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Autore: Notteinfinita    18/11/2016    0 recensioni
Adolescenti in gita, una stanza d'albergo e alcool non sono un buon mix e possono portare a galla sentimenti a lungo taciuti...
*****
Dal testo:
“Bacio, bacio!” grida l'intera classe e io mi sento morire dall'imbarazzo.
Ho già baciato altri ragazzi, non è questo il problema, solo che baciare Ethan per quindici secondi davanti a tutti i miei compagni a causa di uno stupido gioco non era proprio ciò che sognavo quando immaginavo di baciarlo.
Mi faccio coraggio e chiudo gli occhi in attesa del bacio.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David 'Gordo' Gordon, Elizabeth 'Lizzie' McGuire, Ethan Craft, Miranda Sanchez
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La gita


Bacio, bacio!” grida l'intera classe e io mi sento morire dall'imbarazzo.

Ho già baciato altri ragazzi, non è questo il problema, solo che baciare Ethan per quindici secondi davanti a tutti i miei compagni a causa di uno stupido gioco non era proprio ciò che sognavo quando immaginavo di baciarlo.

Mi faccio coraggio e chiudo gli occhi in attesa del bacio.

Sussulto appena sento le sue labbra che mi sfiorano ma subito dopo subentra la delusione.

Non è come mi aspettavo.

Non c'è nulla di dolce o romantico nel suo bacio, lo definirei aggressivo ed esibizionista.

Più adatto a far scena che a regalare emozioni a chi lo riceve.

Sento gli altri fare il conto alla rovescia e mi ritrovo a farlo anch'io mentalmente, non vedo l'ora di staccarmi da lui.

Finito il bacio, ritorno velocemente vicino a Miranda che, ignara di tutto, mi sorride felice.

Il gioco sta per riprendere ma io mi chiamo fuori mentre la mia amica decide di proseguire ancora per un po'.

Sto per dirle di fare pure, tanto io starò in compagnia di Gordo quando mi accorgo che lui non è più nella stanza.

«Miranda, dov'è Gordo?» le chiedo, un po' preoccupata.

«Ha detto che tornava in camera.»

«Non si starà sentendo male?» suppongo. «Vado a vedere come sta.»

«Vengo con te?» mi propone.

«No tranquilla, continua a giocare.» la rassicuro per poi salutarla.

Cammino lungo i corridoi dell'albergo con molta attenzione, non voglio che qualche professore mi scopra.

Sono in ansia.

Prima di giocare al gioco della bottiglia abbiamo giocato a “obbligo o verità” e Gordo ha fatto diverse penitenze alcoliche.

Sono appena arrivata davanti alla porta di camera sua e mi sto già chiedendo come farò a entrare nel caso lui sia svenuto o in preda ai conati di vomito quando mi accorgo che l'uscio è solo accostato.

«Gordo.» chiamo entrando.

Appena attraversato l'ingresso lo noto.

È con la testa appoggiata alla porta a vetri che dà sul terrazzo e sembra non essersi accorto della mia presenza.

«Gordo.» chiamo ancora, poggiandogli una mano sulla spalla.

Quando si volta sussulto per lo spavento; ha un'espressione disperata che non gli ho mai visto.

«Gordo stai male?» gli chiedo, pregando di non essere costretta a chiamare un professore in aiuto, non vorrei mai mettere il mio amico nei guai.

«Certo che sto male, come vuoi che stia nel vedere la ragazza che amo baciata da quella specie di uomo preistorico?!» urla, avvicinandosi a me e poggiando una mano sulla mia guancia «mentre io non ho mai avuto il coraggio neanche di sfiorarti queste labbra.» aggiunge piano, passandomi il pollice sulla bocca.

Sento il cuore che va a mille e mi dico che devo aver frainteso le sue parole ma una parte di me mi ricorda che spesso l'alcool fa dire ciò che si pensa davvero ma non si ha il coraggio di confessare.

Ha appena finito di parlare quando lo vedo appoggiarsi al tavolinetto di fianco a lui, probabilmente in preda ad un capogiro.

Devo fare qualcosa prima che qualcuno degli insegnanti scopra che si è ubriacato.

«Gordo siediti sul letto e aspettami.» gli dico, aiutandolo e piazzandogli davanti il cestino della carta straccia per evitare eventuali pasticci.

Esco dalla sua stanza e mi do un'occhiata in giro.

Per fortuna non si vede nessuno.

Facendo attenzione a non imbattermi nei professori scendo fino al bar dell'albergo.

Una volta ho letto su una rivista che facendo bere al malcapitato un caffè con dentro del limone e del sale questo vomiterà tutto.

Presa la disgustosa bevanda faccio il percorso inverso il più velocemente possibile.

«Gordo.» chiamo piano, rientrando in camera grazie alla sua chiave.

Lo trovo riverso sul letto, addormentato.

Vorrei lasciarlo riposare ma so che domani si sveglierebbe uno straccio e non potrebbe affrontare l'ultimo giorno di gita.

Dopo averlo chiamato più volte e averlo scosso finalmente socchiude gli occhi.

«Alzati e vieni con me.» gli dico.

Non so se ha capito davvero chi io sia e cosa stia succedendo ma fa come gli dico.

Tenendolo per un braccio lo accompagno in bagno, posiziono il tappetino davanti al wc e lo faccio inginocchiare.

«Bevi.» gli ordino, porgendogli il bicchiere.

Lui, fortunatamente, obbedisce senza fare domande.

