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Autore: Fed    23/11/2016    3 recensioni
"Non è questione di essere un serpeverde: mentire è facile.
Anzi, più la bugia è grande, più diventa facile pronunciarla; basta aggiungere qualche lettera, cambiare il tono di voce.
Tu mi piaci. Tu non mi piaci."
Zabini protagonista. Draco/Harry implicita.
Genere: Angst, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non è questione di essere un serpeverde: mentire è facile.
Anzi, più la bugia è grande, più diventa facile pronunciarla; basta aggiungere qualche lettera, cambiare il tono di voce.
 
Tu mi piaci. Tu non mi piaci.
Non posso proprio fare a meno di starti accanto. Non puoi proprio fare a meno di restare a rompere qui?
Ti voglio. Ti voglio uccidere.
 
Il concetto è di per sé brillante, Blaise non può fare a meno di complimentarsi col proprio acutissimo cervello per esserci arrivato fin da quando era bambino. Mentire ormai è quasi diventato un palliativo, rende tutto più facile.
 
Nott continua a frignare, con la sua voce da ragazzina petulante mentre gioca la carta della pena per convincere Draco di quanto sia sbagliato andare al terzo piano.
Andare da Potter; abbandonarlo qui.
 
È la cosa più patetica che abbia mai visto.
 
“Ma io voglio andare!” mugugna Draco, lo sguardo ferito rivolto verso il suo migliore amico “Io devo andare. Questa faccenda deve risolversi, fosse anche con un pugno in faccia.”
 
“Vuoi veramente andare a farti umiliare da Potter? Volontariamente?” urla con voce stridula Nott, le mani chiuse a pugno, le guance arrossate.
 
Blaise lo guarda stupito: come è possibile che il castano abbia appena detto una cosa del genere? È lui che si sta umiliando. È lui che sta pregando Draco di non lasciarlo.
Poi Zabini comprende: anche Theodore sa quanto sia facile mentire.
 
Vuoi veramente andare a farti umiliare da Potter? Vuoi veramente umiliarmi così?
 
Il moro scuote la testa, ghignando.
La situazione si risolve in pochi minuti: Malfoy prende le sue cose ed esce dalla sala comune, diretto al terzo piano.
 
Nott comincia a piangere. Sale nei dormitori non appena qualche serpeverde del settimo anno si accorge di lui ed inizia a ridere.
Non scende in sala grande per la cena, dove Zabini trova Draco già seduto al suo posto, muto mentre guarda il proprio piatto vuoto.
Il moro comprende che dovrebbe provare a parlargli, ma non ne è in grado; il biondo sembra preso da un conflitto interiore.
Gli dà una pacca sulla spalla e fa del suo meglio per togliergli la Parkinson di dosso.
 
Il giorno seguente i serpeverde sono tutti riuniti per colazione.
Nott gioca col cibo, tagliando tutto in pezzi minuscoli con la forchetta e sbuffando in continuazione.
 
Che Draco non stia bene è evidente, ma sembra che qualcosa sia cambiato.
Blaise ha la forte sensazione che l’incontro con Potter non sia la causa del suo malumore. Comincia a pensare che l’incontro sia invece la causa del lieve sorriso che gli compare ogni dieci minuti in faccia, per poi sparire un secondo dopo, lasciando spazio alla confusione.
Scopre allora che il biondo non è bravo a mentire. Non sa che non bastano le parole, non comprende che è necessario che anche le azioni seguano un determinato schema.
 
Quando i serpeverde si alzano per andare a lezione, arriva l’ennesimo sbuffo di Theodore alle orecchie del moro.
 
Blaise lo guarda infastidito e il suo atteggiamento di distacco si frantuma quando gli dà una spinta, la bocca in un’espressione di disgusto.
“Finiscila di fare la ragazzina!” sibila arrabbiato “I tuoi problemi non interessano nessuno!”
 
Esce dalla sala grande a grandi falcate, lasciando Nott più solo che mai accanto al tavolo.
Era stato facile.
I tuoi problemi non mi interessano.
Non.
 
  
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