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Autore: Soe Mame    20/11/2016    1 recensioni
Se solo non avessi seguito lui...
Se solo non mi fossi ostinata a voler oltrepassare quella porta...
Se solo fossi tornata indietro quando ne ho avuta l'occasione...
...
... nah.
Genere: Demenziale, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Miku Hatsune | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: Nonsense | Avvertimenti: Incest, Incompiuta
Capitoli:
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Tutti i personaggi appartengono ai rispettivi proprietari; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

~
Le persone si girano e mi ignorano
Il mondo davanti ai miei occhi è cambiato
~



Perché la Regina Haku era lì?
Sì, certo, non c'era nulla di male nello scorrazzare nel proprio Paese, era una cosa bellissima che la sovrana potesse andarsene in giro presumibilmente da sola senza problemi, ma non trovava alcuna risposta al perché la Regina Haku dovesse trovarsi proprio lì, in quel momento.
Né, soprattutto, perché il suo scialle pieno di spilli si fosse spalmato sulla sua faccia.
Miku fece per parlare ma, contro ogni logica, invece di inspirare, soffocò.
Quando si rese conto di cosa fosse successo, si complimentò per la sua riscoperta abilità multiskill: aveva strizzato gli occhi, stretto la presa sullo scialle, spostatolo di lato e si era preparata all'impatto - tutto contemporaneamente! L'unica cosa che non era riuscita a fare era prendere fiato, ma l'avrebbe senza dubbio fatto di lì a un secondo; se mai ci fosse stata una seconda volta - e Miku sperava davvero non ci fosse -, sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto.
Intanto, soffocava contro il petto della Regina Bianca e cercava a tentoni le sue mani - almeno una! -, nel tentativo di liberarsi.
Fu molto stupita nel riuscire a comprendere gli strilli a due centimetri dall'orecchio, certa com'era dello sciopero istantaneo dei suoi timpani: - E' tutto merito tuo! Grazie! Grazie! E' solo grazie a te che la mia piccolina è tornata a casa! Non so davvero come ringraziarti! Grazie! Grazie! Grazie! -
La brutta sensazione che sentiva all'incirca in tutto il corpo poteva essere un indizio circa il suo essere arrivata al limite.
Non sapendo cos'altro fare, usò la mano libera per afferrare uno dei cuscini giganti che la stava asfissiando, lo spinse da qualche parte, ruotò la testa e sentì l'aria colpirle il naso.
"Ah. Finalmente."
- Oh. Scusami. -
Contrariamente alle sue aspettative, la Regina Haku non cacciò un altro urlo, ma la lasciò andare con tutta la tranquillità del mondo, per poi scostarsi da lei.
A Miku dispiacque un pochino. Sì, quei due dirigibili l'avevano quasi soffocata, ma-
- Sono sempre un disastro. - il fazzoletto di seta era apparso nelle mani della Regina nonavevaideaquando: - Succede sempre così, quando abbraccio qualcuno, soprattutto se più basso di me... -
- Quindi mostrate la vostra gratitudine soffocando il vostro benefattore? - inspirò più aria che potè: "Chissà se posso fare scorta...?" forse avrebbe dovuto studiare l'apparato respiratorio. Le pareva ci fosse qualcosa del genere, tra i compiti.
Ci pensò. Ci ripensò. Scosse la testa e scacciò quel pensiero.
- Vorrei evitarlo ma, purtroppo, mi rincresce dire che è ciò che succede spesso. - una soffiata di naso: - Neru ha anche iniziato una distribuzione di maschere e boccagli per tutti coloro che sono stati gentili con me... -
- Oh! Posso averli anch'io? -
- Tu meriti di più di una semplice maschera e di un semplice boccaglio! - due lacrime grandi almeno la metà dei suoi occhi le rigarono le guance: - Tu... tu hai salvato la nostra Principessa! Tu hai salvato la mia piccola Lily! Tu hai- -
- Recuperato il vostro scialle! - lo mise in mezzo all'istante, neanche fosse stato uno scudo - aveva visto la Regina fare mezzo passo nella sua direzione e, a pensarci bene, per quanto fosse una bella giovane molto morbida, non aveva voglia di ripetere l'esperienza di poco prima: - Dovreste stare più attenta, sapete? - sorrise, il sorriso più grande che potè: - E' così pieno di spilli... -
- Oh... Sì. Giusto. - Haku infilò il fazzoletto in una manica e prese lo scialle che le stava porgendo: - E' tutto il giorno che non fa altro che volare via. - tirò su col naso: - Non capisco perché. - un sospiro affranto, un'altra lacrima: - Ora dovrò di nuovo perderci un'ora. -
- Un'ora? - Miku inarcò un sopracciglio: "Solo per uno scialle?"
- Non riesco a- - un singhiozzo: - Non riesco a metterlo- - un altro singhiozzo: - Non- -
- Lasciate che vi aiuti! - si riavvicinò: - In due faremo prima! -
- N-non lo so... - la Regina Bianca gemette, gli occhi ormai gonfi: - Non voglio crearti disturbo... -
- Ma figuratevi, Regina! E' un piacere! - insomma, Haku era comunque una bella donna e giocare a vestirla poteva essere divertente.
E, soprattutto, non voleva che continuasse a piangere. Al di là dei gorgheggi che era capace di fare, le dispiaceva vedere qualcuno tanto triste.
Miku riprese lo scialle e osservò le spalline del vestito della Regina: la destra era un puntaspilli. Non la si poteva definire in altro modo.
- Li ho messi per farlo stare fermo... - singhiozzò Haku, forse notando il suo sguardo.
- Ma non si terrà mai se li mettete da una parte sola! - guardò meglio lo scialle: gli spilli erano assolutamente a caso.
Lo aprì del tutto: se glielo avesse buttato addosso a mo' di velo, sarebbe stato come gettarla in una Vergine di Norimberga; se lo avesse arrotolato, sarebbe stato come regalarle una collana di ricci di mare.
A cosa fossero serviti gli spilli sulla spallina, all'apparenza assolutamente intoccati, anche dallo scialle stesso, era ignoto.
- Per prima cosa, togliamo tutti questi spilli inutili. -
- Dici? -
Miku si limitò ad annuire, iniziando a rendere lo scialle più scialle e meno porcospino. Quando rialzò la testa, la mano piena di spilli, notò che la Regina era intenta a fasciarsi l'indice destro.
"...?"
Appena Haku finì di fasciarsi, il suo volto si contorse in un'espressione sconvolta, le sue labbra si schiusero e Miku si preparò al boato sonico.
- AHIA! CHE MALE! - cacciò un altro strillo, subito soffocato, finendo per abbassare lo sguardo e mugolare, l'indice stretto nell'altra mano.
"...?" - Vi siete tagliata con la garza? - osò chiedere.
- N-no. - la Regina incontrò il suo sguardo, si asciugò la quindicesima lacrima non ancora scesa: - Adesso tirerò via gli spilli dalla spallina, ma mi pungerò. -
- Oh. - Miku sbattè le palpebre: - Come potete esserne sicura? -
Haku sospirò: - Beh... - portò la mano fasciata alla spalla: - E' ovvio. - tirò via uno spillo. La vide serrare le labbra. Poi tirò su col naso: - Ecco. Mi sono punta. -
"... come ha fatto lo spillo a pungerla attraverso la garza?" - E non urlate ora? -
La Regina Bianca sgranò gli occhioni rossi: - No, ho urlato prima. - sussurrò, come se fosse ovvio.
In effetti, lo era.
- Vi preparate gli urli in anticipo? - s'informò.
- Sì. Non sempre, ma spesso. -
- Trovo sia un'ottima idea. Si risparmia molto. - "Spero davvero di non imbattermi in lei mentre sta mettendo da parte un po' di urla."
- Lo pensi anche tu? - Haku giunse i palmi e sorrise.
