Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: scriveremibasta    20/11/2016    3 recensioni
"Mi ha sussurrato tre regole, all'ombra di un cespuglio di rose rosse. Le avevo trovate strane, folli...ma non avevo proferito parola. Lei mi aveva guardato e, all'ombra di quel cespuglio, mi aveva cambiato la vita. Se ne andava sempre senza salutarmi ma non mi offendevo...anzi, mi piaceva da impazzire."
Inuyasha, un giovane ragazzo che si ritroverà a fare da servitore alla famiglia Higurashi.
Tre importanti regole a scandire la sua esistenza, insieme al ticchettio dei tacchi della sua padrona. Ce la farà a rispettarle?
Chissà che non scopra qualcos'altro oltre al segreto che oscura quella famiglia...
Genere: Mistero, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi alzo quasi urlando, sudato e con il fiatone come se avessi corso per ore ed ore.
Sono su un letto, l'ennesimo.
Solito baldacchino scarlatto e coperte candide. La stanza, però, è molto meno illuminata di quanto ricordassi e...piove?
Volto la testa verso l'enorme finestra accanto a me, semicoperta dalla tenda del baldacchino, e bagnata dalle piccole goccioline che si infrangono nel vetro. Spaziando verso l'orizzonte, un paesaggio che mi è nuovo.
Okay, solita domanda: dove cavolo sono?
Sembra essere pomeriggio inoltrato, quasi sera...ma?
La cosa che mi stupisce di più...è che sono inspiegabilmente tranquillo. Forse stordito dall'indecente mal di testa che ho...fatto sta, che non mi sembra roba di cui preoccuparsi.
Faccio per alzarmi dal letto, ma, appena metto un piede a terra, un paio di fitte mi attraversano tutto il corpo. Alcune, le sento sull'addome, altre sulle tempie, ce ne sono persino su braccia e gambe e-OMMIDIO MA CHE DIAVOLO?!
-Cos-Sono completamente fasciato!- esclamo, alzando un piede per il dolore che mi causa poggiarlo e finendo per saltellare con uno solo; finchè non ricado seduto sul letto.
Il petto, nudo, è coperto da garze. Del braccio destro, è avvolta persino tutta la mia mano, mentre del sinistro si ferma all'avambraccio. Le gambe, anche se non posso vederle perchè coperte da un pantalone bianco largo, le sento costrette da delle bende che, stavolta, mi coprono i piedi di entrambe.
-Sono diventato una mummia!- esclamo in sussurro, senza troppo entusiasmo e, invece, con un bel po' di nervosismo. Mi studio, provando a muovere ogni arto e scoprendo ognuno di questi, chi più e chi meno, doloranti.
Deglutisco, aprendo e chiudendo la mano, finchè una fitta alla testa non mi fa portare quella stessa mano su di essa, scoprendola fasciata. Oh no, non ci siamo proprio!
Presto, sento le dita poggiate sulla fasciatura bagnarsi leggermente di...un liquido.
"Se te lo stai chiedendo, si, Inuyasha, è il tuo sangue"
E, non è una cosa buona, dico bene? Insomma: non so nemmeno dove sono, diamine!
Devo trovare un modo per tornare da...
Da?
Dove devo tornare? Da...i miei genitori?
Stringo i denti e gli occhi allo stesso tempo, prendendomi i capelli tra le mani e sentendo il dolore rimbombarmi nella testa, come se me la stessero martellando.
No, c'è qualcosa che dovevo fare...
Qualcosa di molto importante che...non ricordo!
Dove mi trovavo prima? Perchè ho mal di testa e sono tutto fasciato?
Che cavolo dovevo fare?!
"Ehi, Inuyasha! Ehi! Non vorrai, mica, svenire?!"
Ho così mal di testa...
"Inuyasha!"
Ho così tanto sonno...
"Inuyasha, diamine, Inuyasha!"
Chi è, Inuyasha?

La ragazza si attorcigliò distrattamente una ciocca di capelli al dito, continuando a guardare i due che parevano essere uno più furioso dell'altro.
Sbuffò, ascoltando le parole della donna con disappunto, condiviso anche dal suo compagno che, anche se non lo mostrava, pareva essere quello più nervoso.
