Fanfic su attori > Cast Merlin
Segui la storia  |       
Autore: Relie Diadamat    23/11/2016    1 recensioni
Colin Morgan è un ragazzo adorabile... quasi quanto stupido, di questo Katie ne era fermamente convinta. Erano cinque anni che ci sbavava appresso e lui neanche se ne accorgeva. Ne aveva provate di tutte per avvicinarsi a lui, ma proprio non ci riusciva ad ottenere un risultato positivo.
Questa storia parla di come Katie, spinta dalla sua ossessione verso Colin, abbia escogitato mille modi per provarci col suo amico-collega, senza mai riuscirci...
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Colin Morgan, Katie McGrath
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Nda: Buon salve a tutti!
Sì, sono ancora viva e sì, sono tornata.
Non mi sono dimenticata di questa raccolta, ogni tanto troverete sorprese come questa.
Come già anticipato in pagina, questo decimo tentativo conserva una bella sopresa. Un po' lunghetto e più romance che humor, spero lo gradiate lo stesso.
Lo dedico a tutte le persone che hanno recensito, aggiunto la raccolta nelle preferite, ricordate e seguite.
Grazie mille, davvero. Non vi aspettavo così numerosi.
Ho avuto un po' di problemi con l'interlinea... ma spero che il risultato non sia penoso.
Vi ricordo che questo tentativo è collegato al precedente.
Spero sia di vostro gradimento.
Buona, spero, lettura!
Ps. Vi aspetto in pagina per ulteriori informazioni --> click

 



«Non sei solo un collega per me, Col».
 
 
Ci fu un festival, molto tempo fa, una specie di sagra del paese a cui Katie non aveva mai preso parte. Fu suo nonno, il suo Cavaliere d’Oro, a portarla in mezzo a tutte quelle persone sorridenti, il buon profumo di mandorle caramellate e il colore delle luminarie che sapevano far spalancare gli occhi chiari della piccola Kathrine di sincera meraviglia.
Fu proprio quel giorno che conobbe una vecchia signora; di lei ricordava soltanto due occhi dello stesso colore delle foglie secche che riposavano sull’asfalto e i capelli brizzolati raccolti in una treccia trasandata.
Fu lei a parlare di energia positiva e negativa per la prima volta: “ogni persona, ogni pensiero porta con sé o l’una o l’altra”, le disse. “Meglio che ti tenga stretta solo il bello.”
Ignorava il motivo per cui quel ricordo fosse riemerso a galla in quel momento, mentre distrattamente aveva alzato lo sguardo al cielo limpido.
In tutti quegli anni aveva evitato d’interrogarsi su cosa l’attraesse così tanto a Colin, perché le piacesse incondizionatamente.  Aveva paura della risposta che si sarebbe data, dell’ovvia conclusione che avrebbe tratto.
Allora si era limitata a pensarla in questo modo: Colin Morgan le trasmetteva energia positiva.
Come si può restare indifferenti di fronte a qualcuno che ti fa stare così bene?
Eppure c’era dell’altro.
C’era anche il lato oscuro della felicità.
«Sicura che non t’importi?»
 «Ti ho detto di no».
 
Katie strinse forte la busta che aveva tra le mani, sperando che quel tormento finisse il prima possibile.
Da quando Colin si era presentato di soppiatto a casa sua – con appresso gli inseparabili Angel e Bradley -, l’estate era volata via in un baleno – tra incontri fortuiti in accappatoio e cene romantiche mandate a monte -; Katie aveva insistito affinché restassero fino alla fine di Agosto, cosciente che quello fosse l’unico modo per trascorrere una quindicina di giorni insieme a Colin. E così fu.
La permanenza dei suoi amici si era prolungata sino agli inizi di Settembre; Angel aveva dunque avuto la brillante idea di organizzare una cena di arrivederci, per salutarsi… lasciandola sola con Brad. A fare la spesa.
Il biondino non aveva perso occasione per parlare di Colin. L’adorato e dolce Colin… che aveva conosciuto qualcuno.
L’amico aveva insistito più volte nel ricordarle la sua cotta palese nei confronti dell’attore, ma Katie aveva prontamente smentito ogni sua insinuazione: James non doveva saperlo… o almeno, non doveva averne la conferma. O sarebbero stati guai.
Katie non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione.
«Affatto.» Fu la sua risposta. Potrei comunque origliare le sue telefonate.
Katie si sarebbe aspettata di tutto fuorché la risata di Brad all’ombra di uno splendido albero che affacciava sulla strada.
«Andiamo McGrath, l’hanno capito tutti!»
 
L’attrice rimase a bocca aperta, impreparata e col cuore a mille. Forse addirittura arrossita.
Si riscosse all’istante – l’istante più lungo della sua vita -, cambiando l’espressione da pesce lesso con una più adeguata alla sua recita.  «Non capisco di cosa parli, Brad».
 
