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Autore: gb87    05/04/2005    4 recensioni
Una lei dimida e con un carattere ancora in formazione,chiusa,testarda e convinta che tutto ciò che non rientra negli schemi non sia "buono",un lui scatenato,fuori dalle regole,la cui vita e tutto tranne che razionale.Insieme,più per forza che per loro proprio volere...e poi...lo vedrete voi...
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Comincio questo racconto che ho tirato fuori da un vecchio archivio e che continuerò,ultimamente mi sembra di essere molto sim

Comincio questo racconto che ho tirato fuori da un vecchio archivio e che continuerò,ultimamente mi sembra di essere molto simile a Mary Poppino per quel che riguarda i racconti…

Comunque,tralasciando questo,il racconto parte speriamo bene,speriamo che tutto vada come deve andare,cioè che voi cari lettori lo seguiate,lo commentiate(non penso sappiate quanto possa far piacere che qualcuno commenti il tuo lavoro….)e che la mia cara testolina continui a sfornare idee…insomma per ora vi posso solo augurare buona lettura e buon divertimento!!!

Con tantissimo affetto la vostra GB’87

Le diversità di Lui e Lei

Capitolo Primo

Percorrevo i corridoi verso l’aula della professoressa di “Scienze naturali chimica e fisica” che mi aveva chiamata nella sua aula per parlarmi….visto un bagno, uno dei pochi con lo specchio mi ci fiondai dentro, le lezioni era terminate da un paio di minuti e la scuola era rimasta silenziosa e vuota, come nei periodi di occupazione verso natale oppure quando c’era qualche manifestazione e io rimanevo l’unica nella scuola, erano momenti piacevoli in cui la scuola era tutta mia, non vi erano i ragazzi del quarto a fare scherzi o le ragazzine del terzo che li guardavano adulanti parlando in toni e con voci a dir poco ochesche, i ragazzini del primo anno non ti guardavano con adulazione e quelli del quinto non ti guardavano dall’alto in basso. Si adoravo qui momenti.

Dopo essermi data una controllata ai capelli legati in una coda di cavallo in cima alla testa mi sistemai gli occhiali con la montatura di metallo sul viso e controllavo che la t-schirt con su stampati due cagnolini non fosse sporca e finalmente uscivo dal bagno e mi avviavo verso l’ultima aula dal corridoi del quarto piano…ero in anticipo di quasi 5 minuti e pensavo tra me e me che non era niente male,anche questa volta ero arrivata in orario

Bussai alla porta e mi rispose la voce della professoressa di Scienze Naturali con il suo solito tono allegro e preoccupato al contempo aprii e la salutai in tono educato e con un minimo di riservatezza chiudendo la porta alle mie spalle.

L’insegnante era seduta alla cattedra di fronte alla quale erano state messe due sedie la stanza era come al solito in perfetto ordine con le ampolle per gli esperimenti ordinati sugli scaffali e i microscopi posti negli armadi, infine i poster e i plastici alle pareti e la lavagna nera perfettamente pulita. La professoressa Sortanzio mi fece segno di sedermi su una delle due sedie e di avvicinarmi,sulla cattedra teneva due registri di classe, uno era quello della mia classe la seconda A -progetto sperimentale Michelangelo- l’altro era aperto e il nome della classe era illeggibile.

Mi sedetti e dopo aver fatto un lieve sorriso alla professoressa le chiesi il perché mi avesse fatto chiamare, l’insegnante mi sorrise a sua volta e poi disse : “Giulia come saprai sei una delle migliori studentesse della scuola ma ho notato che all’ inizio di ottobre hai fatto un interrogazione al di sotto delle tue medie” e fece scorrere il dito sui miei voti fino a trovare quel tristissimo 7- in un interrogazione di scienze “Come sai dovresti rimediarlo ma non ho il tempo materiale per farti fare un'altra interrogazione….e così il consiglio di classe mi ha dato il permesso di farti partecipare a un progetto facoltativo”disse l’insegnate continuando a guardarmi negli occhi in cerca di una mia reazione

Sostenetti lo sguardo e con aria e con un tono deciso chiesi: “di cosa si tratta professoressa?” La Sortanzio fisso l’orologio e con un lungo sospiro disse: “Quel ragazzo è sempre in ritardo…”

Proprio in quel momento la porta della stanza si spalancò e sulla soglia apparve la figura di un ragazzo….lunghi capelli biondi spettinati legati in una coda che gli arrivava circa fino al fondoschiena, gli occhi chiari, i vestiti strappati ma puliti, in mano teneva un casco integrale da moto e sulla spalla portava una borsa a tracolla nera con su scritto in bianchetto “Fuck yuo!”….

Il ragazzo sudato per la corsa entrò e chiese scusa per il ritardo. Io lo guardai era un ragazzo del terzo anno uno di quelli che non fanno che prenderti in giro perché sei in seconda o che ti superano in bar….comunque lo avevo visto girare con quelli del quando anno, quelli insomma che organizzano i picchetti davanti a scuola o che fanno i casini e gli scherzi…

La professoressa distolse lo sguardo da lui e lo riporto su di me dicendo “bene e ora che è arrivato anche lui posso spiegarvi il perché vi ho chiamato….”Poi fece segno al ragazzo di sedersi

“Ragazzi come sapete entrambi sembrate aver bisogno di una mano….

