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Autore: Rie_chan    17/05/2009    6 recensioni
"Scommettiamo!"
Sbattè le palpebre un paio di volte, assottigliando gli occhi nocciola velati di sospetto.
Lei adorava le scommesse e non era un mistero.
Ma che fosse lui a proporgliene una, fronteggiandola immobile invece di approfittare del suo ragionevole smarrimento, le causava una curiosa agitazione.
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Tsunade
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Didn't it rain
DIDN'T IT RAIN



Pioveva.
Pioveva ininterrottamente dal primo momento in cui avevano messo piede nel villaggio. Ma erano ad Ame e sarebbe stato strano il contrario.
Perciò sbuffava incapace di fare nient'altro, perdendosi nella contemplazione del cielo perennemente grigio nel tentativo di ingannare l'attesa.
In realtà erano diretti ad Iwa, ma avrebbero dovuto incontrarsi con un altro gruppo prima di proseguire il viaggio.
Gruppo che, con suo grande dispiacere, ci stava mettendo più del necessario per raggiungerli.
Così erano ben due giorni che lei, Orochimaru e Jiraya erano bloccati in quella locanda fatiscente.
E non si contavano già più le volte che aveva steso il pervertito con uno dei suoi destri.
Non capiva proprio come qualcuno degno del titolo di sannin potesse continuare ostinatamente a comportarsi in maniera così stupida.
Perchè cercare di spiarla mentre faceva il bagno o addirittura di palparla balbettando poi scuse inconsistenti, lo sapevano tutti, equivaleva ad un suicidio.
Eppure, neanche avesse voluto davvero finire prematuramente all'altro mondo, non passavano più di pochi minuti prima che se lo ritrovasse nuovamente di fronte.
Con un sorrisetto furbo ed uno sguardo insano che avrebbero spazientito anche il più impassibile degli individui.
E lei, che di impassibile aveva ben poco, non avrebbe potuto trattenersi dal rompergli per lo meno un paio di ossa.
Quindi non si stupì di vederlo entrare per l'ennesima volta nella sua stanza.
Almeno non fino a quando, con una voce mortalmente seria, aveva rotto quel silenzio annoiato.

"Scommettiamo!"

Sbattè le palpebre un paio di volte, assottigliando gli occhi nocciola velati di sospetto.
Lei adorava le scommesse e non era un mistero.
Ma che fosse lui a proporgliene una, fronteggiandola immobile invece di approfittare del suo ragionevole smarrimento, le causava una curiosa agitazione.
Forse non era uno stratagemma per costringerla ad abbassare la guardia, ma trattandosi dell'ero-baka non ci avrebbe messo la mano sul fuoco.

"Se la prima persona che attraversa la strada ha un ombrello rosso, usciremo insieme...ci stai?"

Come volevasi dimostrare.
Conoscendolo, era ovvio che ci fosse un secondo fine.
Anzi, la cosa più strabiliante era che si fosse accontentato di una semplice uscita, più che chiederle un capo della sua biancheria.
Era stata addirittura sul punto di accettare, cedendo all'emozione di quella sfida inattesa.
Ma, ovviamente, la questione si era risolta con un bernoccolo gigantesco ed un festival di calcinacci.
Una soluzione pittoresca e anche piuttosto inutile.
Perchè se solo si fossero preoccupati di sbirciare fuori dalla finestra, avrebbero scorto il fatidico passante che, ignaro, attraversava la strada con il suo ombrello nero.




Pioveva.
Pioveva ininterrottamente da quella mattina. Ed era parecchio strano visto che si trovava a Konoha.
Ma lei sembrava non curarsene e, respirando appena, fissava imperterrita quel mondo incolore e privo di contorni.
Non aspettava nessuno - non più - nonostante fossero in molti a cercarla al villaggio, colpiti dall'improvvisa assenza della Godaime.
Eppure, con suo grande sollievo, scoprì di essersi resa introvabile, a dispetto dell'esigua area di ricerca.
Così erano ben due ore che se ne stava lì senza muovere un muscolo, paralizzata da sentimenti che non sapeva di provare.
O di cui non aveva mai voluto ammettere l'esistenza.
E non si contavano già più le volte che aveva inveito contro quel pervertito, apostrofandolo con mille e più insulti.
Ancora adesso non riusciva a capire come qualcuno degno del titolo di sannin avesse potuto continuare ostinatamente a comportarsi in maniera così stupida.
Perchè lei lo aveva avvertito, invitandolo alla prudenza, consapevole dei rischi che avrebbe corso.
Eppure lui era stato irremovibile e, giustificandosi con argomenti sconclusionati, aveva scelto ancora di agire senza criterio.
Quindi non poteva stupirsi di quell'epilogo, tantomeno interrompere quel dannoso contatto visivo.
E solo quando aveva avvertito l'avvicinarsi di una presenza familiare, si era voltata di scatto, confusa, nella sua direzione.
Leggermente sbiadita da quelle insopportabili gocce, era riuscita a scorgere degli indomabili capelli bianchi mentre, con un'espressione maliziosa, quella si riparava con il suo ombrello rosso.

"Stupido."

Aveva asserito in un sussurro, mordendosi con stizza il labbro inferiore, un attimo prima che la sagoma scomparisse.
E alla fine gli occhi, terribilmente stanchi, erano ritornati ad osservare quella fredda lastra di marmo, macchiata impunemente dall'acqua salata.
Perchè, forse, non pioveva affatto.





Cos'è sta cosa? E soprattutto perchè perdo tempo a scrivere cose inutili? Mah...
In realtà questa (malsana) idea mi frullava da un po' di tempo nel cervello (bacato che mi ritrovo) e precisamente da quando ho ascoltato l'omonima lirica di Kanno (somma compositrice *__*). Poi ho visto in un drama la storia dell'ombrello (anche se lì la faccenda era decisamente meno lugubre) ed ho pensato subito a Tsunade ed al sommo Jiraya e quindi, in meno di due ore, eccovi questa specie di one-shot, che all'inizio doveva essere una drabble, a testimonianza della mia assoluta incapacità di sintesi. Liberi di ignorarmi, ma spero che almeno qualcuno voglia lasciarmi una traccia del suo passaggio. Bye bye


Rie_chan
  
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