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Autore: gingergirl_13    17/11/2016    0 recensioni
Lydia e Lorenzo avevano diciotto anni, e Parigi li fece innamorare, cosa ci può essere di più semplice?
Lydia amava la vita.
Lorenzo amava la sua bellissima ragazza.
Dal testo:
"Lydia era una ragazza tanto gentile,dote che tra i suoi coetanei era piuttosto obsoleta. Camminava per strada con la testa alta e gli occhi curiosi di chi ne vuole sapere ancora molto della vita. Profumava di buono, profumava di brava ragazza e di caramelle alla frutta. Dicevano di lei che rideva sempre,ma solo chi aveva il piacere di conoscerla sul serio,come Alice,sapeva quanto,quella ragazza all'apparenza sicura di se e piena di vita,fosse in realtà insicura e lunatica."
[...]
"Lorenzo non ricorda precisamente il giorno in cui l'ha conosciuta probabilmente era febbraio"
[...]
"Si trovarono sullo stesso pullman quella settimana,che sia colpa del caso,o delle prof che avevano messo le loro classi nello stesso gruppo non importava affatto."
[...]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Lydia esteticamente era il tipo di ragazza che non ne voleva sapere del trucco eccessivo,delle minigonne,dei tatuaggi e dei piercing e probabilmente chiunque l'avesse conosciuta avrebbe ammesso che Lydia era una ragazza tanto gentile,dote che tra i suoi coetanei era piuttosto obsoleta. Camminava per strada con la testa alta e gli occhi curiosi di chi ne vuole sapere ancora molto della vita. Profumava di buono, profumava di brava ragazza e di caramelle alla frutta. Dicevano di lei che rideva sempre,ma solo chi aveva il piacere di conoscerla sul serio,come Alice,sapeva quanto,quella ragazza all'apparenza sicura di se e piena di vita,fosse in realtà insicura e lunatica. C'erano mattine in cui Lydia non parlava e quando lo faceva era per rispondere male alle sue migliori amiche, con gli altri,le persone che non conosceva,sorrideva e rideva come se tutto andasse bene,mentre dentro cadeva a pezzi e si logorava. Lydia non perdeva mai il controllo ma quando lo faceva si sentiva mortificata tanto che scoppiava a piangere e ripeteva quanto fosse una brutta persona,troppo cresciuta per fare i capricci. Alice e Maria la supportavano quotidianamente e pur sapendo che il suo carattere era difficile la amavano per quello che era,una ragazza solare che aveva bisogno di essere capita e amata.

Lorenzo non ricorda precisamente il giorno in cui l'ha conosciuta probabilmente era febbraio, erano al corso di inglese avanzato e ricorda perfettamente che l'aveva notata perché sorridendo educatamente aveva chiesto scusa alla professoressa quando era entrata in ritardo e sghignazzando con il suo amico riccio si era seduta al banco dietro a quello di Lorenzo. 

Lorenzo era il tipico ragazzo che ne aveva viste tante di ragazze,ma che non era mai caduto ai piedi di nessuna. Poi era arrivata lei: Alessia aveva due anni meno di lui ed era una di quelle ragazze che mettevano la gonna per andare a scuola e le canottiere quando fuori fanno 10 gradi. Non si era innamorato di lei subito,probabilmente non si era innamorato di lei mai,ma lui quando qualcuno glielo chiedeva affermava esattamente il contrario.

Si trovarono sullo stesso pullman quella settimana,che sia colpa del caso,o delle prof che avevano messo le loro classi nello stesso gruppo non importava affatto.
Arrivato in hotel Lorenzo insieme ai suoi amici scoprì che si trovavano addirittura sullo stesso piano.

Parigi era un sogno e Lydia la amava da sempre,era affascinata da ogni vicolo, ogni museo,ogni cattedrale o chiesa che fosse. Quella settimana lei la aspettava da quando era piccola; la fatidica gita di quinta che tutti le raccontavano essere assolutamente meravigliosa. 