-Dimmi che vuoi, donna- fece quello, sibilando.
La ragazza, per una volta, condivise ciò che voleva fare e, molto più interessata di prima, si sedette meglio sul corrimano: avevano fretta e, se volevano sbrigarsi, avrebbero dovuto scendere a patti con quella strega.
Scoccò la lingua sul palato, continuando a seguire la discussione:
-Giovane uomo...- chiamò la donna, con voce beffarda -Ciò che voglio non è alla tua portata- terminò, tra il divertito e lo spietato. Ci fu rabbia da parte dell'altro e uno sbuffo piuttosto scocciato dalla sua compagna.
-Tsk, che perdita di tempo- sbottò, l'uomo, dirigendosi verso l'uscita con una sventolata di mantello -Andiamo!- la chiamò, poi.
La ragazza, con un agile salto, scese dal corrimano ed atterrò sul pavimento in legno. Prima di seguire l'uomo, però, si prese la briga di fare una linguaccia alla donna, correndo, poi, verso il suo compagno; che l'attendeva sulla soglia.
-Vorrà dire, che non avrai quel libro- la minacciò, quest'ultimo, prima di uscire dalla casa.
Erano ad un punto morto.

Iniziavo a sentirmi male...
Ero confuso, stanco...qualcosa mi diceva che dovevo alzarmi.
La verità? Non volevo.
Mi avrebbe fatto troppo male...sentivo dolore dappertutto...
Cavolo...
Tossisco, accorgendomi solo ora di essere in dormiveglia. Sento delle voci, non riesco a capire che cosa dicano...ma sembrano parlare ad alta voce.
Un fischio si fa strada nella mia testa, assordandomi per quelle che, a me, sembrano ore.
Non importa.
Mi sento un po' spaesato, ma...non importa.
Sento che c'è qualcosa di più importante, in questo momento.
Quindi, mi faccio forza: è un dolore che posso sopportare, in qualche modo ricordo di averlo già vissuto, ed apro gli occhi. La luce di alcune candele mi stordisce, ma è allo stesso tempo piacevole e rilassante. Ci sono solo alcune persone in stanza, due cameriere, a dirla tutta...che parlottano tra loro. Sembrano impaurite e preoccupate allo stesso tempo, quasi si scocciano di fare qualcosa, una giovane ed una sulla cinquantina...che cavolo succede?
Richiudo per un attimo gli occhi, troppo stanco per tenerli aperti. Avevo ragione: il dolore si è amplificato, ho un mal di testa tremendo e tutto il corpo mi pulsa dal dolore e brucia...effettivamente lo sento caldo, quasi bollente.
Non appena riapro gli occhi, la giovane cameriera è china su di me e mi osserva con sguardo preoccupato, di una che sta per impazzire e non sa che fare. Inizia ad infastidirmi...
E poi, dove diavolo è andata, quell'altra?
-Ascolti...- sussurra, con tono spezzato -Sta...sta bene?-
Dio, secondo te? Non vedi che sprizzo vitalità da tutti i pori? Sto bene, tranquilla! Non sto affatto svenendo, no no! Cavolo...che testa bacata...
Questo, è, almeno, quello che avrei voluto urlare. Peccato che non ne ho la forza e, tutto ciò che faccio, è fare scena muta, di fronte al suo sguardo che sembra osservarmi con la curiosità di chi sta per vivisezionare una rana. Aspetta...ma è curiosità, quella?
Appena nota che non rispondo e, anzi, non faccio che guardarla, pare impazzire: con un esclamazione che sa tanto di brava ragazza, si porta le mani ai capelli e inizia a urleggiare per la camera, finchè, quando sta per varcare la soglia, non sbatte contro un giovane uomo.
Capelli neri lunghissimi, legati in una treccia, statura imponente e occhi cobalto.
Ma, tornando alla donna...
"Cos'è che urlava? Che ero morto?" pensai, osservando con scetticismo la sua figura che si accasciava tra le braccia del ragazzone. Tsk...che momenti, ragazzi...
