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Autore: hart_kinsella    19/11/2016    2 recensioni
AU, Waurel | Cinque anni dopo gli eventi della 3x08 (in questa storia la 3x09 NON è avvenuta), un breve spaccato di vita di Wes e Laurel
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Laurel Castillo, Nuovo personaggio, Wes Gibbins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti.
Dunque, questa è la mia prima (e forse unica) storia su Wes e Laurel e su HTGAWM. Magari sarà robaccia, loro saranno OOC, ma non mi interessa: dopo quello strazio che è stato l'episodio 3x09, dovevo scrivere qualcosa sulla coppia che mi ha rubato il cuore, per dar loro un minimo di giustizia, per alleviare un po' la sofferenza (anche se non ci sono riuscita poi tanto, visto che sono devastata e continuo a scoppiare a piangere senza il minimo preavviso).
Attualmente sono in uno stato di negazione: per me loro due, dopo la 3x08, hanno avuto il loro lieto fine, insieme al frutto del loro amore. Non sapete quanto vorrei che fosse così e che tutto questo fosse solo un bruttissimo incubo :'(
Comunque, bando alle ciance, vi lascio a questa breve storia che spero vi strapperà un sorriso e vi alleggerirà per un attimo il cuore.
Se voleste lasciarmi una recensione, mi farebbe solo piacere.
WES GIBBINS SI MERITAVA DI MEGLIO (e qui, nel mio piccolo, spero di averglielo dato).
-Silvia

 

Laurel li sente arrivare fin dalle scale, nel loro tipico, complice confabulare fatto di tutto e di niente e che le strappa sempre un sorriso. Anche adesso, con gli occhi chini sui fogli che ha tra le mani.

“Siamo a casa!” Annuncia la voce di Wes dalla stanza accanto, come se vivessero in una villa gigantesca e non in quel piccolo (ma confortevole) appartamento, in cui ogni angolo parla di loro.

E un attimo dopo lei se li ritrova lì, padre e figlia, sulla soglia della camera da letto.

“Mamà!” Esclama raggiante, il solito nomignolo spagnolo con cui lei appella Laurel, la piccola fotocopia di suo padre con la sua bocca sdentata “C'è una sorpresa!” Il suo sorriso, se possibile, cresce quando, da sotto il giubbotto rosa che indossa, fa spuntare con tutta la delicatezza del mondo un cucciolo di meticcio marrone.

“Che cos'è quello?!” Domanda Laurel, con tanto di occhi spalancati per lo stupore.

“È un cane” È la risposta dal tono ovvio e condiscendente di Wes, mentre sul suo volto le fossette accompagnano un sorriso ironico.

“Questo lo vedo anch'io...ma come, quando, perché?!” Quando lei è particolarmente nervosa o agitata, nella voce di Laurel il suo accento messicano risuona più marcato, solo una delle sconfinate cose che Wes ama di quella donna.

“Stavano dando via una cucciolata, giù alla fiera” Le spiega lui in maniera concisa, una pragmatica e tranquilla alzata di spalle, mentre si addentra nella camera.

Laurel non riesce a smettere di guardare senza parole il cucciolo che se ne sta buono tra le braccia di sua figlia, la quale lo accarezza amorevolmente, prima di alzare lo sguardo verso la madre “Possiamo tenerlo, mamà? Per favore, per favore, per favore!” Pronuncia tutto d'un fiato e con tono supplichevole la cinquenne.

Sua madre guarda cane e bambina, il viso che già si sta un po' ammorbidendo, e, quando si volta alla propria destra, dove Wes, in piedi accanto al letto, si sta sfilando l'orologio da polso, basta una sua singola occhiata persuasiva, uno sguardo che dice “eddai”, perché Laurel ceda con un sospiro arrendevole “D'accordo, d'accordo!”

Le sue parole vengono quasi del tutto soppiantate dal grido di esultanza della figlia, che saltella sul posto entusiasta, strappando una risata ai propri genitori.

“Lo chiamerò Biscuit!” Annuncia, poi, la piccola.

“Uhm, ha senso...in effetti somiglia a un biscotto” Considera Laurel con aria meditabonda, mentre la figlia accarezza la morbida pelliccia color cioccolato del nuovo arrivato, e lei alza lo sguardo verso Wes, che le fa un occhiolino di intesa.

“Possiamo portarlo dalla nonna?”

“Certo, principessa” Le risponde senza la minima esitazione suo padre, guadagnandosi un sorrisone sdentato prima che la bimba giri i tacchi e corra fuori dalla stanza con il nuovo amico tra le braccia.

“Sono sicura che Annalise lo adorerà” Borbotta Laurel, un sorriso di scherno che le sfugge dalle labbra e che in tutta risposta fa sogghignare Wes “Un cane, Wes? Davvero?!” Dice, poi, tornata seria con un sospiro, tutta la propria incredulità evidente nella voce.

“Dovevi vedere Isabella: lo voleva così tanto...” È la spiegazione dell'uomo, le mani poggiate sui fianchi con aria di chi non poteva farci niente “Sai com'è quando sfodera quegli occhioni da cucciolo”

“Oh, sì. Chissà da chi avrà preso...” Considera Laurel ad alta voce, con espressione eloquente e un sorriso sornione, che a Wes fa capire che non è arrabbiata (forse non lo è mai stata) e gli permette di rilassarsi e assumere un'aria più distesa “Quindi non c'entra niente il fatto che anche tu volessi un cane...” Butta lì lei, riducendo gli occhi a due fessure mentre lo scruta con fare indagatore.

“Assolutamente niente” Ribatte in maniera candida Wes, prima di sedersi sul bordo del letto accanto a Laurel, che si lascia andare ad un "mmm” ben poco convinto “E poi eri tu quella che voleva che la portassi alla fiera così che potessi concentrarti sull'udienza di domani”

“E ti ringrazio per questo, ma quando ho detto così, non era contemplato che tornaste anche a casa con un cane” Precisa Laurel con un mezzo sorriso divertito, nonostante la natura delle sue parole “Dovremo procurarci tutto quello che gli serve...” Prosegue poi, cominciando ad agitarsi più del previsto.

Ma la mano di Wes sul suo ginocchio e lo sguardo tranquillo e rassicurante dell'uomo spengono ogni sua preoccupazione all'istante “Penserò a tutto io, ok? Tu concentrati soltanto sul processo” Detto questo, si sporge verso di lei per stamparle un lungo e delicato bacio sulla fronte, che la fa sorridere, ormai più rilassata.

“Adulatore” Gli bisbiglia Laurel, quando Wes si stacca da lei, un sorriso che si spalanca lentamente sulle sue labbra, svelando ancora quelle fossette che la donna adora.

“Hey, sapevi quello a cui andavi incontro quando mi hai sposato” Proclama Wes, alzandosi dal letto e lanciandole un'occhiata eloquente e sicura di sé.

“Sì, lo sapevo” Sogghigna sua moglie, la voce che trasuda amore, mentre lo segue con gli occhi fuori dalla stanza, dopo che Wes le ha lanciato, oltre la propria spalla, un ultimo sguardo di intesa.

  
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