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Autore: Everian Every    19/11/2016    1 recensioni
(Per capire meglio gli eventi narrati in questa ff, è necessario aver letto Over Worlds - Total War) (Forte presenza di Autori)
L'Omino di mai, la Follia, ha cacciato con un subdolo stratagemma il Mastro dal suo Mondo, prendendone il controllo. Per poterlo dominare del tutto, ha scatenato l'esercito di Rovine affinché l'Universo fosse raso al suolo, così da poterlo ricreare a suo piacimento.
Per evitare che il Mastro tornasse e lo fermasse, ha rapito una ragazza da un altro Universo ed ora la tiene in ostaggio. Il Supremo non ha tuttavia fatto i conti con un certo gruppo di eroi che faranno di tutto per salvare la loro amica.
Enjoy this :D
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Over Worlds'
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"Ce ne hai messo di tempo, vecchio mio." ansimò Murmure, prendendo fiato.
Nero sorrise, accendendo una sigaretta e portandosela alle labbra.
L'Every lo guardò e alzò un sopracciglio. "Fumi?"
"Di quando in quando." rispose semplicemente l'Ens, senza badare troppo all'uomo senza un braccio. Stava invece studiando con grande attenzione Giuly.
La ragazza si era seduta sul terreno coperto da quella strana nebbiolina oscura che faceva da pareti e soffitto allo strano posto in cui l'alto figuro della Paura li aveva condotti dopo averli salvati dalle Rovine. Due lunghe file di colonne di fumo si erano formate al loro arrivo. Murano era poggiato con il braccio ad una delle imponenti strutture cilindriche, respirando faticosamente. Nero era appoggiato con la schiena ad una colonna della fila opposta, intento a fissarli da sotto il cilindro con aria criptica, aspettando che si riprendessero.
Giuly si accorse di aver attirato la piena attenzione del demone quando vide i suoi occhi, il destro completamente nero in cui si agitava quella stessa sostanza oscura che li circondava, come un animale in gabbia, e il sinistro, marcato dal simbolo degli Entes, che la teneva sotto mira come un fucile pronto a sparare. Qualcosa in quella figura alta, slanciata e così tetra da scacciare perfino le tenebre più profonde le suggeriva che con lui nemmeno la sua fida padella avrebbe avuto molto effetto.
"Ehm..." si schiarì la gola. La tensione che quel tizio le metteva la obbligava a cercare di fare conversazione. "Non credo che ci siamo ancora presentati a dovere, quindi... Ehm... Piacere, Giuly Frost." disse, allungando la mano verso l'entità, che parve piacevolmente sorpreso e sorrise, drizzandosi in tutta la sua altezza, tanto da mettere ancora più in soggezione la ragazza, la quale vacillò al suo cospetto.
Con un gesto repentino che fece tremare Giuly, le prese delicatamente la mano con la sua, sfiorandole appena la pelle pallida con le labbra sottili in un elegante baciamano all'antica.
"Piacere mio, signorina. Il mio nome è, come già ha accennato il nostro comune amico Murmure, Nero. Sono lieto che stiate bene. Spero che il travaglio causatovi da mio fratello maggiore, Blaso o Omino di mai, come tutti lo chiamano oramai, non sia troppo grave perché non accettiate le mie scuse più sentite a nome suo."
Giuly lo fissò spiazzata, non sapendo che fare. Il sorriso così gentile stonava con gli occhi duri e seri che non lasciavano trasparire alcuna vera emozione. L'aspetto affascinante, gentile e bellissimo di quello che, a prima vista, chiunque altro avrebbe scambiato per un normale ragazzo dell'antica aristocrazia dai modi affabili, contribuiva a renderlo ancora più terrificante, come se dietro a quella facciata di bon ton e sorrisi gentili si nascondesse qualcosa di aberrante e pericolosissimo.
"Ehm..." cercò di dire lei, sentendosi però morire dentro tutte le parole che aveva in testa e che le fluttuavano in gola senza però raggrupparsi in frasi di senso compiuto.
Murmure venne in suo soccorso, avvicinandosi al duo. Nero distolse lo sguardo da lei, lasciandole il tempo per tirare il fiato che aveva trattenuto fino a quel momento.
"Non pensi che prima delle scuse formali dovremmo quantomeno raggiungere il Nulla e da lì uscire da questo universo, ti pare?"
Nero annuì e prese il bastone che aveva incastrato nel terreno lì vicino mentre lasciava loro il tempo per prendere fiato.
"Suppongo tu abbia ragione, ragazzo mio. Bien bien! On y va, alors."
L'Ens schioccò le dita, facendo diradare l'oscurità dell'Abisso, mostrando la lunga strada lastricata circondata dal colonnato. La strada era lunga davvero, non si poteva vedere la fine.
"Uhm... Sicuri che... che sia sicuro, qui?" chiese Giuly, titubante.
Nero la guardò e sorrise bonariamente, in modo da rassicurarla. Una sensazione di protezione avvolse la ragazza quando l'alto demone le cinse le spalle con un braccio, facendola irrigidire e poi rilassare.