-Portatela nell'altra stanza- fa questo, rivolto alle due cameriere che, solo ora, noto. Poi, con tanto di camicie svolazzante da dottorino, si avvicina a me, che gli scocco uno sguardo tra il "Patetico" ed il "Che cavolo vuole, 'sto qui?". Di rimando, lui mi sorride; prende una sedia in legno dalla spalliera e sedile in stoffa rossa e ci si sedie.
Oookay?
Si schiarisce la voce e, dopo essersi aggiustato la camicia che ha indosso, mi osserva con l'ennesimo sorriso. Inizia a starmi antipatico...
-Ciao, Inuyasha- mi dice, con voce tranquilla -Sai dirmi cosa ti è successo?-
Lo guardo interrogativo e, lui, sembra interpretare male il mio sguardo.
-Oh, chiedo scusa- fa, ridacchiando -Io sono Bankotsu, il medico della famiglia Cook- ma sentilo...è quasi orgoglioso, del suo titolo...-Ora, Inuyasha, puoi dirmi qualcosa?- termina, tirando fuori dalla sua giacca un blocco per appunti.
Annuisco, schiarendomi la voce e mettendomi seduto sul letto.
Prima, però, ho un dubbio...
-Ascolta- faccio, trovando un po' strana la mia voce -Chi cavolo è, questo Inuyasha, che continui a ripetere? Mi sembra che sia un nome ma...non ne sono proprio sicurissimo, non ricordo- mi gratto nervosamente la testa, convinto di non aver sbagliato nulla; dalla sua reazione, però, capisco che non è propriamente così:
Bankotsu si lascia cadere il taccuino dalle mani, guardandomi tra lo spaesato e lo sconcertato
-Come?- fa, nervoso, passandosi velocemente una mano tra i capelli -Puoi...puoi ripetere?- chiede, riprendendo il blocco tra le mani e guardandomi in attesa che parli.
-Uhm...- faccio, grattandomi una guancia -Inuyasha...non mi sembra mi chiami in questo modo, quindi...perchè continui a ripetere il nome di questo tipo? Hai, per caso, sbagliato paziente?- dico, non dosando la quantità di parole e, sopratutto, non accorgendomi del peso di esse.
Lui sospira -Lo immaginavo...- fa, passandosi una mano sul volto ed abbassandolo -Hai perso la memoria, Inuyasha- mi scocca, poi, un'occhiata.
-Scusa?- faccio, non capendo.
"Che stupidaggine!"
-Hai perso la memoria- scandisce meglio, lui, rialzando la testa ed appoggiandosi allo schienale della sedia in modo scomposto; uno sbuffo esce dalla sua bocca.
Beh, scusa tanto se hai un paziente!
"Tornando a noi...è impossibile! Non ho perso la memoria, so benissimo come mi chiamo e-" spalanco gli occhi, non badando a Bankotsu, che mi chiede cosa succede.
-Non lo ricordo...- mormoro, come in trance. Lui si avvicina di più a me.
-Cosa? Cosa, non ricordi, Inuyasha?- fa, mettendomi una mano sopra la spalla, ancora bendata.
Inuyasha...è...il mio nome?
-Non ricordo- ripeto, a voce più alta, sorbendomi l'ennesima domanda da parte di quell'uomo.
Nella mia testa, però, c'è troppa confusione per articolare una risposta.
Non ricordo nulla, cavolo!
Ci sono solo chiazze e sussurri indecifrabili...nulla di concreto.
Chi sono? Da dove vengo? Perchè mi sto accorgendo solo ora, di tutto questo?
Il fischio riprende, seguito da immagini sbiadite e voci che si abbattono sul mio cervello come gocce di pioggia. Sono stordito e, in preda alla confusione, mi afferro la testa e stringo i denti, facendo alzare Bankotsu e far cadere la sedia in un mix di suoni ovattati ed urli anch'essi poco chiari e quasi confusionari. Okay, mi sta dando tutto fastidio.
Non appena mi sento scuotere, l'unica cosa che faccio è spingere via chiunque sia l'individuo che mi ha toccato. Credo sia Bankotsu...ma non ne sono sicuro...
È tutto così confuso...
Il dolore alla testa diventa sempre più acuto e così la mia spossatezza.