Sì, era bella. "Se solo passasse meno tempo a piangere..."
- Magari vi levo anche quelli. - senza aspettare la sua risposta, si mise ad estrarli, con delicatezza: - Questi dove li metto? - alzò la mano piena di spilli, lo scialle ormai liscio e innocuo buttato su una spalla.
- Metti pure qui, cara. - un sacchetto bianco apparso dal nulla. Miku obbedì.
In un paio di minuti, tutti gli spilli furono nel sacchetto e lo scialle era attorno alle spalle della sovrana.
- Ecco fatto! - Miku battè le mani: - Non ci abbiamo messo molto, vero? -
Era soddisfatta del proprio lavoro. Aveva un futuro da estraispilli & mettiscialle - si sarebbe fatta pagare e, per chi avrebbe usufruito di entrambi i servizi, avrebbe fatto un'apposita tariffa-sconto che-
- Sul... -
- Sì? - la voce della Regina la distolse dai propri grandiosi progetti.
- ... sul serio ci abbiamo messo così... - tirò su col naso: - ... così... - di nuovo: - ... così... - di nuovo.
- Così poco? - la aiutò.
Haku annuì, le labbra strette: - Io... tu... noi... - si curvarono in un sorriso, la mano andò allo scialle: - E'... è straordinario... - espirò: - Non posso crederci... - inspirò: - Così poc- -
Crack
Il bustino cedette, aprendosi per i primi tre lacci.
- Ah! - Miku si precipitò ad aiutarla, ma la mano di Haku era già andata a reggere tutto, con assoluta calma: - Oh, tranquilla. Succede minimo due volte al giorno. -
"Oh. Buono a sapersi." - Lasciate comunque che vi aiuti! - non poteva lasciare una povera fanciulla dalla settima abbondante in balìa di un bustino mezzo rotto!
Il sorriso di Haku era la pace dei sensi: - Sei già stata molto gentile. A questo sono in grado di rimediare da sola. -
"Mh." - Come volete. - tuttavia, avrebbe supervisionato - nel caso la Regina fosse stata in difficoltà.
In effetti, a vedere come si muoveva la sua mano libera, si notava che Haku avesse molta più dimestichezza nel riallacciare bustini che non nel togliersi spilli.
- Oh? -
Miku si mise sull'attenti: - Eh? - "Le serve aiuto?"
- E questo cos'è? - la mano della Regina andò alla scollatura: - Oh, ma... - le dita ne riuscirono con quella che sembrava stoffa bianca imbottita. Tanta stoffa bianca imbottita. Molta stoffa bianca imbottita. Troppa stoffa bianca imbottita.
A guardarla bene, c'erano ricamate sopra delle stelle gialle.
- Ecco dov'era finita la trapunta! - Haku era sinceramente stupita: - L'abbiamo cercata per settimane! -
- Vi capita spesso di trovarvi trapunte nel corsetto? - nonostante la coperta, aveva ancora una settima abbondante. "E' naturale." Miku ne fu felice.
- No, trapunte mai. - Haku lasciò andare la coperta a terra e si portò la mano alla guancia: - Credevo che, dopo il tavolo, non ci avrei più trovato nulla di ingombante. -
Di colpo, a Miku passò la voglia di aiutarla ad aggiustarsi il bustino: "C'è il rischio che ne venga risucchiata.
Letteralmente.". Fu allora che realizzò: "... forse tutti quegli oggetti li tira fuori da lì...?".
- Devo comunque riportarla al castello, rimettiamola qui... - la sentì borbottare.
Alla fine, anche il corsetto tornò come prima - ossia prossimo all'esplosione.
- Non vi converrebbe prenderne di più grandi? - chiese Miku.
Haku scosse la testa: - Non... non ne producono e non voglio disturbare... -
"... eh?" - Ma siete la Regina! -
- Non è un buon motivo per far fare agli altri cose che di solito non si fanno. -
- Ma così, prima o poi, finirete mezza nuda! -
- Già successo. - "Oh." - Svariate volte. - "Oh." - Ormai nessuno ci fa più caso. - "Ah." - Comunque... -
Una passata di fazzoletto di seta sugli occhi e Haku sembrava solo reduce da una brutta allergia: - Sei stata veramente molto gentile. In più di un'occasione. -
Caldo sulle guance, all'improvviso.
- Per me, per noi, sarebbe davvero un grandissimo onore averti a corte. - sorrise.
"Ah..." Miku sorrise di rimando, ma era un sorriso di scuse: - Temo di dover rifiutare, Vostra Maestà. -
- Oh. - di nuovo una mano alla guancia: - Non volete essere nostra ospite? -
- Diciamo che non è il caso che la rapitrice di vostra figlia sia ospite a casa vostra. - giunse le mani, si torse le dita.
Si sentiva terribilmente a disagio. Sarebbe voluta andare al castello, ma-
- Avete ragione. - ammise la Regina Bianca. Sospirò: - E non accettereste neanche di farmi da cameriera? -
- Eh? - "Aiutarla a vestirsi." deglutì: "Sarebbe davvero bellissimo, ma-" - Temo di dover rifiutare di nuovo, Vostra Maestà. - ridacchiò: - Non sono adatta a fare la cameriera. -
- Ma ti pagherei! - insistette Haku: - Avresti marmellata a giorni alterni! -
"Uhm. Interessante." - Temo che la mia risposta continui ad essere no. - liberò una mano e la portò avanti, a rimarcare il concetto.
- E' una marmellata molto buona, sai? -
- Non lo metto in dubbio, ma- -
- E potresti iniziare subito, oggi stesso! -
- Mi dispiace moltissimo, Regina Haku... - in effetti, un pochino, le dispiaceva: - ... ma non posso accettare. -
Il volto di Haku tornò triste. Miku sospirò: "Non posso farmi intenerire."
- Comunque... - esordì, cercando di stemperare l'atmosfera: - ... oggi non ho voglia di marmellata. -
- Beh, non potresti comunque averla. - disse Haku, il tono gentile: - La marmellata è a giorni alterni. La regola è "marmellata ieri e marmellata domani". "Marmellata oggi" non si può. -
"..." Miku sbattè le palpebre: - ... ma arriverà un "marmellata oggi", no? -
- No. Ieri e domani. Oggi mai. -
- ... ah. - le sembrava di avere a che fare con una di quelle fregature da oracolo e da creature sovrannaturali sempre ben disposte a fare patti con la gente: ogni singola parola aveva un peso. E, soprattutto, era sempre pronta a rivoltarsi contro la sopracitata gente per schiacciarla senza indugio.
- Se le cose stanno così, allora, temo di dover accettare la tua volontà. - un altro sospiro, e il corsetto parve sul punto di cedere di nuovo.
- Vi ringrazio per la comprensione, Vostra Maestà. - fece una piccola riverenza. Era comunque davanti ad una sovrana - per quanto fosse diversa dalla Regina di Cuori. Non le sembrava affatto tipo da pretendere onorifici e riverenze, ma sentiva di farle lo stesso.
"... la Regina di Cuori." guardò la Regina Haku in volto: "... lei e Meiko erano amiche." un brivido lungo la schiena. Non sapeva neppure lei per che cosa, né se fosse positiva o negativa, ma era una sensazione strana.
"... pensare una come la Guerriera Trucida in compagnia di una donna come lei..." era assurdo, quasi: - ... impossibile. -
- Impossibile? -
- Ah! - si schiaffò una mano sulla bocca: - N-nulla, Vostra Maestà! -
- Sicura? - sembrava preoccupata.
Miku annuì, imbarazzata: - Soltanto una cosa a cui faccio fatica a credere! -
- Fai fatica a credere ad una cosa impossibile? - si era fatta incuriosita.
