Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Fab_7    21/11/2016    0 recensioni
Denise, una semplice ragazza di 19 anni, vive la sua monotona vita in un piccolo paese immerso nel nulla chiamato Sunnyfalls, tra scuola, amici, famiglia, sport e libri. Non è la più popolare della scuola, non partecipa a feste, e non ama stare troppo in mezzo alla gente. Preferisce credere alle storie dei suoi libri piuttosto che alla realtà. Una notte tornando a casa, si trova coinvolta in un brutto episodio che la segnerà a vita. Per fortuna al suo fianco ha due migliori amici meravigliosi, Bruce e Natasha, senza i quali non potrebbe vivere e che la aiuteranno a superare i momenti più difficili. Ma Denise non avrebbe mai potuto immaginare che le sue giornate sarebbero presto state scombussolate dall'arrivo di un misterioso ragazzo che le ruberà il cuore e anche l'anima.
Unsteady è un romanzo in cui l'amicizia e la fedeltà sono alla base di tutto. Dove anche la persona più improbabile può rivelarsi la più straordinaria. Dove l'amore sarà messo a dura prova dal destino. Ce la farà Denise a prendere in mano la sua vita e farne ciò che davvero desidera?
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Urlai dalla camera mia, presa a cercare tra tutti i panni dell'armadio e quelli posati qua e là. Quando mia madre faceva la lavatrice mi spariva sempre qualcosa. Ecco perché me la facevo da sola ogni volta. Sentii mia madre salire le scale ed entrare poco dopo in stanza con in mano i miei pantaloni neri. Sorrisi prendendoli.

Chiese mia madre venendosi a sedere sul letto, scansando una piccola montagna di vestiti, che subito rimisi a posto. In quei giorni camera mia era un disastro e stranamente mia madre non aveva nulla da ridire a riguardo, visto che entrambe eravamo felici di aver fatto pace.

Ridemmo entrambe, lei adorava Nat. Dissi mentre stavo piegando una maglietta, sospirai. Era vero, alla festa mi era mancato da morire.

Mi sorrise e si alzò per darmi una mano a sistemare tutto quel caos che c'era. Chiese mia madre mentre si stava rigirando tra le mani una pesante giacca in pelle. La guardai stupita, mi ero dimenticata di averla ancora li. 

Cercai di essere convincente, non era davvero il caso di aprire l'argomento Caleb con mia madre, anche se ne ero fortemente tentata. Forse lei era l'unica che mi avrebbe dato un buon consiglio. Era tanto che non uscivo da sola con mia madre e mi mancava, almeno mi sarei distratta un po'.

Il suo sorriso mi fece capire quanto la mia richiesta la rese felice. Sparì dalla mia stanza in due secondi facendomi sfuggire un sorriso. Mia madre era una bellissima donna di quarant'anni, qualche centimetro più alta di me, capelli del mio stesso identico colore ma portati molto più corti dei miei. Aveva gli occhi verdi ed un sorriso meraviglioso, anche lei come me amava l'attività fisica ma dato il suo duro lavoro alla libreria in città che la teneva occupata dalle 8 la mattina fino alle 7 di sera, non riusciva più a dedicarsi a se stessa. Ma credetemi se vi dico che fisicamente stava messa molto meglio di me che correvo tutti i giorni. Dopo circa cinque minuti tornò felice nella mia camera.

Quel sabato mattina in paese non c'era molta gente, eppure era una giornata meravigliosa di sole. Non faceva caldissimo ma si stava bene. La piccola piazza da casa nostra non distava molto, a piedi ci mettevamo una decina di minuti, quindi avremmo avuto un po di tempo per chiacchierare. Con mia madre parlavo spesso di libri, lei amava leggere quanto me. Ma restando sul vago decisi di aprire l'argomento che fino a pochi minuti prima ero convinta di non aprire.

Disse felice di poter essere utile.

Volevo avere un suo sincero parere.

Scoppiammo tutte e due a ridere come due sceme. Poi tornò più o meno seria. Fece una pausa guardandomi.

Dissi sbuffando.

Mi fece l'occhiolino sorridendo. Ero felice di avere lei al mio fianco. Soprattutto in questi momenti in cui non sapevo davvero cosa fare.

Non era da me una cosa del genere, fino a quel momento non mi ero mai innamorata in vita mia. Si, qualche piccola cotta ma niente di più.

