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Autore: Incenso    24/11/2016    4 recensioni
Ricordi di un' estate.
"Come stai, ragazzino?" chiese l’ Uchiha, l’ ombra di un sorriso sulle labbra sottili.
"Apposto. E tu?"
"Siamo qui” sorrise, sornione.
Parzialmente nascosto dalla sua figura, Naruto cercava di non attirare troppo l’attenzione. Da lì, almeno, poteva guardare Sasuke senza essere visto.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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THE BEEP OF MY HEART, ARE YOU FEELING IT?
Ricordi di un' estate
Di Incenso, 24/11/2016

 
 

 

Rodos, Dodekánisa, Grecia.
Agosto.

"Ci sono le ragazze, di là"
“Ah".
"Mi hai sentito?" ripetè un’ altra volta lui, "ci sono le ragazze!"
"Sì, ho capito Kiba, mica sono sordo”.
"Buona notte" sbuffò lui. Uscendo dalla  stanza si tirò la porta alle spalle e la chiuse con un colpo secco.
Naruto sospirò. Nella sua testa provò a focalizzare concretamente la voglia di andare al party improvvisato nella stanza accanto. Tsk, figuriamoci! Ma d’altronde quella non era nemmeno camera sua, non avrebbe potuto nascondersi tutta l’estate nella sua stanza d’ albergo, condivisa con Kiba per altro.
S’infilò le espadrillas nere e si trascinò verso la camera di Ino strusciando i piedi, col broncio. Prima di oltrepassare la soglia cercò di forzare un sorriso.
"Hey" sussurrò.
"Naruto! Ma dov’eri finito?" gridarono. C’era il gruppo vacanze al completo: Sakura, Temari, Hinata, Neji e tutti gli altri. Da bravi ospiti di un pigiama party si erano agghindati in maniera imbarazzante, se non illegale. Canotte a righe e calzini colorati. Ino, da brava padrona di stanza, si era ricoperta di glitter argentati e il suo trucco pesante sarebbe stato adatto ad una serata in un locale di quelli chic, dove si sorseggia Martini Dry in calici a bocca larga. Quella sera, con le pantofoline rosa ai piedi, era ridicola.
"Ero di là, in camera mia" sorrise Naruto, squadrandoli con orrore.
"In camera tua a fare cosa?" chiese Ino, guardandolo di sottecchi. La sua smorfia impertinente lo stava davvero infastidendo.
"Beh, niente di che”.
Andò a dare un bacetto sulle gote abbronzate di tutte le presenti, palesemente felici di vederlo. Poi si diresse in fondo alla camera, dove le ragazze avevano schiacciato i lettini contro la parete ricavandone un enorme materasso costellato di cuscini antistress.
Lì andava meglio.
“Finalmente!" strillò Kiba, mostrando un sorriso soddisfatto. Naruto gli rifilò un cinque distratto, ricambiando quell’ abbraccio senza un briciolo di sentimento. Poi vide Sasuke, comodamente appollaiato sui cuscini, che gli sorrideva silenzioso.
Si era infilato una t-shirt blu e un paio di jeans nuovi, ai piedi solo i suoi ridicoli calzini a righe.
“Ciao" borbottò il biondo, sorridendogli di rimando. Con lui non ci fu nessun cinque, s’ infilarono l’ uno nelle braccia dell’ altro per pochi istanti, il tempo sufficiente a intendersi col contatto fisico senza dover aggiungere altro.
Naruto annusò il suo profumo, una colonia che aleggiava su un filo di barbetta ispida. Cannella, forse? Chiodi di garofano? Sasuke tornò a sedersi e con la mano diede un paio di pacche sul posto alla sua sinistra, in un silenzioso invito. Il biondo si stese coi piedi fuori dal letto e la testa su un cuscino rosa, che aveva la consistenza di un insidioso marshmallow.
C’era fin troppa musica per lui; neanche a dirlo, troppa techno. Come facevano ad ascoltare quella roba?
"Come stai, ragazzino?" chiese l’ Uchiha, l’ ombra di un sorriso sulle labbra sottili.
"Apposto. E tu?"
"Siamo qui” sorrise, sornione.
Parzialmente nascosto dalla sua figura, Naruto cercava di non attirare troppo l’attenzione. Da lì, almeno, poteva guardare Sasuke senza essere visto.