- ... tipo. All'incirca. - inanellò una ciocca di capelli attorno al dito: - Qualcosa del genere. -
- Povera cara. - Haku scosse la testa, lasciandola alquanto confusa: - Sei davvero fuori esercizio. Bisogna sempre tenersi in allenamento, almeno una trentina di minuti al giorno! - alzò l'indice fasciato, l'espressione per la prima volta decisa: - Una volta sono riuscita a credere a ben sei cose impossibili prima di colazione! -
- ... oh. - la osservò per bene: - ... lo terrò a mente. -
Se avesse parlato con la se stessa di due minuti prima e le avesse detto qualcosa del tipo: - Sai, la Regina Haku ha anche un'espressione decisa! -, era sicura la se stessa di due minuti prima le avrebbe risposto: - E' impossibile! -; e invece era lì, davanti a lei. Una cosa che avrebbe pensato impossibile.
Annuì: "Ottimo. Posso considerarla la prima cosa impossibile a cui credere. Pensiamo alla seconda." si guardò intorno. Il suo sguardo fu calamitato dal corsetto della Regina: "Un giorno, avrò una quinta!". L'esercizio era interessante: "Allora... riuscirò ad abbracciare Len!". Ottimo: "E a baciare Luka!". Sentì il sorriso farsi più ampio.
"Luka..." inspirò: "... la settima della Regina Bianca è interessante, ma Luka è più bella." annuì di nuovo.
- Ora perdonami, ma devo proprio andare. -
- Eh? -
- Arrivederci! - Haku sollevò appena la gonna: - E grazie ancora per tutto! -
- Aspet- -
Con una velocità impos- estremamente elevata, la Regina Bianca era già a venti metri di distanza.
"Non mi sono fatta dire cosa ci faceva qui!" si lanciò al suo inseguimento: "Beh, probabilmente nulla, ma insomma!".
Dopo aver svoltato oltre un albero, contro ogni aspettativa, la Regina era riuscita a seminarla.
E Miku si era ritrovata in un prato senza fiori, solo una distesa di verde, a pochi metri da quello che sembrava il letto di un fiume - non lo vedeva, ma lo sentiva, e anche piuttosto bene.
"... e avrei voluto chiederle di Meiko." sapeva quanto fosse una domanda privata. E sapeva anche quanto sarebbe potuto essere difficile parlarne.
"... però..." trasse un profondo respiro: "... ora Lily è qui. Al sicuro. Se glielo chiedo, è anche per raccogliere più informazioni possibili." una buona fetta di curiosità era sottointesa: "... ci deve essere un motivo per cui Meiko è diventata la Regina di Cuori. Forse, parlando con una sua amica, si potrebbe trovare un modo per farla tornare indietro.".
Era certa che Kaito avesse già parlato con Haku, ma voleva provare anche lei. Voleva aiutare.
Gumi. Kaito, Meiko. Rin.
Serrò i pugni: "... io..."
- Serve un passaggio? -
"Eh?" non si era accorta di aver abbassato lo sguardo. Rialzò la testa e notò la presenza di una ragazza dai lunghi capelli verde scuro a pochi metri da lei.
Lì dov'era il letto del fiume, per la precisione.
Giusto per stare sicura, s'indicò: - Dici a me? -
- Non c'è nessun altro, qui intorno! - la ragazza sorrise e alzò le spalle coperte di lana.
Era un po' tutta coperta di lana, in realtà. Sembrava essersi alzata con l'idea di fare un cosplay da pecora - e Miku si chiese come facesse a non morire di caldo, sotto quella specie di yukata batuffoloso.
- Dove vai? - domandò, avvicinandosi.
- A Valle Barbecue. - "Che suppongo non essere una valle piena di neve." - Ti interessa? -
In tutta onestà, non aveva moltissimissima voglia di mettere piede in un posto con un nome del genere; tra l'altro, la sua idea iniziale, prima che lo scialle della Regina Haku le piombasse sulla faccia, era dirigersi a Produria.
"... Luka sa benissimo dove sono. Andarla a cercare sarebbe inutile." deglutì: "... e poi, sono nel Paese delle Meraviglie, perché non dare un'occhiata in giro?" alla fine, annuì.
- Dove vai? - la ragazza le rigirò la domanda, facendole cenno di avvicinarsi ancora.
- Nessun posto in particolare. - confessò Miku, obbedendo. Un dubbio improvviso: - ... vuoi farti pagare per il passaggio? -
- Assolutamente no! - a vederla da vicino, aveva anche un cerchietto batuffoloso: - Però devi remare anche tu. -
- Oh, certo! - d'accordo scroccare, ma approfittarsene tanto impunemente...
Si bloccò.
La ragazza era in piedi su una zattera. A tracolla, portava un arco e una faretra. Dietro di lei, sul legno della zattera, una massa perfettamente cubica di tanti piccoli cubi rosati.
La ragazza aveva in mano un enorme martello di legno e gliene stava porgendo un secondo.
Il fiume non sembrava affatto liquido e l'acqua non era incolore ma biancastra.
- Mi raccomando, batti forte! - sorrise la ragazza, mentre lei prendeva il martello: - E' facile incagliarsi qui nel Fiume Mochi! -
- Ah... sì... - il manico del martello era sottile, lungo quasi quanto lei; era piuttosto sicura che quell'affare si potesse usare anche come arma di difesa.
- A proposito, mi chiamo Zunko! - si presentò la ragazza-pecora. Aveva una faccia rotonda e simpatica, con grandi occhi ambrati.
- Michelyne Alice Lydia Fairsound. - afferrò la mano che Zunko le stava porgendo: - O solo Miku. -
- Solo Miku andrà benissimo. - risposta scontata.
Una volta che Miku fu a bordo, al trillo di: - Si parte! -, Zunko abbattè il martelletto sul fiume di mochi, facendo scattare la zattera in avanti.
"Suppongo io debba andare a tempo." alzò il martello e colpì il fiume con tutta la forza che aveva; la barca andò un pochino più avanti. E lei si sentiva già esausta.
- Poco pratica di kine, eh? - la ragazza-pecora sorrideva, il tono gentile.
- Kine? -
Zunko ridacchiò: - Ho capito. - indicò il martelletto: - Questo si chiama kine. - lo alzò di nuovo: - Non usare tutta la tua forza, o ti spomperai subito! - atterrò nel mochi, spostando la zattera in avanti: - Cerca di trovare il ritmo! -
- S-sì! - Miku inspirò, serrò la presa sul kine e lo abbattè sul mochi - con meno forza di prima. La barca si spostò di meno, ma almeno lei non era già senza fiato.
- Va già meglio! - Zunko le rivolse un sorriso incoraggiante.
Di contro, Miku si sentì terribilmente in colpa: - Scusami. Ti sto rallentando. Forse è meglio se- -
- Oh, tranquilla, non ho un orario preciso. - tornò a guardare davanti a sé: - L'importante è arrivare, il tempo che ci si mette è irrilevante! -
"Se solo funzionasse anche la mattina a scuola..." si sentì un pochino più sollevata.
Si concentrò sul modo per prendere il ritmo: "Mh... potrei provare a distrarmi e far sì che il mio corpo si comporti in modo meccanico!" ottimo piano. Quindi, provvide subito a guardarsi intorno, mentre la zattera procedeva a botte e saltelli.
Decisamente, il Paese delle Meraviglie era la versione 3D di un'adorabile cartolina bucolica; mancavano solo gli uccellini e le farfalle.
"Farfalle..." una morsa allo stomaco.
Distrarsi era più difficile del previsto.
Abbassò lo sguardo, sulla pasta bianca che schiacciava con il kine e la zattera: "Non fosse per il suo essere difficilmente percorribile, sarebbe pure carino...".
Un quadretto bucolico, sì. Un posto meraviglioso. E con cose che non avrebbe mai immaginato.