Sospirò sorridendo a quei ricordi. Si spostò una ciocca di capelli dal viso. Parole sante. Come aveva ragione. Fino a prima di parlare con mia madre mi sentivo un'idiota ad essermi innamorata di un bastardo sconosciuto. Invece ora mi sentivo un po' più serena, quello che aveva detto mia madre era vero. Caleb mi era entrato dentro, e sarebbe stato un bel guaio.

Nel frattempo eravamo arrivate in piazza pronte per andarci a divorare tutti i dolci della pasticceria. La piazzetta del paese non era grandissima, eppure c'era un bar, una pasticceria, un piccolo ristorante ed un paio di negozietti qua e là. Tutto era in pietra, e più lo si guardava e più ci si innamorava. Sembrava uno di quei paesini antichi francesi. A dir poco meraviglioso e non sempre ne apprezzavo la bellezza.

Ecco l'unica cosa che odiavo di mia madre, il vizio del fumo.

Le sorrisi e mi avviai verso la piccola palazzina, di fianco all'entrata c'era una panchina quindi mi sedetti li nell'attesa. Accavallai le gambe e mi sistemai la coda, ogni tanto sorridevo a qualcuno che mi salutava, finché al mio fianco si sedette un ragazzo. Mi girai giusto per curiosità e spalancai gli occhi nel vedere che era Bruce. Il mio Bruce.

Non avevo quasi fiato. L'istinto mi diceva di saltargli addosso per quanto mi era mancato, ma non potevo visto quello che era successo e magari lui non voleva.

Non mi guardò neanche in faccia.

Dissi con un nodo alla gola.

Si girò finalmente a guardarmi.

Sospirai scuotendo la testa e guardando da un'altra parte, sentivo le lacrime che stavano salendo piano piano, ma non potevo permettermi di piangere, non davanti a lui. Lo avrei fatto sentire ancora peggio.

Non feci neanche in tempo a farlo finire che mi ero già fiondata tra le sue braccia. Lo strinsi così forte sperando di fargli mancare l'aria. Dio come mi era mancato il suo calore.

Lo strinsi ancora più forte e sentii le sue possenti braccia stringermi a sua volta. Sarei potuta rimanere così per sempre. Non volevo che fraintendesse, ma di quel contato ne avrei avuto bisogno sempre. Non riuscivo a viverne senza, e mi rendevo conto che il mio era puro egoismo. Ed eccole lì, le lacrime uscirono senza sosta. Ma non erano lacrime di tristezza, ma di gioia.

Alzò il mio viso mettendomi un dito sotto il mento e mi sorrise asciugandomi le lacrime.

Alzai le spalle guardando nella direzione del piccolo bar proprio di fronte a noi dall'altra parte della strada. Aveva sicuramente incontrato qualcuno e si era fermata a parlare.

Mi chiese Bruce premurosamente.

Ridacchiai facendogli la linguaccia ed attraversammo la piccola piazza, dirigendoci verso il bar. Mi era mancato ridere con lui. Una volta dentro ci guardammo intorno, ma il locale non era grande quindi non si poteva essere nascosta.

Disse Bruce dandosi un'occhiata in giro.

Buttai li la mia supposizione. Decidemmo di tornare in pasticceria ed aspettarla lì, le avrei mandato un messaggio per avvisarla.

Stavamo per attraversare la piazzetta quando sentii la sua voce proprio dietro di me, ma era lontana, non stava parlando con me. Mi voltai e notai due persone in un vicoletto poco lontano da noi. Assottigliai gli occhi per mettere meglio a fuoco e riconobbi mia madre che stava parlando animatamente con un uomo. Solo dopo mi resi conto che era lo stesso uomo con cui mi ero scontrata alla festa. Spalancai gli occhi. Perché mia madre stava parlando con quel tipo? Come faceva a conoscerlo? O forse le stava dando fastidio ma lei non lo conosceva. Stavo per fare dietro front ed andare in suo soccorso, ma ad un certo punto senza capirne il motivo si stavano abbracciando, ma non era un abbraccio qualsiasi. Sembravano piuttosto affiatati.

Mi chiese Bruce vedendomi in quello stato. Io mi voltai immediatamente sperando che lui non avesse visto nulla.

Iniziai a balbettare. Non sapevo cosa dire, dovevo andare li per capire cosa mi stava nascondendo mia madre e soprattutto capire chi era quell'uomo.