 «Kat», la riprese come se fosse una bambina ottusa, «i tuoi occhi diventano due cuoricini quando lo guardi. È fin troppo evidente».
 
«Non dire sciocchezze!», si difese. «La mia è pura ammirazione professionale».
«Certo, come no.» Brad la sorpassò scuotendo il capo. «Anch’io sono professionalmente attratto da Anthony, ma non mi sognerei mai di saltargli addosso».
Katie arricciò le labbra indispettita, raggiungendolo a passo svelto, urlandogli contro che si sbagliava di grosso.
In effetti, la corvina desiderava molto di più che saltargli semplicemente addosso.
 
*
 
Le previsioni del dannato Bradley si dimostrarono vere a poco a poco, mettendo a dura prova l’animo sensibile della povera Katie.
Per cominciare, si era scottata con il manico bollente della pentola udendo la voce di Colin chiamare il suo nome, l’invitante profumo di menta ad annebbiarle il cervello; come se non bastasse finì col salare eccessivamente l’acqua sotto lo sguardo ammonitore di Angel – e quello decisamente più confuso del collega. Ciliegina sulla torta, l’adorato e caro Colin le aveva chiesto il permesso per invitare Charlotte – così si chiamava la strega cattiva la fantastica ragazza che aveva conosciuto – alla cena.
«Certo! Più siamo e meglio è», aveva risposto con un sorriso degno da Oscar, incurante del fatto che la lama del coltello non stava tagliando nessuna cipolla… ma il suo dito.
 
«Sicura che… non ti dia fastidio?»
Si erano fissati tutti con quella storia.
«Perché dovrebbe?»
«Giusto».
«Giusto».
E l’amato Colin si era allontanato così com’era comparso al bancone: senza far rumore, senza aggiungere altro. Col profumo di menta che Katie sentiva svanire man mano.
Guardò in basso sul ripiano in legno dove stava affettando l’ortaggio, notando affranta il taglio che si era procurata e sul quale Angel si era fiondata.
 
Avrebbe potuto dirle qualcosa, d’altronde, invece di parlarle di Charlotte.
 
Odiava quel nome.
Non lo sopportava.
 
Di sicuro non era così straordinaria come decantava l’innocente e perduto Colin.
 
*
 
Charlotte era straordinaria.
Adorabilmente straordinaria.
Katie lo aveva capito fin dal primo sguardo, dal primo passo che quella dolce irlandese dai capelli rossicci aveva mosso in casa sua; profumava di fiori, di buono e di grazia. Colin le sorrideva spesso, passandole un bicchiere di vino per metterla a suo agio.
Charlotte era perfetta agli occhi di tutti: Bradley aveva apprezzato fin da subito il suo senso dell’umorismo genuino; Angel si era perdutamente innamorata delle torte vegane ( perché la-perfetta-Charlie era anche vegana) che la ragazza le aveva mostrato dal suo cellulare; Colin sembrava essere fatto a posta per lei e per le sue lentiggini deliziose e Katie… si era odiata con tutta se stessa per la simpatia che nutriva nei suoi confronti dopo aver saputo del piccolo cagnolino che aveva salvata dalla strada.
 
DANNAZIONE.
 
Trangugiò un bicchiere di vino dopo l’altro, sgattaiolando in cucina ogni venti minuti per nascondersi, inventando scuse sempre più scadenti.
Tutta quella storia era nata per passare del tempo con Colin… ed era degenerata nel peggiore dei suoi incubi: Katie aveva incontrato l’anima gemella… di Morgan!
Sarà stata colpa di tutto l’alcool che cominciava ad annebbiarle i sensi, ma Katie avrebbe giurato di aver visto il suo collega smettere di sorridere tutte le volte che lei era nei paraggi.
Come se stesse disturbando il suo incantevole appuntamento con l’amore.
 
ASSURDO.
 
Niente aveva più senso: Patty, la cara vecchia amica d’infanzia di Katie aveva messo su della musica in grado di martellare anche i timpani di un sordo, rassegnata all’idea di non avere nessuna  chance con James; Russel, un tipetto che Patty si era portata dietro, continuava a fare la corte alla povera Angel e Katie… era rimasta in disparte, sconsolata, ad osservare Charlotte portare fuori in veranda Colin. Il suo Colin.
«Stai crollando, McGrath.»
Katie si accorse della presenza di Brad solo quando il biondo le sfiorò un braccio per allungarsi verso la ciotola di salatini, poggiata  sul tavolino dinanzi al sofà. «Si vede lontano un miglio.»
 
«Smettila, Brad.» Sospirò esausta lei. «Non è divertente».
«Non intendevo essere divertente».
Katie si voltò verso di lui a bocca spalancata, scuotendo il capo per poi ridere nervosa. «Sono quasi ubriaca, Bradley. Non parlarmi fino a domattina».
L’attrice tirò su col naso, guardando altrove. «Ti prego».
 