"Chissà se..." il sorrise sorse spontaneo: "... ci sono le sirene!" magari non nel mochi. Forse. "Le sirene sono belle!" il sorriso si accentuò: "Sono sicurissima che Luka sarebbe una sirena stupenda!"
- Voler cantare con le adorabili sirene... - colpì il mochi con il kine: - Inseguirsi per i campi nel territorio degli Indiani... -
- Siamo a Wonderland, non a Neverland. -
"So british." si unì alla risata leggera di Zunko: - Stavo dando un'occhiata in giro. - si sentì di aggiungere.
Gli occhi della ragazza-pecora divennero due sfere perfette: - Oh. Pensavo avessi solo due occhi, perdonami... -
"...eh?" sbattè le palpebre, disorientata: - S-sì, ho due occhi soltanto... -
Dopo un altro colpo di kine, Zunko si portò un dito alla guancia, pensierosa: - E allora come fai a dare un'occhiata in giro? -
- ... eh? - stavolta non potè non dirlo ad alta voce.
- Voglio dire... - piegò appena la testa: - ... puoi guardare davanti, ai lati, sopra, sotto, ma in giro...? Dovresti avere almeno un altro paio di occhi dietro la testa! -
"... nulla da obiettare." - N-no, era un modo di di- - serrò le labbra. L'ultima volta che aveva detto qualcosa del genere ad un animale - ad un bruco, per la precisione - era stata trascinata in un discorso alquanto spossante.
- Ho solo due occhi, sì. - concluse, come se nulla fosse. Giusto per stare sicura, si passò una mano sulla nuca - fosse mai le fossero spuntati due occhi in più mentre era girat- no, basta.
Per tutta risposta, Zunko alzò le spalle e pestò di nuovo il mochi: - Sei fuori tempo. -
- Ah, scusami! - si affrettò a rimediare, calando il kine sul fiume.
- Nulla, nulla. - qualsiasi cosa dicesse, la voce della ragazza-pecora rimaneva dolce e gentile: - E' la prima volta che vieni da queste parti? -
- E' la prima volta che vengo nel Paese delle Meraviglie. -
- Oh! - il volto di Zunko parve illuminarsi: - E come ti sembra? -
- Mooooolto carino! - era sicura che anche il suo volto si fosse illuminato. Il ricordo dell'appunt- giro turistico per Produria, in particolare, dava un tocco di bellezza in più.
- Sei stata nella Valle delle Foglie? -
Miku scosse la testa.
- Ci sono un sacco di creature adorabili! - Zunko era prossima allo sbrilluccicare: - Come la Rocking Horse Fly! -
- Cos'è? -
- E' una creaturina adorabile fatta di legno, che si dondola da un ramo all'altro e si nutre di linfa di pianta e segatura! -
"Che creaturina bizzarra..."
- Altrimenti, c'è la Snap-Dragonfly! -
- Cos'è? -
- Una creatura simile ad una libellula, con il corpo fatto di Christmas pudding, le ali di foglie di agrifoglio e la testa è uvetta che brucia nel brandy! -
- Cos- -
- E si nutre di frumenty e mince pie! E fa il nido accanto ai pacchi natalizi! -
"La Valle del Foglie deve essere un posto estremamente curioso." Aveva un qualcosa di affascinante.
- O le Bread and Butterfly! -
- Che suppongo essere farfalle...? - "Farfalle..." di nuovo. Cercò di concentrarsi sulla spiegazione da Zunko, la ragazza-pecora con una riscoperta passione per l'entomologia.
- Farfalle le cui ali sono sottili fette di pane spalmate di burro, il cui corpo è una crosta e la cui testa è una zolletta di zucchero! -
"... ho fame."
- E si nutre di the con panna! -
"... non la prima cosa a portata di mano." sempre che la Valle delle Foglie non grondasse di the con panna: - E se non lo trovano? -
- Muoiono. -
- Logicamente. - colpì di nuovo il mochi: - Deve capitare spesso. -
- Sempre, direi. -
"... ho seriamente fame." si portò una mano allo stomaco, pronta ad udire suoni indicibili che, invece, non arrivarono: "... oh, beh.".
- E' tutto molto british e pieno di giochi di parole molto british. - commentò.
- Dovresti proprio andarci! - trillò Zunko: - E' un posto bellissimo! -
- Sembra interessante. - riconobbe Miku: "Magari posso darci un'occhiata..." - Dove si trova? -
- Oltre la Valle Barbecue, al confine con la Gola degli Spiedini e la Piana Flambè. - un sorriso enorme: - Vuoi che ti ci porti? E' di strada! -
"..." - Magari un'altra volta, grazie. - sì, insomma, era molto incuriosita, ma non aveva poi così tantissima voglia di andare in luoghi di simile toponomastica. Non la ispiravano. Così, a pelle.
- Se non sono troppo indiscreta... - esordì, invece: - ... perché tu stai andando nella Valle Barbecue? -
- Ti risponderò perché non sei troppo indiscreta. - le labbra di Zunko si curvarono in un enorme sorriso: - Ci devo portare le uova! -
- Le uova? -
- Le uova! -
"Perché dovrebbe portare delle uova in un posto chiamato barbecue." non era neanche una domanda, quanto una constatazione da prendere così com'era: - Quali uova? - "Beh, se le sta portando, si presume le abbia a bordo..."
- Quelle uova! - la ragazza-pecora indicò qualcosa alle sue spalle.
Dopo un altro colpo di kine, Miku si voltò.
I piccoli cubi rosati.
Miku sbattè le palpebre.
Erano l'unico altro carico, oltre a loro due.
Sbattè di nuovo le palpebre.
Guardò meglio.
Si avvicinò, piano piano, e passò un dito sulla superficie del cubo più vicino.
"... uova di Rubick. Chissà se si possono girare anche se sono tutte dello stesso colore..."
- Non hai mai visto delle uova? -
- ... da me sono rotonde. Anzi, ovali. - si corresse. Bisognava essere precisi sulle uova.
- Oh, ne ho sentito parlare! - una risata leggera: - Devono essere piuttosto scomode da trasportare! -
- Scivolano facilmente, sì. - aggrottò la fronte: - E non possiamo impilarle così. -
- Dovreste passare alle uova cubiche. -
- Non credo le nostre galline approverebbero. -
- Che c'entrano le galline? -
Miku tornò a guardare Zunko. Sembrava onestamente perplessa.
- Da noi, sono le galline a fare le uova. - una punta di stupore. Si stupì di non essere minimamente stupita dall'espressione di Zunko.
- Che cosa strana. - la ragazza-pecora si portò una mano alla guancia: - Qui non si sa chi faccia le uova. Si va in giro e appaiono! Non per niente... - piegò un braccio, a gonfiare il bicipite: - Io sono un'esperta cacciatrice di uova! -
- Immagino che, a Pasqua, tu sia l'avversaria più temuta! -
- In effetti, sì. -
"Forse..." scosse la testa: "No. Sarò io a catturare lo Shota Usamimi! Non devo chiedere aiuto, per questo!".
- Oh! - la voce di Zunko la distolse dai propri pensieri: - Arriveremo tra poco! La Valle Barbecue è laggiù! - la vide indicare un punto all'orizzonte.
Un punto da cui si levava una buona dose di fumo chiaro.
Come illuminata da un mente superiore, Miku seppe di essere arrivata alla sua fermata: - Bene, allora scendo qui! -
- Come desideri! - Zunko alzò il kine: - Lascia che sia io a far attraccare. -
- Con piacere. -
In pochi istanti, la zattera raggiunse la riva del Fiume Mochi e Miku potè tornare con i piedi sul terreno. Sentiva le braccia un po' indolenzite e respirava un po' più velocemente.
Era stanca, ma non distrutta. Stava migliorando.