Purtroppo Bruce la vide. Ero inchiodata al terreno e scrutavo quella scena. Sembravano molto in confidenza e da mia madre una cosa del genere non me l'aspettavo. Però quell'uomo mi sembrava famigliare, e non solo perché lo avevo visto alla festa, anche in quel caso mi era sembrato già di conoscerlo.

  Iniziai a camminare a passo svelto verso di loro senza ascoltare Bruce che mi diceva di stare ferma dove stavo e aspettare che fosse mia madre a spiegarmi come stavano le cose. Svoltai il vicolo e me li ritrovai proprio di fronte. Si girarono entrambi nella mia direzione, mia madre restò impietrita e a bocca aperta. Quell'uomo incrociò il mio sguardo, anche lui non sapeva cosa dire.

La voce di mia madre risultò intimorita quasi.

li guardai entrambi aspettando delle spiegazioni. 

Bruce fece un cenno con il capo senza dire parola.

Chiesi un po stupita. Erano forse amanti? Poi mi girai verso il tipo. Lui si immobilizzò guardando mia madre, in seria difficoltà.

Mia madre guardò prima me e poi l'uomo. In qualche modo le credevo, però volevo solo capire cosa stava succedendo. Insomma chi diavolo era quell'uomo? Qualcosa mi diceva che era importante saperlo.. 

Sospirai passandomi una mano tra i capelli. Mi volevo seriamente fidare di lei. Anche se non avrei potuto biasimarla se tradiva mio padre, un uomo del genere non lo augurerei a nessuno. Mia madre mi ringraziò con lo sguardo, io non sapevo se ricambiare il sorriso quindi mi allontanai da li con Bruce subito dietro di me. 

La voce di Bruce giunse premurosa come sempre alle mie orecchie e mi fece sorridere.

lui mi sorrise e mi strinse in un abbraccio.

si girò dandomi le spalle ed io ridendo gli saltai sulla schiena ed entrammo in pasticceria come se nulla fosse successo.

___________________________________________________________________________

Quella specie di colazione andò piuttosto bene. Misi da parte quello che avevo visto e feci finta di niente. Quando uscimmo dalla pasticceria io e Bruce ci andammo a fare un giro insieme, dovevamo rimediare a quella settimana in cui eravamo stati lontani. Parlammo un po' di tutto, di quello che aveva fatto lui e di quello che avevo fatto io. Sorvolai di parlargli di ciò che era successo alla festa, non l'avrebbe presa bene ne per Caleb e ne per i due regali che mi aveva fatto.

Mi chiese lanciando dei piccoli sassi davanti a lui che aveva raccolto poco prima. Eravamo leggermente fuori dal piccolo paese, nei pressi del laghetto. Anche quello un posto molto speciale e meraviglioso.

Calciai un po di ghiaia con le scarpe mentre mi guardavo intorno.

Disse lui ridendo e mi rivolse uno sguardo complice facendomi l'occhiolino.

Gli sorrisi incrociando le braccia al petto, faceva più fresco lì rispetto al paese. La posizione del lago era leggermente più esposta all'insolito freddo che attanagliava Sunnyfalls di tanto in tanto.

Ci dirigemmo nella piccola casetta di pietra abbandonata che si affacciava proprio sul lago, il comune aveva deciso di rimetterla apposto nonostante fosse abbandonata, così la gente poteva tranquillamente andarci senza avere il terrore che qualche pietra potesse franare. Appena entrammo ci andammo a sedere su alcune sedie posizionate proprio all'entrata, e non appena mi sistemai mi squillò il telefono. Era Nat.

Girai lo schermo del telefono per farlo vedere a Bruce, se avessi risposto mi avrebbe tenuta al telefono le ore e lo sapevamo entrambi. Però magari era importante e se non avessi risposto mi sarei sentita in colpa. Nel rifletterci non feci in tempo a prendere la chiamata, ma Nat non si diede per vinta e mi inviò immediatamente un messaggio, che aprii.

-Denise devo vederti subito. Ho incontrato Caleb. Cioè non proprio incontrato, ma meglio vederci così ne parliamo meglio. E' urgente!!!

Quando c'entrava Caleb mi veniva sempre l'ansia. Sospirai mettendomi il telefono in tasca.

MI grattai la testa ancora leggermente confusa da quel messaggio.

Iniziammo ad incamminarci.