Meno di un minuto dopo è piegato sulla tazza a vomitare.

Nonostante il senso di nausea gli rimango a fianco, non vorrei che svenisse.

Appena ha finito lo costringo a lavarsi i denti.

Lui protesta ma io insisto e, infine, cede. Domani sarà felice di non svegliarsi con una discarica in bocca.

«Adesso metti il pigiama.» gli dico, porgendoglielo. «Chiamami appena hai finito.» aggiungo, spostandomi nell'ingresso così da lasciargli la sua privacy.

«Fatto.» risponde lui, poco dopo, con voce impastata.

«Ora a dormire.» comando, rincalzandogli le coperte non appena si sdraia. «Vedrai che domani ti sentirai meglio.» aggiungo, baciandolo sulla fronte.

«Lizzie, mi dispiace.» sussurra, trattenendomi piegata sul suo letto e baciandomi sulla guancia.

«Tranquillo, va tutto bene.» lo rassicuro.

Controllato che tutto sia a posto, imposto la sveglia del cellulare, spengo la luce e vado in camera mia.

Gli altri sono ancora tutti insieme a far bagordi ma io non sono più in vena.

Dopo essermi struccata metto il pigiama e mi sdraio.

La stanchezza della giornata mi tracina tra le braccia di Morfeo ma mentre mi addormento non posso fare a meno di ripensare alle strane sensazioni che mi ha dato la carezza di Gordo sulle labbra e lieve bacio sulla guancia, ben più forti di quelle che Ethan mi ha fatto provare baciandomi sulle labbra.




Sono seduta nella sala colazione dell'albergo.

Da quando sono arrivata non ho scollato gli occhi dalla porta d'ingresso ma di Gordo nessuna traccia.

Sarei voluta passare a trovarlo ma di mattina i professori sono troppo attivi e non voglio rischiare che mi becchino mentre esco dalla sua stanza.

Il tempo per la colazione è quasi finito quando lo vedo arrivare.

Vorrei avvicinarmi ma dobbiamo andare sull'autobus e sono costretta ad uscire.

Penso che tenterò di parlagli durante il tragitto ma purtroppo lui prende posto proprio dietro ai professori impedendomi di chiarirci.

Passo tutto il giorno tentando di avvicinarlo senza alcun successo e quando arriva la sera sono decisamente giù di corda.

Sto per scendere con l'ascensore nella sala ristorante insieme a Miranda quando arriva Larry, che divide la camera proprio con lui.

«Larry, sai dov'è Gordo?» gli chiedo, cercando di apparire tranquilla.

«L'ho visto andare verso il terrazzo.» mi risponde, alzando le spalle.

«Miranda, ci vediamo a cena.» dico, uscendo dall'ascensore poco prima che le porte si chiudano.

Arrivata sul terrazzo mi guardo intorno finché non lo individuo, seminascosto dietro uno dei pilastri del gazebo.

«Perché mi eviti?» gli chiedo a bruciapelo, facendolo sussultare.

«Lizzie, mi hai fatto prendere un infarto!» protesta lui. «e comunque non ti sto evitando.» aggiunge, sfuggendo il mio sguardo.

«Gordo, non sei mai stato bravo a mentire.» gli ricordo.

«Mi sento a disagio, va bene. Ero semi ubriaco ma ricordo ciò che ho fatto ieri sera e me ne vergogno.» confessa, facendosi rosso in volto.

«Perché? Non capisco!»

«Forse perché è da stupidi dire certe cose quando si sa bene che tu hai occhi solo per Ethan e che così facendo si rischia di rovinare anche l'amicizia che ci lega.» spiega lui, accalorandosi.

«E se non fosse così?» chiedo io, seguendo l'impulso dettato dal mio cuore.

«Se non fosse così cosa?» ribatte lui, dubbioso.

«Se non fosse vero che ho occhi solo per Ethan né che le tue parole hanno rovinato il nostro rapporto?» domando ancora.

Gordo mi guarda confuso e capisco che se non sono più esplicita non capirà mai dove voglio arrivare.

«Ethan bacia da schifo e farlo non mi ha dato alcuna emozione...o almeno nessuna emozione positiva.» confesso tutto d'un fiato.

«Oh!» esclama lui, sorpreso e vagamente felice, almeno a giudicare dal brillio divertito che si è riacceso nei suoi occhi.

Cerco di farmi coraggio, ciò che sto per fare modificherà una parte fondamentale della mia vita ma ormai non posso tirarmi indietro.

«Invece quando tu mi hai sfiorato le labbra con il dito e mi hai detto quelle parole, bé, io, ecco ho sentito qualcosa.» dico, mordendomi il labbro inferiore per l'agitazione.

Gordo continua a fissarmi, in attesa di comprendere il vero significato delle mie parole.

Lui si è già esposto, adesso tocca a me.

Con fare più deciso di quanto sia realmente mi avvicino a lui, porto una mano sulla sua guancia e lo bacio.

Appena le nostre labbra si sfiorano lo sento sussultare per la sorpresa ma si riprende subito, mi stringe a se e inizia a rispondere al bacio con entusiasmo.

Le sue labbra sono morbide e sanno di buono. Sanno come sfiorarmi e farmi battere forte il cuore.

In breve il casto bacetto si trasforma in qualcosa di decisamente più passionale ed io sento le farfalle allo stomaco.

È questo l'effetto che dovrebbe fare baciare la persona che ami e sono felice di essermene resa conto prima che fosse troppo tardi.

  
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