- Se non sono troppo indiscreta... - Zunko fece eco alle sue parole: - ... dove sei diretta? -
"..." - In realtà... - trasse un profondo respiro: - ... non lo so neppure io. Sto viaggiando a caso. -
- Vagabondando, dunque. -
- Viaggiando a caso. -
- Sei una povera vagabonda. -
- Sono una viandante. -
- Lascia che ti aiuti! -
- Eh? -
Gli occhi di Zunko brillavano, tutto il suo viso brillava. Aveva il vago sospetto che, se anche avesse rifiutato, lei l'avrebbe aiutata lo stesso.
Difatti, senza neppure aspettare la sua risposta, la ragazza-pecora aveva preso il suo arco e si era chinata sulle uova cubiche: - Quando non si sa dove andare, la cosa migliore è farsi ispirare! -
Prese un uovo, estrasse una freccia e posò l'uovo sulla punta. Come una calamita al frigorifero, il cubo rosato rimase perfettamente in equilibrio. In orizzontale.
- Ispirare...? - Miku indietreggiò. Non le tornava il nesso con la freccia e l'uovo cubico.
- L'ispirazione arriva dall'alto. - Zunko incoccò la freccia con l'uovo: - Quindi, vedi dove cadono le cose che piovono dal cielo! -
- Eh? -
La ragazza-pecora mirò all'orizzonte. Tese l'arco.
E scoccò la freccia.
Miku la seguì con lo sguardo, il suo sibilo nelle orecchie.
- Corri, Miku, corri! - Zunko sventolò l'arco: - Non lasciare che l'ispirazione ti sfugga! -
- Ah? Oh! - la freccia stava scendendo, chissà quanti chilometri più avanti: - S-sì! - scattò in quella direzione: - Arrivederci, Zunko! - urlò, senza voltarsi: - E grazie per il passaggio! -
- Di nulla! E' stato un piacere! - la voce della ragazza-pecora era già lontana.

Crack.
"... ah." con uno scatto, Miku riuscì a raggiungere la sua ispirazione.
Si bloccò. Sgranò gli occhi.
I cocci rosati per terra se li aspettava. Così come si aspettava di trovare in giro il tuorlo e l'albume - magari il tuorlo sfattosi in una brodaglia e l'albume che gocciolava da qualsiasi cosa su cui fosse andato a sbattere l'uovo.
Il tuorlo non era brodaglia: sembrava più il risultato di un palloncino di vernice arancione lanciato contro un muro bianco; l'albume, invece, stava effettivamente gocciolando.
Quel che non si aspettava era che la sua ispirazione si fracassasse contro una persona.
E che quella persona fosse-
- T-tutto bene? - si azzardò a chiedere, il fiato ancora corto per la corsa.
Haku si voltò verso di lei, gli occhioni rossi pieni di lacrime tra le lunghe ciocche bianche dei capelli: - ... mi è arrivato un uovo in testa. -
- Lo vedo. - "Ma non le dirò certo che l'hanno lanciato per me." - Volete una mano? - si avvicinò.
- Gradirei più uno shampoo. -
- Temo di non averne dietro. - lo sguardo andò alla scollatura della Regina: - Sicura di non averne lì? -
- Se anche ci fosse, non credo riuscirei a trovarlo tanto in fretta. - Haku sospirò, ma mise comunque la mano dove di dovere. Dopo poco, ne riemerse con un fazzoletto: - Oh. Anche questo andrà bene. - se lo schiaffò in testa.
E lì rimase.
- ... credo dobbiate pulire. -
- Aspetto che il fazzoletto assorba l'uovo. -
"Non sono sicura funzioni così..."
Dato che doveva comunque riprendersi dalla corsa - anche se, ormai, stava quasi cominciando ad abituarcisi -, Miku si prese un minuto buono per studiare la Regina Bianca: era strasicura che, prima, quella bottiglia di nonsapevacosa non ci fosse. Dall'odore pungente che ne veniva, il nonsapevacosa doveva essere alcolico.
E forse la Regina non amava che il suo popolo la vedesse bere alcolici.
Non si spiegava, altrimenti, perché si fosse seduta su un muretto di circa due metri per uno e mezzo disperso tra gli alberi, con un abbigliamento che mai avrebbe lasciato intuire il suo rango: pantaloni e manicotti neri, cravatta viola e camicia-top grigia che non si poteva dire completamente aperta solo per un paio di bottoni in basso. Altro non poteva definirla se non "in borghese".
- Ecco. -
Miku sbattè le palpebre, lo sguardo volò al fazzoletto sulla testa della Regina: quando Haku lo tolse, ogni traccia di uovo era sparita.
"... sei fuori esercizio." si sgridò, piccata: "E sì che te l'aveva detto neanche un'ora fa! Smettila di credere solo alle cose possibili!".
La mano di Haku appallottolò il fazzoletto e lo rimise nella scollatura. Stavolta lo spazio era infinitamente ridotto rispetto a quello del corsetto, ma questo non sembrava impedirle di avere un ripostiglio tra le tette.
- Bella, vero? -
- Eh? - Miku alzò lo sguardo, incontrando il suo volto vagamente più sereno: "No, un attimo, stava parlando? Ha detto qualcosa?"
- La cravatta. - la Regina la prese: - Ho notato che la stavi guardando. -
- Oh. Sì. La cravatta. - trattenne un sospiro di sollievo: - E' molto carina. Molto viola, devo dire. -
- Me l'ha regalata Neru per il mio non-compleanno. -
"Oh." non poteva non notare quanto la voce, gli occhi di Haku si fossero addolciti, nel dirlo. Nonostante tutto, per quanto il Re Neru le sembrasse diversamente simpatica, se si erano sposate un motivo doveva esserci.
"Un attimo. Non-compleanno?" - Non-compleanno? - ripetè, esitante.
La Regina le rivolse uno sguardo confuso: - Un regalo dato in un giorno che non è il tuo compleanno. -
- Oh. - ci pensò. Fece schioccare le labbra. Ci ripensò: "... mica male." - Rientrano anche i regali di Natale? -
Haku gonfiò appena le guance, gli occhi fattisi più sottili: - Una persona deve essere davvero antipatica per farti un regalo di Natale e non-compleanno insieme. -
- Indubbiamente. - Miku annuì: - Pensate che conosco un ragazzo di nome Natale che fa il compleanno a Natale. Quindi riceve ogni volta un solo regalo per Natale e compleanno! - ci riflettè: - Questo, però, fa sì che un regalo di non-compleanno non possa essergli fatto per Natale! -
- Non si deve essere ingordi. - disse Haku, saggia: - Non si possono pretendere un regalo di compleanno e uno di non-compleanno insieme. -
- Basta farglieli il giorno prima o il giorno dopo. -
- Esattamente. -
- Chissà se ci sono dipendenti dei regali di non-compleanno... - Miku alzò un indice, pensierosa: - Tipo i dipendenti del caffè o dello shopping. Che non possono fare a meno di desiderare un regalo di non-compleanno ogni giorno. -
- Le persone che li circondano dovrebbero essere molto pazienti. -
- Indubbiamente. - per fortuna, non aveva mai incontrato nessun dipendente da regali di non-compleanno. "Se mai ne incontrerò uno..." e sperava davvero di no: "... mi auguro che gli vada bene anche un fazzoletto. Di carta.".
A prescindere, appena tornata a casa, avrebbe dovuto introdurre questa cultura del non-compleanno.
"Se già esiste..." serrò i pugni: "... mamma e papà ed io dovremmo fare un luuuuungo discorso sul perché mi hanno sempre mentito per tutti questi anni.".
- Humpty Dumpty sat on a wall... -
Riportò la sua attenzione ad Haku: agitava la bottiglia e si era messa a cantare.
Ed era stonatissima.
- Humpty Dumpty had a great fall... -
Buttò giù un notevole sorso di qualsiasicosafosse alcolico.
- All the king's horses and all the king's men... -
Le parole si erano fatte biascicate, come se la lingua se le stesse scivolando fuori dalla bocca e lei stesse cercando di tenerla dentro.