Mi sorrise facendomi nuovamente l'occhiolino e dopo poco le nostre strade si divisero visto che dovevo raggiungere Nat. Arrivata alla fermata dell'autobus le mandai un messaggio dicendole che in una mezz'oretta sarei stata da lei. Mi sedetti sulla panchina in attesa guardandomi intorno. Ormai quando ero sola avevo ogni senso allertato, non riuscivo a stare tranquilla. Avevo sempre l'ansia che qualcuno mi seguisse, fortunatamente però arrivó  l'autobus poco dopo quindi mi rilassai e salii andandomi a sedere all'ultimo posto in fondo, come al solito.

Dovettero passare almeno cinque minuti prima che mi rendessi conto che tre sedili accanto a me c'era lui, Caleb.

Dissi praticamente a me stessa alzando gli occhi al cielo.

Un sorriso beffardo era stampato sul suo viso mentre le sue braccia erano incrociate come al solito. Si alzò per venirsi a sedere proprio di fianco a me.

Ringhiai praticamente, senza degnarlo di uno sguardo.

Più passava il tempo e più era strafottente con me.

Non volevo che nessuna emozione o sentimento uscisse fuori. Preferivo che pensasse che lo odiassi piuttosto che farmi prendere in giro per non essere ricambiata. Ripensai alle parole giuste di mia madre, ma ogni volta che lo incontravo ero sempre più dell'idea che nonostante fossi innamorata di lui, Caleb si sarebbe semplicemente divertito con me, distruggendo ogni mio sentimento. Era questo il gioco a cui stava giocando, altrimenti come potevo spiegare il suo comportamento? E come potevo spiegare anche il via vai di donne che aveva?

Gli sorrisi gelida.

Indicò la catenina della collana che si intravedeva da sotto la giacca. Me l'aveva regalata alla festa, anche se tecnicamente non l'aveva pagata visto che il gentile signore credeva che stessimo insieme e aveva voluto farci questo regalo.

Mi disse dolcemente guardandomi negli occhi. Ecco che ricominciava a farmi confondere con le sue belle frasi. Non lo sopportavo quando faceva così.

Chiesi evitando la frase appena detta.

Disse tranquillo, ma non ero così stupida. Aveva due macchine e una moto e voleva farmi credere che doveva prendere l'autobus per venire in città?

Sorrise e mi sentii presa in giro. Dovevo scendere subito e fortunatamente eravamo già in città quindi dovevo solo aspettare la mia fermata.

Dissi ironicamente, anche se non lo ero più di tanto visto che in parte ero davvero felice di averlo rivisto. Ecco nuovamente, pensieri e sentimenti ingarbugliati più di prima.

Mi fece l'occhiolino sapendo benissimo quanto odiassi che mi chiamasse così. Mi alzai salutandolo con un gesto quasi timido della mano e scesi alla fermata. Ne uscivo sempre sconvolta da ogni incontro con lui, era più forte di me. Scacciai i miei pensieri ed iniziai a cercare Nat li intorno, doveva essere proprio la vicino alla fermata perché mi aveva detto che mi avrebbe aspettata li, ma non la vedevo affatto. Dopo un po' sentii urlare il mio nome da un tavolino di un piccolo bar poco distante da me, mi voltai e la vidi seduta li che agitava freneticamente il suo braccio per farsi vedere. La raggiunsi poco dopo sedendomi di fronte a lei. Il bar dava proprio sulla strada però era molto carino nella sua semplicità.

Mi sistemai i capelli spettinati per il vento ed ordinai un bicchiere di coca al cameriere che nel frattempo era passato per prendere l'ordine.

Parlò a bassa voce come se qualcuno potesse sentirci. Disse il tutto in modo molto teatrale come suo solito. Dovevo ammettere però che la cosa mi disturbò un pochino, insomma per quale motivo stava indagando su di me? Per conoscermi meglio o c'era dell'altro? Quel ragazzo la coerenza non la conosceva proprio. Diceva una cosa e ne faceva un'altra, poi ovviamente c'era anche Nat che fraintendeva sempre tutto, quindi dovevo assicurarmene bene di questa storia perchè poteva benissimo essere un altro film che si era fatta.

Scossi la testa ancora leggermente allucinata dalle parole di Nat. Voltai leggermente la testa sovrappensiero mentre la mia migliore amica non la smetteva di fare supposizioni da film, e lui era proprio lì, dall'altra parte della strada. Che mi fissava, appoggiato al suo suv nero.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Fab_7