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Autore: dragun95    20/11/2016    2 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se nessuno potesse ne vedervi ne sentirvi come se non esistesse in questo mondo.
Nanashi lo sa benissimo nato al confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti passa le sue giornate sforzandosi di essere un ragazzo normale, ma che farà quando un crimine verrà commesso nella sua scuola e lui è proprio l'unico a sapere il colpevole.
Se vi ho incuriosito leggete per sapere che succederà.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1



Nanashi aprì gli occhi quando le luci del sole filtrarono dalla finestra dell'aula, costringendo il ragazzo a stropicciarsi gli occhi per il fastidio e girarsi di lato ma finì solo per cadere dal pianoforte, proprio così la notte precedente il ragazzo  l'aveva passata dormendo sul pianoforte presente nell'aula musicale della sua scuola.
La scuola superiore Takarea era una delle scuole pubbliche del Giappone dove gli studenti studiavano,

-Cavolo- si lamentò Nanashi rialzandosi e stiracchiandosi la schiena facendo scrocchiare le ossa

-Forse non avrei dovuto addormentarmi sul piano forte- subito uscì dall'aula dirigendosi nel bagno delle ragazze, aprendo il lavandino per poi mettere le mani a coppa e metterle sotto l'acqua fredda e lavarsi il viso per svegliarsi, quando alzò lo sguardo sul vetro poté vedere il suo riflesso notando le borse sotto agli occhi neri a causa della mancanza di sonno,

-Ho un'aspetto orribile- pensò stropicciandosi i corti capelli color cenere cercando di sistemarseli al meglio, per poi guardare l'orologio al suo polso notando che tra un paio d'ore le lezioni sarebbero iniziate. Sbuffando si diresse verso le docce della palestra della scuola per spogliarsi e farsi una doccia veloce e rivestirsi subito dopo indossando la sua uniforme,

-Ho bisogno di un caffè- si disse andando nella sala dei professori dove i docenti si stavano preparando per la giornata di lezione,

-Professor Tadashi tutto bene?- chiese la professoressa al suo collega

-Certo Misaka San- rispose il professore che stava per afferrare un bicchiere di caffè quando Nanashi si avvicinò e glielo prese da sotto mano iniziando a sorseggiarlo,

-Che strano pensavo che il mio caffè fosse qui- disse stranito il professor Tadashi, guardandosi intorno confuso, mentre il ragazzo dai capelli color cenere era proprio a pochi centimetri da lui ma l'uomo davanti a se non lo vedeva o sentiva, come se Nanashi non esistesse.
Il ragazzo strinse i denti per la rabbia sbattendo il bicchiere sul tavolo spargendo il caffè a terra e ustionandosi un po la mano, ma la rabbia era così tanta che non percepì il dolore e dopo un profondo respiro uscì dall'aula dei docenti visto che le lezioni stavano per iniziare, con un rabbioso pensiero in testa

-Ecco un'altro giorno al confine dei mondi-.
Iniziate le lezioni Nanashi si ritrovò in classe, sebbene nessuno potesse vederlo o sentirlo lui preferiva comportarsi come un ragazzo normale preferendo assistere alle lezioni, cercando di andare avanti e non lasciarsi deprimere,

-Un nuovo giorno è un nuovo successo per me-  disse una voce altezzosa, una ragazza dai lunghi capelli biondi a boccoli e gli occhi azzurri entrò in classe seguita da altre due compagnie, Nanashi avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. kyoko Musashi era la ragazza più bella ed invidiata della scuola, proveniva da una famiglia ricca ed era una ragazza dai modi eleganti e raffinati,  le due ragazze che la seguivano erano le sue spalle Hitomi Gurashi e Ari Taguari, la prima capelli neri tagliati corti con occhi marroni e gli occhiali, la seconda aveva un fisico più atletico e dei lunghi capelli marroni legati in una coda sul lato destro con la punta porpora e gli occhi neri.

