Sakura. Le due si stavano dirigendo verso la stanza di Asuma probabilmente. Decise di seguirle.
Si guardò intorno un paio di volte poi attraversò il corridoio e si infilò in un corridoio secondario seguendo la voce delle ragazze.
Le due jonin entrarono chiudendosi la porta alle spalle e Kakashi si avvicinò a questa cercando di non fare rumore.
Sul viso di Sakura si disegnò un ampio sorriso quando vide Asuma sveglio e pienamente cosciente.
“Asuma, come ti senti?”
L’uomo le sorrise con un po’ meno entusiasmo. “Ciao Sakura… Ho visto giorni migliori…”
La sua voce era flebile. Probabilmente era molto debole e affaticato. “Ino è riuscita a tirarti qui con la forza?”
La rosa rise. “Ad un certo punto non ha più dovuto trascinarmi. Ero fin troppo curiosa di vedere che cosa le aveva fatto tornare il sorriso.”
Ino arrossì. “Non che prima fossi di cattivo umore…”
“Era giusto un po’ preoccupata che il suo compagno fosse finito in un letto d’ospedale. Sono felice di vedere che stai meglio…” Sakura pensò se era il momento appropriato di nominargli Kakashi.
“Sakura…” Asuma sospirò profondamente. “Kakashi sta bene vero?”
La rosa lo guardò per un attimo senza proferire parola, poi annuì. “A dire la verità potrebbe stare meglio… Ti ricordi cosa vi è successo?”
Asuma si morse il labbro inferiore. “Più o meno…”
“Asuma, se sei troppo stanco lo capisco. Posso passare in un altro momento.”
L’uomo negò con la testa. “Ce la faccio…” Fece una pausa. “Io e Kakashi stavamo tornando dalla missione che Tsunade ci aveva affidato e proprio nei dintorni di Konoha lungo la strada che porta al Villaggio della Sabbia abbiamo incontrato una ragazza. Non sapevamo chi fosse e ci siamo proposti di aiutarla… Era proprio un tipo inquietante… Anche se… Bellissima… Si era persa, diceva.” Si fermò di nuovo per ricordare. “Kakashi si è avvicinato per capire se era ferita. Aveva un lungo kimono bianco a tratti sporco di sangue. I suoi capelli neri però erano stranamente perfetti e i suoi occhi così profondi… Ad un tratto quella ragazza… Quella cosa… è saltata addosso a Kakashi e l’ha morso al collo. L’ho visto liberarsi da quella presa e appena quella donna si è allontanata, lui è caduto a terra… Mi sono avvicinato e… Stava più o meno bene… Ho pensato che sarebbe stato più utile tornare a casa e così abbiamo lasciato perdere quella ragazza che nel frattempo era scappata. Infine mentre camminavamo Kakashi è diventato strano, si è preso la testa fra le mani e prima che potessi fare qualcosa mi ha colpito per… Ho perso il conto delle volte… Qualcuno poi deve averci trovato entrambi..” Asuma sospirò e abbassò lo sguardo. “Mi dispiace… Avrei potuto fare qualcosa ma…”
Sakura si avvicinò a lui e gli accarezzò un braccio. “Asuma, hai fatto più di quanto pensi. Sistemeremo le cose, te lo prometto.” Gli sorrise e poi si rivolse a Ino. “Forse è meglio che vada. Kakashi non guarirà da solo.”
 
Kakashi si allontanò leggermente dalla porta. “O forse si…”
Corse fino alla sua stanza. Ora ricordava: quella donna, il suo sguardo, l’irrefrenabile voglia di distruggere tutto quello che lo circondava.
Negò con la testa. Dannazione, aveva fatto del male al suo migliore amico…
Sentì dei passi provenire da fuori. Si voltò e vide Sakura.
“Ciao Kakashi! Mi fa piacere vederti in piedi.” Lo guardò meglio. “Tutto bene?”
No, certo che no. “Si, sto bene. Stavo per vestirmi. Volevo fare quattro passi.”
La ragazza lo guardò dubbiosa. “Sei sicuro? Non vorrei ti affaticassi inutilmente.”
“O forse hai paura che accada quello che l’altra volta non ho portato a termine?” Poco dopo si accorse della cattiveria presente nelle sue parole. Non avrebbe voluto dirglielo, davvero.
La rosa abbassò lo sguardo. “Semplicemente voglio che tu guarisca.”
Per qualche secondo il silenzio cadde nella stanza.
Kakashi sospirò e si avvicinò a lei. Esitò un attimo prima di toccarla ma le posò una mano sulla testa. “Mi dispiace… Non ho il diritto di trattarti così.”
La ragazza gli prese la mano tra le sue. “Non è colpa tua. Molte volte è difficile reagire nel modo giusto quando si tratta di determinate situazioni. Voglio solo tu sappia che sono qui per qualsiasi cosa… Se hai bisogno di parlare, di lamentarti, di ridere e…” Sakura arrossì. “Scusa, sto facendo la parte della moralista.”
Kakashi ritrasse la mano. “Una bottiglietta d’acqua può essere un buon punto di partenza?”
Sakura alzò un sopracciglio. “Non ho detto “serva”.”
Il jonin sorrise. “Per favore, io intanto mi metto la giacca, faccio un paio di cose e appena torni andiamo a fare un giro.”
La ragazza sospirò e annuì. “Arrivo subito.”
Appena Sakura uscì, Kakashi si sporse dalla finestra. Appoggiò una mano sul collo e dopo aver pensato un paio di secondi decise di uscire da quell’uscita un po’ alternativa.
Sakura tornò dopo 10 minuti. “Scusa Kakashi! Un’infermiera mi ha fermata per chiedermi…” Rimase a bocca aperta quando trovò la stanza vuota. Il giubbotto da jonin era sulla sedia e la finestra era spalancata. “Maledizione, mi ha preso in giro.”
 
  
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