Cos' è quell' istinto che induce ad agire ?
A farsi avanti, salutare un vecchio amico, non aver paura di chiedere come sta, che cosa fa. E poi a bisbigliare paroline sottovoce, impacciate e un po' stupide.

Era da tanto che non lo vedevo e forse solo in quel momento capii che mi mancava, mi mancava in una maniera irrazionale ed incomprensibile. Perché mai mi sarebbe dovuto mancare ?
Quelle spalle su cui avevo pianto e su cui mi ero appoggiato nelle notti piú buie, quelle spalle che erano state le mura della mia essenza, spalle di roccia e di carne, spalle di lava bollente.
"Come stai ?"
"Si va avanti, sai"
La sua barbetta ispida, Dio ! Ricordavo ancora come pungeva sulla mia pelle, il sapore delle sue labbra coriacee, velenose. Quelle labbra
da cui adesso le parole parevano non aver paura di uscire.
"Dove sei stato tutto questo tempo ?"
"Ero qui. Sempre qui"
"Mi sei mancato".
E quegli occhi che, nel loro cangiare, avevano dato un senso a tutto, un senso nascosto e segreto, una parola d' ordine per il cassetto delle mie memorie.
Quanto tempo era passato ?
"Mi sei mancato anche tu, cretinetto".
Il ricordo aleggiava nell' aria e non capivo, forse non volevo capire.
Fu un attimo, il tempo necessario a dirsi addio, scambiarsi parole colpevoli, colpirsi alle spalle con un coltellaccio, parlare della vita degli altri, non più della nostra.
E mentre si parla piove, brillano le stelle, scorrono le acque nei letti dei loro fiumi e scorre il sangue nelle vene.
Una notte intera passata a parlare di noi dopo secoli di lontananza, giorni che si erano fatti mesi e poi anni e poi decenni e ancora, ancora più lunghi e più infami.
"Allora io vado".
Te ne vai ? Te ne vai di nuovo, mi lasci ancora ?
Non lasciarmi stanotte, permettimi di rimanere tra le tue braccia ancora una volta, a respirare l' odore dolce del tuo collo e delle tue paure.
Lascia che sia io, come una volta, a distruggere i tuoi fantasmi.
Ero bravo, con te. Conoscevo i tuoi vizi, sapevo che prendevi il caffé con un sacco di latte e senza zucchero, avevo la mappa dei tuoi nei.
"Vado anche io".
Il sospiro prima del contatto, poi la paura prima del fuoco.
Senti ancora il mio cuore che batte ?
Ed è una stretta che non finisce, che si sparge nell' aria come un soffio di vento, che ha il rumore del sudore che sguscia negli incavi delle braccia, della pelle sulla pelle. Lascia che ti aggiusti i capelli dietro le orecchie un' ultima volta, lascia che sia io a spettinarli.
Lasciami stare, lasciami amarti come meriti di essere amato. Che ti prepari il caffè amaro e con tanto latte, che ti gratti là dove non arrivi col braccio, che ti sistemi il colletto della camicia prima di uscire.
Lascia che sia tuo, ancora.
Non andartene di nuovo.

"È stato bello rivederti, Naruto"
"Sì, anche per me Sas'ke".

 

ANGOLO AUTORE

Ciao gioie, spero non vi siate dimenticati di me.
Come state ? 
Era da tanto che non aprivo EFP, ma ogni volta che mi decido a rientrare scatta la nostalgia e non riesco a non scrivere qualcosina.
Spero che la mia OS sia stata di vostro gradimento. Scusate se sono palloso e triste, il freddo mi fa quest' effetto.
Commenti e recensioni ben graditi nel bene e nel male.

Besos !