Sento qualcosa crescere in me, orribili sensazioni e ringhi mi riempiono il corpo. Le prime, non riescono ad uscire dalla mia gola ma si insediano in posti ben specifici, i secondi...mi attraversano la gola fino ad uscire dalle mie labbra con suoni gutturali e semplicemente mostruosi. Sento la schiena bruciare, sensazione già provata, e la pelle squarciarsi all'altezza della zona lombare della colonna vertebrale. Stessa cosa per la testa, che sento andare a fuoco.
Il dolore, però, stavolta, si sposta nelle orecchie, che percepisco essere tirate fino ad arrivarmi in cima al capo...lì, una profonda fitta mi porta quasi allo svenimento.
Ansimo, tra grugniti e ringhi, mentre il dolore non accenna a diminuire. Stavolta, è il petto a risentirne: lo sento bruciare, tanto, e il battito cardiaco accellera di molto.
Mi provoca quasi degli scossoni...
Deglutisco, la gola secca e bisognosa di acqua.
Che mostro che sei...starai di sicuro spaventando quel povero dottore...
Sta' zitta!
Anche se me lo dici, io sono una parte di te, Inuyasha...non puoi cacciarmi...
Perchè?! Perchè arrivi sempre tu e rovini tutto?! Dove sei, invece, quando ho bisogno di te?!
Sei tu, Inuyasha. Sei tu, che mi richiami...quando e dove vuoi.
Menti...
No. Sarò anche molto più forte di te, ma puoi manipolarmi a tuo piacimento...inconsciamente.
Io...io non ci capisco nulla!
Ma capirai. Più avanti.
Dov'eri...prima?
Sigillata...
Urlo, esplodendo in tutto il mio dolore e sentendomi preso da una forza nuova. Mai provata prima ma incredibilmente familiare. Il mio subconscio, in un sussurro lieve, mi dice qualcosa.
Qualcosa che non comprendo...
Poi c'è Bankotsu.
-Inuyasha! Mi senti? Inuyasha!- altre persone sono accorse a me, ma ormai sono davvero troppo stanco...
Solo...lasciatemi in pace.

-Inuyasha! Che cos'hai fatto?- mio padre, alla soglia della porta, mi guarda tra lo sconcertato e lo stupito. Singhiozzo, cercando di non far cadere il corpo che ho sopra le mie spalle.
-Papà- dico, con voce spezzata dal pianto -È successo di nuovo...- continuo, abbassando le orecchiette e guardando a terra. Lui deglutisce, scoccando un'occhiata al bambino che porto in spalla. Sento il sangue sgorgare dalla sua ferita, mi macchia la schiena  e la maglia che indosso...fa un cattivo odore.
-Papà! Presto! Dobbiamo aiutarlo!- singhiozzo, tirando su col naso -Papà!-  lo richiamo, vedendo che lui non si muove di un millimetro. I singhiozzi continuano a scuotermi, mi fa male la testa e la vista è appannata dalle mie stesse lacrime...
Che cos'ho fatto?
-Inuyasha...- parla, finalmente, mio padre -È troppo tardi...- sussurra, cercando di usare più tatto possibile -Lui...è morto- termina, massaggiandosi gli occhi.
Io lo guardo tremante, non sapendo più cosa dire, cosa fare...
Cosa? Lui...è morto? Quel ragazzino...è morto?
-No...non può essere- dico, con gli occhi spalancati, in un sussurro -Io...io sento ancora il suo cuore! Non può- la voce mi si spezza. Non ho la forza di realizzare...
Mio padre, molto più lucido, prende in braccio il bambino dalle mie spalle, non badando alle mie proteste e gli porta due dita al collo; aspetta qualche secondo, poi nega con la testa, sconfitto.
-È morto- esordisce.
Non riesco più a contenermi, mi accascio sulle ginocchia ed urlo. Urlo per la bestia che sono, per il bambino che ho ucciso, per mio padre...che ho ancora una volta deluso...
-Scusa papà...- singhiozzo, cercando di asciugarmi le lacrime.
-Va' via, Inuyasha- dice soltanto, lui, rientrando in casa e lasciando la porta aperta.
So che mio padre non darà la colpa a me...so che cercherà di coprirmi e che mi capirà...ma è proprio questo, ciò che mi fa stare male.
Sono un mostro...lo so bene.
Perchè continuo ad esistere?