***

TenTen, in un incontenibile e sguaiato attacco di risate, gli rifilò una spallata.
"Attenta, ragazza!" gridò Naruto. Lei nemmeno lo considerò.
Sasuke, al suo fianco, ridacchiò. "Che ti passa per la testa, eh?" sussurrò.
"Niente" rispose il biondo di getto. Con gli occhi fissava Shikamaru e Temari, le punte del naso così vicine fra loro. Era sicuro che lei potesse sentire il sapore del suo alito sulle labbra.
“Non è vero" borbottò Sasuke, "E’ tutta la sera che pensi ai fatti tuoi”.
"Come sarebbe a dire?"
"Ma che ne so, te ne stai lì zitto zitto. E, credimi, tu zitto non ci stai mai" ridacchiò.
Naruto sorrise.
Come faceva a capirlo così al volo, ogni volta ?
“Vieni" sussurrò Sasuke, anzandosi e tirandolo per un braccio. L’Uzumaki lo seguì automaticamente e senza fare domande, un nodo allo stomaco sul punto di rompergli le interiora. Pensava a quella maledetta giornata in spiaggia, che aveva lasciato delle brutte cicatrici sul suo cuore che non smettevano di tormentarlo. Colpito in pieno petto dalla tristezza, si era ritrovato a piangere come un bambino in mezzo al mare, consolato solo dal rumore delle onde e da una piccola medusa. Non si sarebbe mai aspettato una vacanza del genere. Credeva che, una volta uscito allo scoperto coi suoi amici, niente sarebbe cambiato e avrebbe potuto continuare a condividere il suo tempo con loro come prima. Invece si era trasformato nello zimbello del gruppo, una ridicola novità, un mostro. Battute su battute, paroline bisbigliate nelle orecchie, indici nodosi puntati verso la sua figura. Il volo, però, era già prenotato oramai.
Sasuke superò il corridoio e il disimpegno, sfilando tra una stanza e l’altra verso il piccolo cortile dietro l’edificio. Quando ebbe raggiunto la fontana si voltò, sorridendogli.
"Quindi?" sussurrò.
"Quindi che?" rispose Naruto, scrutandolo.
“Me lo dici che succede, per favore?"
I suoi occhi erano diversi da quelli di tutti gli altri. Lui non voleva gossip, non voleva divertirsi o ridere di lui. La sua era sincera curiosità, semplice voglia di aiutarlo in un momento in cui, era palese, non se la stava passando un granché bene. Oltretutto, Naruto non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Shikamaru e Temari vicinissimi, i crani attaccati e le labbra socchiuse, sul punto di baciarsi.
“Beh" biasciò. Non sapeva nemmeno cosa dirgli, a dirla tutta.
Con un gesto della mano Sasuke lo esortò a continuare.
Naruto sbuffò. "Niente, cazzo, solo un po’ di... malinconia". La voce si spezzò sull’ ultima parola, incrinandola. Pareva più una domanda che un’ affermazione, tanto gli tremavano i vocaboli tra una corda vocale e l’ altra. Poi, la sua stupida, maledetta sensibilità lo colpì inaspettatamente. Perché non poteva essere sincero a metà, se diceva le cose come stavano le parole dovevano necessariamente essere accompagnate da una dimostrazione pratica. O no?
Strizzò gli occhi e combatté, con tutta la sua forza, contro le lacrime che cercavano di uscire allo scoperto.
Sasuke sospirò. "Vieni qua”.
Aprì le braccia e Naruto vi si laciò come un pupazzo, sbattendo la fronte contro il suo petto e la sua maglietta, in un vano tentativo di nascondere le sclere arrossate, schizzi di sangue sulla neve.
Scoppiò a piangere come un bambino, ma cosa doveva fare? Non piangeva mai, ne aveva il diritto.
"Va tutto bene" sussurrò Sasuke, stringendolo piano.
"Scusa, cazzo. Scusami tanto" soffiò il biondo, cercando di recuperare l’ autocontrollo.
"Sul serio, ragazzino. Va tutto bene”.
Si lasciò cullare tra le sue braccia, cercando di buttare via ogni pensiero, ogni ricordo di quella giornata velenosa. Cercò il battito del suo cuore, sotto la stoffa e la pelle, e percepì il tum-tum-tum di qualcosa di caldo e umido dietro al petto. Le percussioni della sua vita.

***

Shikamaru soffiò un bacio delicato, sottile, sulle labbra di Temari. Lei, ridacchiò, poi arretrò.
"Ci vediamo in giro” le disse, raccattando la giacca e allontanandosi.
Diede un bacetto sulla gota di Hinata, un abbraccio a Ino e una pacca sul culo a TenTen.
“Maiale" sussurrò lei.
"Fate le brave" la ignorò il moro, la sigaretta già in bocca e il clipper tra le dita.
“Buonanotte"
“Ciao”.
Arrivò alla porta, poi si girò un attimo.
“Ma dov’è finito Naruto? Volevo salutarlo”.
"Che diavolo ne so io" grugnì Ino.
"Vabè. Buonanotte”.
Aprì la porta e uscì dalla stanza, diretto alla terrazza.

Poco più in là, nascosto dietro alla statua di cemento in mezzo alla fontana, Naruto se ne stava tra le braccia di Sasuke, le labbra unite alle sue in una danza appagante.
La malinconia, per quella sera, aveva deciso di lasciarlo in pace. Sentiva solo il battito del suo cuore, e gli bastava.


 
ANGOLO AUTORE
Ciao gioie mie, come state?
Eccoci ad un' altra puntata di "Matteo e le sue storie deprimenti".
Spero onestamente che vi sia piaciuta, la scrissi durante una vacanza un paio di anni fa. Rileggendo le note e ritrovandola mi è venuta voglia di rielaborarla e postarla.
Fatemi sapere che ne pensate se avete voglia!
Besos
  
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