Lorenzo ogni mattina la vedeva fare colazione con gli occhi ancora assonnati e i capelli arruffati,la vedeva mangiare quei cornetti francesi così buoni,che in Italia non aveva mai mangiato,dieci minuti dopo però la guardava scendere dalle scale e arrivare nella hall con i capelli perfettamente in ordine e gli occhi brillanti di chi non vedeva l'ora di vedere posti nuovi,e si chiedeva come facesse,la ragazza della classe affianco alla sua ad essere così bella alle 9 di mattina sotto la Tour Eiffel mentre sorrideva in una foto con le sue amiche. Se lo chiese anche man mano che i giorni passavano quando in pullman cazzata dopo cazzata avevano stretto amicizia e quando quella sera l'aveva vista ridere a crepapelle con la sua amica riccia sotto braccio, si era avvicinato a lei e lei aveva riso di nuovo perché aveva alzato un po' troppo il gomito.

Stava vivendo la settimana più bella della sua vita, Parigi era la città che più amava tra tutte ed era lì con i suoi amici,quelli che l'avevano vista sclerare e con cui ogni mattina rideva,urlava,pregava. Era con le sue migliori amiche, Maria,Alice,Giulia, Marta,quelle ragazze che erano entrate nella sua vita in silenzio una per volta e senza le cui si sentiva persa. Non poteva chiedere di meglio. 

Quella sera aveva di nuovo bevuto un po' troppo e lui le sembrava così carino nel suo maglioncino blu; Lorenzo era un così bravo ragazzo ed era stato simpatico a Lydia fin da subito. In quel momento stava tornando con i suoi compagni di classe nel punto di ritrovo stabilito dalle professoresse e lo vide ridere con il suo migliore amico,carino ma mai bello quanto lui. Forse aveva bevuto un po' troppo e a braccetto con Giulia lo guardava e gli sorrideva,Lorenzo dal canto suo non si era accorto di Lydia,ma quando Matteo glielo fece notare si girò e la vide fissarlo con un sorriso sornione.

Lydia era così bella quella sera,nel suo giubbetto di jeans forse un po' troppo leggero per quella stagione, forse anche lui era un po' brillo,forse i capelli di Lydia erano un po' troppo arancioni quella sera e le sue labbra un po' troppo rosse e i suoi occhi un po' troppo verdi,fatto sta che  Lorenzo ricambiò il sorriso totalmente inconscio del fatto che da quel momento sarebbe stato innamorato di Lydia come non avrebbe potuto esserlo di nessun altra.

Passarono i giorni e Lorenzo la stuzzicava continuamente e lei rideva così tanto che non se ne rendeva nemmeno conto.
Alice glielo aveva detto,glielo aveva ripetuto anche davanti ai loro compagni di classe,le aveva detto "Gli piaci,non vedi come ti ronza intorno?!" E Lydia pur sapendo la risposta,aveva ribattuto  "ma a chi?" E Maria in tono ironico le aveva risposto "non fare la finta tonta,quello della 5C che ti fa sempre le battutine e tu ridi sempre" e tutti i suoi compagni di classe avevano ripetuto "è vero,ci prova spudoratamente con te" ma Lydia aveva riso,scosso la testa ed era uscita dalla camera delle sue amiche.

La loro ultima sera bevvero tutti un po' troppo.
Lorenzo era seduto fuori da un locale e beveva vodka lemon con i suoi compagni di classe  quando gli arrivò la voce che quella sera Lydia della 5A avrebbe compiuto diciotto anni.

Lydia al bancone di un bar beveva piccoli bicchieri di un liquido verdastro insieme a Marta,Alice,Maria e i suoi amici. Stavano brindando ai loro diciotto anni,ai suoi diciotto anni. Era il suo compleanno,Lydia sarebbe diventata maggiorenne a Parigi,infatti quella notte,aveva compiuto diciotto anni brindando con uno spumante scaduto nella camera delle sue amiche ,seduta sulla moquette squallida dell'hotel,ridendo,piangendo,e abbracciando quelli che erano stati i suoi compagni di vita da tre anni a questa parte in quel cavolo di liceo classico che non vedeva l'ora di lasciare.