-Dovresti mangiare, sai?- Bankotsu, seduto di fronte a me, mi guarda serio con le braccia conserte. Abbasso ancora una volta lo sguardo verso il piatto, riempito da una zuppetta che non ha assolutamente nulla di invitante. Ed io...dovrei...mangiare 'sta cosa?
Deglutisco, riempiendo il cucchiaio del brodo e facendolo ricadere sul piatto con un movimento lento e concentrato -Senti...- faccio, rivolto al giovane uomo ma continuando a guardare il liquido che scende dal cucchiaio -Esattamente...dove sono? Che cosa mi è successo? E chi sono io?- chiedo, posando il cucchiaio nel piatto e guardandolo dritto negli occhi.
Lui sbuffa -Ed io, come faccio a saperlo?- mi chiede, infastidito.
Io, a quella affermazione, alzo un sopracciglio; come per dirgli "Ma come? Non sapevi tutto, tu?" e lui pare cogliere ciò che intendo.
-Sono solo un medico, io! Cosa vuoi che ne sappia, della tua vita?- mi dice, quasi urlando -Ed ora, mangia! Sei denutrito!- a quelle parole, sbuffo: insomma! Non solo ho perso la memoria, ma nessuno mi sa dire che diamine stessi facendo o da dove venga o chesoio!
"Tsk, gente inutile..." penso, stringendo i denti e gettando un'occhiataccia a Bankotsu, che diventa subito perplesso.
-Non sai nemmeno dirmi, come sono finito qui?! Possibile, che nessuno ti abbia detto nulla?! Andiamo! Anche un piccolo particolare!- esclamo, sbattendo le mani sul tavolo e protendendomi verso di lui; nel farlo, attiro l'attenzione del cuoco della mensa e, ciò, non sembra piacere a Bankotsu che, subito, mi tappa la bocca.
-Sssh!- fa -Non urlare e fare rumore, così! Non capisci che ora è?- mi sussurra, guardandosi intorno -Ti dirò tutto ciò che so, ma tu dovrai prima mangiare! Non voglio che mi svieni mentre ti racconto!- detto questo, mi toglie la mano dalla bocca e si riappoggia alla sedia, sempre più infastidito. Faccio lo stesso io, annuendo convinto e soddisfatto.
-Sembra giusto- esordisco.
Ora...la zuppa...
-Certo, che piove sempre qui...- mormoro, tra una cucchiaiata e l'altra, guardando la finestra per poi passare a Bankotsu. Lui mi fa un sorrisetto.
-Ti ci abituerai...- mi dice, con le braccia incrociate al petto, facendo spallucce.
Lo guardo per un attimo perplesso, per poi alzare le spalle.
Ora come ora, mi importa poco.
-Anche stamani pioveva- inizia lui, una volta che ho finito di mangiare e che abbiamo lasciato la sala della mensa -Ti ho trovato steso su un colle, vicino casa mia, ed eri gravemente ferito- mi scocca uno sguardo, mentre continua a percorrere il corridoio -Avevi una forma strana...- ridacchia -Orecchie da cane e coda, insieme a degli strani capelli argentei e degli artigli alle mani. Creature come te, sono davvero rare...mezzi-sangue, difettosi o scherzi della natura, vengono chiamati...- a quel punto si ferma e si gira verso di me -Ma, io, credo che siano solo delle creature davvero affascinanti- mi sorride.
Io, dal canto suo, non posso fare altro che ricambiare; ma in modo più nervoso.
-Ora, però, sono umano- sussurro, quasi amaramente.
-Lo so- riprende a camminare, lui -Infatti, avrai assunto quella forma, in quel preciso momento, solo per proteggerti- deve aver capito che, la situazione, non mi è chiara, per questo continua -Mi spiego meglio- fa, infatti -Eri ferito gravemente e avevi perso molto sangue. Di norma, si sa che, le creature soprannaturali che popolano il nostro mondo, sono più forti di noi umani...per questo, di sicuro, il tuo corpo ha fatto ricorso alla tua parte lupina per tenerti in vita- termina, come se fosse la cosa più facile del mondo.
-Ad ogni modo?- chiedo, invitandolo a continuare il suo racconto. Lui annuisce, d'accordo con me e un po' divertito dalla situazione.