"Non avete di che temere, ma chere. Nulla può farvi del male qui senza il mio permesso, ve lo posso garantire. Vi basterà restare all'interno del colonnato che ho personalmente eretto in modo da rendere sicura la via attraverso le lande del Sogno. Rimanete vicini a me e nulla vi tangerà, avete la mia parola."
La ragazza lo guardò, indecisa. Da un lato, sentiva di avere poco di cui fidarsi di quel tizio, dall'altro, invece, sentiva che quella persona l'avrebbe riportata a casa, sana e salva. Alla fine vinse il sorriso caldo e rassicurante di Nero. Lei gli sorrise debolmente di rimando e annuì piano.
"Deh! Allora possiamo anche avviarci. Il cammino è lungo e faticoso, e noi non vogliamo arrivare in ritardo, nevvero?"
Murmure storse le labbra e si avvicinò a Giuly, porgendole il braccio. Lei, senza farselo ripetere, lo prese a braccetto e i due si incamminarono allontanandosi un po' da Nero, il quale sorrise con aria indecifrabile e li seguì a distanza.
Dopo qualche passo, la ragazza avvicinò la testa a Murano, poggiandola sulla sua spalla.
"Murmure, mi fa paura..." mormorò, cercando di non farsi sentire dall'Ens.
L'Othery sospirò. "Stai tranquilla. Una volta che si fa un patto con Nero non c'è di che avere paura, basta pagare il prezzo che lui impone."
"Di che stai parlando?!" chiese sempre a bassa voce, ma con tono più preoccupato, lei. La notizia era arrivata inattesa e disarmante. Che razza di patto avevano fatto?
Murmure sbuffò, in difficoltà, cercando le parole migliori da dire in quel frangente. "Il punto è che... Solitamente Nero agisce da dietro le quinte. Non è lui a combattere le sue battaglie, ma lascia che siano gli altri a farlo. E affinché ciò avvenga nel più silenzioso dei modi, firma patti con i suoi burattini, se li vogliamo chiamare così. È subdolo, conosce i punti deboli di chiunque e sa come sfruttarli al meglio. Se si desiderano i suoi servigi o semplicemente un suo aiuto, è necessario sottoscrivere un accordo con lui. Spesso questo comporta un grande vantaggio e uno svantaggio ancora maggiore.
Molte volte, in cambio di potere o di informazioni o di qualsiasi altra cosa gli si potrebbe chiedere, egli domanda piccolezze in cambio. Uccidi questa persona, recupera questo manufatto, dammi una ciocca dei tuoi capelli... Cose che, a prima vista, magari, potrebbero sembrare piccolezze, ma che alla fine creano un effetto domino di eventi che porta a catastrofi immani. Per questo è sconsigliato chiedere il suo aiuto. "
Giuly gli strinse la spalle.
Murano se ne accorse e la guardò di sottecchi, vedendola più impaurita di prima. "Con questo non devi pensare che sia assolutamente malvagio." rettificò allora "Di fronte all'evidenza, sembra che lui abbia causato miliardi di morti e basta. Ma analizzando meglio gli eventi, ci si rende conto che se lui non avesse agito così, sarebbero morte molte più persone. Lui agisce in vista del benessere del più gran numero di persone, anche a costo di doversi sporcare le mani con qualche migliaio di vite.
Una cosa non dissimile da quello che fate voi delle Lucas Force, anche se in proporzione minore. Uccidete qualche creatura per evitare che loro massacrino mondi interi."
"Capisco..." disse cupa la ragazza. L'uomo decise di stare in silenzio e lasciarla in pace.
Camminarono in silenzio per un po'. Giuly si voltò a controllare Nero due o tre volte, nervosamente, come se l'Ens dovesse sparire da un momento all'altro. Ma lui era sempre lì, che camminava con calma, leggendo un libro e facendo roteare pigramente il bastone in una mano guantata.
"Murmure..." mormorò dopo qualche minuto.
"Si?" fece lui, senza distogliere lo sguardo dall'orizzonte oscuro.
"Che patto abbiamo firmato con lui?"
"Non noi. Io. Gli ho chiesto aiuto."
"E... e cosa ti ha chiesto, in cambio?" domandò ancora lei con angoscia. Non voleva che Murmure si facesse del male per lei. Non di nuovo.
Lui si rabbuiò per un istante, ma camuffò la preoccupazione in fretta e tornò solare come prima. "Per ora niente. Diciamo che mi sono indebitato con lui. Ma non c'è nulla di cui preoccuparsi: Nero ed io siamo amici di vecchia data. Certo, non come lo erano lui e il capo, ma comunque siamo in buoni rapporti. Non mi chiederà chissà che, penso."
Giuly emise un mugolio nervoso.
Murano la guardò e aggiunse: "Anzi, ne sono sicuro."
Ma lei non lo ascoltava più. Ormai si era convinta che Nero avrebbe portato via anche Murmure. Ne era certa, anche se non sapeva perché.