“Io non ho bisogno di un aiuto ..i mie voti lo dimostrano” protestai immediatamente

“….certo certo…ma come ti dicevo prima ce stato quel calo di rendimento…o mi sbaglio…” continuò l’insegnante “bene allora voi due dovrete sviluppare un progetto scientifico assieme ..se ci riuscirete tu Guzzo avrei la sufficienza e lei signorina Braico avrà il voto alzato e non terrò conto di quel calo a inizio anno…..ci siamo capiti?”

L’insegnante si alzò ignorando le proteste che entrambi i ragazzi facevano,e con passo leggero usci dall’ aula.

Giulia si girò verso le sue cose le raccolse e fece per andarsene, ma una mano le prese la spalla e la blocco.

La ragazza reagì d’ impulso, prese la mano del ragazzo e la girò facendo cadere a terra il ragazzo che si ritrovò a terra in un batter d’occhio con la mano girata e l’impossibilità di muoversi.. “Hey mollami la mano……calma calma…..”

Giulia lasciò la presa e il ragazzo si rialzò bofonchiando sul fatto che fosse così nervosa, una volta rialzatosi Erik chiese alla compagna “Allora non ti presenti signorina…sai non ho afferrato il tuo cognome!” “Braico…Braico Giulia” rispose lei chiudendosi a riccio e cercando di andarsene

“Ferma ferma….e di che classe sei?” incalzò lui

Giulia lo guardò con occhi di ghiaccio e in modo acido gli rispose “2 A….e se permetti dovrei porti anche io le stesse domande…” Erik cadde quasi e poi in un urletto disse “MA NON MI CONOSCI?...insomma sono Erik Guzzo...l’idolo di tutte le ragazze…il figo della scuola…ma non hai mai sentito parlare di me?”

Giulia si fermò un attimo e dopo averci pensato un po rispose “No” Erik fece una smorfia e guardò male la ragazza che si era già girata per andarsene

Hey aspetta dove vai? …Hey dovremo studiare assieme io e te….”disse il ragazzo inseguendola giu per le scale

“Si hai detto giusto *dovremmo* al condizionale…io con te non ci studio…perciò questo è tutto!”rispose lei girandosi e alzando lo sguardo per fissarlo in quei suoi azzurri occhi, poi si rigirò e ricomincio la sua disperata corsa verso l’uscita. Erik questa volta non l’inseguì perché erano troppo vicino all’ uscita e se qualcuno li avesse visto assieme sarebbe stata una tragedia per l sua reputazione.

Giulia per quei suoi 2 primi anni di scuola aveva fatto d tutto e di più per non farsi riconoscere, per essere una specie di fantasma, preferiva stare lontano dai casini e dalla confusione, e ora le veniva piazzato vicino quella specie di semaforo vivente che avrebbe attirato troppo l’attenzione,no era escluso, dal suo canto per Erik avere come compagna di studi una secchiona di cui ignorava l’esistenza era ancora peggio,una che non era assolutamente nota alla gente che frequentava, e la storia del corso di recupero non gli andava proprio giu….insomma per entrambi l’idea dello studio assieme era una specie di tragedia di importanza vitale.

La ragazza sgusciò velocemente fuori dalla scuola attraverso l’ingresso principale davanti a cui si trovava un gruppo di ragazzi che sicuramente non erano della sua scuola ma dall’ abbigliamento probabilmente venivano da un liceo,subito dietro di lei la porta si riapri è i ragazzi andarono incontro al compagno che la seguiva…Erik ..si potevano solo essere amici suoi, e di chi altro….

Il ragazzo dai lunghi capelli salutò allegramente gli amici con frasi e parole assolutamente senza senso, ma da come reagivano e rispondevano glia altri il tutto sembrava normale, cosa che non sorprese la ragazza, Erik infatti aveva una balda nomea di confusionario metallaro e casinista che lo recedeva ovunque andasse.

La ragazza si lasciò alle spalle la confusione delle chiacchiere urlate dei ragazzi e se ne andò giù per la discesa che costeggiava l’asilo per poi scendere attraverso una scalinata molto ripida passante fra le case verso la fermata dell’ autobus e l’edicola, da li avrebbe proseguito verso la strada principale,dove dopo aver attraversato la stessa, avrebbe raggiunto dopo circa 2 minuti di passeggiata in discesa la fermata dell’ autobus che l’avrebbe riportata a casa.

Erik guardò con la coda dell’ occhio la ragazza avvolta nel suo cappotto arancio andare giù per la stradina, vederla andarsene con quel suo passo silenzioso come quello di un gatto gli faceva una strana impressione, fino a pochi minuti prima si era ritrovato faccia a faccia con quella stana ragazza e per un attimo si era perso nei suoi scuri occhi marroni, era stata una sensazione stranissima, in quel momento quegli occhi lo avevano scaraventato in un baratro nero con la loro forza e determinazione, e ora invece stava guardando colei che aveva quegli occhi andarsene via chiusa come un riccio nei suoi pensieri a testa bassa che vista così avrebbe solamente rappresentato un piccolo ostacolo da scaraventare a terra al proprio passaggio, che cosa buffa….

Uno dei ragazzi del gruppo diede una gomitata al ragazzo e gli sussurrò a un orecchio con tono quasi sensuale : “cosa guardi? Non mi dirai di esserti innamorato…!” Erik lo guardò con durezza e restituitegli il colpo gli disse in tono duro e minaccioso: “Prova a ripeterlo e vedi cosa ti succede…”poi alleviò il tono e propose hai ragazzi di andare a farsi un giro.

I ragazzi si avviarono verso le moto parcheggiate li vicino e dopo essersi messi i caschi solo per evitare di prendere la multa partirono a tutto spiano verso il centro commerciale.

  
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