E continuava ad essere atrocemente stonata.
- Couldn't put Humpty together again. -
- Humpty Dumpty, io ti rifiuto! -
Haku sgranò gli occhioni: - Eh? -
- Scusatemi. Non sono riuscita a trattenermi. - se non altro, aveva smesso di cantare.
- Già... - la Regina Bianca sospirò, e sembrò un sospiro affranto: - ... alle volte, preferisco essere chiamata "Humpty Dumpty". -
"Eh?" - Come mai? -
- Perché, alle volte... - Humpty Dumpty alzò lo sguardo al cielo: - ... mi sembra di essere una creatura fragile in precario equilibrio su un muro troppo stretto, che potrebbe cadere da un momento all'altro e finire in pezzi. -
Miku gettò un'occhiata al muro troppo stretto su cui Haku era in precario equilibrio.
Le tese le mani: - Sapete, forse è meglio se scendete da lì. -
- Perché? - Humpty Dumpty sbattè le palpebre dalle lunghe ciglia bianche, lo sguardo genuinamente spaesato.
- Perché quel muro mi sembra troppo stretto. - le si avvicinò ancora. Altri due passi e le sarebbe salita in braccio.
Haku guardò sotto di sè. Poi tornò a guardare lei: - Sono ben dieci centrimetri! -
- Credo siano un po' pochi per impedirvi di cadere. - senza contare che aveva anche iniziato a barcollare. Sembrava il pendolo di un orologio caricato male da un ubriaco che aveva fretta.
- Fossero stati nove... - obiettò l'altra: - Ma sono ben dieci centrimetri! Non ho paura di un muretto di dieci centimetri! -
- Siete a circa un metro e mezzo da terra. -
- Quando mi... - tirò su col naso: - Quando mi affaccio al balcone del mio palazzo, sono molto più in alto! -
- Ma c'è una balaustra. - "Spero ci sia una balaustra."
Gli occhi di Haku divennero due sfere perfette: - Perché c'è una balaustra sul balcone del mio palazzo? -
- E' volata fin lì. - non era sicura se a parlare fosse la Regina Bianca o la Haku sbronza: - Era stanca e voleva un posto dove riposarsi. -
- Oh. - Humpty Dumpty parve calmarsi: - Allora va bene... -.
"Ben-"
Quegli occhi rossi tornano a farsi enormi: - Come hai detto di chiamarti? -
"Ah!" era la Haku sbronza, decisamente. Sperava, almeno: - Michelyne Alice Lydia Fairsound. O solo Miku. -
- Sbagliato. -
- Eh? - le parve che l'altra l'avesse spinta a terra. E invece no, era in piedi, con ancora le braccia alzate, come un'idiota. Si affrettò a rimetterle lungo i fianchi.
- Non l'avevi detto! -
"Sono piuttosto sicura di sì." - E invece sì. - sui fianchi ci mise i pugni: - Ve l'avevo detto! -
- Che significa? - Humpty Dumpty non parve minimamente scossa dalla sua sensatissima obiezione.
- Cosa? -
- Il tuo nome! Cosa significa? -
- Oh... - "Questa la so!" sorrise: - "Chi è come Dio?", "Di nobile aspetto" e "Dalla Lidia". - mise le mani dietro la schiena, gonfiò il petto: - Quindi, si può tradurre in "Chi è come Dio, di nobile aspetto e che proviene dalla Lidia?". -
- Quindi... - Haku si sporse verso di lei, e Miku quasi la vide spalmarsi a terra: - ... il tuo nome è un indovinello? -
- Tipo. - alzò le spalle. Era fiera del suo nome. Era bello, altisonante e scenico: - Ovviamente, la soluzione sono io. -
- Oh. -
- Ah, e Fairsound vuol dire "Primo suono", ma non fa parte dell'indovinello. - ci tenne a precisare. Nel mentre, si era fatta curiosa: - E il vostro? -
Haku guardò dentro la bottiglia, come a cercare la risposta sul fondo. Dopo qualche secondo, un sorriso sereno illuminò il suo volto: - Il mio nome completo è Haku Yowane. Significa "Dire cose cattive". -
- ... ah. -
- O "Sfoggiare piume bianche". -
"Ma perché?" trasse un profondo respiro: "E perché i suoi genitori sono stati così crudeli?" si morse un labbro per evitare che qualsiasi commento uscisse dalla bocca. Humpty Dumpty non parve farci caso, presa com'era dall'usare la bottiglia come un telescopio. E visto che, nel farlo, non si era annaffiata, doveva averla svuotata.
- Oggi è proprio una giornata curiosa, non trovi? -
- Perch- -
- Particolarmente rosso-marroncina. -
- Solo se la guardate attraverso la bottiglia. -
Haku sbattè le palpebre. Abbassò la bottiglia. Sgranò gli occhi, aggrottò la fronte: - Oh. Hai ragione. E' davvero incredibile! -
- Se la guardate attraverso alcune bottiglie, può diventare anche particolarmente verde. - c'era una cosa che Miku aveva capito: Humpty Dumpty aveva voglia di parlare.
E Humpty Dumpty era anche alquanto sbronza.
E, solitamente, gli sbronzi non avevano alcun freno.
Miku intrecciò le dita dietro la schiena: - Mi è stato detto che eravate molto amica di Meiko. -
Gli occhi di Humpty Dumpty erano due sfere rosse. Dopo qualche istante, la sua testa annuì.
- Cos'è successo? - fece un passo avanti, cercò di non far trasparire la propria ansia: - Perché ora Meiko vi minaccia? -
La Regina Bianca scosse la testa. Si stava mordendo un labbro. Non era un argomento di cui avrebbe voluto parlare.
Miku si sentì una persona orribile: "Ma..." trasse un profondo respiro: "... è la mia unica occasione.".
Serrò i pugni: - Meiko può essere salvata. -
Haku si bloccò, lo sguardo sgranato, lucido, fisso su di lei.
- Ma... - deglutì: - ... se nessuno mi dice niente, non c'è nulla che io possa fare! - si portò una mano al petto: - Vi prego, parlatemi di Meiko. Non della Regina di Cuori. Di Meiko. -
- Meiko... - la voce della Regina Bianca uscì spezzata. Non come se stesse per piangere, ma come se dovesse soppesare ogni sillaba di quel nome.
Ogni sillaba che Miku aspettava con ansia. Ma non doveva mettere fretta ad Haku, lo sapeva benissimo. Sentiva un macigno tra il petto e lo stomaco, avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto camminare a passo svelto, qualsiasi cosa, ma si costrinse a rimanere immobile.
"La Regina sta rievocando cose brutte." rallentò il respiro più che potè: "... devo aspettare.".
- Io... - la voce di Humpty Dumpty era un sussurro appena percettibile, le sillabe come incollate, ma ancora comprensibili: - ... sono sempre stata un'incapace. -
Miku tacque.
- Non ho nessuna qualità. Non so fare niente. Non sono mai servita a nessuno. - i suoi occhi erano su di lei, ma il suo sguardo era altrove: - La mia esistenza non ha senso. -
Miku strinse i denti.
- Alcuni mi trovavano inquietante. Per i miei occhi rossi e i miei capelli bianchi. Dicevano che era una combinazione disturbante. Che sembravo un fantasma. O una creatura malvagia. - piegò appena la testa di lato: - Sono sempre stata inutile. E neanche bella da vedere. -
"Non concordo."
- Mi dispiace di essere viva. -
Un brivido gelido lungo la schiena.
- L'ho detto così tante volte... - la sua attenzione fu attratta da qualcosa nel cielo. Ma, quando Miku guardò in alto, non vide altro che celeste. Tornò a guardare Haku. La Regina non fece altrettanto con lei: - Sono sempre stata sola. Anche se... - la voce si fece quasi impercettibile: - ... mi sarebbe davvero piaciuto avere un amico. -.