-Ha ragione Kyoko sama- disse Hitomi adulante

-Roba da diabete- pensò disgustato il ragazzo per poi staccarsi dal muro ed uscire dall'aula per salire le scale fino al tetto, subito si appoggiò alla ringhiera guardando il cielo con un velo di tristezza negli occhi, non gli piaceva particolarmente marinare le lezioni ma quel giorno non se la sentiva di stare in classe.
Nanashi si ritrovò avvolto nell'oscurità più totale, quel luogo sebbene scuro era totalmente familiare per lui, il buio lo aiutava a rilassarmi, quando sentì dei passi vicino a lui

-Non ti sei ancora arreso?- chiese una voce fredda e metallica, Nanashi spostò lo sguardo incontrando la figura di un'armatura da samurai da cui sotto la maschera da demone spuntavano degli occhi rossi.

-Ancora tu. sparisci non sei altro che un prodotto della mia mente- sbuffò ringhiando il ragazzo rivolto alla figura

-Lo sai che non posso io sono una parte di te- si intromise il samurai freddo, cosa che fece infuriare Nanashi 

-Vattene-, 

-Va bene Nanashi. Ma ormai dovresti averci fatto l'abitudine questo e il tuo mondo il confine tra il mondo dei vivi e dei morti, "l'Ombra del mondo"- Subito Nanashi aprì di scatto gli occhi dal suo sonno, iniziando a respirare regolarmente digrignando i denti

-Quindi è questo il mio mondo eh!- affermò mettendosi un braccio sugli occhi, per poi alzarsi e dirigersi verso la ringhiera per poi scavalcarla restando in bilico sul cornicione guardando il suolo 

-Se la facessi finita forse, smetterei di soffrire ogni giorno- pensò con una sguardo di tristezza portando una gamba fuori dal bordo e portare il suo peso in avanti finendo per perdere l'equilibrio ma all'ultimo riafferrò la ringhiera evitando di cadere ed issarsi nuovamente sul tetto, quando sentì la campanella suonare, subito guardò l'orologio al suo polso

-È già pomeriggio, cavolo ho dormito molto- si disse mentre il suo stomaco brontolava, 

-Ed ho anche fame- pensò scendendo dal tetto.
Dopo essersi preso da mangiare mentre il club di economia stava cucinando Nanashi stava girando per i corridoi della scuola in cerca di qualcosa da fare quando vide l'aula del club d'arte,

-Vediamo se ci sono nuove opere- si disse entrando nell'aula senza attirale l'attenzione.
Dentro c'erano almeno una decina di ragazzi intenti a disegnare su tela, subito il ragazzo spostò lo sguardo sulle varie opere trovandone alcune interessanti, quando la sua attenzione fu attirata dal professor Kurashi che era entrato 

-Bene ragazzi, mi fa piacere vedervi a lavoro- disse il professore venendo ringraziato dai ragazzi, mentre Nanashi spostava lo sguardo in giro vedendo un dipinto avvolto da un telo, spinto dalla curiosità si avvicinò e lo tolse delicatamente e quando il dipinto fu messo alla luce il moro sgranò gli occhi.
Il disegno che gli si presentò davanti era fatto con colori cupi e in quel dipinto c'era il suo ritratto nei minimi dettagli,

-Q..questo è...- balbettò incredulo,

-Ehy chi ha tolto il telo dal mio quadro?- chiese una ragazza avvicinandosi al dipinto per ricoprirlo col telo, la ragazza che rispondeva al nome di Akira Mosaku aveva lunghi e lucenti capelli neri tenuti legato alla fine con un nastro bianco, il ragazzo puntò il suo sguardo su di lei,

-Lei forse può...- pensò euforico deciso a scoprirlo, così quando finì l'ora e tutti i ragazzi uscirono dall'aula, il cenereo si avvicinò piano dietro alla mora,

-Ehy uhm Akira giusto?- chiese dietro di lei ma la ragazza non si accorse di lui continuando a camminare, ma lui non intendeva demordere,

-Guardami tu puoi vedermi giusto?- riprovò a chiamarla per sapere se poteva vederlo ma la ragazza non reagì nemmeno, questo fece ribollire la rabbia già allo stremo,