-Ad ogni modo- mi scocca un'occhiata -Ti ho portato dentro e curato, per poi ordinare a due cameriere di farti la guardia. Avevo intenzione di chiederti qualcosa su ciò che ti è accaduto ma...beh, diciamo che non mi sei stato proprio d'aiuto- sento l'ironia nella sua voce e, ciò, mi da fastidio "Scusa tanto, se ho perso la memoria!" penso, scoccando la lingua sul palato, infastidito.
-E, come facevi a sapere il mio nome?- chiedo, realmente curioso di scoprirlo.
-Semplice- esordisce lui -Nel completo elegante che indossavi, c'era una targhetta con su scritto il tuo nome...anche se non sapevo se fosse realmente quello- ridacchia nervosamente.
-Ah- faccio, io -E...potrei vedere quel vestito?- lo raggiungo, poi, correndo leggermente.
Non appena gli sono accanto, mi guarda stranito -C-certo...ma è piuttosto bruciacchiato- mi avverte.
-Non importa- nego col capo, io.
Ben presto, ci ritroviamo in uno stanzino che fa odore di chiuso e polvere. Bankotsu, dopo aver dato un'occhiata alla camera, si dirige verso un baule e, una volta aperto, ne tira fuori uno smoking nero. Nella tascha sulla destra, si può notare una targhetta molto bruciacchiata ma che ha, ancora, il nome leggibile: Inuyasha.
-Oh, e c'è anche questo- mormora, afferrando un foulard rosso dal baule e mostrandomelo.
Io, però, sono troppo preso da qualcos'altro per badarci.

-Oh, insomma! Mi dici perchè dovrei mettermi una cosa così...ridicola?!-
-Su, Inuyasha! È normale, per un servitore, avere una targhetta con il proprio nome sulla giacca!-
-Cos? Ma certo che no! Sei così attaccata alle tradizioni, Kagome!-

Un ricordo, fugace e un po' sfocato, mi passa per la testa per un millisecondo, lasciandomi un po' stordito. Cos'era quello? "Un ricordo, forse?" si, questo mi pare anche logico! Volevo solo sapere, se fosse importante...e chi sia quella Kagome che sembro conoscere...
Kagome...
Più lo sento e più, come nome, mi piace..."O forse, è il ricordo di quella ragazza, a piacerti?" cosa?! Non la conosco nemmeno! "Però, ricordarla, in qualche modo...ti ha fatto battere il cuore" sarà solo una coincidenza!
Forse, è una tipa che ho incontrato completamente a caso o-
-Inuyasha! Mi ascolti?- Bankotsu, di fronte a me, mi sventola una mano per richiamare la mia attenzione -Hai ricordato qualcosa, per caso?- mi chiede, una volta che vede il mio sguardo posarsi su di lui. Mi schiarisco la voce.
-Si, più o meno...- dico, facendo un sorrisetto nervoso.
-Vuoi raccontarmelo?- mi chiede lui. So, comunque, che sono obbligato a dirglielo...serve per farmi recuperare i ricordi, no? "Ciò, però, non vuol dire che devi proprio dire tutto..."
-Ecco, ero impegnato in un dialogo con una ragazza...purtroppo non so le sembianze, visto che, nel mio cervello, si è figurato soltanto il dialogo. Mi ha detto che è normale avere una targhetta, per un servitore- spiego, pensando che no, non ho omesso proprio nessun  particolare, alla fine.
"Non gli hai detto ciò che hai provato, però" taci.
-Mmmh...capisco- riflette lui, riponendo il vestito nel baule -E il nome, di questa ragazza?- mi chiede, quando stiamo camminando per uscire dallo stanzino.
Io ci rifletto su "Kagome..." penso "Kagome...Kagome...Higurashi!"
-Kagome Higurashi- dico, preso da chissà quale certezza.
Lui si ferma dal camminare, come colto dalla paura. Ma, non appena gli sono accanto, capisco che è solo una mia impressione: il suo sguardo è perplesso.
-Mai sentita- dice, come se nulla fosse -Nè il nome nè il cognome...- mi scocca uno sguardo, al  quale rispondo con un'alzata di spalle.