Le sue labbra si curvarono appena, ma il sorriso raggiunse gli occhi: - Un giorno, alcuni mi ricordarono quanto inquietante fosse il mio aspetto. "Fantasma! Fantasma!", dicevano. Io sapevo che avevano ragione, ma non capivo perché continuassero a ricordarmelo. Non è che me lo dimentico. Tuttavia, mentre lo dicevano, è arrivata una ragazza che non avevo mai visto. Una forestiera. Era bella, il suo portamento deciso, fiero, quasi regale. -
"Oh..."
- Aveva una bottiglia. L'ha tirata contro quei ragazzi che mi ricordavano del mio aspetto, ne ha preso in pieno uno, è scoppiata a ridere e ha urlato: "Sceeeemi! Sceeeemi!" -
"... oh."
- Poi li ha indicati e ha continuato: "Non riuscite neppure ad evitare una bottiglia volante! Sfigaaaati! Sfigaaati!". -
"Ah."
- E' stata piuttosto brusca, in effetti. - scosse la testa: - Li ha fatti scappare tutti. -
Qualcosa le diceva che non fossero scappati solo per quelle parole: "... ho come l'impressione che lo sguardo di Meiko, in quel momento, non fosse molto rassicurante." ma, forse, si sbagliava.
- Poi venne da me e si presentò come Meiko. Era qui in viaggio con il suo fidanzato, Kaito. Mi disse che il Paese delle Meraviglie le piaceva, ma che era troppo vasto e che le serviva una guida. Mi chiese se potessi aiutarla. - Haku strinse un pugno al petto: - Io... conosco benissimo il Paese delle Meraviglie. E, per la prima volta... - gli occhi si inumidirono: - ... fui utile a qualcuno. -
Miku non riuscì a trattenere un sorriso.
- Con il passare del tempo, il mio desiderio si avverò. Lei divenne mia amica. - il pugno scivolò in grembo: - Anche se era strano. Lei ed io eravamo davvero diverse. Io sono così, mentre lei era bella, forte e coraggiosa. Nessuno osava rivolgerle brutte parole. E chiunque osasse allungare le mani su di lei, entro poche ore, si ritrovava con la pelle ricoperta di strane bolle. -
"Ah. Forse quella non era Meiko." - Magari dopo aver bevuto qualcosa? -
- ... sì, in effetti sì! - finalmente, Haku tornò a guardarla: - Come lo sai? -
- Intuito. -
La Regina alzò le sopracciglia, ma decise di far finta di nulla: - C'era una cosa che continuavo a chiedermi: perché una donna simile era così gentile con me? - le palpebre si abbassarono appena: - Forse... provava pietà per me? -
Miku sentì il sorriso svanire.
- Lei, così bella e forte, stava insieme a me, inutile e debole, per bearsi della propria bontà? - trasse un profondo respiro: - Glielo chiesi. - la bottiglia cadde a terra con un rumore sordo. La mano sinistra accarezzò la destra: - Mi disse che lei non era bella. Io lo ero. - la voce s'incrinò: - Mi disse che io ero buona, sincera. Che la "me" che tutti vedevano era la "vera me". Lei, invece, ingannava tutti. Sempre. Per questo... - la voce si spezzò: - ... io ero molto migliore di lei. - si morse un labbro: - E che voleva imparare da me. Voleva che le insegnassi come essere davvero sincera. - affondò il volto nelle mani. Le spalle tremavano.
Qualcosa nel petto di Miku si spezzò. Forse era il macigno. Si era spezzato così all'improvviso da farle male.
Haku pianse.
Piangeva spesso, l'aveva capito; ma quel momento era diverso.
Quando Lily quando era stata fatta prigioniera nel Paese dello Specchio. Quando Gumi era stata esiliata dalla sua stessa terra. Quando Rin era stata rinchiusa in una prigione di follia. Quando Len era stato separato dalla sua amata sorella. Quando Kaito aveva visto sua moglie diventare l'artefice di tutti quei momenti.
- Noi... eravamo amiche. - poche parole, Humpty Dumpty tirò su col naso: - Lei fu la prima a dirmi cose del genere. Io le credetti. Grazie a lei, riuscii a conoscere altre persone, tra cui Neru. - quando parlò di nuovo, forse stava cercando di sorridere: - Sì, conobbi Neru grazie a lei. E sono sicura che è grazie a lei se sono diventata una principessa accettabile. -
"... no, un attimo, è Haku a far parte della Famiglia Reale?" evitò di rimanere a bocca aperta: "... e insultavano la principessa?"
La Regina Bianca rialzò il viso. Non erano solo le iridi ad essere rosse: - Meiko, con Kaito, rimase qui per molto tempo. Neru ed io ci sposammo, fummo incoronate, e il Cielo ci graziò di una bellissima bambina. -
"... avuta in qualche modo."
- Sapevo che Meiko non sarebbe rimasta per sempre, ma lei continuava a rimandare il momento della partenza. E, anche quando partì, non mancò mai di tornare a farmi visita. - giunse le mani: - Mi disse che ero stata molto gentile, con lei. Che, forse, aveva capito qualcosa. Ci teneva molto ad essere sincera. - sospirò, piano: - Mi mostrò il suo vero aspetto: non era bellissima, più che altro ingombrante. Quando tornò la Meiko che avevo sempre visto, mi chiese se mi fossi spaventata. Ma non potevo certo spaventarmi... insomma, era Meiko! -
"Giusto. Perché spaventarsi quando una come Meiko ti si trasforma in un mostro gigantesco che potrebbe schiacciarti anche per sbaglio?"
- Kaito mi disse che, per essersi mostrata con il suo vero aspetto, doveva fidarsi ciecamente di me. - un sorriso intenerito: - Ne fui lusingata. - alzò di nuovo lo sguardo al cielo: - Forse... forse Meiko mi considerava addirittura una sua pari. Quel che io provavo per lei, forse, era ricambiato. -
"Forse, eh."
- Ma... - la sua espressione s'incupì di nuovo. Miku sapeva benissimo cosa stava per dire: - ... poi andò nel Paese del Giallo. -
- Sì. So cos'è successo. - almeno quella parte non c'era bisogno che la rievocasse.
Haku annuì, piano piano: - Meiko divenne la Regina del Paese dello Specchio. Ero felice per lei e per i suoi sudditi: ero certa che lei sarebbe stata una Regina meravigliosa. - tirò su col naso: - Venne persino a chiedermi qualche consiglio per regnare meglio. Lei voleva essere una buona Regina. Ma poi... - Humpty Dumpty parve perdere ogni energia, di colpo: - ... divenne fredda. Iniziò a parlarmi in modo strano, a guardarmi in modo strano, a fare richieste strane. Neru mi diceva di non fidarmi. Che Meiko era cambiata. Che il potere le aveva dato alla testa. Che, ora, voleva anche il Paese delle Meraviglie. - scosse la testa: - No. No! - spalancò gli occhi: - Meiko non voleva... Meiko era- - la voce si spezzò di nuovo, le guance si bagnarono: - Lei... Lily... lei non- -
- Lily è qui, ora. - Miku la bloccò, si azzardò a toccarle una spalla: - E' qui. Nel Paese delle Meraviglie. A palazzo, con Neru. -
La Regina Bianca deglutì. Gli occhi sembravano doverle schizzare fuori dalle orbite, fissi nei suoi: - Perché... perché... -
- E' quello che stiamo cercando di scoprire! - dato che prima non aveva protestato, le afferrò le spalle, con forza: - Come può una donna buona come Meiko essere diventata la Regina di Cuori? -
- Era Meiko... - singhiozzò Haku: - ... e poi era la Regina di Cuori! -
- All'improvviso? -
- Neru dice di sì... - gemette la Regina Bianca: - Ma io... io vedevo che stava cambiando lentamente. Che mi parlava di meno. Che, ogni tanto, mi diceva cose strane. Ma solo ogni tanto! -
"... non mi fido molto dell'empatia di Neru." per niente, in realtà: "Deve essere come dice Haku. Ma allora... non c'è stato un singolo evento che ha dato inizio a tutto...?"