Bevve un sorso di quella schifosissima vodka comprata nel supermercato sotto l'hotel poi Lydia uscì dalla camera,perché il ragazzo carino della 5C l'aveva chiamata e le aveva detto "esci che sono salito per farti gli auguri".
E lei uscì e lui era lì. 
Erano in pigiama tutti e due, erano ubriachi entrambi, e con lui c'erano i suoi amici simpatici.
L'aveva abbracciata e le aveva lasciato un bacio in testa mente le aveva fatto gli auguri,lei rideva,era ubriaca e felice e dopo essere rientrata in camera e riuscita almeno 5 volte,Lorenzo aveva appoggiato la fronte sulla sua, e le aveva detto che era bellissima anche in pigiama e lei con gli occhi chiusi aveva riso,lui sapeva di vodka,lei sapeva di vodka ed odorava di chanel.

Le aveva fatto giurare di presentare la sua amica carina al suo migliore amico e si erano stretti le mani e lei glielo aveva veramente promesso,e il giorno dopo lo aveva fatto davvero. 
Dietro di loro gli amici di Lorenzo parlavano con le amiche di Lydia.

Le loro labbra erano così vicine e la fronte di Lorenzo stava iniziando a pesare su quella di Lydia. 

Il suo amico lo prese per il braccio e lo portò in camera dicendole qualcosa come "dobbiamo andare" Lydia riaprì gli occhi,lì saluto e tornò in camera,restò sveglia tutta la notte e in aereo il giorno dopo il caso volle che lui avesse il posto 12A e Lydia girovagando per tutto l'aereo sperava di essersi sbagliata a leggere quando vide che il 12B era proprio il seggiolino accanto a quello di Lorenzo. 

Si salutarono tre ore dopo quando all'aeroporto di Roma i loro genitori li aspettavano fuori dalle porte girevoli.
Lydia lo guardò e gli sorrise e gli disse " Ci vediamo a scuola".
Lorenzo la guardò per l'ultima volta,pensò che se voleva fare qualcosa l'avrebbe dovuto fare all'istante,sapeva che avrebbe dovuto lasciare Alessia,ma non gliene fregava assolutamente niente in quel momento,avrebbe voluto prenderla e baciarla e dirle che non l'avrebbe lasciata andare per nessun motivo al mondo, perché era innamorato di lei,ma non fece
nulla,le sorrise semplicemente e le disse "A lunedì" e la guardò allontanarsi da lui,abbracciare le sue amiche e salire in macchina. 
Lydia avrebbe voluto girarsi e guardarlo un ultima volta,ma lo fece solamente in macchina,quando dopo essersi voltata lo vide baciare la sua bella ragazza con gli occhi azzurri,così bella che sarebbe potuta essere una modella.

Tutto tornò normale. Ogni tanto in corridoio si incontravano,si salutavano con un sorriso,ogni tanto si fermavano anche a parlare. 
Lydia aveva conosciuto un ragazzo,era bello come il sole,ma sicuramente non le faceva venire le farfalle nello stomaco come succedeva con Lorenzo.
Lorenzo non aveva di certo lasciato Alessia, ma molto spesso sentiva la differenza tra la sua bella ragazza e Lydia.
Lydia che rideva con le sue amiche.
Lydia che correva sugli Champ Elysees con il suo amico simpatico.
Lydia che rossa in viso per il troppo alcool cercava di mantenersi seria quando la professoressa le diceva l'ora del coprifuoco,ma che puntualmente scoppiava a ridere dopo che questa di girava.
Lydia che sapeva di alcool e di cornetto alla crema.
Lydia che all'aeroporto lo aveva salutato e lui che non aveva fatto nulla per tenerla con se.
La stessa Lydia che ogni giorno lo vedeva abbracciarsi e sbaciucchiarsi fuori da scuola con Alessia,nonostante lui cercasse i suoi occhi ad ogni ricreazione.

Alla fine le loro strade non si incontrarono più,ma Lydia non si sarebbe mai dimenticata di quella gita,del bel ragazzo con gli occhi castani che le aveva preso il cuore e di cui si era innamorata il giorno in cui aveva compiuto diciotto anni. 

E Lorenzo a sua volta se la sarebbe ricordata sempre, quella ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi paragonabile ad una stella che brillava di luce propria e batteva in bellezza ed eleganza tutte le opere del Louvre.

E anche se le loro strade non si incontrarono più fu una benedizione il fatto che,anche solo per una settimana le loro vite si sono intrecciate,forse per caso,forse fu il destino,nessuno dei due se lo chiese mai.
   
 
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