-TI HO DETTO DI GUARDARMI- gridò furioso, ma neanche a quelle grida la ragazza si girò, anzi continuò a procedere come se niente fosse, facendo abbassare la testa a Nanashi frustato,

-Perché eppure mi ha dipinto?-,

-Vero ma forse ha solo seguito la sensazione- rispose il samurai in armatura al fianco del ragazzo che spostò il suo sguardo stanco su di lui,

-Cosa?- chiese stranito,

-Molto probabilmente percepisce fievolmente la tua presenza e nella sua mente si è formato il tuo volto seguendo quella sensazione e il suo subconscio ha fatto il resto. Ma a quello stato è impossibile che possa udirti e vederti- rispose facendo stringere i denti a Nanashi per la rabbia,

-Ormai dovresti aver capito che non puoi esser...- iniziò ma il ragazzo sferrò un forte calcio che colpì il muro facendolo tremare ma il samurai era sparito,

-Sta zitto. Tu sei solo il frutto della mia mente- ringhiò furioso per poi andarsene frustato uscendo dalla scuola per sbollire la rabbia.
Nanashi corse per la città come se avesse dovuto correre ad un'appuntamento importante e fosse in ritardo, ma il ragazzo non era in ritardo al contrario era furioso e cercò di sbollire la rabbia con l'allenamento fisico, continuò a correre finché non fosse notte fonda ma neanche dopo ore di massacro fisico la rabbia non accennava a diminuire,

-Dannazione- gridò iniziando a tirare pugni e calci a vuoto come se dovesse battere qualcuno in quegli anni cresciuto da solo era stato costretto ad imparare a difendersi sebbene le probabilità che qualcuno potesse fargli del male erano pari allo zero visto che nessuno poteva vederlo e non si accorgevano di lui.
Dopo una buona mezz'ora passata a colpire l'aria il ragazzo si diresse verso un distributore automatico di bibite nel parco, ma quando controllò in tasca si accorse di non avere monete,

-Fantastico- disse fra se e se, guardandosi in torno cercando qualcuno a cui "prendere in prestito" qualche spicciolo ma non trovando nessuno sospiro facendo un passo indietro e sferrare un calcio rotante al distributore rompendo il vetro e prendendosi una bibita gassata, per poi aprirla ed iniziare a berla,

-Ehy tu cosa credi di fare?- chiese una voce al suo fianco, quando spostò i suoi occhi neri vide un uomo di quarant'anni degli scompigliati capelli neri ed un'aria severa in volto,

-Che vuole questo?- si chiese Nanashi continuando a bere la sua bibita per poi girare i tacchi e fare per andarsene, quando una mano lo afferrò saldamente per la spalla facendolo voltare ritrovandosi l'uomo che lo fissava in faccia,

-Credi di poter scappare dopo aver distrutto un distributore, non credo proprio ragazzo. Sappi che sono un'agenda di polizia quindi ora vieni con me alla centrale- Nanashi restò allibito e a occhi sgranati c'era una persona che poteva vederlo, ma non appena il poliziotto inizio a strattonarlo fu costretto a dargli un calcio per staccarlo ed allontanarsi velocemente guardandolo ancora sorpreso.

-Okey ragazzino non voglio usare le maniere forti per cui seguimi senza fare storie- disse il poliziotto guardando il cenereo che assunse un'aria seria,

-Tu puoi vedermi e sentirmi!- affermò lasciando confuso l'uomo che lo guardava senza capire,

-Che diavolo di domande fai ragazzino, certo che posso vederti e sentirti. Ed ora è meglio che mi segui in centrale- subito dietro all'uomo arrivò un'altro agente più giovane,

-Agente Godoru eccola finalmente. Wow chi ha distrutto il distributore- chiese il collega più giovane vedendo il distributore sfasciato,

-È stato il ragazzo davanti a me ma ora lo portò dentro dammi le manette- Godoru si girò verso il suo collega ma questo lo guardava senza capire,