- Aveva preso la nostra Lily... - un sussurro: - Aveva ingaggiato una guerra con la Duchessa di Rossovetro... - un gemito: - Mi dissero... che la Regina di Cuori doveva sparire. -
Un tuffo al cuore: - ... cosa? -
- Io ero la persona a lei più vicina. - le parole spezzate dal pianto: - Che sembravo innocua, incapace di fare del male a chiunque. Dovevo ucciderla. -
"..."
- Quando l'avessi incontrata, avrei dovuto abbracciarla e piantarle un pugnale nella schiena. Mi dissero che avrei dovuto rendere concreto ciò che lei aveva fatto metaforicamente a me, prima che fosse lei a passare per le vie più concrete. -
- Ma non l'hai fatto. - le ricordò Miku: "Se la Regina di Cuori è ancora in circolazione..."
- Non ci provai neppure. Feci notare che, se avessi fallito, avrebbe fatto del male a Neru e Lily. Nessuno si fidava davvero delle mie capacità. L'unica ad insistere fu Neru. -
Un dubbio improvviso.
- Disse che ne ero in grado. Che, per le persone a cui volevo bene, sarei stata capace di uccidere chiunque. Ma, proprio mentre lo diceva... - deglutì: - ... capì. Non posso uccidere la Regina di Cuori. Meiko c'è ancora, lo so. Io... - tremò: - ... io mi fido di lei. -.
"... Haku ha approfittato della scarsa opinione che gli altri hanno di lei per opporsi a tutti e salvare Meiko, almeno per il momento."
Le lasciò le spalle. La Regina Bianca non era affatto come sembrava.
Lei e Meiko erano più simili di quanto avrebbe potuto pensare.
- Sono sicura... - sorrise, e sperò davvero che fosse un sorriso sincero: - ... che Meiko sarebbe felice di sentirtelo dire. -
Le labbra di Haku si piegarono appena verso l'alto: - ... grazie. -.

Humpty Dumpty pianse ancora molto, la testa sulla spalla di Miku. Anche lei si era seduta sul muretto troppo stretto. A starci attenta, non era poi così difficile rimanere in equilibrio.
Accarezzò i capelli bianchi della Regina, lo sguardo rimase agli alberi di fronte a sè.
"Né Kaito né Haku sanno spiegarsi cosa sia successo..." chiuse gli occhi: "... prima era Meiko, poi ha iniziato a diventare la Regina di Cuori in momenti a caso."
Sussultò.
Riaprì gli occhi: "... diventare la Regina di Cuori...?" afferrò il muretto con la mano libera: "... Meiko non può essere diventata così perché diventata qualcuno con tanti poteri. Ma... se fosse diventata così perché è diventata la Regina...?" sbattè le palpebre: "... la Regina che l'ha preceduta..." sentì il sangue gelarsi nelle vene: "... forse neppure Rin era così, all'inizio...?" sgranò gli occhi: "... devo parlare con Len.".
E tornare nel Paese dello Specchio.






Note:
* "Le persone si girano e mi ignorano / Il mondo davanti ai miei occhi è cambiato": Change me [ Traduzione (inglese) ]
* Per tutte le informazioni sul mochi e il kine, per di qua!
* "Voler cantare con le adorabili sirene" / "Inseguirsi per i campi nel territorio degli Indiani": Kaizoku F no Shouzou / Pirate F's Portrait [ Traduzione Scritta ]
* La canzoncina che canta Haku è la filastrocca di Humpty Dumpty.
* "Humpty Dumpty, io ti rifiuto!": Citazione cattivissima dal manga Pandora Hearts (Volume 15, Retrace 59).
Dato che non so le parole precise in originale, ho preferito usare la traduzione inglese standard ("I reject you!"), piuttosto che quella italiana - "Humpty Dumpty, io nego totalmente la tua esistenza.", una frase lunghissima e articolata che è assolutamente plausibile venga detta in un momento del genere.
* Il racconto di Haku contiene svariate citazioni a Shiro no Musume / Daughter of White. [ Traduzione (inglese) ]




... è più di metà anno che non aggiorno.
Ma è anche più di metà anno che, in generale, non scrivo. Semplicemente, la scrittura di storie non aveva più alcuna attrattiva.
Maseppurtuttavia, ora ho ripreso a scrivere e- no, non posso garantirvi aggiornamenti puntuali. ç__ç
Scusami (ancora) tutti per i tempi biblici con cui posto. m(_ç_ _ç_)m

Questo capitolo mi "inquietava" un po' perché, come avrete notato, è praticamente incentrato su Haku: la mia conoscenza di Haku rasenta il nulla. Ho dovuto studiarla un po', spero sia venuta decente. ç__ç
- E allora perché non hai scelto un personaggio a te più familiare per un ruolo importante come Humpty Dumpty? -
Perché, per me, Haku era perfetta per il ruolo. à__à
Così come, nell'originale, Humpty Dumpty spiega il poemetto del Jabberwock, qui Humpty Dumpty spiega del Jabberwock; nel mio headcanon, l'unica che può in qualche modo essere amica di Meiko è Haku, già perfetta Regina Bianca, quindi ecco come un personaggio che conosco poco ha avuto un simile ruolo! *O*/
*Sentiva di doverlo specificare.*

A proposito di Humpty Dumpty, la citazione da Pandora Hearts era obbligatoria perché, ormai, quando sento quel nome rievoco la Retrace 59.
Retrace che, quando rileggo, mi fa male come la prima volta.
*Nessuno capirà mai qual è il suo personaggio preferito di PH.*
/ Leggete Pandora Hearts! E' bello su tutti i fronti! Ignorate l'anime, andate al manga! L'anime adatta solo i primissimi volumi ad una lentezza esasperante e neanche mostra tutti i personaggi! /fine pubblicità

Ehm, dicevamo. à.à
Altra apparizione del capitolo è Zunko, Vocaloidessa che mi sta simpatica e che volevo inserire in qualche modo.
Chi ha letto Attraverso lo Specchio lo saprà già, ma ci tengo a specificarlo: le creaturine della Valle delle Foglie non sono opera mia ma dell'opera originale - eccone un elenco.
Allo stesso modo, gran parte del primo discorso tra Miku e la Regina Bianca è ripreso da Attraverso lo Specchio (marmellata ieri e domani, credere a cose impossibili, dolori anticipati, eccetera...), così come quello con Humpty Dumpty (tipo il non-compleanno e il significato del nome).

E quindi, dopo aver ascoltato Humpty Dumpty, Miku sembra essere giunta ad una conclusione circa il cambiamento di Meiko. Riuscirà a parlarne con Len senza che succedano cose bizzarre? Haku cadrà dal muretto? Miku sarà risucchiata dal ripostiglio pettorale della Regina?
Tutto questo e ancor di più nel prossimo capitolo - o forse no.
Un piccolo annuncio: a seconda di quanto spazio si prendano alcuni personaggi, questa seconda parte dovrebbe concludersi nel prossimo capitolo (poco probabile) o in quello dopo ancora (molto più probabile).
Spoiler: la terza parte sarà interamente incentrata su una saga - che, alla fine di quest'arco, risulterà ovvierrima.

Se, nonostante tutti i miei ritardi, ancora continuate a seguire questa storia, vi ringrazio tantissimo. ç_____ç
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto / non vi abbia deluso °A° - e, come sempre, per qualsiasi consiglio o critica, ditemi pure. °^°
  
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