-Beh, come ho detto, è solo un ricordo...può darsi che l'abbia incontrata fuori da questa città- dico, con non-chalance. Lui mi guarda perplesso, poi parla:
-Di che parli? L'unica città, è a due miglia da qui...- mi dice, lasciandomi completamente di stucco. E, allora, io...come diavolo ho fatto ad arrivare qui?!
-Cosa?- chiedo, a bocca aperta -Ma io credevo...- non riesco a continuare la frase, troppo preso dallo stupore misto a confusione. Dove diavolo sono finito?!
-Vedi- inizia Bankotsu -Questa villa, si trova  nell'alto di una montagna...è normale che sia distante dalla città. Da quel che so, qui, abitiamo solo io e mia moglie- mi spiega, facendo spallucce e continuando la nostra piccola "passeggiata" per la villa.
Mi stupisco, di quanto sia grande...
-Okay, d'accordo...- annuisco -Ma io come ci sono finito, qui?- chiedo, esasperato.
-Come se lo sapessi!- sbotta lui, sbuffando -Siamo ad un punto morto...- mormora, poi, stanco, massaggiandosi gli occhi. Io seguo la sua stanchezza, mista a nervosismo, sospirando pesantemente ed abbassando lo sguardo al suolo.
-Non ricordi proprio nient'altro?- mi chiede, poi, voltandosi verso di me e, una volta che nego con la testa, riprende -Allora, dovremmo farci aiutare da mia moglie...- mormora, sovrappensiero, stiracchiandosi.
-Ecco, se posso chiedere, chi è tua moglie? E perchè dobbiamo affidarci a lei?- gli chiedo, colto da una certa curiosità, raggungendolo con una breve corsa.
Lui, una volta che gli sono accanto, mi scocca un'occhiata, per poi annuire -Mia moglie è una giovane maga e ricercatrice, mi aiuta molto col mio lavoro e, quasi sempre, lavoriamo in coppia. Anch'io sono un mago ma mi occupo di medicina e guarigione, mastico un po' di chimica e faccio qualche ricerca sulle creature sovrannaturali che popolano il nostro mondo e che non sono ancora state scoperte...puoi definirmi un "mago bianco"- fa una pausa, sorridendomi tra l'orgoglioso e il misterioso -Mia moglie si chiama Kikyo, Kikyo Eliasson. Ti ricorda qualcosa?- termina, poi, continuando a camminare.
Io mi fermo, colto da quel nome.
Kikyo...Kikyo...
-Non mi sembra...- esordisco, cercando nella mia memoria confusa.
È come se ogni ricordo fosse stato temporaneamente archiviato, pronto a tornare a galla, una volta trovato un determinato particolare che lo ricordi vagamente...diavolo...che situazione!
-È svedese, tua moglie?- chiedo, poi, riconoscendo il suo cognome e raggiungendolo.
Bankotsu annuisce, ridacchiando -Si, cavolo, come hai fatto?- ride, ed io non so se prenderla in modo ironico o stupito -Suo padre è svedese, sua madre è di qui. Ha, naturalmente, preso il cognome del padre- mi spiega, non dandomi il tempo di rispondere.
Annuisco, scavando nella testa in cerca di qualcosa di utile.
-Nulla, eh?- mi chiede Bankotsu, gettandomi un'occhiata e fermandosi davanti ad una porta; poi, dopo la mia risposta (negativa), afferra la maniglia di essa -Eccoci qua- esordisce -Kikyo è sulla via del ritorno da un suo viaggio, la vedremo domani- mi spiega, entrando insieme a me -Tu riposa e fa' come se fossi a casa tua-
Non appena esce dalla camera, lasciandomi solo, mi lascio cadere a capofitto sul letto; il volto rivolto verso il baldacchino sopra la mia testa.
Che situazione, ragazzi...

-Mi dici che diamine è successo?!- Riku scattò verso la figlia, osservandola dall'alto della sua statura con sguardo furioso. Quella deglutì, imprecando mentalmente e gettando uno sguardo alla madre, dietro suo padre, che sembrava non essere tra loro.
-Ehm...- balbettò, tornando a guardare gli occhi dell'altro -È esplosa la casa?- provò, cercando di utilizzare un tono che non facesse innervosire il padre.