-Ma non c'è nessuno davanti a lei- la risposta lasciò a bocca aperta l'uomo, che guardò davanti a se trovando ancora Nanashi fermo e perfettamente immobile,

-Che significa è proprio davanti a me non lo vede questo delinquente dai capelli color cenere- gridò al suo collega

-Ehy piano con le offese non sono un delinquente- disse secco sbuffando,

-Credo che lei sia stanco per gli straordinari, non c'è nessuno qui a parte noi due- la risposta del collega fece sgranare gli occhi a Godoru che subito impallidì e volto la testa di scatto verso Nanashi che lo guardava con aria fredda e seria,

-È inutile loro non possono né vedermi né tanto meno sentirmi-.
Dopo un po l'agente Godoru riuscì a convincere il suo collega che non aveva le allucinazioni per la stanchezza e se ne era andato lasciando perdere il ragazzo e si ritrovò a poggiare la testa sul sedile dell'auto,

-Comoda- subito l'agente sobbalzò girandosi e trovando Nanashi sul sedile posteriore,

-Che diavolo ci fai tu qui dentro?- chiese urlando sconcertato mentre il ragazzo si metteva comodo sui sedili posteriori,

-Ho pensato di incontrarti in privato, sai se la seconda persona che riesce a vedermi in circa diciannove anni. E no non sono un fantasma se lo stai pensando- rispose calmo stiracchiandosi,

-Allora che cosa sei se non un fantasma e il fatto che solo io posso vederti?- Godou prese una sigaretta e la mise in bocca ma sebbene si sforzasse di stare calmo ma era parecchio agitato,

-È complicato da spiegare, diciamo che sono nato "all'Ombra del mondo" ovvero il confine tra questo e l'altro mondo. In sostanza io posso interagire con le persone e gli oggetti ma nessuno riesce a vedermi ne sentirmi a parte te. Il perché tu possa vedermi non saprei che risponderti- rispose sbadigliando stancamente,

-Il confine tra questi e l'altro mondo- ripeté incredulo l'agente per poi riflettere un'istante,

-Tempo fa sono stato ricoverato durante un'operazione il mio cuore si è fermato di colpo per due minuti- disse sotto pensiero attirando l'attenzione del ragazzo.
-Forse riesci a vedermi perché hai attraversato il confine dei due mondi per poi tornare, o almeno è l'unica ragione che mi viene in mente- disse avvicinandosi e l'uomo si allontanò spaventato,

-Comunque sia hai distrutto un distributore quindi vieni con me in centrale- disse serio guardandolo,

-Amico nessuno a parte te può vedermi, ti prenderebbero per pazzo- la risposta fece ringhiare l'uomo,

-Allora ripaga il distributore-,

-Non ho un soldo per questo ho sfondato il distributore, e non posso nemmeno averne visto che nessuno mi vede. Potrei sempre racimolarli "prendendoli in prestito"- disse Nanashi guardando in alto,

-Vuoi dire rubare- sbuffò l'agente Godou guardandolo storto, facendo sospirare il cenereo.
-Ora che ci penso non so come ti chiami- gli disse l'uomo accendendosi la sigaretta,

-Nanashi- rispose secco stiracchiandosi,

-"Senza nome" sarebbe il tuo nome- lo guardò alzando il sopracciglio mentre il ragazzo annuiva,

-Io sono Godou Inaraka- si presentò l'agente prendo una boccata dalla sigaretta,

-Felice di conoscerla agente- ghignò Nanashi per poi scendere dalla macchina,

-Ehy dove stai andando?- chiese Godou guardandolo sorpreso che fosse sceso,

-È tardi e ho sonno quindi me ne vado a dormire. Se vuoi parlarmi ancora allora vieni alla scuola superiore Takarea ma ti consiglio di farlo quando è chiusa, se mi cercassi di giorno ti prenderebbero per pazzo- rise Nanashi incamminandosi verso la sua scuola,

-Ehy ragazzino se vuoi parlarmi allora vieni al distretto di Shibuya- gli gridò Godou mentre Nanashi se ne andava sorridendo.
  
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