 
Arrivarono alla fine della strada dopo quelle che erano sembrate ore di cammino. La parte più bizzarra di quella camminata era che né Giuly né Murano avevano sentito la stanchezza. Si sentivano anzi più riposati, se possibile, di quando erano partiti, come se, invece di una passeggiata, avessero dormito sul più comodo dei materassi.
I due si bloccarono quando le colonne scomparvero e il lastricato cedette il passo di nuovo alla sostanza oscura.
"Siamo arrivati?" domandò la ragazza, stiracchiando la schiena lievemente indolenzita.
Nero li superò e toccò il muro di buio con la mano.
"Non ancora. Prima dobbiamo..." fece per dire, quando un boato lo fece esplodere.
Giuly gridò, cadendo in ginocchio e tappandosi le orecchie, mentre Murano cercava di afferrarla per trarla al sicuro, guardando intanto in giro per capire cosa stesse succedendo.
La fece rialzare velocemente e le gridò di correre, mentre altri boati si schiantavano sulle loro orecchie, accompagnando esplosioni di luce viola che fracassavano l'Abisso intorno a loro.
Giuly non capiva cosa stesse accadendo, ma si fidò dell'Othery e corse dietro di lui, immergendosi nella foschia dell'Abisso.
Man mano che si allontanavano da dove Nero era stato fatto esplodere, il buio fumo di quel posto pareva diventare più aggressivo, opprimendoli, attaccandoli. La ragazza percepì la pelle formicolarle in maniera dapprima solo fastidiosa, poi dolorosa, quasi come se migliaia di piccoli insetti la stessero mordendo con minuscole chele infiammate.
"Che sta succedendo?!" strillò, tenendo gli occhi sbarrati fissi sul mantello svolazzante di Murano, il quale sembrava volare davanti a lei, costringendola a correre più in fretta di quanto non fosse abituata a fare. I polmoni le stavano già iniziando a bruciare terribilmente, e le esplosioni non si erano chetate né allontanate.
La voce dell'uomo la raggiunse portata dal vento dell'Abisso.
"Rovine! Non so come siano finite qui, ma sembra che il potere di Blaso sia abbastanza grande da mettere in difficoltà perfino il signor Nero!"
Il cuore di Giuly perse un centinaio di battiti. L'immagine di quei grossi ciclopi che divoravano cadaveri le si stampò in mente e non la lasciò più andare, inorridendola e facendole venire uno sgradevole sapore di bile in bocca.
"Non è possibile." mormorò, mentre lacrime di puro terrore le rigavano le guancie arrossate.
"Giulyu!" la richiamò la voce di Murmure. Lei alzò lo sguardo e vide che l'uomo la stava guardando con occhi decisi e duri da sopra la spalla senza smettere di correre. "Non lascerò che ti tocchino."
La ragazza lo guardò sconcertata. Poi annuì e assunse a sua volta la stessa espressione del compagno di viaggio. Non potevano permettersi di farsi cogliere dal panico.
Corsero fino a raggiungere quello che sembrava un labirinto fatto da siepi alte una ventina di metri, che si estendeva per decine e decine di kilometri fino a svanire nell'oscurità di quel mondo infinito eppure non più grande di una camera da letto.
"Ascoltami, ora!" gridò ancora Murano "Dobbiamo entrare nel labirinto! Non c'è altra soluzione! Confido... confido nel fatto che l'uscita ci porti un po' più vicini al portale per il Nulla! In ogni caso... Quello è l'unico posto in cui possiamo sperare di seminare le Rovine!"
Giuly non disse nulla, si limitò a seguire la sua guida. Entrarono tra i muri di siepi e presero la prima strada a sinistra. La strada era dritta, lunga e finiva con una brusca curva verso destra.
"Presto!" non fece in tempo a dire Murmure che la parete verde scuro della siepe venne divelta da un gigantesco ciclope in frac di più di sei metri d'altezza che slittò, impattando contro l'altro muro, riuscendo a fermarsi prima di attraversare anche quello. Si alzò e caricò un raggio viola, colpendo il terreno sotto i piedi dei due. Ma quando guardò soddisfatto il proprio lavoro, dovette lanciare un ruggito di rabbia.
Giuly, infatti, prontamente aveva aperto le grandi ali bianche e aveva sollevato in aria entrambi, portandoli lontani, passando sopra le siepi. Volarono verso l'uscita all'altro capo del labirinto, passando sopra le siepi, ma il carico era troppo per lei, e questo la rallentò molto, rendendola un facile bersaglio per una Rovina di cinquanta metri che stava arrivando al limitare della selva a passi pesanti.
Il raggio invisibile le trafisse l'ala, facendole lanciare un grido acuto. Istintivamente, lasciò andare Murmure, che scomparve in una delle strade del labirinto, per poi schiantarsi a sua volta in un'altra via a una trentina di metri di distanza.
Si afferrò la spalla e strinse i denti, mentre sentiva l'ala iniziare a chiudersi dolorosamente. Nella caduta si era pure rotta un braccio, probabilmente. No, forse no, riusciva ancora a muoverlo. Si guardò intorno. Provò a chiamare debolmente Murmure, ma niente.
Era sola.
   
 
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