-Dimmi qualcosa che non so!- sbottò quest'ultimo, passandosi una mano tra i capelli laccati e tirati indietro come al solito -Chi è stato? Perchè ancora non si sa nulla?- sibilò, pieno d'ira.
Kagome fece spallucce, pentendosene subito dopo, per poi rispondere al padre -Cosa vuoi che ne sappia?- fece, infastidita e piuttosto nervosa anche lei -Non è rimasto nulla, della casa, quindi non abbiamo nessuna traccia- spiegò, incrociando le braccia.
-Cos'hai detto?!- scattò, ancora una volta, Riku -Non si è salvata neanche...- lasciò in sospeso la frase.
-Già, nemmeno quella- annuì Kagome.
-E...ehm...- li intterruppe la madre -Ed il caro Inuyasha?- chiese, facendosi prendere improvvisamente dal panico.
A quel punto Kagome si bloccò, sentendosi presa improvvisamente dall'ansia.
No...non doveva darlo a vedere, altrimenti suo padre...
-Uhm- sviò lo sguardo -Non si trova- continuò, in un sussurro quasi inudibile.
Riku passò lo sguardo sulla figlia, come a volerle scrutare l'anima, ignorando le esclamazioni disperate della donna -Capisco...- fece, soltanto, spostando lo sguardo sulla villa ormai consumata dal fuoco.
Improvvisamente, pareva essere tornato freddo e imperturbabile.
-Bel casino- sussurrò Kagome, sospirando, una volta che i suoi genitori erano tornati a parlare con Naraku. Dalla punta dei suoi piedi, il suo sguardò si spostò sui tre, che discutevano di ciò che avrebbero dovuto fare.
Strinse i denti. Oltre al fatto che le rodeva il dover essere ospite di quello schifoso, non riusciva a trovare Inuyasha in nessun modo. E quell'Hakudoshi...non faceva che starle addosso...per non parlare, poi, dei suoi genitori, di suo padre...
Non ce la faceva più, era nervosa e non beveva sangue da chissà quanto tempo...
"E Sango..." pensò, incamminandosi dentro il giardino della villa "Sembra essere tornata la ragazza di un tempo...fragile e costantemente impaurita" sbuffò, calciando un sassolino e rivolgendo lo sguardo al cielo.
-Inuyasha...- chiamò a bassa voce, chiudendo gli occhi -Dove sei? Ho bisogno di te...- sussurrò al vento, sentendo quest'ultimo "muoversi" fra le fronde di un albero.
Sorrise: era come se, la brezza, le avesse risposto...
-Niente, però, è pari alla tua voce...Inuyasha-


Angolino piccino picciò <3
Eccomi qua! :3 Vi ho fatto aspettare? xD
Spero che ne sia valsa la pena :3
Dopo gli eventi dello scorso capitolo, ci ritroviamo catapultati in un altro posto e... Inuyasha ha perso la memoria?! xd Cosa mai sarà capitato? E...la recupererà? :3
Chi lo sa...?
Nel frattempo, facciamo la conoscenza di Bankotsu, che sembra essere il marito di Kikyo e vuole aiutare Inu :3 è un mago bianco, lui, si. Più avanti, vedremo le altre classi (nera e rossa) e che cosa cambia da quelli che conoscete e come sono in my story :P
Se ve lo state chiedendo, ho preso il mago rosso, bianco e nero da final fantasy...non so se sono contemplate, queste classi, in quelli che conosciamo noi xP
Ma dettagli, io ne farò usoh U.U
Ancora ricordi della sua infanzia, mischiati a quelli di quando è adulto e sembrano vedersi anche i due loschi figuri di due capitoli fa :3 Uhm...vogliono qualcosa da una strega e... quale libro? OoO Boh :P
Kagome litiga con suo papi e la madre sembra essere l'unica tra lei e Riku a preoccuparsi per Inu (poveroh cagnolino lui xd) la villa è completamente distrutta, Sango sembra stare sempre più male...
Insomma! Tante belle cosette! :3

Spero che il cap vi sia piaciuto!
Mi scuso per eventuali errori e ringrazio tutti per aver letto! <3
Aspetto vostre.
Bye! :D
   
 
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