«È questo il tuo piano?» le domandò masticando noccioline. «Startene seduta qui, mezza sbronza, a non far niente?»
La testa cominciava a girare. La musica alta, il troppo vino, le lacrime che stupidamente sapeva di star per versare… Katie non sapeva con esattezza a cosa attribuire  la colpa  per la tristezza improvvisa che avvertiva come un nodo alla gola. Era patetico, insensato e completamente inutile.
Fu per questo motivo che si girò di scatto verso il suo amico, gli occhi lucidi e infelicità dipinta sul volto. «Sì, è proprio questo il piano», sbottò. «Mi dà fastidio, ok? Non riesco ad essere felice se lui incontra la donna dei suoi sogni, la ragazza perfetta che salva gli animali e mangia il tofu al posto degli hamburger, e questo mi dà i nervi. Il piano è restarmene qui a bere vino, a non far niente e a sembrare la strega cattiva con un falsissimo sorriso stampato sulla faccia perché è così che mi sento! Ci ho provato così tante volte, in mille modi… Lo ammetto: voglio saltargli addosso. Voglio saltargli addosso tutte le volte che lo vedo, va bene? Io voglio saltare addosso a Colin Morgan!»
Non si accorse nemmeno della faccia imbarazzata dell’amico; Katie si voltò indietro incontrando i volti imbambolati di Colin e Charlotte che la guardavano impietriti, congelati sul posto.
 
Merda.
Voleva sparire.
Era un’attrice, una fottutissima attrice.
La sua carriera si basava sulle sue capacità recitative… ma come avrebbe mai potuto fingere di fronte quegli occhi azzurri che tanto amava?
Abbassò lo sguardo, Katie, sentendo il peso della vergogna sulle spalle e fece l’unica cosa che le sembrasse sensata: corse via a capo chino.
 
Potrei emigrare verso i Poli: nessuno ne parla mai, persino il tg a volte li dimentica.
Potrei diventare la miglior amica di un orso polare…
Avendo esaurito la scorta di maledizioni da autoinfliggersi, Katie era passata al piano b: architettare minuziosamente la sua fuga. Non poteva di certo starsene tutta la vita seduta sul prato del suo giardino!
Non era per niente un nascondiglio sicuro…
O magari di un pinguino. I pinguini sono molto carini.
Sentì dei passi, ma non si mosse.
Katie sapeva che le ciocche corvine non l’avrebbero mimetizzata con il buio della notte, ma sapeva anche quanto ridicola sarebbe stata se fosse scappata. Ancora.
Cercò solo di guardare la luna, mentre un profumo di menta si faceva vicino tanto da farla sorridere.
Colin le sedette accanto, senza dire nulla. Sembrò aspettarla, concederle il tempo necessario per riprendere le parole , godendosi nel frattempo lo spettacolo del cielo notturno.
Katie si umettò le labbra, trovando il coraggio in quel silenzio accogliente.
«Non sei solo un collega per me, Col».
 
Ecco, gliel’ho detto.
Senza mezzi termini, senza giri di parole.
Gliel’ho detto.
 
Lo guardava, Katie, ripercorrendo con gli occhi le linee del suo volto.
Colin era serio mentre guardava la luna, ed era meraviglioso colorato dal suo bianco. I suoi occhi si posarono su di lei senza che se ne accorgesse, e per poco Katie non impazzì.
«Neanche tu sei solo una collega, Kat. Tu sei un’amica, un’ottima amica».
 
Bravo, Morgan. Colpita e affondata.
Ma poi successe una cosa che non si sarebbe mai aspettata, qualcosa che aveva atteso ardentemente come la pioggia nel deserto.
Erano le labbra di Colin, quelle adagiata sulla bocca, che premevano. Uno schiocco, un temporale dopo tanto caldo.
Si staccò piano, ma abbastanza da far male.
«Ti concedo questo momento».
Un sussurro che nuoce, ma a Katie non avrebbe mai importato. Si avventò sulle labbra che tanto aveva bramato, immerse le mani nei capelli che continuava a sentirsi tra le dita ogni giorno.
Colse l’attimo al volo, prima di sbarrare gli occhi.
Mi sta baciando. Con la lingua.
Impossibile, non ci casco.
Uno schiaffo.
Katie lo aveva colpito in pieno sulla guancia sinistra.
«Davvero?!» farfugliò lei ad occhi sbarrati. «Non sto per svegliarmi e… è tutto vero? Ci stiamo baciando?»
L’adorato Col si massaggiò la guancia offesa, riservandole uno sguardo confuso e sbigottito.
Durò solo un attimo.
Le labbra piene del collega, le stesse che secondi prima aveva assaporato, si allargarono in un lieve sorriso.
Katie sentì il sapore dell’amaro nel palato, un agrodolce retrogusto di menta.
Sorrise di rimando senza capirne il motivo, osservandolo alzarsi e tornare a quella piccola festicciola. 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Relie Diadamat